Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2013 - Volume XVI - numero 10
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La
terapia del bambino sovrappeso e obeso
nell’ambulatorio del pediatra di famiglia
con l’educazione terapeutica familiare: follow-up di tre anni
nell’ambulatorio del pediatra di famiglia
con l’educazione terapeutica familiare: follow-up di tre anni
1Pediatra
di Libera Scelta, Centro Studi F.I.M.P. Napoli
2Centro Obesità, Villa Igea, Forlì
2Centro Obesità, Villa Igea, Forlì
Indirizzo
per corrispondenza:
raffaele.limauro@fastwebnet.it
The treatment of paediatric obesity at the primary care paediatrician’s using therapeutic patient education: 3-year follow up
Key words: Children Obesity, Therapeutic Patient Education, Primary Care
Abstract
The treatment of paediatric obesity is one of the main objectives of the Public Health System in the industrialized world. Prevention and treatment of not complicated obesity are common tasks for primary care practitioners. Therapeutic Patient Education is an effective approach for this disease. The present study shows how this treatment is effective if it is employed by Primary Care Paediatricians. In addition, it shows the results of the approach on weight decrease at a 3-year follow-up compared to a traditional dietetic therapy.
|
Tutte
le Società scientifiche invitano i medici delle cure primarie,
a occuparsi del trattamento dell’obesità e del
sovrappeso senza riuscire a indicare loro un percorso sostenibile per
realizzare ciò. L’educazione terapeutica familiare è
diventata secondo la letteratura uno degli approcci terapeutici
efficace per il sovrappeso in età pediatrica. Questo studio
dimostra che i pediatri sono in grado di affrontare con successo tale
patologia e se formati all’educazione terapeutica familiare
possono ottenere risultati migliori sul calo ponderale anche a un
follow-up prolungato, rispetto al tradizionale utilizzo di consigli
dietetici.
L’epidemia
di eccesso ponderale ha coinvolto il mondo industrializzato e in
particolare l’Italia meridionale e la Campania dove circa il
49% dei bambini tra gli 8 e i 10 anni presentano obesità (O) o
sovrappeso (SP)1. Pertanto la Pediatria di Libera Scelta
(PLS) è chiamata a occuparsi non solo della sua prevenzione ma
anche del suo trattamento, visto che i centri di 2° e 3°
livello sono numericamente inadeguati.Il
trattamento dieto-terapico tradizionale (DT) ha dimostrato la sua
scarsa efficacia2, mentre sempre più spesso la
letteratura propone di utilizzare percorsi educativi. Negli ultimi
anni sono comparse le prime revisioni sull’efficacia
dell’Educazione Terapeutica del Paziente (ETP) nel trattamento
dell’eccesso ponderale dell’adulto3,4, i primi
lavori sul suo utilizzo in età evolutiva5 e sulla
possibilità che tale cura possa essere affidata con risultati
positivi anche al medico delle cure primarie, cioè al PLS6,7.
L’ETP è una postura professionale innovativa, cioè un modo di pensare e agire assunto dai professionisti nel curare i pazienti prendendo in considerazione non tanto la malattia, quanto i malati con i loro pensieri, aspettative e difficoltà, realizzando, inoltre, la collaborazione interprofessionale indispensabile a garantire una reale e sostenibile continuità di cure fra i vari livelli di assistenza (Box). Secondo la definizione dell’OMS: “...l’educazione terapeutica consiste nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia e il trattamento, a collaborare alle cure, farsi carico del proprio stato di salute e conservare e migliorare la propria qualità di vita”8. L’ETP è una metodica trasversale di approccio da adattare alle varie patologie e ai singoli malati, per aiutarli a sviluppare le proprie competenze di cura in una prospettiva di emancipazione, attraverso un vero e proprio trasferimento pianificato e organizzato di competenze terapeutiche, che li “equipaggi” a convivere meglio con la loro malattia e realizzare i loro progetti. A differenza dell’educazione sanitaria, che ha contenuti informativi e si rivolge alla popolazione generale per la prevenzione primaria, l’ETP rappresenta un atto più impegnativo e complesso finalizzato alla terapia. Non si identifica, infatti, con la semplice informazione, costituita da un insieme di consigli, raccomandazioni e istruzioni che fa parte del dialogo abituale tra curante e malato, ma implica precisi percorsi strutturati d’apprendimento, per sviluppare i quali non basta la buona volontà o il talento naturale, ma occorre formazione professionale perché l’iniziale dipendenza dal curante lasci progressivamente il posto alla responsabilizzazione e alla collaborazione attiva9.
Scopo di questo studio è valutare l’esito di un intervento terapeutico della durata di 2 anni seguito da un 3° anno di follow-up, condotto nell’ambito delle cure primarie pediatriche in Campania, confrontando un gruppo di bambini trattato con un approccio di ETP rispetto a un gruppo trattato con percorsi dieto-terapeutici tradizionali. È ormai noto che il calo ponderale è una misura inadeguata per valutare a pieno l’esito di un trattamento e occorrerebbero valutazioni più complesse di qualità della vita e benessere psicosociale dei bambini e delle famiglie. Alla ricerca di altri parametri facilmente rilevabili e alla portata del PLS, che possano dare una misura del gradimento del trattamento da parte delle famiglie, abbiamo valutato il drop-out dei nostri pazienti, come indice indiretto di non accettazione o rifiuto delle cure proposte da parte delle famiglie.
L’ETP è una postura professionale innovativa, cioè un modo di pensare e agire assunto dai professionisti nel curare i pazienti prendendo in considerazione non tanto la malattia, quanto i malati con i loro pensieri, aspettative e difficoltà, realizzando, inoltre, la collaborazione interprofessionale indispensabile a garantire una reale e sostenibile continuità di cure fra i vari livelli di assistenza (Box). Secondo la definizione dell’OMS: “...l’educazione terapeutica consiste nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia e il trattamento, a collaborare alle cure, farsi carico del proprio stato di salute e conservare e migliorare la propria qualità di vita”8. L’ETP è una metodica trasversale di approccio da adattare alle varie patologie e ai singoli malati, per aiutarli a sviluppare le proprie competenze di cura in una prospettiva di emancipazione, attraverso un vero e proprio trasferimento pianificato e organizzato di competenze terapeutiche, che li “equipaggi” a convivere meglio con la loro malattia e realizzare i loro progetti. A differenza dell’educazione sanitaria, che ha contenuti informativi e si rivolge alla popolazione generale per la prevenzione primaria, l’ETP rappresenta un atto più impegnativo e complesso finalizzato alla terapia. Non si identifica, infatti, con la semplice informazione, costituita da un insieme di consigli, raccomandazioni e istruzioni che fa parte del dialogo abituale tra curante e malato, ma implica precisi percorsi strutturati d’apprendimento, per sviluppare i quali non basta la buona volontà o il talento naturale, ma occorre formazione professionale perché l’iniziale dipendenza dal curante lasci progressivamente il posto alla responsabilizzazione e alla collaborazione attiva9.
Scopo di questo studio è valutare l’esito di un intervento terapeutico della durata di 2 anni seguito da un 3° anno di follow-up, condotto nell’ambito delle cure primarie pediatriche in Campania, confrontando un gruppo di bambini trattato con un approccio di ETP rispetto a un gruppo trattato con percorsi dieto-terapeutici tradizionali. È ormai noto che il calo ponderale è una misura inadeguata per valutare a pieno l’esito di un trattamento e occorrerebbero valutazioni più complesse di qualità della vita e benessere psicosociale dei bambini e delle famiglie. Alla ricerca di altri parametri facilmente rilevabili e alla portata del PLS, che possano dare una misura del gradimento del trattamento da parte delle famiglie, abbiamo valutato il drop-out dei nostri pazienti, come indice indiretto di non accettazione o rifiuto delle cure proposte da parte delle famiglie.
Box - L’EDUCAZIONE
TERAPEUTICA FAMILIARE DI GRUPPO
PER LA CURA DEL SOVRAPPESO E DELL'OBESITÀ IN ETÀ EVOLUTIVA Strumenti utilizzati
Temi condivisi nel cambiamento
dello stile di vita
|
Hanno
aderito allo studio 4 PLS di cui 2 formati con corsi di 2 giorni sul
trattamento ambulatoriale del bambino sovrappeso con l’Educazione Terapeutica Familiare (ETF)
(Ferrara, Giugno 2008; Napoli, Novembre 2008)10. Gli altri
due PLS seguivano le procedure abituali di cura con consigli sullo
stile di vita e dietoterapia. I pediatri, correttamente formati
all’uso degli strumenti di misurazione (bilancia con bascula
Salus, statimetro ditta Seca), hanno messo in terapia e monitorato
tutti i bambini con eccesso ponderale: sovrappeso (BMI >
85° e < 95° percentile), obesità (BMI >
95° percentile) secondo le curve del Center for Disease Control11
che si sono loro presentati in ambulatorio dal 15 Dicembre 2008 al 30
Giugno 2009. Il BMI z-score è stato calcolato con il Body Mass
Index and z-score calculator del sito The Children’s
Hospital of Philadelphia. I risultati sono stati valutati con
l’uso del T-Student test, il Fisher’s exact test e con il
calcolo del Rischio Relativo (RR). In particolare è stato
valutato il decremento ponderale dei pazienti come BMI z-score e il
drop-out, cioè il numero di pazienti che non si erano
ripresentati al controllo da oltre 6 mesi in due momenti: dopo 2 anni
di trattamento e alla fine dell’anno successivo di follow-up.
Il trattamento, sia ETF di gruppo che DT, era costituito da una prima visita inserita nel bilancio di salute in cui è stata posta diagnosi di sovrappeso e obesità e avviato il percorso terapeutico e da una serie di visite nei 2 anni successivi di numero e durata personalizzata, numero medio di visite 6 (range 4-8), tempo medio totale 2,3 ore in 2 anni (range 1-4 ore). Dopo i 2 anni di trattamento i bambini sono stati rivisti per 1 anno di follow-up ogni 3 mesi tempo medio totale 0,6 ore (range 0,3-0,8).
Sono stati arruolati all’inizio dello studio (gennaio 2009) 531 bambini obesi o sovrappeso (femmine 48%) di età 2-14 anni; hanno portato a termine il trattamento (luglio 2011) 394 bambini (femmine 46,7%) (Tabella I).
159 di età media 7,1 + 2,7 (69 SP e 90 O), sono stati trattati dai 2 PLS formati all’ETF e 235 di età media 6,1 + 2,6 (93 SP e 142 O) dai 2 PdF con la DT. All’inizio e a ogni visita i PLS hanno valutato peso, altezza e calcolato BMI e BMI z-score. Non c’erano differenze statistiche nella distribuzione di maschi e femmine né nel grado di eccesso ponderale né nel BMI z-score dei 2 gruppi ETF e DT all’inizio dello studio.
I dati antropometrici e il drop-out sono stati rilevati dopo i 2 anni di trattamento e nel successivo anno di follow-up dopo 2,9 + 0,5 anni dall’inizio del trattamento sui 109 bambini trattati con ETF e 96 con DT presenti al follow-up.
Il trattamento, sia ETF di gruppo che DT, era costituito da una prima visita inserita nel bilancio di salute in cui è stata posta diagnosi di sovrappeso e obesità e avviato il percorso terapeutico e da una serie di visite nei 2 anni successivi di numero e durata personalizzata, numero medio di visite 6 (range 4-8), tempo medio totale 2,3 ore in 2 anni (range 1-4 ore). Dopo i 2 anni di trattamento i bambini sono stati rivisti per 1 anno di follow-up ogni 3 mesi tempo medio totale 0,6 ore (range 0,3-0,8).
Sono stati arruolati all’inizio dello studio (gennaio 2009) 531 bambini obesi o sovrappeso (femmine 48%) di età 2-14 anni; hanno portato a termine il trattamento (luglio 2011) 394 bambini (femmine 46,7%) (Tabella I).
159 di età media 7,1 + 2,7 (69 SP e 90 O), sono stati trattati dai 2 PLS formati all’ETF e 235 di età media 6,1 + 2,6 (93 SP e 142 O) dai 2 PdF con la DT. All’inizio e a ogni visita i PLS hanno valutato peso, altezza e calcolato BMI e BMI z-score. Non c’erano differenze statistiche nella distribuzione di maschi e femmine né nel grado di eccesso ponderale né nel BMI z-score dei 2 gruppi ETF e DT all’inizio dello studio.
I dati antropometrici e il drop-out sono stati rilevati dopo i 2 anni di trattamento e nel successivo anno di follow-up dopo 2,9 + 0,5 anni dall’inizio del trattamento sui 109 bambini trattati con ETF e 96 con DT presenti al follow-up.
NUMEROSITÀ,
SESSO, ETÀ MEDIA E GRADO DI ECCESSO PONDERALE DEI 2 GRUPPI
DI BAMBINI TRATTATI CON EDUCAZIONE TERAPEUTICA FAMILIARE (ETF) E DIETOTERAPIA (DT) | |||||||
N° |
M/F |
P |
Età |
Obesi
N° (%) |
Sovrappeso
N° (%) |
P | |
ETF |
159 |
80/79 |
P=0,18 |
7,1 + 2,8 |
90
(56) |
69
(44) |
P=0,08 |
DT |
235 |
135/100 |
6,1 + 2,6 |
142
(60) |
93
(40) |
Tabella
I. ETF: bambini seguiti dai pediatri di famiglia formati all’educazione
terapeutica familiare; DT: bambini seguiti con metodi tradizionali dai pediatri di famiglia non
formati all’educazione terapeutica familiare; obesi
BMI ≥ 95° percentile; sovrappeso
BMI > 85° e < 95° percentile.
Tutti
i bambini hanno avuto un ottimo calo del BMI z-score medio al termine
del trattamento di 2 anni (Tabella II) e alla rivalutazione di
follow-up nel terzo anno dall’avvio dello studio (Tabella
III). In particolare alla fine dello studio il gruppo trattato
con ETF ha riportato un calo del BMI z-score di 0,37 ± 0,5,
quello trattato con DT di 0,24 ± 0,5: la differenza è
statisticamente significativa, P < 0,02 (Tabella III).
Suddividendo i bambini in base al grado di eccesso ponderale: il BMI z-score dei bambini obesi è diminuito significativamente in entrambi i periodi di terapia e follow-up e in entrambi i gruppi terapeutici, anche se in misura maggiore in quello ETF (Tabella II e III, Figura 1 e 2); il BMI z-score dei bambini sovrappeso, invece, è diminuito significativamente solo nel gruppo ETF, mentre è rimasto praticamente invariato in quello DT (Tabella II e III, Figura 1 e 2).
Nel gruppo DT il rischio di persistenza della malattia, cioè il rischio dei bambini sovrappeso di diventare obesi (OR) e quello del bambini obesi di restare tali, è stato rispettivamente 1,4 e 3,1, considerato 1 quello dei bambini ETF (Tabella IV).
Il Drop-out è significativamente inferiore nei bambini ETF, sia presi in toto che divisi per sottogruppi secondo il grado di eccesso ponderale sia nel periodo di trattamento 2009-2011 che nel follow-up. La differenza del drop-out fra i 2 trattamenti è superiore nel gruppo dei sovrappeso (Tabella V o Figura 3).
Suddividendo i bambini in base al grado di eccesso ponderale: il BMI z-score dei bambini obesi è diminuito significativamente in entrambi i periodi di terapia e follow-up e in entrambi i gruppi terapeutici, anche se in misura maggiore in quello ETF (Tabella II e III, Figura 1 e 2); il BMI z-score dei bambini sovrappeso, invece, è diminuito significativamente solo nel gruppo ETF, mentre è rimasto praticamente invariato in quello DT (Tabella II e III, Figura 1 e 2).
Nel gruppo DT il rischio di persistenza della malattia, cioè il rischio dei bambini sovrappeso di diventare obesi (OR) e quello del bambini obesi di restare tali, è stato rispettivamente 1,4 e 3,1, considerato 1 quello dei bambini ETF (Tabella IV).
Il Drop-out è significativamente inferiore nei bambini ETF, sia presi in toto che divisi per sottogruppi secondo il grado di eccesso ponderale sia nel periodo di trattamento 2009-2011 che nel follow-up. La differenza del drop-out fra i 2 trattamenti è superiore nel gruppo dei sovrappeso (Tabella V o Figura 3).
ANDAMENTO
DEL BMI Z-SCORE DEI 2 GRUPPI DI BAMBINI IN TOTALE E DIVISI PER
GRADO PONDERALE (SOVRAPPESO/OBESI) DOPO I 2 ANNI DI TERAPIA, IN
FUNZIONE DELL’APPROCCIO UTILIZZATO: EDUCAZIONE TERAPEUTICA FAMILIARE (ETF) O DIETOTERAPIA (DT) | ||||||
N° |
BMI
z-score 2009 |
BMI
z-score 2011 |
P
2009/11 |
Delta |
P | |
Totali | ||||||
ETF |
159 |
1,80 + 0,55 |
1,59 + 0,56 |
<
0,001 |
0,21 + 0,42 |
<0,02 |
DT |
235 |
1,86 + 0,53 |
1,75 + 0,55 |
<0,02 |
0,11 + 0,43 | |
Obesi | ||||||
ETF |
90 |
2,11 + 0,52 |
1,84 + 0,49 |
<0,001 |
0,28 + 0,39 |
ns |
DT |
142 |
2,19 + 0,4 |
2 + 0,47 |
<0,001 |
0,19 + 0,42 | |
Sovrappeso | ||||||
ETF |
69 |
1,38 + 0,2 |
1,26 + 0,45 |
<0,05 |
0,12 + 0,55 |
ns |
DT |
93 |
1,35 + 0,16 |
1,36 + 0,43 |
ns |
-0,01 + 0,41 |
Tabella
II. ETF: bambini seguiti dai pediatri di famiglia formati all’educazione
terapeutica familiare; DT: bambini seguiti con metodi tradizionali dai pediatri di famiglia non
formati all’educazione terapeutica familiare; obesi
BMI ≥ 95° percentile; sovrappeso
BMI > 85° e < 95° percentile.
ANDAMENTO DEL BMI Z-SCORE DEI 2 GRUPPI DI BAMBINI IN TOTALE E DIVISI PER GRADO PONDERALE (SOVRAPPESO/OBESI) DOPO
2 ANNI DI TERAPIA E 1 DI FOLLOW-UP, IN FUNZIONE DELL’APPROCCIO
UTILIZZATO: EDUCAZIONE TERAPEUTICA FAMILIARE (ETF) O DIETOTERAPIA
(DT)
| ||||||
Totali |
N° |
BMI
z-score 2009 |
BMI
z-score 2012 |
P
2009/12 |
Delta |
P |
ETF |
109 |
1,85 + 0,59 |
1,47 + 0,57 |
<0,0001 |
0,37 + 0,5 |
< 0,02 |
DT |
96 |
1,97 + 0,52 |
1,72 + 0,58 |
<0,002 |
0,24 + 0,55 | |
Obesi |
||||||
ETF |
61 |
2,17 + 0,59 |
1,68 + 0,51 |
<0,0001 |
0,38 + 0,45 |
NS |
DT |
65 |
2,25 + 0,39 |
1,93 + 0,51 |
<0,0001 |
0,31 + 0,4 | |
SP |
||||||
ETF |
48 |
1,42 + 0,17 |
1,2 + 0,52 |
<0,01 |
0,21 + 0,34 |
NS |
DT |
31 |
1,37 + 0,14 |
1,3 + 0,48 |
ns |
0,06 + 0,48 |
Tabella
III. ETF: bambini seguiti dai pediatri di famiglia formati all’Educazione
Terapeutica Familiare; DT: bambini seguiti con metodi tradizionali dai pediatri di famiglia non
formati all’Educazione Terapeutica Familiare; obesi
BMI ≥ 95° percentile; sovrappeso
BMI > 85° e < 95° percentile.

Figura
1. Andamento dello BMI z-score nei due anni di trattamento secondo
l’approccio terapeutico utilizzato: educazione terapeutica
familiare (ETF) o dietoterapia (DT); in totale e secondo il grado di
eccesso ponderale: sovrappeso (SP) o obesità (Ob).

Figura
2. Andamento dello BMI z-score nei pazienti che hanno portato a
termine i 3 anni dello studio, secondo l’approccio terapeutico
utilizzato: educazione terapeutica familiare (ETF) o dietoterapia
(DT); in totale e secondo il grado di eccesso ponderale: sovrappeso
(SP) o obesità (Ob).
RISCHIO
DI EVOLUZIONE DI PERSISTENZA DELL’ECCESSO PONDERALE IN BASE
ALLA TERAPIA UTILIZZATA, EDUCAZIONE TERAPEUTICA FAMILIARE (ETF) O
DIETOTERAPIA (DT), E AL GRADO DI ECCESSO PONDERALE DI PARTENZA NEL 3° ANNO DI OSSERVAZIONE | ||||||
2009 |
2012 |
2009 |
2012 |
|||
DT |
SP 31 |
NP
8 |
OR 1,4 RR 1,3 |
Ob 65 |
NP
4 |
OR 3,1 RR 2,1 |
SP
14 |
SP
10 | |||||
Ob
9 |
Ob
51 | |||||
ETF |
SP 48 |
NP
16 |
Ob 61 |
NP
4 | ||
SP
23 |
SP
24 | |||||
Ob
9 |
Ob
33 |
Tabella
IV. ETF: bambini seguiti dai pediatri di famiglia formati all’educazione
terapeutica familiare; DT:
bambini seguiti con metodi tradizionali dai pediatri di famiglia non
formati all’educazione terapeutica familiare; NP:
normopeso: BMI < 85° percentile; SP
sovrappeso: BMI > 85°e <95° percentile; Ob
obesi: BMI ≥ 95° percentile.
ANDAMENTO
DEL DROP OUT* DEI 2 GRUPPI DI BAMBINI IN TOTALE E DIVISI PER GRADO
DI ECCESSO PONDERALE (SOVRAPPESO/OBESI) DOPO I 2 ANNI DI
TRATTAMENTO (2009-2011) E NEL 3° ANNO DI FOLLOW-UP (2012), IN FUNZIONE DELL’APPROCCIO TERAPEUTICO UTILIZZATO: EDUCAZIONE TERAPEUTICA FAMILIARE (ETF) O DIETOTERAPIA (DT) | |||||||
Totali |
N°
2009 |
N°
2011 |
N°
2012 |
Drop
out* (%) durante terapia |
P |
Drop
out *(%) dopo follow-up |
P |
ETF |
202 |
159 |
109 |
31
(15,3) |
P < 0,05 |
41
(25,7) |
P < 0,0001 |
DT |
329 |
235 |
96 |
74
(22,5) |
122
(51,9) | ||
Obesi |
|||||||
ETF |
111 |
90 |
61 |
15
(13,5) |
ns |
26
(28,9) |
P < 0,004 |
DT |
191 |
142 |
65 |
38
(19,9) |
65
(45,8) | ||
SP |
|||||||
ETF |
91 |
69 |
48 |
16
(17,6) |
ns |
15
(21,7) |
P < 0,0001 |
DT |
138 |
93 |
32 |
36
(26,1) |
56
(60,2) |
*Sono
stati esclusi dal calcolo del drop out i pazienti che hanno cambiato
pediatra e quelli che hanno raggiunto i 14 anni di età.
Tabella
V. ETF: Bambini seguiti dai pediatri di famiglia formati all’educazione
terapeutica familiare; DT: bambini seguiti con metodi tradizionali dai pediatri di famiglia non
formati all'educazione terapeutica familiare; obesi BMI ≥ 95° percentile; sovrappeso BMI > 85° e <95°
percentile.

*P < 0,05; **P < 0,004; ***P < 0,0001
Figura 3. Andamento del drop out registrato dopo primi 2 anni di cura
(2009-11) e alla fine del 3° anno di follow-up (2011-12) nei
bambini in funzione dell’approccio terapeutico proposto:
educazione terapeutica familiare (ETF) o dietoterapia (DT) e del
grado di eccesso ponderale: sovrappeso (SP) e obesi.
I
risultati sul calo ponderale dei bambini dopo 3 anni di trattamento
sono molto buoni con entrambi gli approcci rispetto a quanto
riportato in letteratura. La differenza significativa fra i 2 gruppi
ci suggerisce che la formazione all’ETF può sostenere i
pediatri e le famiglie nel percorso terapeutico e permettere migliori
risultati. I pediatri che hanno effettuato tale formazione, inoltre,
hanno dimostrato di essere in grado di affrontare con efficacia anche
il bambino sovrappeso, ottenendo una riduzione del suo peso rispetto
al lieve aumento registrato dai pediatri non formati.
La valutazione del Rischio Relativo di persistenza dall’avvio alla fine dello studio, inoltre, indica che l’ETF ha una evidente azione protettiva terapeutica nei confronti dell’obesità pediatrica.
La buona accettazione della terapia da parte delle famiglie è stata testimoniata da un drop-out annuale complessivamente basso rispetto a quello rilevato dei centri di 2°-3° livello12,13 e inferiore nel gruppo ETF rispetto al gruppo DT.
Un vantaggio della presa in cura dei bambini da parte del loro PLS rispetto all’invio a livelli superiori di assistenza è dovuto al fatto che anche i bambini che abbandonano il percorso, rimanendo sotto le cure del proprio pediatra, gli permettono di intervenire ancora, magari con modi e/o in tempi più opportuni.
Il drop out superiore nei bambini sovrappeso trattati con DT rispetto agli ETF può essere dovuto alla scarsa consapevolezza delle famiglie e conseguente rifiuto del percorso terapeutico più prescrittivo, proposto per un eccesso ponderale lieve. Il drop out superiore nel gruppo delle femmine potrebbe essere spiegato dal timore che i consigli dietetici, a differenza di un percorso educativo piacevole allo stile di vita sano, favoriscano l’esordio di comportamenti alimentari poco sani o vere e propri disturbi del comportamento alimentare, così frequenti in età evolutiva14.
I limiti dello studio
Lo studio ha dei limiti metodologici. L’adiposità è stata valutata con il solo BMI, metodica di valutazione accettabile nell’ambito delle cure primarie, ma non perfetta. Non è stata valutata l’obesità all’interno del nucleo familiare né l’attività motoria ludica o programmata svolta dai bambini.
I PLS partecipanti allo studio non sono stati randomizzati, ma si sono autocandidati, quindi, potrebbero essere di per se professionisti più interessati al problema. Il gradimento delle famiglie potrebbe essere valutato meglio con appositi questionari di gradimento e la valutazione dei pazienti potrebbe essere completata con lo studio del loro benessere psicologico e della qualità della vita.
La valutazione del Rischio Relativo di persistenza dall’avvio alla fine dello studio, inoltre, indica che l’ETF ha una evidente azione protettiva terapeutica nei confronti dell’obesità pediatrica.
La buona accettazione della terapia da parte delle famiglie è stata testimoniata da un drop-out annuale complessivamente basso rispetto a quello rilevato dei centri di 2°-3° livello12,13 e inferiore nel gruppo ETF rispetto al gruppo DT.
Un vantaggio della presa in cura dei bambini da parte del loro PLS rispetto all’invio a livelli superiori di assistenza è dovuto al fatto che anche i bambini che abbandonano il percorso, rimanendo sotto le cure del proprio pediatra, gli permettono di intervenire ancora, magari con modi e/o in tempi più opportuni.
Il drop out superiore nei bambini sovrappeso trattati con DT rispetto agli ETF può essere dovuto alla scarsa consapevolezza delle famiglie e conseguente rifiuto del percorso terapeutico più prescrittivo, proposto per un eccesso ponderale lieve. Il drop out superiore nel gruppo delle femmine potrebbe essere spiegato dal timore che i consigli dietetici, a differenza di un percorso educativo piacevole allo stile di vita sano, favoriscano l’esordio di comportamenti alimentari poco sani o vere e propri disturbi del comportamento alimentare, così frequenti in età evolutiva14.
I limiti dello studio
Lo studio ha dei limiti metodologici. L’adiposità è stata valutata con il solo BMI, metodica di valutazione accettabile nell’ambito delle cure primarie, ma non perfetta. Non è stata valutata l’obesità all’interno del nucleo familiare né l’attività motoria ludica o programmata svolta dai bambini.
I PLS partecipanti allo studio non sono stati randomizzati, ma si sono autocandidati, quindi, potrebbero essere di per se professionisti più interessati al problema. Il gradimento delle famiglie potrebbe essere valutato meglio con appositi questionari di gradimento e la valutazione dei pazienti potrebbe essere completata con lo studio del loro benessere psicologico e della qualità della vita.
I
risultati del nostro studio pilota confermano da una parte la
capacità di PLS motivati di affrontare con successo i problemi
del sovrappeso e dell’obesità e dall’altro
l’utilità di una formazione all’Educazione
Terapeutica per migliorare i risultati sul calo ponderale e
soprattutto sul gradimento del percorso terapeutico, sia dei
professionisti che delle famiglie, rispetto alle metodiche
tradizionali12,15. Il gradimento del percorso di cura è
uno dei fattori di mantenimento del risultato16. La
formazione è indispensabile per sostenere la motivazione dei
PLS a occuparsi di una patologia complessa e resistente e l’ETF
potrebbe costituire un percorso di successo per la presa in carico
del bambino obeso nella sanità pubblica7,17.
Naturalmente nuovi studi più allargati dovrebbero confermare i risultati di simili percorsi formativi nelle cure primarie, la cui implementazione potrebbe permettere di creare una rete di assistenza sanitaria efficace e sostenibile per gestire l’elevato numero di bambini con eccesso ponderale con le risorse disponibili.
Naturalmente nuovi studi più allargati dovrebbero confermare i risultati di simili percorsi formativi nelle cure primarie, la cui implementazione potrebbe permettere di creare una rete di assistenza sanitaria efficace e sostenibile per gestire l’elevato numero di bambini con eccesso ponderale con le risorse disponibili.
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