Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 1999 - Volume II - numero 7
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Settembre 1999 - Volume II - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Ortopedia per il pediatra
Lussazione
congenita dell'anca
Divisione
di Ortopedia infantile , IRCCS 'Burlo-Garofolo', Trieste
Il
caso
Benedetta
P., 2 anni e mezzo.
Arriva
all'ortopedico, inviata dal pediatra, per una dismetria degli arti
inferiori (sinistra< destra 0.7 mm) e per un'asimmetria delle
pliche inguinali e della rima vulvare. Effettuando la manovra di
Ortolani di screening, il pediatra aveva avuto la sensazione che la
testa femorale sinistra fosse fuori dalla sua sede, ma fosse
riducibile.
La
bambina è primogenita, nata da una coppia di origine
napoletana trasferitasi per motivi di lavoro a Gorizia: nata dopo il
termine del periodo di gestazione, a 42 settimane, da parto
spontaneo, eutocico, con presentazione cefalica. In realtà il
rivolgimento della piccola era stato tardivo, essendo stata podalica
fino a due settimane prima della nascita. Il punteggio di Apgar è
stato di 9 alla nascita e poi di 10, il peso era di 3450 g.
Con
l'esame clinico l'ortopedico conferma, alla manovra di Ortolani,
la risalita dell'anca, la riducibilità dell'anca sinistra,
la dismetria degli arti inferiori e l'importante asimmetria delle
pliche. Eseguito un radiogramma del bacino per anche, viene
confermata una lussazione dell'anca sinistra, con un tetto
acetabolare assolutamente insufficiente.

Il
problema: come mai la diagnosi è sfuggita alla nascita ?
La
manovra di Ortolani alla nascita era risultata negativa e, al momento
della dimissione dall'Ospedale dove era nata, non era stata
consigliata l'esecuzione di una ecografia delle anche. Presso il
Centro in cui la bambina era nata, infatti, l'ecografia viene
consigliata soltanto a neonati con fattori di rischio: dubbi clinici,
familiarità positiva per displasia congenita dell'anca o
presentazione podalica ( considerati criteri di rischio anamnestico
maggiori). In questo caso specifico erano stati trascurati il
rivolgimento tardivo e la provenienza della famiglia da un'area
ad alta incidenza di displasia congenita dell'anca.
La
soluzione
Il
trattamento viene iniziato subito e consiste in una riduzione in
narcosi con applicazione di un apparecchio gessato pelvi-podalico in
I posizione da tenere per 35 giorni. Al primo gesso ne ha fatto
seguito un secondo per altri 30 giorni.
Alla
rimozione del secondo gesso, poiché l'anca appare stabile
alla manovra di Ortolani effettuata sotto controllo radioscopico, si
decide di passare al trattamento con ortesi in abduzione, in
particolare con il divaricatore di Milgram, portato prima a tempo
pieno e, verso la fione del trattamento, soltanto la notte. La
bambina, sottoposta a periodici controlli, porta il divaricatore fino
all'età di 14 mesi e mezzo, quando, ad un controllo
radiografico del bacino sotto carico, entrambe le teste femorali
appaiono bene in sede e i tetti cotiloidei sono entrambi sufficienti
e ben coprenti.
Clinicamente
non vi sono più i segni della patologia malformativa. La
bambina viene sottoposta a periodici controlli negli anni seguenti e
risulta perfettamente guarita, senza necessità di venire
sottoposta a intervento chirurgico.

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