Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 1999 - Volume II - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Il
piede piatto:metodica incruenta per la sua correzione
°
Reparto di Pediatria “Ospedale S. Giuseppe e Melorio“. S. Maria
capua Vetere (CE)
*
Centro “Gymnasium“, (CE)
^
Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Ricerca per
l'Elettromagnetismo ed i Componenti Elettronici (CNR-IRECE) Napoli
Flatfoot:
Dry method for early correction
Introduction
Flatfoot
is mainly due to a plantar arch unnatural relaxation. A mechanical
stimulation of the plantar arch by an elastic half-sphere in the
orthopaedic sole is at the basis of traditional correction methods,
whose effectiveness is not confirmed. The treatment we experimented
consists in a series of electric pulses applied to the Spritz's
subastragalar point, thus exciting a reflex arc which passes through
the thalamus, amplifies the proprioceptive information and
activates the muscles that “build” the plantar arch.
Materials
and methods
In
co-operation with CNR-IRECE, we designed an equipment which can
produce a “stepped” stimulation, thus allowing us to depolarise
the muscles and stimulate them. This stimulation is applied to the
Spritz's subastragalar point. From December '95 to December '97,
we studied by talcography and treated 388 children, aged >3.5, out
of which 206 with flatfoot and 182 with splayfoot. Patients underwent
a cycle of at least 10 applications, with talcographic follow-up at
the middle and at the end of the treatment.
Results
Recovery
was obtained in 92% of I degree flatfeet (8% of failures), in 63% of
II degree flatfeet (37% of improvements), in 33% of III degree
flatfeet (35% of improvements and 2% of failures), and in 79% of
splayfeet (19% of improvements, 2% of failures).
Articolo
Introduzione
Il piede
piatto(pp) ed il piede valgo (pv) sono manifestazioni che
compaiono in un gran numero di bambini, sia isolatamente che più
spesso combinate fra loro(1); gli autori anglosassoni danno anche la
definizione di piede piatto flessibile, inserendo la variante delintoeing o pigeon toes ( piede varo) (11) .
In età
prescolare la percentuale di tale patologia si aggira intorno al 50%,
per poi ridursi al 43,1% tra i 5 ed i 10 anni ed arrivare al 24,6%
fra i 10 ed i 20 anni, essa arriva infine al 12,7% in età
adulta, quindi come si vede è una patologia frequente e con il
passare degli anni può comportare problemi vari, che vanno
dalla stanchezza, al dolore agli arti inferiori, fino ad una
patologia che spesso è confusa con lombosciatalgie da altra
causa.
Per
definizione, nel pp la volta plantare è stabilmente ridotta di
altezza o scomparsa e si accompagna quasi costantemente a valgismo
del calcagno. (9)
Per poter
valutare l'esistenza di un pp bisogna attendere l'età in cui
il piede assume una forma stabile anche sotto carico, e cioè
tra i 4 e i 6 anni, periodo in cui avviene la maturazione dei
connettivi di ritegno (capsule e legamenti).
Dette
strutture a quest'epoca perdono cellule ed elastina e si
arricchiscono di fibre e connettivina, i muscoli acquisiscono
competenza per contrastare la gravità. (9)
Le
correzioni incruente e non invasive, meglio note come ortesi, ancora
oggi utilizzate sembrano non comportare una “effettiva”
correzione delle alterazioni del piede in quanto risultano essere
esclusivamente dei supporti ed, in quanto tali, non correttive
(1,2,3,4).
Le
tecniche chirurgichem, oggi ritenute l'unico metodo in grado di
comportare una reale correzione, riteniamo possano essere riservate
ai casi di malformazioni non risolvibili in altro modo (5).
Gli
scarsi risultati raggiunti dalle metodiche incruente suddette ci
hanno spinto a sperimentare approcci innovativi per la cura di dette
alterazioni a carico dell'arco plantare (6,7).
Il punto
d'arrivo dell'attività di ricerca pluriennale, svolta dal
nostro gruppo di lavoro, costituisce l'oggetto della presente
comunicazione.
In
particolare, si sottopongono all'attenzione della comunità
scientifica i risultati raggiunti mediante una nuova
metodologia basata sull'utilizzo di “elettrostimolazioni”.
Tale
tecnica innovativa è assolutamente incruenta, non invasiva e
ha dimostrato, nell'arco di circa 12 anni di sperimentazione, di
poter fornire risultati rapidi ed irreversibili nella larga
maggioranza dei casi trattati.
Il nostro
lavoro si può definire sicuramente di tipo sperimentale,
essendovi stato un solo gruppo a livello mondiale (7), che abbia
avuto la nostra stessa idea, ma sembra che poi si sia fermato, non
trovandosi in letteratura nessun'altro lavoro. Ii criteri da noi
utilizzati per l'accesso alla sperimentazione sono stati l'età,
dai 5 agli 11 anni, la diagnosi in genere fatta precedentemente da un
ortopedico, poi da noi confermata, e, spesso, l'utilizzo di ortesi.
C'è
da notare che molti dei soggetti che avevano portato le cosiddette
ortesi, oltre a non aver presentato alcun beneficio da tale metodica,
avevano maggiori difficoltà a correggere il difetto con la
nostra metodica.
Metodologia
L'idea
alla base della metodologia, nasce dalla constatazione che il pp, è
sostanzialmente riconducibile ad un “rilassamento” innaturale
dell'arco plantare, la cui struttura tendinea, non è ben
supportata da fasci muscolari tonificati (ovviamente ciò
accade in contrapposizione con quanto è invece richiesto da
qualsiasi tratto muscolo-tendineo del nostro organismo).
E'
inoltre interessante notare come la maggior parte dei soggetti
affetti da piattismo presenti anche un portamento “rilassato”
dell'intera persona.
E'
plausibile, pertanto, immaginare che tale portamento sia associato ad
un'errata “immagine corporea” che il paziente “riceve” del
suo intero organismo, e quindi anche del proprio piede.
Il
trattamento consiste nella stimolazione di una ben determinata zona
anatomica, situata mediocentralmente alla volta plantare, detto
"punto sottoastragalico di Spitzy"(9), questo punto
propriocettivamente ed esterocettivamente molto attivo trasmette al
talamo le notizie sulla corretta posizione spaziale dell'astragalo e
del calcagno che, oltre ad essere condizionata meccanicamente, viene
confermata dalla risposta muscolare allo stimolo propriocettivamente
ed esterocettivamente.
Spitzy
era tanto, e giustamente, convinto che lo stimolo sul punto, da lui
individuato, avrebbe formato la volta plantare, da accentuare, forse
con troppa determinazione, lo stimolo mediante la punta di un chiodo
applicata su un plantare.
Lo scopo,
è di mettere in atto un “arco riflesso”, che a lungo
andare possa tradursi in un movimento automatico, tanto da provocare
una stabilizzazione e tonificazione dei muscoli rilassati ed una
correzione dell'immagine corporea, relativa alla zona alterata.
La
metodica si basa sull'uso di elettrostimolazioni con forme d'onda a
gradino in regime impulsato.
Gli
impulsi di corrente utilizzati hanno valori di picco di poche decine
di milliampere, durata di centinaia di millisecondi e frequenze di
ripetizione di circa 1 Hz.
Gli
elettrodi vengono posizionati nella parte interna della gamba,
sfruttando il muscolo tibiale anteriore ed il punto di Spitzy ..
In
collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche abbiamo
messo a punto una nuova apparecchiatura che produce un impulso a
scalino, che ci permette da prima di depolarizzare il muscolo e
quindi stimolarlo, e che consente la variazione della forma d'onda
e dei parametri che la caratterizzano, nonché la regolazione
dei valori ottimali di corrente applicati.

Diagnosi
e terapia
Nel
lattante il pp è un fenomeno fisiologico, e tale rimane almeno
fin quando il bambino non inizia a camminare e quindi a “costruire
gli appoggi”.
Solo da
tale periodo in poi è possibile diagnosticare la presenza di
un “vero” pp.
Per tale
motivo, a nostro avviso, ogni eventuale trattamento dovrebbe essere
avviato non prima del quinto anno di vita.
La
terapia prevede tre fasi (vedi oltre) ciascuna preceduta e seguita da
una talcoscopia. L'impostazione diagnostica e il trattamento sono
da effettuarsi, per i motivi precedentemente esposti, non prima dei
3,5, 4 anni.
Con la
talcoscopia, possiamo individuare tre gradi principali di piede
piatto, 1° grado, quando l'istmo che unisce il tallone anteriore
al tallone posteriore è maggiore di 1/3 dell'ampiezza del
tallone anteriore, 2° grado, quando l'intera superficie plantare
è in appoggio, 3°grado, quando una parte supplementare del
profilo mediale è in appoggio, ed infine il piede piatto
inveterato, quando parte del profilo laterale non appoggia.
Materiali
e metodi
Dal
gennaio '95 al settembre '97 sono stati trattati 388 bambini, di
cui 206 con piede piatto e 182 con piede valgo. I pazienti sono stati
sottoposti a un ciclo di almeno 10 applicazioni , con un secondo
controllo talcografico a metà terapia. Alla fine del primo
ciclo, una terza plantografia indirizza il comportamento successivo:
interruzione della terapia in caso di successo totale, ripresa del
ciclo in caso di successo parziale, passaggio ad altro tipo di
terapia in caso di insuccesso.
La terza
ed ultima fase prevede un follow up con un primo controllo
plantoscopico a distanza di due mesi, seguito da successivi controlli
semestrali tesi a stabilire l'eventuale necessità di piccoli
interventi di richiamo.
La fase
di follow up deve proseguire per almeno due anni.
Risultati
I
risultati sono esposti nella tabella, separatamernte per i bambini
con piede piatto (pp) e con piede valgo (pv).
I
risultati migliori si ottengono nelle patologie di 1° grado, con
un 92% nel pp e un 94% nel pv, nel pp di 2° la percentuale di
guarigione è del 63% mentre il 37% guarisce parzialmente, in
quello di 3° tali dati si invertono, il 33% guarisce
completamente mentre il 67% parzialmente.
Nel pv
invece nel 2° abbiamo una percentuale di guarigione completa del
92% e solo un 8% di parziale, mentre nel 3° c'è un 50% in
entrambi i casi.
Come si
può notare, le percentuali dei casi irrisolti sono nel pp di
1° dell'8% mentre nel pv di 1° del 6%, quindi del tutto
trascurabili.
Il follow
up da noi attuato per circa due anni(anche se continuiamo a vedere
anche a distanze di tempo maggiore soggetti da noi trattati) ha
dimostrato che i risultati da noi ottenuti molto raramente tendono a
regredire, ed in quei pochi casi bastano poche elettrostimolazioni di
richiamo per stabilizzare definitivamente la situazione.
I dati
statistici riportati riguardano soggetti dai 5 agli 11 anni.
Casistica
gennaio '95 - settembre '97
Patologia | Casi
totali | Guariti | Modificati | Casi
irrisolti |
Pp 1°
grado | 26 | 24
(92%) | - | 2
(8%) |
Pp 2°
grado | 108 | 68
(63
%) | 40
(37%) | - |
Pp 3°
grado | 72 | 24
(33
%) | 48
(67%) | - |
Totale
Pp | 206 | 116
(63%) | 88
(35%) | 2
(2%) |
Pv 1°
grado | 106 | 100
(94%) | - | 6
(6%) |
Pv 2°
grado | 72 | 66
(92%) | 6
(8%) | - |
Pv 3°
grado | 4 | 2
(50%) | 2
(50%) | - |
Totale
Pv | 182 | 168
(79%) | 8
(19%) | 6
(2%) |
TOTALE | 388 | 284
(73%) | 96
(25%) | 8
(2%) |
Conclusioni
Come si
può constatare, i risultati ottenuti con il nostro metodo sono
sicuramente positivi, presentando un totale tra guarigioni e
modificazioni del 97%.
Tali
risultati sono del tutto sovrapponibili ai risultati ottenuti con la
chirurgia e specificamente da una casistica fatta da Valenti (10)
su 362 casi operati con la tecnica della artrorisi del canale
sub-talare, si è avuta guarigione in 358(99%) e 4(1%)
irrisolti.
Si deve
tenere conto del fatto che la nostra metodica è assolutamente
incruenta e non invasiva, non presenta pericoli per il paziente
lavorando staccata dalla rete elettrica.
Inoltre
sono in preparazione due studi, uno multicentrico, in collaborazione
con sette centri , di cui cinque universitari pediatrici e due
reparti di ortopeda pediatrica ospedalieri, il secondo con un centro
di bioingegneria.
Bibliografia
1) D.
Moulies, Ann. Pediatr. (Paris), 40(4), 223, 1993 ..
2)L.
Jani, Orthopade, 15(3), 199,1986 .
3) G.
Maranzana et al: Medico e Bambino 10, 771, 1985
4) R. M.
Jay et al: J. Foot. Ankle Surg, 34(2), 124, 1995 ..
5) H.
Zollinger e G. U. Exner Ther. Umsch., 52(7), .449, 1995
6) A.
Lepore, Medico e Bambino, 5, 284, 1991
7) V. E.
Vartanian e V. G. Bublik, Ortop. Traumatol. Protez. Feb. 2,
p.26, 1989.
8) A.
Lepore et al: Il Medico Pediatra, 1, 7, 1998
9)
V.Valenti "Il piede Piatto", in B. Martinelli , 9a
Riunione Annuale di Patologia del Piede -Il Piede Piatto ,
Libreria Goliardica Trieste, 1992, pg.9-19.
10)
V.Valenti L'Artrorisi del Canale Sub-Talare, in B. Martinelli , 9a
Riunione Annuale di Patologia del Piede -Il Piede Piatto ,
Libreria Goliardica Trieste, 1992, pag.95-111.
11)
Harold B.Kitaoka , Flatfeet, da mayohealth.org/mayo/9608/flat_fee.htm
,8/8/96
12)
Tachdjian M., Pediatric Orthopedics, 2nd ed. Phildelphia, W.B.
Saunders, 1990. (Tratto dal Nelson, Trattato di Pediatria,
ultima edizione americana).
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