Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Ottobre 2017 - Volume XX - numero 8

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Grandi classici mai fuori moda: coartazione aortica e polsi femorali
Giulia Caddeo
Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste
Indirizzo per corrispondenza: g.caddeo88@gmail.com


Lorenzo è un lattante di 36 giorni di vita alle prese con il suo primo accesso in Pronto Soccorso (PS). Giunge alla nostra osservazione perché, dopo un episodio di vomito, è diventato improvvisamente iporeattivo, piange flebilmente e ha un colorito “grigiastro” della cute. Qualche episodio di vomito, frammisto agli abituali rigurgiti, si era manifestato anche il giorno precedente. Lorenzo è nato a termine da parto vaginale spontaneo, di peso adeguato, perinatalità e crescita finora regolari. Nella sua storia, seppur breve, non sono individuabili fattori di rischio, fatta eccezione per una lieve rinite materna negli ultimi giorni. A una prima valutazione appare pallido, iporeattivo, con respiro appoggiato ma sO2 98-100% in aria ambiente, refill < 2 secondi, obiettività auscultatoria cardio-toracica e addominale nella norma. Le prime manovre infermieristiche sono sufficienti a determinarne una rapida ripresa, con miglioramento di reattività, tono e colorito; il respiro permane tuttavia appoggiato.

Pensando in prima battuta a un’infezione respiratoria vengono eseguiti esami ematici (emocromo nella norma con PCR e PCT negative), emogasanalisi (acidosi metabolica, normalizzatasi dopo alcune ore), esame urine (nella norma), ECG (negativo) ed Rx torace (modesta accentuazione della trama broncovasale e possibile addensamento parenchimale medio-basale destro). Alla luce del quadro clinico si decide di avviare duplice terapia antibiotica. Il giorno successivo, dopo un’iniziale stabilizzazione, si assiste a un graduale peggioramento della dinamica respiratoria, con comparsa di una franca polidispnea ingravescente, accompagnata da un dato contrastante di sO2 sempre ottimali.

È con una diversa consapevolezza che viene a questo punto ripetuta la ricerca dei polsi femorali, che risultano non palpabili; le pressioni differenziali evidenziano valori discrepanti tra gli arti superiori e inferiori (110/60 mmHg AASS, 60/40 mmHg AAII) e, nel sospetto di coartazione aortica, viene richiesto ecocardiogramma, che conferma il quadro. Il bambino viene quindi trasferito d’urgenza al Centro di riferimento.

La coartazione aortica rappresenta il 5-7% dei difetti cardiaci congeniti. Il caso di Lorenzo, nella sua apparente semplicità, non aggiunge forse nulla alle nostre conoscenze teoriche sull’argomento, ma ci ricorda che questa anomalia può diventare manifesta a qualsiasi (ma proprio qualsiasi) età, che nelle forme precoci l’Rx torace può essere assolutamente aspecifico e che la negatività dell’ECG rappresenta la norma e non deve essere falsamente rassicurante, così come non dovrebbe esserlo la negatività dei test di screening (pulsosimmetria) effettuati alla dimissione dal Nido. Inoltre, vuole anche lasciarci un messaggio molto pratico: se è vero che dovremmo imparare a svincolarci il più possibile dai saturimetri, un distress respiratorio acuto clinicamente pronunciato con sO2 che si mantengono stabilmente buone “puzza di cuore”.



Vuoi citare questo contributo?

G. Caddeo. Grandi classici mai fuori moda: coartazione aortica e polsi femorali. Medico e Bambino pagine elettroniche 2017;20(8) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1708_50.html