Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2003 - Volume VI - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Conoscenza,
attitudini e pratica dei genitori nei confronti delle vaccinazioni
dell'infanzia a Trieste
Azienda
per i Servizi Sanitari n. 1 “Triestina”
In Italia
già da anni si discute riguardo l'opportunità di
abrogare gli obblighi di legge per le vaccinazioni dell'età
evolutiva. In questo studio sono state indagate le conoscenze e le
attitudini dei genitori circa le vaccinazioni, e la loro propensione
ad effettuarle nella situazione attuale ed in assenza di obbligo.
Mediante
questionario autosomministrato sono state intervistate le famiglie di
417 bambini frequentanti i nidi d'infanzia del Comune di Trieste o
con esso convenzionati. Fra le vaccinazioni obbligatorie sono state
considerate l'antidifto-tetanica e l'antipoliomielitica, tra le
raccomandate sono state studiate l'antimorbillo e l'antipertossica.
Per indagare la propensione attuale ad effettuare le vaccinazioni è
stato chiesto ai genitori se il bambino era vaccinato o meno,
indipendentemente dal numero di dosi. E' stato quindi chiesto ai
genitori se, in assenza di obbligo, avrebbero vaccinato o meno i
propri figli. Sono stati inoltre valutati tempi, modalità e
qualità dell'informazione ricevuta dall'utenza in merito
alle vaccinazioni.
Nella
situazione attuale, i genitori hanno riferito una propensione a
vaccinare i propri figli superiore al 95% per tutte le vaccinazioni
tranne il morbillo che, per i bambini che avevano compiuto l'anno
di vita, è risultato pari al 94%. Nel caso di abolizione
dell'obbligo, la percentuale di genitori che dichiarano che
vaccinerebbero sicuramente i figli scende al 73% per il morbillo, al
75% per la pertosse, all'86% per la polio ed all'88% per la
diftotetanica.
Per
garantire una elevata adesione alle vaccinazioni anche in assenza di
obbligo è quindi necessario che venga promossa un'informazione
sulle vaccinazioni quanto più accurata ed efficace.
In Italia
le vaccinazioni diftotetanica ed antipolio sono obbligatorie per
legge da oltre 35 anni per tutti i nuovi nati, mentre
l'obbligatorietà dell'antiepatite B è stata
introdotta nei primi anni ‘90. Grazie a questa strategia sono state
raggiunte elevate coperture vaccinali (1) ed il controllo o
l'eliminazione di queste malattie. L'obbligo comporta però
una serie di problemi, che sono andati aumentando negli anni.
Infatti, dato che in Italia le malattie prevenibili da vaccinazioni
obbligatorie sono drasticamente diminuite, queste non sono più
percepite come un rischio per la salute, mentre assumono maggiore
rilevanza gli eventuali effetti collaterali dei vaccini. Per questo
l'obbligo vaccinale può essere vissuto come un'imposizione,
piuttosto che come un intervento volto a tutelare la salute
dell'individuo e della collettività.
Ormai da
anni, quindi, si discute circa il superamento dell'obbligo
vaccinale (2); l'esempio di altre nazioni impone però di
tenere presente che, in assenza di obblighi di legge, non sarà
facile mantenere i livelli di copertura oggi raggiunti (3-6). La
scarsa conoscenza dei genitori circa le malattie prevenibili da
vaccino non fa loro cogliere appieno la pericolosità di queste
(7). Il timore dei seguiti legali per possibili, presunte conseguenze
delle vaccinazioni, frena l'opera di molti medici (8). L'attività
delle associazioni contrarie alle vaccinazioni e le informazioni, non
sempre attendibili, largamente disponibili su internet (9)
contribuiscono a diffondere l'idea che le vaccinazioni
costituiscano in primis un pericolo. Infine i danni (veri o presunti)
da vaccino fanno notizia, molto meno le morti per malattie
prevenibili con vaccinazione.
Il
presente lavoro nasce dall'esigenza di studiare questi problemi
nella realtà di Trieste, dove sono state raggiunte coperture
vaccinali elevate per tutte le vaccinazioni previste dal vigente
calendario nazionale (Circolare Ministero Salute n. 5 del 7 aprile
1999: Il nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e
raccomandate per l'età evolutiva) e, contemporaneamente,
sono presenti dei movimenti attivamente contrari alle vaccinazioni
coordinati dal COMILVA (Coordinamento del Movimento Italiano per la
Libertà delle Vaccinazioni). In particolare, i dati del
Sistema Informativo Sanitario Regionale mostrano che, per la coorte
dei nati nel 2000 residenti in provincia di Trieste, la copertura
vaccinale è superiore al 95% per il ciclo primario di
diftotetanica, antipolio ed antipertosse, ed è pari al 90%
circa per il morbillo.
Gli
obiettivi dello studio sono stati:
1)
stimare l'attuale propensione dei genitori di bambini tra 3 mesi e
3 anni ad effettuare le vaccinazioni;
2)
confrontarla con l'attitudine degli stessi genitori ad effettuare
le vaccinazioni in caso di assenza di obbligo di legge;
3)
valutare la conoscenza dei genitori sulle vaccinazioni e sulle
malattie prevenibili.
Fonte dei
dati: Nel periodo dall'11 novembre 2002 al 13 dicembre 2002 è
stato proposto ai genitori dei bambini frequentanti i 20 nidi
d'infanzia del Comune di Trieste o convenzionati con il medesimo,
un questionario anonimo autosomministrato. Il questionario verteva su
3 vaccinazioni obbligatorie: antipoliomielite e antidifto-tetanica
(DT), e 2 raccomandate: pertosse e morbillo. Pertosse e morbillo sono
state selezionate perché hanno un calendario di
somministrazione differente; inoltre, la pertosse è
somministrata contemporaneamente alle vaccinazioni obbligatorie,
mentre il morbillo è di solito somministrato in una seduta
separata.
Il
questionario si componeva di 51 domande, quasi tutte con risposte
multiple chiuse, che includevano informazioni su dati anagrafici,
conoscenza delle malattie, conoscenza delle vaccinazioni, fonte delle
informazioni sulle vaccinazioni e percezione della loro qualità,
propensione ad effettuare le vaccinazioni nella situazione attuale o
in assenza di obbligo vaccinale.
Sono
stati individuati quattro momenti in cui può essere ricevuta
l'informazione sulle vaccinazioni dell'infanzia: ultimo trimestre
di gravidanza, dimissione dopo il parto, alcuni giorni prima della
prima seduta vaccinale, al momento della prima seduta vaccinale. Per
ciascuno di questi è stato chiesto se era stato utilizzato e
quanto sia giudicato idoneo (per niente, poco, abbastanza, molto).
Allo
stesso modo sono state indagate le fonti d'informazione e la loro
idoneità a giudizio dell'utenza. Sono state considerate le
seguenti possibilità: colloquio con il pediatra di famiglia,
colloquio con il personale del consultorio vaccinale, altre fonti
(internet, libretto informativo, riunioni collettive).
Le
domande su reazioni avverse a vaccino e su conseguenze delle malattie
prevenibili tramite i vaccini indagavano la conoscenza, personale o
meno, di soggetti che le avessero subite.
Per
indagare la propensione attuale ad effettuare le vaccinazioni, è
stato chiesto ai genitori se il bambino era vaccinato o meno,
indipendentemente dal numero di dosi. Dato che la vaccinazione
antimorbillo è raccomandata dai 12 mesi di età, per
questo vaccino sono stati considerati solo i bambini di età
superiore all'anno. E' stato quindi chiesto ai genitori se, in
assenza di obbligo, avrebbero vaccinato o meno i propri figli,
categorizzando la risposta in: "sì" –
"probabilmente" – "difficilmente" – "no".
Analisi
dei dati:
I dati
raccolti sono stati analizzati utilizzando il software EPI INFO 6
versione 6.04b con upgrade ottobre 1997 (Centres for Disease Control,
Atlanta – Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra). La
significatività dei confronti fra percentuali è stata
calcolata con il test del chi quadrato, corretto secondo Yates.
Nel
periodo in studio, sono stati raccolti 417 questionari su circa 600
famiglie di bambini che frequentavano i 20 nidi in esame (tasso di
risposta = 70%).
Caratteristiche
del campione:
L'età
dei bambini variava da 3 mesi a 3 anni; il 14% dei bambini aveva meno
di un anno di età, il 35% tra 12 e 23 mesi e il 51% più
di 23 mesi. . Il 47% era figlio unico, l'età media delle
madri intervistate era di 34,5 anni (range: 19-45), dei padri 37,6
(range: 26-58).
La
maggioranza delle madri (53%) aveva un diploma di scuola media
superiore mentre possedeva la licenza media o la laurea
rispettivamente il 23 ed il 24%. Per quanto riguarda i padri, la
percentuale di diplomati alla scuola media superiore, alla scuola
media inferiore e di laureati era rispettivamente del 44, 28 e 27%.
Informazione
su malattie e vaccinazioni:
Il 98%
degli intervistati (395/402) riferisce di aver ricevuto informazioni
sulle vaccinazioni dei bambini.
I momenti
in cui i genitori hanno effettivamente ricevuto informazioni sulle
vaccinazioni sono illustrati in Figura 1, assieme al grado
percepito di idoneità per ciascuno di questi. 252 famiglie
(67%) hanno ricevuto informazioni sulle vaccinazioni al momento della
seduta vaccinale, mentre gli altri momenti sono stati utilizzati
molto meno (dal 30% al 22%). In realtà il periodo di gran
lunga migliore è alcuni giorni prima della prima seduta
vaccinale, considerato abbastanza o molto idoneo dal 90% delle
famiglie intervistate (n = 351).

LaFigura 2 illustra le fonti di informazione. Nell'82% dei
casi le informazioni sono fornite mediante colloquio con il personale
che effettua le vaccinazioni e, nel 51%, dal pediatra. Queste fonti
sono considerate abbastanza o molto idonee da più del 95%
degli intervistati. Altre modalità, quali il libretto
informativo, le riunioni collettive ed internet, sono indicate come
secondarie e complementari alle prime due.
La
maggioranza dei genitori giudica molto o abbastanza buono il livello
di chiarezza ed esaustività delle informazioni ricevute sulle
vaccinazioni (360 su 395, 91%), mentre il 9% (35 su 395) lo giudica
scarso o insufficiente.
Conoscenza
delle malattie e dei vaccini:
La
conoscenza di poliomielite, pertosse, difterite, tetano e morbillo è
illustrata nella successive figure. Le risposte evidenziano una
scarsa conoscenza sia della frequenza che della gravità delle
malattie prese in esame. Tuttavia, 105 famiglie (25% del campione)
riferiscono di conoscere di persona qualcuno che sia stato ricoverato
o abbia riportato danni permanenti a causa della poliomielite. Per le
altre malattie tale percentuale risulta compresa fra il 6% per il
morbillo e l'1% per la difterite.





Per
quanto concerne la conoscenza diretta di persone che abbiano
riportato danni da vaccino la percentuale è inferiore al 5%
per tutte le vaccinazioni.
Propensione
a vaccinare:
La
propensione a vaccinare i bambini nella situazione attuale ed in
assenza di obbligo è illustrata in tabella 1.
Tabella
1: Propensione a vaccinare i bambini nella situazione attuale ed
in assenza di obbligo.

*
per la situazione attuale, i risultati vengono presentati come
vaccinati/non vaccinati
§
considerati solo i bambini di almeno un anno di età
Nella
situazione attuale, la percentuale di bambini vaccinati con almeno
una dose per DT e polio è > 98%, la percentuale di
vaccinati per almeno una dose di antipertosse è pari al 96%,
mentre per il morbillo è del 94%.
La
percentuale di bambini vaccinati contro il morbillo aumenta
significativamente con l'età (90% nel 2° anno di vita e
97% nel 3° anno di vita; p<0,01).
In
assenza di obbligo di legge, la percentuale di famiglie che non
vaccinerebbero assolutamente i propri figli è sovrapponibile
alla percentuale di bambini attualmente non vaccinati.
La
percentuale di famiglie che vaccinerebbero sicuramente o
probabilmente i figli diminuisce in maniera statisticamente
significativa (p<0.05) per morbillo (da 94% a 89%) e pertosse (da
96% a 92%). Qualora si considerino solo le famiglie che
vaccinerebbero i figli sicuramente anche in assenza di obblighi di
legge il calo, di 10% - 13% per difterite tetano e poliomielite e di
21% - 22% per pertosse e morbillo, risulta statisticamente
significativo (p<0.001) per tutte le vaccinazioni.
Complessivamente
350 famiglie (88,2%) hanno dichiarato che preferirebbero che le
vaccinazioni continuassero a rimanere obbligatorie per legge.
Discussione
In
provincia di Trieste i dati routinari indicano che sono state
raggiunte elevate coperture vaccinali per tutte la vaccinazioni
considerate in questo studio. Questo traguardo è stato
raggiunto grazie alla chiamata attiva ed a controlli regolari
attraverso un capillare sistema informatizzato.
I
risultati di questo studio indicano che, tra le famiglie dei bambini
tra i 3 mesi e i 3 anni di età, la propensione attuale ad
effettuare le vaccinazioni è sostanzialmente sovrapponibile
alla copertura vaccinale effettiva, superando i livelli critici
richiesti per interrompere la circolazione dell'infezione (10) per
tutte le malattie indagate tranne il morbillo. Per quest'ultima,
infatti, la soglia critica di copertura vaccinale (95%) viene
raggiunta solo nel 3° anno di vita, probabilmente perché
spesso il vaccino non viene somministrato contemporaneamente ad altre
vaccinazioni.
Va
sottolineato come non sia stato chiesto alle famiglie se sapessero
quali vaccini fossero obbligatori e quali no, quindi è
possibile che allo stato attuale alcuni genitori considerino
obbligatorie tutte le vaccinazioni indagate, ed in particolare la
pertosse, che viene somministrata contemporaneamente ai vaccini
obbligatori. Secondo altri autori (8), infatti, il 41,6% delle madri
ritiene che questa vaccinazione sia obbligatoria. A Trieste,
un'indagine svolta fra 234 donne che frequentavano i corsi
preparto, ha evidenziato che la vaccinazione contro la pertosse era
considerata obbligatoria dal 33% delle future madri, e quella contro
il morbillo dal 17% (Riccardo Tominz e Barbara Mazzoleni:
comunicazione personale, 2002). L'esperienza attuale sembra quindi
dimostrare che, laddove le vaccinazioni non obbligatorie sono offerte
gratuitamente ed attivamente e con l'ausilio di adeguati sistemi
informatici di registrazione e di richiamo, è possibile
raggiungere coperture vaccinali sovrapponibili a quelle delle
vaccinazioni obbligatorie.
In
assenza di qualunque obbligo di legge i genitori riferiscono,
comunque, una diminuita propensione ad effettuare tutte le
vaccinazioni. Tuttavia, è interessante notare come la
percentuale di genitori che non vaccinerebbero assolutamente i loro
figli corrisponde alla percentuale attuale dei non vaccinati per
tutte le vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate.
Le
percentuali di genitori che non vaccinerebbero, o vaccinerebbero
difficilmente, i figli è comunque più elevata per le
vaccinazioni raccomandate che per le obbligatorie, probabilmente
perché la pertosse e il morbillo vengono percepite come
malattie meno gravi rispetto a polio, difterite e tetano. A conferma
di questo, va sottolineato come il 43% delle famiglie non pensa che
un bambino in buona salute possa morire di morbillo, mentre il 24%
non pensa che la pertosse possa causare danni permanenti.
Nell'ipotesi
più pessimistica, in cui consideriamo solo le famiglie che
vaccinerebbero sicuramente i figli, tutte le coperture vaccinali
scenderebbero al di sotto del 90%. Questi dati sono comparabili a
quelli ottenuti da altri studi (8), tranne che per il vaccino contro
la pertosse, per il quale a Trieste la copertura vaccinale sarebbe
maggiore.
Per
garantire una elevata adesione alle vaccinazioni anche in assenza di
obbligo è quindi necessario che venga promossa un'informazione
sulle vaccinazioni quanto più accurata ed efficace. A questo
riguardo va evidenziato come la maggioranza dei genitori, pur
giudicando positivamente l'informazione ricevuta, abbia uno scarso
livello di conoscenza sulle vaccinazioni e sulle malattie che queste
possono evitare. Per migliorare le strategie di comunicazione è
utile considerare che le famiglie esprimono una netta preferenza per
ricevere le informazioni direttamente dal pediatra curante o dal
personale del servizio vaccinale, mentre le informazioni scritte
(libretto vaccinale), le riunioni collettive ed internet sono
ritenute strumenti complementari. Questo conferma l'importanza di
poter discutere attivamente con un operatore sanitario i rischi e i
benefici delle vaccinazioni. Dallo studio emerge che l'informazione
è veicolata soprattutto al momento della seduta vaccinale,
quando i genitori sono nella situazione psicologica meno adatta per
riceverla e, soprattutto, per esprimere un consenso informato.
Considerando anche le preferenze esposte dagli intervistati,
l'informazione dovrebbe invece essere fornita soprattutto nei
giorni precedenti la vaccinazione, potenziando il ruolo del pediatria
di famiglia o del consultorio.
Questo
può e deve essere fatto su base nazionale e regionale, ma non
può essere pienamente efficace in assenza di una
corrispondenza, a livello locale, di impegno, provvedimenti ed
entusiasmo da parte di operatori sanitari opportunamente formati
(11,12). Il personale dedito alle vaccinazioni deve infatti essere
messo in grado di offrirle attivamente e con la massima
professionalità. Inoltre l'attività di informazione
dovrebbe coinvolgere anche i pediatri ed i punti nascita, e
riguardare anche gli aspetti relazionali della comunicazione, quali
la capacità di ascolto attivo e di comunicare con persone di
diversa provenienza socio-culturale.
Ringraziamenti
Si
ringraziano le dottoresse Marta Luisa Ciofi degli Atti e Maria
Cristina Rota per i preziosi suggerimenti nella revisione del testo.
Bibliografia
1.
Grandolfo ME et al.: Pilot study on compulsory vaccination coverage.
Ann Ist Super Sanita 1999;35(2):341-7.
2. Gruppo
di studio interdisciplinare sulle vaccinazioni dell'età
evolutiva: Le vaccinazioni in Italia. Situazione attuale, obiettivi e
raccomandazioni operative per il 2000. Milano: CIS Editore, 1996
3.
Hughart N et al : The relation of parent and provider characteristics
to vaccination status of children in private practices and managed
care organizations in Mariland. Med Care 1999 Jan;37(1):44-55
4.
Leandro Liberato SV: Child vaccination: the coverage, knowledge and
attitudes of the population. A study in a health area. An Esp Pediatr
1996 May;44(5):464-8
5. Rotily
M et al: Evaluation of measles, mumps and rubella vaccine coverage in
3 year old children in twelve French counties: Time trends and
related factors. Rev Epidemiol Sante Publique 2001 Sep;49(4):331-41
6.
Swennen B et al : Analysis of factors influencing vaccine uptake :
perspectives from Belgium. Vaccine 2001 Oct 15;20 Suppl 1:S5-7;
discussion S1
7.
Angelillo IF et al Mothers and vaccination: knowledge, attitudes and
behaviour in Italy. Bull World Health Organ 1999; 77(3):224-9
8.
Bonanni P, Bergamini M Factors influencing vaccine uptake in Italy
Vaccine 2001 Oct 15;20 Suppl 1:S8-12; discussion S1
9. Robert
M. Wolfe, Lisa K. Sharp, Martin S. Lipsky Content and design
attributes of antivaccination web sites JAMA, 2002; 287: 3245-3248.
10.
Anderson RM, May RM. Immunisation and herd immunity. Lancet. 1990 Mar
17;335(8690):641-5.
11. Aston
R Analysis of factors influencing vaccine uptake from various
perspectives Vaccine 20(2000) S1.
12. Guide
to Community Preventive Services Epidemiol Prev 2002;26(4)suppl:1-80.
Vuoi citare questo contributo?