Rivista di formazione e di aggiornamento professionale del pediatra e del medico di base,
realizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri
Penso che le preoccupazioni della dottoressa
Zanetto siano ragionevoli. Penso anche
che, in qualche modo, e legittimamente,
esprimano l’altra faccia del mestiere del pediatra,
la faccia opposta o complementare a
quella mostrata dalla dottoressa Cajani nel
“diario di una giornata”, pubblicato tra le
lettere del numero di febbraio: il prodotto
della forse eccessiva disponibilità e del conseguente
esasperato sfruttamento. Parlo di
quello che non so, o che so appena appena.
Ma io credo (anzi so appena appena) che è
questo equilibrio tra disponibilità e rispetto
che dovrebbe caratterizzare il rapporto tra
pediatra e suoi assistiti: un rapporto fatto di
comprensione, anzi di intelligenza, reciproca,
e di un rispetto che il pediatra dovrebbe
saper insegnare. Come ogni rapporto fragile,
anzi delicato: ma è il pediatra che deve
saper tenere le redini con sensibilità e attenzione;
e in questo modo contribuire positivamente
alla crescita e alla progressiva autonomia
della famiglia e dell’assistito. Parole,
lo so bene. E vi prego di scusarmi.