Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Marzo 2021 - Volume XXIV - numero 3

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Torcicollo e malattia di Kawasaki

Chiara Rubino1, Sandra Trapani2

1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Firenze
2Pediatria Medica, Ospedale Pediatrico “Meyer”, Firenze

Indirizzo per corrispondenza: crubino7@gmail.com

Presentiamo il caso di un bambino di 3 anni, ricoverato nel nostro reparto al quinto giorno di febbre associata a dolore cervicale ingravescente.
Alla valutazione iniziale appare in condizioni generali discrete. Presenta dolore e limitazione completa alla mobilizzazione attiva e passiva del collo. Non sono presenti segni meningei né deficit neurologici.
L’esame obiettivo generale rivela iperemia faringea, microadenopatia laterocervicale e lieve iperemia congiuntivale. Gli esami ematici mostrano leucocitosi neutrofila (globuli bianchi 16.400/mm3 con neutrofili 76%) e PCR aumentata (8,33 mg/dl, vn < 0,29 mg/dl).
Nel sospetto iniziale di eziologia infettiva, si avvia antibioticoterapia ad ampio spettro con ceftriaxone (100 mg/kg/die) e si richiedono indagini infettivologiche (emocoltura, PCR per pneumococco, meningococco, Haemophilus influenzae, adenovirus, EBV), poi risultate negative.
In considerazione della durata della febbre e degli sfumati segni evocativi di malattia di Kawasaki (MK), viene richiesta una valutazione cardiologica, la quale evidenzia una dilatazione aneurismatica di entrambe le coronarie. Tale dato ci consente di confermare il sospetto di MK1: si somministrano immunoglobuline per via endovenosa (IVIg) al dosaggio di 2 g/kg e acido acetilsalicilico per os a dosaggio antinfiammatorio (50 mg/kg/die).
Per incremento della dilatazione aneurismatica delle coronarie al controllo ecocardiografico del giorno successivo, viene somministrata una seconda dose di IVIg e avviata profilassi anticoagulante con enoxaparina.
Nei giorni successivi il bambino si mantiene apiretico e i reperti ecocardiografici migliorano gradualmente. Il quinto giorno di ricovero riscontriamo una lieve desquamazione periungueale alle dita delle mani.

La diagnosi di malattia di Kawasaki si basa su criteri clinici. In presenza di forme incomplete, il riscontro di anomalie coronariche conferma la diagnosi nella maggior parte dei casi1. L’edema retrofaringeo può essere una manifestazione rara di MK e determinare quadri che mimano un ascesso retrofaringeo2. Pertanto, il dolore cervicale associato a febbre deve in primo luogo evocare un’eziologia infettiva (meningite, ascesso retrofaringeo, peritonsillare, parafaringeo tra le cause più comuni), senza dimenticare che può trattarsi del quadro d’esordio di una MK, anche se gli altri segni clinici risultano sfumati.


Bibliografia

  1. McCrindle B, Rowley AH, Newburger JW, et al. Diagnosis, treatment, and management of Kawasaki disease. Circulation 2017;135:e927-e999. DOI: 10.1161/CIR.0000000000000484.
  2. Puhakka L, Saat R, Klockars T, Kajosaari L, Salo E, Nieminen T. Retropharyngeal involvement in Kawasaki disease - A report of four patients with retropharyngeal edema verified by magnetic resonance imaging. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 2014;78(10):1774-8. DOI: 10.1016/j.ijporl.2014.07.008.

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