POSSONO I PEDIATRI ACCETTARE UN CAMBIAMENTO
NELLA LORO PRATICA?

Risposta del prof. Giuseppe Saggese
sabato, 2 Dicembre 2006, ore 12:00
Gent.mo dott. Marchetti, ho letto con molto interesse il suo editoriale (Medico e Bambino 2005;24:499) sulla necessità di un'evoluzione dei modelli assistenziali in pediatria e accolgo molto volentieri l'invito a una riflessione sui contenuti dell'editoriale, cioè come inserire le novità scientifiche, assistenziali, formative nella pratica professionale del pediatra.
L'editoriale prende in esame molti aspetti, di cui quello centrale mi sembra sia rappresentato dall'elaborazione di un'agenda di lavoro tra le varie componenti della pediatria, da costruire tutti insieme, così da arrivare ad adottarla in modo il più diffuso e condiviso possibile. Come SIP riteniamo che questo sia un aspetto strategico per la nostra professione e, soprattutto, per una migliore assistenza al bambino e alla sua famiglia.
Tant'è che la lettura inaugurale del nostro ultimo Congresso Nazionale di Montecatini, tenuta dal prof. Steve Edwards dell'American Academy of Pediatrics, è stata dedicata proprio a questo argomento (The future of pediatrics in the changing world). Nella sua lettura, il prof. Edwards ha sottolineato molti degli aspetti che anche Lei individua. Pur nella profonda diversità che contraddistingue il sistema assistenziale statunitense da quello italiano, riteniamo che alcuni di questi punti, come risposte ai bisogni della comunità, malattie croniche, nuove patologie, educazione alla genitorialità delle "nuove" famiglie, i disturbi neuropsichiatrici, le modalità assistenziali tra territorio e ospedale, i modelli di prevenzione, siano di interesse trasversale e condizioneranno fortemente la nostra attività nei prossimi anni. Ciò anche in considerazione della contrazione della "forza-lavoro" pediatrica, almeno in Italia, di cui non tutti sembrano essere consapevoli nella elaborazione delle loro proposte.
Molte delle problematiche sollevate dall'editoriale sono state discusse in una successiva sessione sempre del nostro ultimo Congresso Nazionale "La salute dei bambini e degli adolescenti in Italia", presieduta dal Presidente ACP, Michele Gangemi, a cui hanno attivamente partecipato anche le associazioni dei genitori. Sottolineo il coinvolgimento in questa sessione dei vari "attori" del panorama pediatrico, in primis delle associazioni dei genitori e poi dei rappresentanti delle varie componenti della pediatria italiana, per ribadire, come ho già fatto in altre occasioni, che quella frammentazione "ideologica" che Lei denuncia si sta, almeno in parte, ricomponendo.
Del resto, la Consensus, indetta dalla SIP lo scorso anno su una delle principali emergenze sanitarie dell'età pediatrica, cioè l'obesità, ha visto riunite a uno stesso tavolo Società scientifiche pediatriche, Associazioni culturali e Sindacati di categoria, al fine di realizzare un documento su prevenzione, diagnosi e terapia che fosse condiviso da tutti. Questo non vuol dire "appiattire" le idee su un'unica linea di pensiero ma, nel rispetto della "mission" e della storia di ognuno di noi, individuare delle linee d'azione comuni proprio ai fini di quel "miglioramento dei bisogni assistenziali del bambino" a cui Lei fa più volte riferimento.
Per far questo vi è ovviamente la necessità di buona volontà e di un'apertura culturale da parte di tutti. Noi, come SIP, negli ultimi tre anni credo che lo abbiamo dimostrato con i fatti. Per quanto riguarda la riflessione collettiva sul futuro della pediatria italiana, senza distinzioni o barriere tra territorio e ospedale, questo è il punto cruciale per il nostro futuro. Come SIP stiamo da tempo lavorando all'organizzazione di Forum su Formazione e Assistenza in pediatria, dal titolo "Quale pediatra per quale modello di pediatria", che si terrà a Pisa nel giugno di quest'anno.
Si tratta di un'iniziativa concreta, che viene proposta all'attenzione dell'intera comunità dei pediatri con l'intento di un confronto e una riflessione su come dare attuazione a diversi dei problemi da Lei sollevati. Lo scopo del Forum è infatti quello di predisporre un documento, condiviso da tutti noi pediatri, che possa delineare le modalità organizzative sia nell'ambito della formazione che in quello dell'assistenza nei prossimi anni, da proporre anche alle istituzioni per le parti di rispettiva competenza.
Il Forum avrà quindi due obiettivi, tra loro interagenti:
1. Definire contenuti culturali e percorsi formativi per il pediatra, ospedaliero e del territorio, e per gli altri operatori sanitari che dovranno essere sempre più coinvolti nella "care" del bambino, come ad esempio l'infermiere pediatrico, l'infermiere "generale" impegnato in ambito pediatrico, l'assistente sociale, in modo da sviluppare una cultura uniforme del modo di assistere il bambino indipendentemente dal luogo fisico (cioè ospedale o territorio) dove questo avviene;
2. Proporre una programmazione e un'organizzazione delle attività assistenziali pediatriche nell'ambito delle cure primarie, delle attività ospedaliere e dei centri di terzo livello, che soddisfino i nuovi bisogni di salute dei neonati, dei bambini e degli adolescenti, garantendo la continuità delle cure e una reale integrazione territorioospedale. Le lettere sono sempre gradite, e vengono sempre pubblicate. Si prega solo una ragionevole concisione, cercando di non superare le 3000 battute. Qualche taglio editoriale e qualche intervento di editing che non alteri il senso della lettera saranno, a volte, inevitabili.
Saranno quindi invitati alla realizzazione dei documenti che saranno discussi e approvati nel Forum tutti i componenti della pediatria italiana. L'occasione potrà rappresentare, se tutti vi parteciperanno in maniera sincera e costruttiva, il luogo per riconoscersi in obiettivi comuni, per definire "quali sono i ruoli e le funzioni del pediatra nel prossimo futuro" e per definire le risorse disponibili, attuali e in prospettiva.
Con l'accordo di tutti, il documento finale potrebbe poi essere diffuso sulle varie riviste pediatriche (Area pediatrica, Medico e Bambino, Quaderni acp, Il Medico Pediatra, Prospettive in Pediatria) per un'ampia diffusione e condivisione. Ringraziando per l'attenzione e lo spazio che Medico e Bambino ci ha dedicato, porgo i più cordiali saluti a nome mio personale e di tutta la Società Italiana di Pediatria.

Giuseppe Saggese
Presidente SIP
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