Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2011 - Volume XIV - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Caso contributivo
Edema
emorragico acuto infantile: vaccinazione anti-morbillo, parotite e
rosolia come possibile causa scatenante
1Clinica
Pediatrica, Università Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San
Gerardo, Monza
2Divisione
di Pediatria, Ospedale “Valduce”, Como
3Divisione
di Dermatologia, Azienda Ospedaliera San Gerardo, Monza
4Dipartimento
di Medicina Preventiva, ASL Provincia Milano 2, Melegnano (Milano)
Indirizzo
per corrispondenza: cghitti@alice.it
Acute
haemorrhagic oedema of infancy: the measles, mumps and rubella
vaccination as a possible cause Key
words Acute
haemorrhagic oedema of infancy, Finkelstein disease,
Leukocytoclastic vasculitis
Abstract
The
Authors report a case of acute haemorrhagic oedema of infancy
(AHEI) in a 15-month-old male child, which occurred 9 days after
measles, mumps and rubella vaccination and improved in one month
without therapy, reaching a complete clinical resolution. No
recurrence of the disease was observed during the following 24
months. |
Parole
chiave
Edema
emorragico acuto infantile, Malattia di Finkelstein, Vasculite
leucocitoclastica
Gli
Autori descrivono un caso di edema emorragico acuto dell'infanzia
in un bambino di 15 mesi, insorto 9 giorni dopo la vaccinazione
anti-morbillo e regredito spontaneamente, dopo un mese dall'esordio,
senza alcun trattamento. Nei 24 mesi successivi non si è
verificata alcuna recidiva di malattia.
L'edema
emorragico acuto infantile (AHEI) è una forma benigna di
vasculite leucocitoclastica limitata alla cute, che colpisce
prevalentemente i bambini di età inferiore ai 2 anni. La
malattia è stata descritta per la prima volta da Snow nel
19131; successivamente, nel 1936, è stato definito
da Seidlmeyer come una “coccarda purpurica postinfettiva”2.
Due anni più tardi, nel 1938, Finkelstein descrisse le
caratteristiche cliniche come un “edema emorragico acuto
dell'infanzia”3.
AHEI è
caratterizzato da febbre, edema infiammatorio degli arti e del volto
e da eruzioni purpuriche caratteristiche senza aree di edema
preesistente. Nella maggior parte dei casi l'AHEI è limitato
alla cute, senza interessamento viscerale, ed è generalmente
seguito da un decorso benigno, auto-limitante con completa e
spontanea remissione. L'eziopatogenesi non è del tutto
conosciuta. Infezioni batteriche4-11, virali6,8-11,
vaccinazioni6,12,13 e assunzione di farmaci sono stati
proposti come possibili cause14. Anche se l'istopatologia
non sempre concorda con i criteri della vasculite leucocitoclastica,
gli autori sono generalmente concordi nel classificare l'AHEI
all'interno di questo spettro di patologia6.
Un
bambino maschio di 15 mesi è stato ricoverato presso la nostra
Clinica Pediatrica per febbre, edema non pruriginoso ed eruzione
purpurica sulla superficie del suo corpo. Un rash aspecifico era
presente già tre giorni prima del ricovero e le lesioni erano
inizialmente delle piccole papule edematose con petecchia centrale,
localizzate prevalentemente sul volto e sugli arti (Figura
1 e Figura 2). Dopo due giorni sono rapidamente
incrementate in numero e dimensioni ed hanno cominciato a diventare
emorragiche (Figura 3). Poco dopo è comparso
anche un edema alle mani, ai piedi ed alle ginocchia, in assenza di
interessamento palmo-plantare. I genitori riferiscono che il bambino
era stato vaccinato, nove giorni prima la comparsa della prima
lesione, contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR). Non sono
riferite infezioni o terapie nell'ultimo mese prima del ricovero.
Al
ricovero il bambino era altamente febbrile (40 °C), in buone
condizioni generali e in assenza di segni di interessamento meningeo.
L'ispezione della cute evidenziava lesioni ecchimotiche a “stampo
di moneta”, ben definite, simili a un “medaglione”,
diffusamente distribuite e simmetriche, con bordi frastagliati a
forma di rosetta ed edema infiammatorio sul volto, orecchie, agli
arti ed al tronco (Figura 4 e Figura
5). Non vi era evidenza di un interessamento delle mucose. La
restante obiettività clinica era nella norma. I risultati di
laboratorio rilevavano leucocitosi neutrofila (globuli bianchi
15.000/mm3 con polimorfonucleati 12000/mm3) ed
incremento degli indici di flogosi (VES: 50 1'h; PCR= 21 mg/l). La
funzionalità renale ed epatica, il complemento (C3, C4) e la
radiografia del torace sono risultati nella norma. Ulteriori indagini
di laboratorio, incluso tampone faringeo, emocoltura, pannello
auto-anticorpale ed i test sierologici per infezioni virali (CMV,
EBV, herpes simplex, echovirus, coxackie, parvovirus e morbillo) sono
risultati tutti negativi. La biopsia cutanea non è stata
eseguita perché i genitori non hanno acconsentito
all'esecuzione dell'esame.
Il
bambino è stato trattato solo con paracetamolo per via orale
ed idratato con soluzione glucosalina per via endovenosa per 5
giorni.
La febbre
alta e l'irritabilità sono spontaneamente migliorate dopo
cinque giorni e, mentre alcune lesioni emorragiche permanevano
accentuate, altre tendevano a già regredire. Le lesioni
cutanee sono regredite nell'arco di 7 giorni e sono scomparse
completamente in un mese.
Non si è
verificata alcuna recidiva di malattia nei 24 mesi successivi di
osservazione.





L'AHEI
è una rara malattia della pelle classificata come vasculite
leucocitoclastica, caratterizzata da un edema elastico della cute, e
da lesioni ecchimotiche purpuriche con caratteristiche di lesioni “a
bersaglio” o “a coccarda”, preferenzialmente localizzate al
volto o alle estremità. Il coinvogimento viscerale è
raro.
L'eziologia
dell'AHEI è attualmente sconosciuta. Nella maggior parte dei
casi, viene riferita una storia pregressa di infezioni virali o
batteriche, assunzione di farmaci e vaccinazioni4-6,12,14.
Nel
nostro caso, la pregressa vaccinazione MMR appare essere la possibile
eziologia della malattia, a causa della stretta correlazione
temporale. Per quanto è a nostra conoscenza, in letteratura
sono segnalati solo altri 3 casi di AHEI insorti dopo vaccinazione
MMR6,12,13.
L'aspetto
più sorprendente della malattia è il contrasto tra
l'intensità delle lesioni cutanee e le condizioni generali
del paziente che rimangono buone13. La diagnosi si basa
generalmente sull'esame clinico. Molto caratteristico è il
coinvolgimento dei padiglioni auricolari, che nel contesto generale
orienta in maniera molto forte per la diagnosi di AHEI8,15,16.
Gli esami di laboratorio evidenziano in genere valori infiammatori
elevati; non è presente ematuria microscopica. L'esame
istopatologico è eseguito raramente e i risultati sono
variabili, dimostrando da una tipica vasculite leucocitoclastica (con
o senza necrosi fibrinosa) a reperti non specifici. Non esiste
nessuna terapia eziologica; possono essere utilizzati farmaci di
supporto (es. antipiretici)17.
Nel
nostro caso, anche se la biopsia cutanea non si è potuta
eseguire, l'età del paziente, l'aspetto clinico tipico
delle lesioni e della loro localizzazione, l'evoluzione del quadro
clinico, corrispondevano esattamente alla descrizione classica
dell'AHEI. L'assenza di lesioni palmo-plantari consentiva di
escludere la diagnosi di eritema multiforme e la presenza di lesioni
“a bersaglio” escludeva la sindrome di Sweet (dermatite acuta
febbrile con neutrofilia). La negatività degli autoanticorpi
rendevano improbabile una patologia autoimmunitar e l'assenza di
prurito e la distribuzione tipica delle lesioni ci permettevano di
escludere la diagnosi di orticaria.
In
conclusione, l'edema emorragico acuto infantile rappresenta una
rara malattia con un quadro clinico tipico di lesioni cutanee,
associate a febbre ma non ad interessamento viscerale, con condizioni
generali cliniche buone.
Il caso
clinico illustrato sottolinea come una corretta diagnosi,
essenzialmente basata su reperti clinici dermatologici, è il
primo e più importante elemento per un approccio corretto a
questa rara condizione. Evidenzia come, tra le cause, debba essere
considerata l'ipotesi della vaccinazione anti-MMR. Suggerisce
infine come il medico debba astenersi dall'utilizzo di terapie
specifiche antinfiammatorie (es. FANS o steroidi), avendo la malattia
sostanzialmente un andamento benigno, autolimitantesi e mantenendo
condizioni generali cliniche buone, quasi sempre senza alcun
coinvolgimento di organi interni.
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