Pagina richiesta non valida


MEDICO E BAMBINO - ultimi commenti

Medico e Bambino - Tutti i commenti
< 2014 >
Articoli
Commenti
Appunti di Terapia Febbraio 2014
Reidratazione con soluzione ipotonica? C'è di meglio! disponibile
V. Murgia
Rubrica iconografica Febbraio 2014
Una tumefazione del clitoride disponibile
V. Graziani, M. Mainetti, F. Currò, S. Dal Bo, P. Ghetti, A. Zucchini, F. Marchetti
Dermatologia per immagini Supplemento 2014
Atlante dermatologico pediatrico alfabetico di Medico e Bambino disponibile
F. Fusco, D. Sambugaro

disponibile
Lettere, Febbraio 2014
Ancora sull’obesita'. Neuroni specchio: empatia o antipatia?
Gent dottor Marchetti,
la ringrazio per il suo commento. Da anni l’OMS, come peraltro Medico e Bambino, allertano i sanitari sull’epidemia obesità, la sua persistenza e l’importanza di una cura precoce. Ma, nonostante l’efficacia delle cure, ribadita anche dalle ultime revisioni1, i pediatri di famiglia tentennano, chiedono formazione, stentano ad avviare un percorso autonomo e rimandano agli specialisti: fallimento generale! Le parole da lei citate del prof. Panizon del 2005 aprono il mio corso, ma non vorrei che risuonassero...nel deserto: un inutile rimprovero! Continuo a domandarmi perché questo rifiuto a prendersi cura solo di questa malattia. Tempo e soldi... sono solo scuse! I pediatri di libera scelta hanno accettato sfide ben superiori e per nulla.

Un anno fa avevo citato l’articolo provocatorio della dott.ssa Baur, che attribuisce questo rifiuto/fallimento all’Obesity Resistence Syndrome2: un insieme di pregiudizi che impediscono ai professionisti di pensare l’obesità come una patologia cronica e di prendersene cura, senza aspettarsi la guarigione, come il neurologo con l’epilessia.

L’empatia è requisito indispensabile di una relazione di cura efficace. Purtroppo sappiamo che essa è in riduzione col progredire della formazione dei professionisti, mentre i pazienti hanno bisogno di una relazione empatica per accettare un percorso basato sulla loro motivazione, autostima e autoefficacia3,4. I media d’altronde stigmatizzano pervasivamente l’obeso al punto che già un bambino di 5 anni preferirebbe un amico normopeso, e persino uno disabile, piuttosto che un amico obeso!5 Anche fra i medici di qualunque peso e sesso esiste un forte stigma pervasivo, conscio e non, verso le persone obese, che non si attenua neppure se l’obesità è secondaria, e i bambini sono più stigmatizzati degli adulti6,7.

La scoperta dei neuroni specchio, struttura biologica che permette la relazione empatica, forse ci può aiutare a capire meglio il problema dell’empatia o della sua assenza (ANTIPATIA?) dei medici delle cure primarie verso questa patologia8,9. Si può pensare che lo stigma mediatico, che dipinge le persone con obesità come diverse e inaccettabili riduca l’attività dei neuroni specchio, anche dei sanitari. Come evidenziato da studi recentissimi di risonanza magnetica funzionale essi sparano meno davanti al dolore della persona obesa10. Possiamo forse parlare di derisione imitativa mediatica, come per la violenza11? Sappiamo che l’attività dei neuroni specchio è finalizzata al risultato. Nelle mamme l’ascolto empatico prepara l’azione in risposta al bisogno del bambino: se c’è una barriera che lo ostacola i neuroni specchio scaricano meno12. Quindi non solo lo stigma pervasivo, ma anche l’attesa di guarigione, inadeguata in una patologia cronica, può ridurre l’empatia13.

Gli obesi sono particolarmente sensibili allo stigma, cui sono cronicamente sottoposti, avrebbero bisogno di conferme precise, che non saranno derisi: il Canadian Obesity Network consiglia di chiedere al paziente il permesso prima di parlare del suo peso14!

È fondamentale, quindi, ridurre lo stigma, che aumenta la cortisolemia da stress, facilitando l’aumento del peso o la ripresa dopo terapia15. Tutti gli Autori auspicano che la formazione e l’uso di strumenti adeguati di approccio, come il colloquio di motivazione16-19, possano ridurre lo stigma sul peso e favorire un buona relazione empatica, ma ancora non ci sono studi che dicano come realizzare tutto ciò. All’estero il colloquio di motivazione è conosciuto da 1/5 dei professionisti delle cure primarie20, ma non è così in Italia.

I nostri medici, che dopo gli studi accademici hanno a fatica recuperato l’empatia clinica con le famiglie, indispensabile nel loro lavoro di tutti i giorni, sono giustamente spaventati al pensiero di rimetterla in crisi occupandosi di obesità e aspettano un approccio che la salvaguardi.



Bibliografia

  1. Ho M, Garnett SP, Baur L, et al. Effectiveness of lifestyle interventions in child obesity: systematic review with meta-analysis. Pediatrics. 2012;130:e1647-71.
  2. Baur LA. Changing perceptions of obesity--recollections of a paediatrician. Lancet. 2011;378:762-3.
  3. Batt-Rawden SA, Chisolm MS, Anton B, Flickinger TE. Teaching empathy to medical students: an updated, systematic review. Acad Med. 2013;88:1171-7.
  4. Pollak KI, Alexander SC, Tulsky JA, et al. Physician empathy and listening: associations with patient satisfaction and autonomy. J Am Board Fam Med. 2011;24:665-72.
  5. Harrison S, Rowlinson M, Hill AJ. No fat friend of mine: very young children’s responses to overweight and disability. European Congress on Obesity (ECO) 2013; Abstract T3T4:OS5.6.
  6. Phelan SM, Dovidio JF, Puhl RM, et al. Implicit and explicit weight bias in a national sample of 4,732 medical students: The medical student CHANGES study. Obesity (Silver Spring). 2013 Dec 23.
  7. Sikorski C, Luppa M, Brähler E, König HH, Riedel-Heller SG. Obese children, adults and senior citizens in the eyes of the general public: results of a representative study on stigma and causation of obesity. PLoS One. 2012;7:e46924.
  8. Iacoboni M I neuroni specchio. Bollani Boringhieri Editore 2011:206-9.
  9. Sabin JA, Marini M, Nosek BA. Implicit and explicit anti-fat bias among a large sample of medical doctors by BMI, race/ethnicity and gender. PLoS One. 2012;7:e48448.
  10. Azevedo RT, Macaluso E, Viola V, Sani G, Aglioti SM. Weighing the stigma of weight: An fMRI study of neural reactivity to the pain of obese individuals. Neuroimage. 2014;91:109–19.
  11. Robertson LA, McAnally HM, Hancox RJ. Childhood and adolescent television viewing and antisocial behavior in early adulthood. Pediatrics. 2013;131:439-46.
  12. Rizzolatti G1, Luppino G. The cortical motor system. Neuron. 2001;31:889-901.
  13. Puhl RM, Latner JD, King KM, Luedicke J. Weight bias among professionals treating eating disorders: attitudes about treatment and perceived patient outcomes. Int J Eat Disord. 2014;47:65-75.
  14. Vallis M, Piccinini-Vallis H, Sharma AM, Freedhoff Y. Clinical review: modified 5 As: minimal intervention for obesity counseling in primary care. Can Fam Physician. 2013;59:27-31.
  15. Schvey NA, Puhl RM, Brownell KD. The stress of stigma: exploring the effect of weight stigma on cortisol reactivity. Psychosom Med. 2014;76:156-62.
  16. Barlow SE; Expert Committee. Expert committee recommendations regarding the prevention, assessment, and treatment of child and adolescent overweight and obesity: summary report. Pediatrics. 2007;120 Suppl 4:S164-92.
  17. Resnicow K, Davis R, Rollnick S. Motivational interviewing for pediatric obesity: Conceptual issues and evidence review. J Am Diet Assoc. 2006;106:2024-33.
  18. Wong EM, Cheng MM. Effects of motivational interviewing to promote weight loss in obese children. J Clin Nurs. 2013;22:2519-30.
  19. Sim MG, Wain T, Khong E. Influencing behaviour change in general practice - Part 1 - brief intervention and motivational interviewing. Aust Fam Physician. 2009;38:885-8.
  20. Addo SF, Maiden K, Ehrenthal DB. Awareness of the 5 A's and motivational interviewing among community primary care providers. Del Med J. 2011;83:17-21.


    Rita Tanas
    tanas.rita@tin.it
    Pediatra Endocrinologo di Ferrara
    lunedì 10/03/2014 15:52
Appunti di Terapia, Febbraio 2014
Perché le soluzioni ipotoniche?
Viste le conclusioni degli Autori e il rischio, seppur remoto, di iponatriemia, sarebbe giustamente auspicabile usare solo soluzioni isotoniche.
Ma esiste una spiegazione logica per l’utilizzo delle soluzioni ipotoniche?

PASINATO ANGELA
pasinato@goldnet.it
ARP Vicenza
domenica 23/03/2014 18:10
Rubrica iconografica, Febbraio 2014
Un’altra possibile causa di tumefazione acuta del clitoride
Gentile Direttore di MeB,
ho letto con grandissimo interesse il caso clinico descritto su MeB di febbraio 2014 relativo ad una bambina con tumefazione acuta del clitoride. Grazie per la tabella riassuntiva relativa alla eziologia ed alla splendida iconografia.
Vorrei aggiungere tra le diagnosi differenziali di una tumefazione clitoridea acuta la Tourniquet syndrome. Questa sindrome è un raro evento dovuto allo “strozzamento” da parte di un capello di una appendice cutanea, nel caso più frequente un dito; la terapia è quindi “chirurgica” e consiste nel tagliare con un bisturi il laccio (il capello) che determina la necrosi ischemica della appendice interessata (personalmente in 40 anni di esperienza clinica ne ho osservati 2 casi, entrambi su dita di lattanti le cui mamme avevano lunghi capelli neri ondulati).
Il capello può quindi interessare anche la appendice “clitoride”, arrivando fino alla sua amputazione. I casi descritti che interessano i genitali femminili (clitoride, piccole labbra) sono meno di una decina (Pediatrics 66:781,1980; J Urol 162:190,1999; Pediatrics 105:866,2000; Obstet Gynecol 99:939,2002; Pediatr Emerg Care 23:169,2007; J Emerg Med 33:283,2007; Pediatr Emerg Care 29:829,2013) ma ovviamente diventano una urgenza ischemica, così come la torsione di un testicolo o una parafimosi strozzata. Sempre difficile poi distinguere tra incidente e abuso (Eur J Ped 163:495,2004).


Andrea Guala
redazione@medicoebambino.com
SOC Pediatria, Ospedale Castelli, Verbania
martedì 15/04/2014 09:50
Articolo speciale, Aprile 2014
Interventi precoci per lo sviluppo del bambino
Ho letto con molta attenzione e molto interesse l’articolo di Giorgio Tamburlini “Interventi precoci per lo sviluppo del bambino”, pubblicato su Medico e Bambino di aprile 2014. I primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo neurologico, psicologico e sociale del bambino e tale sviluppo dipende non solo dal patrimonio genetico ma anche dal sostegno che i grandi offrono al bambino durante tutte fasi del suo arco di vita, soprattutto nei primi tre anni di vita. Nell’articolo si da molto rilievo al ruolo dei genitori, dei servizi e degli operatori sanitari includendo tra questi anche i pediatri di famiglia. Si da molto poco rilievo invece al percorso formativo ed educativo che un adulto che diventa genitore deve seguire affinché diventi competente nel favorire lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale e sociale del proprio figlio. In altri termini, il genitore non diventa genitore dall’oggi al domani ma per diventare adulti e genitori occorre un “processo di formazione” che inizia fin dalle prime epoche di vita. I genitori prima di diventare genitori sono anch’essi prima bambini, poi ragazzi, poi adolescenti e poi adulti, attraverso un passaggio non solo biologico ma anche formativo, educativo, pedagogico e culturale. Diventare adulto e genitore oggi significa poter rispondere in maniera precisa alle seguenti domande: Chi sono? Quali sono i miei principi e mie valori? Che lavoro faccio? Sostengo economicamente e psicologicamente la mia famiglia? Che relazioni ho con gli altri? Come incido nella vita politica del mio Paese? La maturità è preceduta dall’adolescenza e gli adolescenti di oggi vivono con profonda tensione il proprio presente e non hanno una visione chiara del loro futuro. L’adulto che diventa genitore è stato a sua volta figlio, studente, appartenente ed un gruppo di pari. Ma che padre e che madre ha avuto il genitore di oggi? Molto verosimilmente un padre debole, un padre con connotati più materni che paterni, più affettivi che normativi; e una madre che non ha costruito una “base sicura”, debole, indifferente o iperprotettiva E poi abbiamo sullo sfondo la società, caratterizzata da poca attenzione per il bambino in termini di asili nido, di ospitalità di strade e di piazze, con una riduzione del gioco all’aperto con gli altri bambini, parte essenziale della crescita e della maturazione sociale. Prevale oggi invece una maggiore esposizione ai media (videogiochi, film, televisione internet ecc.) che in molti casi hanno sostituito la famiglia e la scuola nella costruzione di valori e di modelli di riferimento con una accettazione acritica di modelli comportamentali e stili di vita caratterizzati da atteggiamenti consumistici, scarso rendimento scolastico, scarsa capacità di organizzare il tempo libero, scarso sviluppo della fantasia, scarso accostamento alla lettura, scarsa interazione con i coetanei, limitato sviluppo del pensiero astratto ed impoverimento del linguaggio. Tamburlini inoltre non da spazio alla Scuola. La Scuola deve adottare un “progetto permanente e non temporaneo di educazione alla salute” (Giampaolo De Luca in “Una pediatria per la società che cambia”, Ed tecniche nuove, 2007) con una costante e strutturata collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali e con il coinvolgimento attivo dei ragazzi per la conoscenza dei concetti di salute, dell’importanza dell’allattamento al seno, “degli interventi precoci per lo sviluppo del bambino”, dei principi e dei valori su cui deve costruire il suo mondo personale e sociale.
Il pediatra potrebbe essere collocato in questo contesto, il suo coinvolgimento potrebbe costituire un “completamento dell’orario di lavoro per quei pediatri che hanno pochi assistiti in carico” (De Luca). Gli interventi a “sostegno del reddito” servono a poco se non si sostiene lo sviluppo psicosociale e culturale del cittadino, così come servono a poco “il counseling preconcezionale, le cure prenatali e perinatali, la preparazione al ruolo genitoriale, le visite domiciliari, le associazioni dei genitori” (Tamburlini) se il tutto non è preceduto da un imponente programma di costruzione della figura del genitore che deve iniziare precocemente e che deve avere alla base un profondo cambiamento della visione della persona, della società e del mondo. Pretendiamo che una mamma allatti al seno dopo aver seguito un corso pre-parto se alle spalle non ha una “cultura dell’allattamento al seno”? Pretendiamo che la mamma legga un libro al proprio figlio se prima di diventare mamma non ha mai letto un libro. Pretendiamo che un papà sia un punto di riferimento del proprio figlio se egli stesso non ha mai avuto punti di riferimento e non ha quindi chiaro e definito il significato della parola padre? Se ha passato tutta la sua adolescenza e giovinezza, prima di diventare papà, su Facebook o a inviare e ricevere SMS? Tutto questo mio discorso è pura utopia? Forse sì. Anzi, sì. Ma anche le utopie hanno prodotto dei cambiamenti. È tutta questione di tempo e di buona volontà.


Angelo Spataro
redazione@medicoebambino.com
Pediatra di famiglia, Palermo
venerdì 11/07/2014 12:21
Editoriali, Marzo 2014
Settimane Estive
Ho letto questo Editoriale di Massimo Farneti e oltre ad essere d’accordo con quanto scritto, vi faccio presente quanto segue.
Da 37 anni, ininterrottamente, il nostro Servizio di Consulenza Pedagogica organizza delle Settimane Estive per le famiglie di bambini con problemi di vista. Negli ultimi anni la maggior parte di queste famiglie hanno figli con problemi di vista e con altri problemi: o sono sordociechi, o hanno anche problemi fisici o/e problemi mentali. Quest'anno su 15 famiglie che possiamo ospitare a Villa S. Ignazio di Trento, 13 hanno figli ciechi o ipovedenti con altre disabilità aggiunte.
Queste Settimane Estive sono molto richieste dalle famiglie, anche perché possono partecipare tutti i componenti della famiglia. Si fanno attività di riabilitazione, attività ludiche (in particolare da parte degli scout), attività con i genitori e attività con i fratelli e le sorelle.
Oltre alla Settimana Estiva per famiglie di bambini ciechi e ipovedenti (che quest'anno è già al completo), organizziamo Settimane Estive per famiglie di bambini con la sindrome di Down (a Bibione di Venezia e a Vicoforte di Cuneo).
Quanto scrive il dr. Massimo Farneti circa “I soggiorni di sollievo” è verissimo. Noi alle Settimane Estive accogliamo tutta la famiglia del bambino pluridisabile e cerchiamo di seguire tutti nel miglior modo possibile, a cominciare dall'accoglienza nelle varie sedi dove facciamo queste Settimane.

Per informazioni: calagati@tin.it


Salvatore Lagati
calagati@tin.it
Servizio di Consulenza Pedagogica Onlus, Trento
lunedì 25/08/2014 14:18
Dermatologia per immagini, Supplemento 2014
Eccezionale

Notevole.
Ottima l'iconografia.
Mancava.
La storia di medico e bambino.

grazie



PASQUETTI MASSIMILIANO
maxpasquetti@tiscali.it
MMG
giovedì 18/09/2014 11:09
,
Errata Corrige
Il dott. Bruno Salvatore, Autore di questo Caso indimenticabile, è un Pediatra di famiglia di Salerno e non di Nuoro come è stato riportato erroneamente nella rivista.
Ci scusiamo con i lettori e, soprattutto, con il dott. Salvatore.


La Redazione
redazione@medicoebambino.com
Medico e Bambino
giovedì 16/10/2014 09:58
Casi indimenticabili, Ottobre 2013
VODKA? Per i celiaci è OFFLIMITS!
Vorrei ricordare, perché non si evince totalmente dalla lettura dall'articolo, che il ragazzo HA ASSUNTO un alimento ad alto potenziale di contaminazione da glutine: la Vodka! Ricordo che la vodka è un distillato di fecola e polpa di patata e cereali, solitamente frumento o segale (entrambi contenti glutine). I celiaci non dovrebbero dunque MAI assumerne, a meno di non essere certi che sia vodka gluten-free (aromatizzata alla melassa). Concordo con la conclusione sulla causa della CPKemia (assunzione cronica di alcolici), ma mi preme ricordare che il ragazzo ha assunto un alimento "proibito ai celiaci", e nonostante la negatività della AbtTG non mi sentirei di escludere totalmente un suo parziale contributo sull'origine del fenomeno.

CONGIA RICCARDO
riccardus2003@libero.it
Specializzando in Pediatria, Ospedale Microcitemico, Cagliari
venerdì 14/11/2014 13:25

La riproduzione senza autorizzazione è vietata. Le informazioni di tipo sanitario contenute in questo sito Web sono rivolte a personale medico specializzato e non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico. Per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio medico curante. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. Medico e Bambino non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.

Unauthorised copies are strictly forbidden. The medical information contained in the present web site is only addressed to specialized medical staff and cannot substitute any medical action. For personal cases we invite to consult one's GP. The contents of the pages are subject to continuous verifications; anyhow mistakes and/or omissions are always possible. Medico e Bambino is not liable for the effects deriving from an improper use of the information.