Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 1998 - Volume I - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Ortopedia per il pediatra
Un'osteomielite
multifocale
Divisione
di ortopedia infantile , IRCCS Burlo-Garofolo, Trieste
Il
caso
D I.
Emilia, anni 2,5
Da circa
una settimana presenta febbre, con puntate superiori a 38°,
dolore e impotenza funzionale al gomito sinistro. Per questo motivo
viene ricoverata; alla raccolta dell'anamnesi emerge il ricordo di un
precedente episodio febbrile, tre mesi prima, più breve,
accompagnato da dolore al gincchio e risolto con il paracetamolo, e
di un altro episodio più recente, un mese prima, con dolore al
gomito destro, trattato con antibiotici e paracetamolo. Questi
eventi, apparentente benigni e fugaci, vengono interpretati come
artralgie e inizialmente trascurati, anche perchè le
articolazioni precedentemente colpite appaiono integre. La piccola è
in condizioni generali buone, ma irritabile; l'arto colpito è
tenuto in posizione coatta, flesso sul tronco; il gomito non è
né gonfio, né caldo, né rosso. Il margine
epatico si apprezza a 3 cm dall'arcata; la milza a 1 cm.
La
radiologia dell'omero sinistro rivela un interessamento della
diafisi, che presenta piccole aree di osteolisi e una reazione
periosteale (fig 1) . Gli esami ematochimici sono alterati nel
senso della flogosi : VES 13O; PCR 23 mg/, UI/dL, Hb 8,4g/dL;
leucociti 8000/mmc (N34%, M5, EO, L61); piastrine 180/mmc. Viene
posta la diagnosi di osteomielite, viene effettuata una emocultura
(negativa) e iniziata una terapia antibiotica con vancomicina e
aminoglicoside.
Due
elementi inattesi vengono tuttavia a complicare l'impianto
diagnostico: il primo è costituito dal quadro scintigrafico
che rivela una ipercaptazione non solo a livello dell'omero sinistro,
ma anche (fig 2) del femore destro (che all'esame radiologico
presenta lesioni simili a quelle dell'omero). Il secondo è
rappresentato da un consistente aumento delle LDH (15O7 UI/dL).
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fig.
1 | fig.
2 |
Il quadro
radiologico e scintigrafico avrebbe potuto proporre la diagnosi di
oseomielite multifocale. Ma il movimento enzimatico da una parte e,
dall'altra, gli stessi valori dell'emocromo, poco coerenti con la
diagnosi di malattia infettivo-infiammatoria acuta (assenza di
leucocitosi, asssenza di piastrinosi, anemia) rendevano tutto più
confuso.
Il
problema diagnostico
La
diagnosi di osteomielite non poteva essere esclusa, ma gli elementi
in suo favore si erano fatti esili: la storia di multifocalità,
solo in parte confermata dalle immagini scintigrafica e radiologica
(due focolai avevano un riscontro d'immagine; ma l'arto superiore
destro, che pure alla storia sembrava esser stato malato era
scintigraficamente e radiologicamente indenne), è troppo
lunga; l'aumento delle LDH e l'emocromo male si adattano a un
processo suppurativo: le ipotesi si spostano verso il tumore. Ma
quale? L'età e la multifocalità non suggeriscono un
tumore osseo primitivo (Ewing, osteosarcoma); semmai un'istiocitosi,
che si adatta meglio sia alla multifocalità che alla
chimica-clinica.
L'intervento
e la diagnosi
L'intervento
diagnostico è consistito in un primo tentativo di puntura e
aspirazione dei due focolai ossei, che non ha estratto materiale
purulento, e successivamente da una biopsia, che ha rivelato
trattarsi di un linfoma. La radiografia del torace rivela a questo
punto la presenza di linfonodi ilo-mediastinici, la TC addominale
dimostra la presenza di linfonodi retrocavali e all'ilo renale;
inoltre, a livello di L5, un'area di tessuto molle che si affaccia
nel canale midollare.
Il
messaggio
La
localizzazione ossea di un tumore mima facilmente l'osteomielite. La
seduzione dell'immagine, la facile accettazione della diagnosi più
semplice (e più benigna) può condurre a trascurare
alcune incongruenze cliniche, anamnestiche e di laboratorio che
dovrebbero invece mettere in allarme sin dall'inizio. Di fronte a
alterazioni aspecifiche dell'osso (quali erano quelle presenti nel
nostro caso) la ipotesi di tumore va sempre tenuta in considerazione:
e non si deve pensare necessariamente al tumore osseo, raro in
quest'età. Il linfoma è in sostanza una leucemia; e il
quadro "migrante" osteoarticolare è molto vicino a
quello del pseudoreumatismo leucemico (un errore che oggi non si fa
quasi più, anche per merito dei dati, molto più precisi
di un tempo, forniti dal contaglobuli elettronico, dati che anche in
questo caso avrebbero potuto dare una mano.
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