Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Giugno 2018 - Volume XXI - numero 6

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Le quattro S (Staphylococcal Scalded Skin Syndrome)
Paola Pascolo1, Irene Berti2, Lorenzo Calligaris2
1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste
2IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste
Indirizzo per corrispondenza: paolapascolo@gmail.com


Una bambina di 8 anni giunge alla nostra attenzione in visita dermatologica urgente per storia recente di dermatite periorale con lesioni crostose e bolle in peggioramento da circa una settimana, in terapia con amoxicillina + acido clavulanico (8 ml ogni 8 ore) e prednisone (25 mg/die) da 48 ore, senza segni di miglioramento. Mai febbre. Il volto appare tumefatto, l’eritema si estende al collo e alla porzione superiore del tronco anteriormente; la bambina lamenta un dolore urente pur mantenendosi in buone con- dizioni generali e apiretica. Nel sospetto di una dermatite bollosa da esotossine epidermolitiche (Staphylococcal Scalded Skin Syndrome, SSSS) ha avviato da subito duplice terapia antibiotica (clindamicina e oxacillina) per via endovenosa associata a immunoglobuline ev (IVIg) a scopo antinfiammatorio. Tuttavia il quadro clinico, dopo un transitorio miglioramento, peggiora, e dopo 48 ore di ricovero l’eritema cutaneo inizia a estendersi. In assenza di beneficio clinico, la diagnosi è stata messa in discussione e, nel timore di reazione avversa da farmaci, la terapia antibiotica è stata sospesa e avviata terapia con metilprednisolone ev con parziale miglioramento.
In quarta giornata di ricovero abbiamo ricevuto gli esiti del tampone cutaneo: Staphylococcus aureus meticillino-resistente! Abbiamo quindi sospeso la terapia cortisonica e avviato terapia con teicoplanina ev con rapida risoluzione del quadro clinico (praticamente scomparso in 24 ore).

La SSSS è una dermatopatia bollosa causata da esotossine epidermolitiche (ETA e ETB) prodotte da alcuni ceppi di Staphylococcus aureus. È una condizione relativamente rara (0,1 casi su un milione). L’esordio è generalmente improvviso, acuto e associato a febbre. La pelle che fa male è un elemento caratteristico, quasi patognomonico. Generalmente coinvolge bambini piccoli compreso il neonato e può comportare una grave compromissione clinica (disidratazione).
Entra in diagnosi differenziale con la sindrome di Stevens-Johnson, ma in questo caso ci si aspetta il coinvolgimento delle mucose, o con la necrosi epidermica tossica, per la quale però dovrebbe esserci anamnesi positiva per assunzione di farmaci.
La terapia è principalmente antibiotica (anti-stafilococcica) e di supporto se necessario. Viene riportato in letteratura il beneficio da trattamento con IVIg.
Il nostro caso, classico sul piano clinico, è particolare sia per l’età di insorgenza sia per il riscontro di un ceppo di stafilococco meticillino-resistente in un paziente senza storia di ospedalizzazione. La diffusione in comunità di ceppi meticillino-resistenti è effettivamente in aumento.
Morale della favola: quando il quadro clinico è caratteristico, riconsidera la terapia prima che la diagnosi!



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P. Pascolo, I. Berti, L. Calligaris. Le quattro S (Staphylococcal Scalded Skin Syndrome). Medico e Bambino pagine elettroniche 2018;21(6) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1806_10.html