Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri
I Tascabili di Medico e Bambino

- IMMAGINARIO BIOMEDICO
- Mosaico da un viaggio
- Autore: Ettore Panizon
- Collana diretta da: Franco Panizon
- Editore: Medico e Bambino sas - via Santa Caterina, 3 - 34122 Trieste
Finito di stampare nel mese di dicembre 2018 - Prefazione
- ISBN: 978-88-99236-06-9
- Prezzo: €20
Titolo e sottotitolo di questa raccolta richiedono forse qualche riga di spiegazione. Il titolo riprende il nome del museo della scienza per il quale lavoro da quando non era ancora un museo: l’Immaginario Scientifico. Imaginaire Scientifique è stato innazitutto il nome della mostra temporanea inaugurata nel maggio 1986 alla Villette nell’ambito di Trouver Trieste, una rassegna che presentava al pubblico parigino diversi aspetti della città di Trieste. Scopo della nostra mostra era illustrare la “vocazione” con cui da ex-porto austroungarico la città si è reinventata come centro internazionale del sapere scientifico. L’idea di raccontare la scienza attraverso le immagini prodotte dagli scienziati portò alla creazione dell’ossimoro contenuto nel titolo, che coniuga scienza e immaginazione, cioè la ricerca dell’oggettività scientifica con l’atteggiamento mentale opposto a quello che dovrebbe essere proprio del ricercatore. In realtà, questo paradosso è stato tra gli ingredienti del successo della mostra, perché, come spesso accade, si avvicina parecchio alla realtà, in quanto gli scienziati, sia nel loro lavoro di ricerca, sia soprattutto per raccontare agli altri quello che stanno facendo, fanno un larghissimo uso di immagini. Difatti, in pochi mesi di ricerche, nonostante fossimo appena all’inizio dell’era della moltiplicazione digitale delle immagini, abbiamo raccolto materiale sufficiente per diversi video e alcuni, seppur rudimentali, ipertesti. Tanto che spiegavamo la parola immaginario anche nel senso di “collezione di immagini”, come l’erbario o il bestiario lo sono di erbe secche o di figure di bestie. Analogamente, anche immaginario biomedico può semplicemente significare quello che questo libro di fatto è: una collezione immagini su alcune delle principali tecniche utilizzate in medicina e in biologia. Ma ciò non esclude che cerchi anche di parlare anche del ruolo che le immagini e l’immaginazione giocano nella scienza naturale e in quella medica. Per spiegare il sottotitolo dirò soltanto che la metafora del viaggio viene direttamente dall’origine del libro, che raccoglie, rispettandone l’ordine cronologico, le pagine pubblicate dal febbraio 2002 all’aprile 2007 nella rubrica di Medico e Bambino che tuttora curo (per conto dell’Immaginario Scientifico) e che si chiama Cartoline dalla scienza. In questi anni, quasi ogni mese, ho pubblicato delle specie di cartoline: immagini scientifiche di soggetto biomedico, che ho scelto soprattutto in base a quello che raccontavano e che di loro potevo raccontare. Per sceglierle e per raccontarle non mi sono spostato da Trieste e neanche dalla mia posizione di turista della scienza, ma ho certamente imparato qualcosa. Le Cartoline sono davvero il reportage di una specie di viaggio di istruzione in un territorio non proprio vergine ma neanche tanto esplorato, perché gli scienziati e anche i divulgatori usano molto le immagini, ma tendono a non parlare tanto di come vengono fatte. Confesso di essermi comportato da turista anche nel senso deteriore del termine, andando in giro a cercare “cartoline” da mandare ai miei lettori, piuttosto che fare realmente attenzione ai luoghi che attraversavo. Ma spero che comunque le varie informazioni che ho raccolto qua e là e che ho condiviso lungo il percorso possano aver trasmesso almeno un’idea della vastità del panorama di tecniche con cui vengono prodotte le immagini usate nella diagnostica, nella didattica e, in generale, nella produzione e nella comunicazione delle conoscenze visive in medicina e in biologia; spero soprattutto che queste informazioni possano servire ad acquistare una maggiore coscienza del fatto che si tratta di immagini, opera dell’uomo e dei suoi strumenti