Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Marzo 2014 - Volume XVII - numero 3

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Il dolore che c’è ma non si vede. O almeno non è dove lo cerchiamo
A. Maietta, A. Lora
Scuola di Specializzazione in Pediatria, Seconda Università di Napoli
Indirizzo per corrispondenza: anna.maietta@fastwebnet.it


Agnese arriva in Pronto Soccorso (PS) per dolore al collo e alle spalle da tre settimane, con progressiva comparsa di parestesie alle mani. Sofferente con limitazione ai movimenti di rotazione e flessione del capo, dolorabilità e contrattura perivertebrale cervicale. Effettuate: visita neurologica e chirurgica, RMN cervicale, in programma l’EMG. Terapia con Diclofenac, Tiocolchicoside e Pregabalin senza beneficio. Agnese confessa difficoltà scolastiche e nel gestire le aspettative dei genitori; la ragazza è entrata in un loop: se era ben felice dei primi giorni di assenza scolastica, ora è diventato difficile ritornare.

Nicola giunge in PS su una sedia a rotelle. Sei mesi prima, dopo un torneo di calcetto, avrebbe avvertito un dolore ai talloni di intensità tale da impedirgli la deambulazione (necessita dell’aiuto dei genitori per farsi la doccia!). Sottoposto a Rx della colonna lombosacrale, piedi e bacino, TC bacino, RMN lombosacrale, scintigrafia ossea, EMG. Riesacerbazione del dolore a settembre, in corrispondenza del ritorno a scuola. Il ricovero in NPI evidenzia una tallonite bilaterale che non può però giustificare l’utilizzo di una sedia a rotelle! Avviata laserterapia ma soprattutto valutazione psicologica per gli aspetti emotivi, la probabile vera palla al piede di Nicola.

Disturbi somatoformi (10-15% dei bambini che arrivano in PS): presenza di sintomi fisici non giustificati da una condizione medica.
La diagnosi è spesso facile da intuire, non semplice da dimostrare, né da comunicare.
Indici di sospetto per disturbo somatoforme:
  • il non rispetto da parte del sintomo di regole anatomiche e fisiologiche;
  • esistenza di un guadagno (giorni di scuola persi, ricatto per i genitori);
  • l’evidenza di un rinforzo familiare o sociale del sintomo;
  • relazione temporale con un evento stressante (morte o perdita di un familiare);
  • segno di Panizon e di Ventura (pacco di esami);
  • la risposta al trattamento psicologico, alla suggestione, al placebo.
Occhio alla mamma: la preoccupazione materna per la salute del piccolo è stata identificata come il più forte predittore per il futuro ricorso a valutazioni mediche per il bambino.
L’arrivo in PS può rappresentare il momento di interruzione di circoli viziosi e di ricorso alle valutazioni mediche più disparate; ma il pediatra di famiglia deve garantire continuità e coerenza.



Vuoi citare questo contributo?

A. Maietta, A. Lora. Il dolore che c’è ma non si vede. O almeno non è dove lo cerchiamo. Medico e Bambino pagine elettroniche 2014;17(3) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1403_20.html