Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 1999 - Volume II - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Dermatite
periorale
Clinica
pediatrica, IRCCS 'Burlo-Garofolo', Trieste
Il
caso
Vincenzo,
12 anni e mezzo, viene in ambulatorio per lesioni al volto, presenti
ormai da circa cinque mesi. Si tratta di piccole papule,
papulovescicole e papulopustole miliariformi di uno-due millimetri di
diametro, su base eritematosa, raggruppate simmetricamente e
localizzate alle pieghe nasolabiali, alla zona perinasale e al mento;
questi elementi hanno andamento recidivante con periodi di breve
risoluzione che lasciano però sempre in sede un diffuso
eritema, a volte con modesta desquamazione secca.

Il
disturbo, inizialmente comparso alla base della piramide nasale,
prevalentemente a destra, si è progressivamente esteso alle
altre zone descritte. E' stato fatto inizialmente, dal medico
curante, un trattamento locale con un antimicotico che, oltre a
non dare miglioramento, ha provocato una reazione di bruciore
per cui è stato sospeso dopo meno di una settimana. Un esame
culturale per Candida e miceti è risultato negativo né
sono stati documentati in sede germi patogeni; una ricerca diCandida albicans nelle feci è risultata negativa.
Nella
storia clinica si segnala un asma bronchiale con allergia alla
polvere di casa; il ragazzo era stato sottoposto nell'ultimo anno a
ripetuti cicli di terapia con beclometasone dipropionato
per aerosol.
Il
problema
Le
lesioni potevano far pensare a prima vista ad una acne, ma questa
eruzione eritematosa persistente composta di piccole papule e
papulopustole, con distribuzione prevalente attorno alla bocca e
naso, configura un quadro solo similacneico che, per le sue
caratteristiche morfologiche e di localizzazione, viene considerato
una patologia a se stante e viene definito Dermatite Periorale, anche
se questa definizione non è del tutto soddisfacente perché
le lesioni sono spesso perinasali e a volte perioculari.
La
soluzione
Abbiamo
iniziato terapia locale con metronidazolo all'1%, Metronidazolo
Same gel una volta al giorno; al controllo, dopo tre settimane, la
situazione appariva solo leggermente migliorata ma del tutto
insoddisfacente per il paziente, che si sentiva disturbato nella
relazioni con l'ambiente degli amici e della scuola. Si è
deciso pertanto di iniziare terapia con minociclina 100mg/die per os;
dopo tre settimane il miglioramento era evidente; la cura è
stata protratta per altre tre settimane con risoluzione
completa delle lesioni e senza recidive alla sospensione.
A
distanza di sei mesi è stato visto in ambulatorio un altro
adolescente (anche in questo caso sottolineo di sesso maschile) con
lesioni simili a quelle appena descritte, inizialmente presenti
attorno ad una narice, che si sono progressivamente aggravate ed
estese dopo la applicazione di una crema cortisonica potente in
associazione con neomicina (Halciderm Combi). Alla luce della
precedente esperienza e rivalutando le indicazioni della
letteratura sull'argomento, abbiamo deciso per la cura
esclusivamente locale con metronidazolo due volte al giorno per tempi
lunghi, dopo aver ovviamente sospeso il cortisone: solo dopo il
primo mese di terapia abbiamo avuto l'evidenza di una chiaro
miglioramento, anche se parziale, delle lesioni. Poiché il
farmaco appariva ben tollerato e poiché un tentativo breve di
sospensione ha portato a una ripresa della dermatite, abbiamo
mantenuto la terapia locale fino a scomparsa della sintomatologia:
ciò si è verificato in un tempo complessivo di quasi
quattro mesi.
Discussione
La
dermatite periorale appare clinicamente come una variante dell'acne
ed è un quadro abbastanza comune nelle giovani donne; la
prevalenza di questa affezione è notevolmente aumentata
con l'avvento dei cortisonici fluorurati applicati al volto
e si è ridotta nell'ultimo decennio, quando ci si è
resi conto di questa complicazione della corticoterapia locale. Gli
altri fattori ipotizzati come responsabili, da soli o in associazione
al cortisone locale, sono una infezione cutanea fusobatterica di
origine orodentaria, una irritazione da cosmetici e/o da altri agenti
esterni , l'uso di dentifrici al fluoro.
Dal punto
di visto fisiopatologico si pensa che il disturbo sia correlato,
almeno in parte, all'acne rosacea, che ha però
caratteristiche diverse: quest'ultima infatti compare alla
quarta-quinta decade, ha localizzazione più estesa al volto e
guance, vi è una maggior diffusione dell'eritema, le papule
e le pustole sono più grandi e meno raggruppate: inoltre
mentre sono ipotizzati alcuni fattori patogenetici comuni, come
una reazione infiammatoria ad agenti infettivi (Demodex
folliculorum, germi saprofiti, acari) o una irritazione da agenti
esterni, i disturbi funzionali della circolazione come
crisi vasodilatatorie termofobia teleangectasie e difetto
di regolazione del flusso venoso facciale sono tipici solo
dell'acne rosacea.
Una
dermatite periorale può insorgere però anche senza che
sia stata praticata alcuna terapia corticosteroidea topica e vi sono
indicazioni nella letteratura che questo quadro così peculiare
sia più comune di quanto si creda anche nei bambini e negli
adolescenti maschi. In una revisione fatta alcuni anni fa
all'ambulatorio di un reparto di dermatologia pediatrica di
Cincinnati (USA) sono stati riscontrati in poco più di un anno
14 casi di bambini affetti (dai nove mesi ai sei anni ), cinque dei
quali erano maschi; solo in metà dei casi vi era stato un
precedente trattamento con cortisone locale, di medio-alta potenza.
Tornando ai nostri casi , uno dei nostri bambini, pur non essendo
stato trattato con cortisone locale prima della comparsa della
dermatite, aveva fatto ripetuti cicli di aerosol con
beclometasone; la comparsa di dermatite periorale dopo terapia
aerosolica con cortisone è già stata di recente
segnalata in due bambini affetti da asma bronchiale che sono
stati trattati con budesonide per via inalatoria applicato sia con
nebulizzatore che con distanziatore. Nel secondo nostro caso
sembra esservi l'evidenza che una dermatite probabilmente di tipo
irritativo preesistente sia stata aggravata dalla applicazione
locale di cortisone.
Le
indicazioni per la terapia di questa dermatite, spesso molto
disturbante soprattutto per le conseguenze estetiche e per le quali
vi è un consolidato consenso, sono le seguenti:
la
sospensione del cortisone (quando questo è stata la causa
scatenante) è ovviamente necessaria ma non sufficiente
perché si ha spesso una ripresa della dermatite a distanza. A
questa si deve associare la sospensione di qualsiasi tipo di
cosmetico compresi gli emollienti La terapia più consolidata è
la tetraciclina per via orale (nei bambini al di sopra degli
otto-dieci anni) per un periodo di circa otto settimane; ciò
porta, come anche dimostrato in studi controllati, a una completa
risoluzione senza ricadute. Nei bambini più piccoli possono
essere usati i macrolidi ma non vi sono studi controllati in questo
senso.
Il
metronidazolo locale in concentrazioni variabili fra lo 0,75% e
il 2% è stato usato con buoni risultati in vari “trial”
terapeutici, segnalati in letteratura in analogia con gli effetti
positivi ottenuti sulla componente papulo pustolosa della rosacea. Il
meccanismo d'azione in queste patologie non è chiaramente
conosciuto (effetto antinfiammatorio, effetto immunosoppressivo e,
meno verosimilmente, antimicrobico). In commercio in Italia è
disponibile un gel all'1%.
I
risultati segnalati con questa terapia locale sono sempre stati
buoni, anche se leggermente inferiori a quelli ottenuti con la
tetraciclina per os, ma il tempo necessario per ottenere una
risoluzione è molto più lungo: i primi risultati si
ottengono dopo quattro-sei settimane ed una completa e stabile
risoluzione si ottiene in genere dopo alcuni mesi di trattamento
(tre-sei mesi). Quando usato per questa patologia, il metronidazole è
sempre stato ben tollerato anche per tempi lunghi senza effetti
collaterali ed evidenza di assorbimento sistemico e perciò può
essere una valida alternativa alla terapia sistemica.
Bibliografia
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