Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2025 - Volume XXVIII - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Ematuria e non solo... A volte è una questione di famiglia: la sindrome di Alport
1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
2Pediatric Unit, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
Indirizzo per corrispondenza: sarnoezio@gmail.com
Caso clinico
Riportiamo il caso di una bambina giunta presso il nostro ambulatorio all’età di 4 anni per episodi ripetuti di macroematuria. Madre con microematuria isolata dai 3 anni di età (effettuata biopsia a 11 anni, referto non recuperabile), maculopatia destra (foro maculare e membrana epiretinica) e due episodi di distacco di retina; padre con calcolosi; due sorelle minori in benessere. Anamnesi patologica remota negativa per patologie nefro-urologiche, traumatismi e infezioni delle vie urinarie. Nei controlli successivi microematuria persistente (GR 200-300/mcl), isolata. Emocromo, coagulazione, funzionalità renale, pressione arteriosa ed ecografia renale nella norma. Alla luce dell’anamnesi e della storia clinica, eseguito studio genetico mediante NGS, esteso a tutti i membri della famiglia. La paziente è risultata affetta da sindrome di Alport, presentando la mutazione del gene COL4A5 esone 51 (variante nucleotidica c.5043C>A, mai descritta in letteratura) ereditata dalla madre, e la variante c[3725C>T] del gene COL4A5 esone 41, ereditata dal padre, risultando quindi in un quadro di eterozigosi composta X-linked. Inoltre, presenta polimorfismo in eterozigosi nel gene CNGB3, che da solo non dovrebbe determinare gli stessi problemi di visione della madre, che presenta anche la variante c.[370G>A] in eterozigosi, nel gene GNAT2 (descritta in letteratura in associazione ad acromatopsia a trasmissione AR). Per quanto riguarda i risultati sul resto della famiglia, una sorella aveva ereditato solamente la mutazione paterna, l’altra (con padre biologico diverso), non aveva ereditato alcuna di queste mutazioni. I controlli eseguiti durante il follow-up mostravano un quadro di microematuria, talora macroematuria, in assenza di proteinuria, in benessere. Il follow-up oculistico e audiometrico è al momento nella norma. A 4 anni dalla diagnosi, per comparsa di microalbuminuria, è stata intrapresa terapia con ramipril, con buona risposta. La peculiarità di questo caso clinico sono due: la prima l’avere ereditato dai genitori due mutazioni diverse, determinando un quadro di eterozigosi composta X-linked; la seconda la doppia componente genetica alla base del quadro oftalmologico materno, che per fortuna la bambina non ha ereditato.
Conclusioni
La sindrome di Alport è una glomerulopatia ereditaria progressiva, spesso associata a ipoacusia neurosensoriale e anomalie oculari, causata da mutazioni a carico delle subunità del gene delle catene alfa del collegane di tipo IV. La diagnosi di conferma viene effettuata mediante test genetici molecolari (NGS), che dimostrino mutazioni a carico dei geni COL4A3, COL4A4 e COL4A5.
La genetica dovrebbe essere l’esame d’elezione nei pazienti con un quadro di microematuria persistente associata a familiarità.
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