Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2013 - Volume XVI - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Reattività
autoanticorpale ed epatite acuta da CMV
Divisione
di Pediatria 2, Dipartimento di Medicina della Procreazione e della
Età Evolutiva, Università di Pisa
Indirizzo
per corrispondenza:
melisa.dicicco@gmail.com
Un
elevato titolo di autoanticorpi in presenza di evidenza di
laboratorio di danno epatico è suggestivo di una malattia
autoimmune del fegato. Un’analisi retrospettiva nel database
dell’ambulatorio di Epatologia della Clinica Pediatrica di Pisa
ha permesso di identificare 9 casi di epatite acuta da virus
epatotropi “minori”: 6 da CMV e 3 da EBV. Una
positività autoanticorpale a titolo significativo è
stata riscontrata in 2 dei 6 casi di epatite acuta da CMV: si tratta
di due casi asintomatici in cui il riscontro dell’aumento delle
aminotransferasi è stato occasionale. Nel primo caso (maschio
di 8 anni con epatomegalia omogenea di consistenza aumentata e polo
splenico palpabile) si è trattato di una positività
coarse speckled a titolo elevato di ANA (1:640) associata a
positività degli anticorpi antimitocondrio (AMA) (IFI 1:320 e
Immunoblotting +++). Nel secondo caso (femmina di 5 anni e 3 mesi con
esame clinico normale) si è trattato di una positività
per ASMA 1:80 ed ANA speckled 1:320. In entrambi i casi la
viremia CMV era assente al momento della diagnosi. La positività
autoanticorpale si è risolta spontaneamente in circa 10 mesi
nel primo caso e in 2 mesi nel secondo e si è associata a una
guarigione clinica e a una scomparsa dell’evidenza bioumorale
di epatocitolisi.
In conclusione di fronte a una epatocitolisi asintomatica, la presenza di elevati titoli di autoanticorpi comunemente associati alle malattie autoimmuni del fegato quali ANA e SMA o anche di autoanticorpi meno convenzionali (AMA), più comunemente associati alle malattie autoimmuni dell’adulto, non è obbligatoriamente suggestiva, come suggerito dai protocolli diagnostici internazioni per la diagnosi di epatite autoimmune dell’adulto, di una patologia autoimmune del fegato. Tale riscontro deve comunque far ricercare un’etiologia infettiva da virus epatotropi minori e in particolare da CMV. Tale condizione è spesso asintomatica nel paziente immunocompetente e si risolve spontaneamente.

In conclusione di fronte a una epatocitolisi asintomatica, la presenza di elevati titoli di autoanticorpi comunemente associati alle malattie autoimmuni del fegato quali ANA e SMA o anche di autoanticorpi meno convenzionali (AMA), più comunemente associati alle malattie autoimmuni dell’adulto, non è obbligatoriamente suggestiva, come suggerito dai protocolli diagnostici internazioni per la diagnosi di epatite autoimmune dell’adulto, di una patologia autoimmune del fegato. Tale riscontro deve comunque far ricercare un’etiologia infettiva da virus epatotropi minori e in particolare da CMV. Tale condizione è spesso asintomatica nel paziente immunocompetente e si risolve spontaneamente.

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