Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2011 - Volume XIV - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
La
profilassi antibiotica in chirurgia pediatrica e
ostetrico-ginecologica
Istituto
per la Salute Materno Infantile, IRCCS pediatrico “Burlo Garofolo”,
Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: busetti@burlo.trieste.it
Antimicrobial
prophylaxis for paediatrics and obstetrics-gynaecological surgery Key words
Antibiotic
Prophylaxis, Paediatric surgery, Obstetrics and gynaecological
surgery, Guidelines Abstract
Surgical Site Infection (SSI) is one of the most common healthcare
associated infections (HAI). A correct prophylactic
administration of antibiotics to surgical patients is able to
reduce the incidence of SSI, minimising adverse effects. The
selection of the procedures for which prophylaxis is indicated as
well as the appropriate type of antimicrobial agent, timing and
dosage have to be supported by evidence of effectiveness. The
aim of this work is to provide evidence-based procedures for
antimicrobial prophylaxis in a hospital with paediatric,
obstetrics and gynaecological surgery (IRCCS Burlo Garofolo,
Trieste, Italy). The international literature on surgical
prophylaxis and local, national and international guidelines have
been revised, with particular regard to specific paediatric data
and recommendations. |
Parole chiave
Profilassi antibiotica, Chirurgia pediatrica, Chirurgia ostetrica e ginecologica, Linee guida
RIASSUNTO
Le
infezioni del sito chirurgico costituiscono una delle
principali infezioni correlate all'assistenza. Una corretta
profilassi antibiotica può ridurre l'incidenza di infezioni
della ferita, riducendo al minimo gli effetti avversi. La scelta
degli interventi per i quali la profilassi è indicata e la
definizione del tipo di antibiotico, corretto timing di
somministrazione e dosaggio, devono essere supportate da evidenze di
efficacia. Scopo di questo lavoro è quello di fornire un
protocollo operativo, sulla base delle evidenze scientifiche
disponibili, per la corretta profilassi antimicrobica in un ospedale
materno-infantile con specialità di chirurgia pediatrica e
ostetrico-ginecologica (IRCCS pediatrico “Burlo Garofolo”,
Trieste). è stata effettuata una revisione della letteratura
scientifica internazionale sulla profilassi chirurgica e sono state
analizzate le linee guida locali, nazionali e internazionali
sull'argomento, con particolare attenzione ai dati e alle
raccomandazioni riguardanti i pazienti in età pediatrica.
Terminologia
e abbreviazioni
PEG:
Gastrostomia endoscopica percutanea (Percutaneous Endoscopic
Gastrostomy)
GBS:
Streptococco di gruppo B (Group B Streptococcus)
PROM:
Rottura prematura delle membrane (Premature Rupture Of Membrane)
IVG:
Interruzione volontaria di gravidanza
FIVET:
Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer
MIC:
Minima Concentrazione Inibente
|
La
profilassi antibiotica preoperatoria è una misura efficace
nella prevenzione delle infezioni del sito chirurgico, purché
venga attuata con le indicazioni e modalità corrette; in caso
contrario un uso non appropriato può comportare un maggior
rischio per il paziente e contribuire all'aumento della
antibiotico-resistenza. Esistono numerosi lavori sull'argomento e
linee guida d'indirizzo generale; nella pratica clinica tuttavia
possono insorgere delle difficoltà applicative nella scelta
dei farmaci per specifici interventi e nella definizione dei dosaggi
soprattutto nell'ambito della chirurgia pediatrica. Recenti
sorveglianze condotte in contesti internazionali dimostrerebbero che
le indicazioni per una corretta profilassi chirurgica pediatrica sono
spesso disattese.
Scopo
di questo lavoro è tradurre in un protocollo operativo le
indicazioni tratte dalla letteratura, applicandole alla realtà
di un ospedale materno-infantile, per garantire un trattamento
uniforme, basato sulle evidenze scientifiche esistenti, secondo
standard di qualità in un'ottica di accreditamento
all'eccellenza.
Introduzione
Con il
termine profilassi antibiotica si intende la somministrazione di
chemioterapici secondo modalità ben definite, in assenza di
infezione in atto, allo scopo di prevenirne l'insorgenza e la
successiva diffusione. L'uso dell'antibiotico in questo caso non
ha finalità terapeutiche ma solo preventive.
In ambito
ospedaliero una larga percentuale (circa il 30%) degli antibiotici è
utilizzata a scopo profilattico. Il loro uso comporta pur sempre un
rischio legato alla tossicità, all'insorgenza di resistenze
batteriche, sovra infezioni micotiche e colite da Clostridium
difficile.
In
chirurgia una corretta profilassi può ridurre l'incidenza di
infezioni della ferita. è importante però che la scelta
venga effettuata alla luce di una corretta definizione di tre punti
fondamentali: a) quale antibiotico usare; b) quando e come
somministrarlo; c) in quali interventi chirurgici usarlo.
è
necessario quindi che in un ospedale venga elaborato un protocollo
riguardante l'uso degli antibiotici nella profilassi chirurgica, al
fine di razionalizzarne e ottimizzarne l'uso, per prevenire le
infezioni riducendo nel contempo i rischi di effetti collaterali, di
insorgenza di resistenze e riducendo i costi.
Il
presente protocollo è stato elaborato allo scopo di
raggiungere i seguenti obiettivi:
- ridurre l'incidenza delle infezioni della ferita chirurgica
- ridurre il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenze batteriche
- razionalizzare l'uso degli antibiotici in profilassi chirurgica.
Metodologia
del lavoro
Il
protocollo è stato elaborato da un gruppo multidisciplinare
comprendente le diverse figure coinvolte nelle problematiche della
profilassi chirurgica nell'IRCCS pediatrico “Burlo Garofolo” di
Trieste: chirurghi di chirurgia pediatrica generale e specialistica,
chirurghi ostetrico-ginecologici, anestesisti, pediatri, igienisti,
microbiologi, farmacisti e infermieri addetti al controllo delle
infezioni ospedaliere.
La
ricerca bibliografica è stata eseguita utilizzando i motori di
ricerca MEDLINE e Cochrane. Le parole chiave utilizzate sono state le
seguenti: “antibiotic prophylaxis” [MeSH Terms] AND “surgical
procedures, operative” [MeSH Terms]; la stessa ricerca è
stata effettuata per l'ambito pediatrico con le parole chiave
“antibiotic prophylaxis” [MeSH Terms] AND “child” [MeSH
Terms] AND “surgical procedures, operative” [MeSH Terms]. Sono
state inoltre consultate le banche dati di linee guida (LG) nazionali
e internazionali (quali SIGN, NICE, SNLG-ISS, CeVEAS), delle agenzie
governative (CDC, ECDC, CCM) e delle società scientifiche.
Poiché
le principali LG non contengono indicazioni per l'età
pediatrica, per i dosaggi degli antibiotici si è fatto
riferimento ai principali testi di farmacologia pediatrica e in
particolare al BNF for children (edizione 2010-11).
Il
protocollo è stato redatto in modo da soddisfare gli standard
di qualità richiesti dall'ISO 9001 e della Joint Commission
International.
Scelta
dell'antibiotico
Poiché
lo scopo della profilassi chirurgica è quello di prevenire
un'infezione da germi contaminanti la ferita, la scelta deve cadere
su un antibiotico che sia attivo contro i più probabili
microrganismi infettanti presenti nella sede dell'intervento (e non
diretto a eradicare tutti i potenziali patogeni) (Tabella
I).
Tabella
I. Patogeni più frequentemente implicati nelle
infezioni del sito chirurgico
Tipo
di chirurgia |
Principali
agenti etiologici |
Trapianti,
posizionamento di protesi o impianti |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi |
Cardiaca |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi |
Neurochirurgia |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi |
Mammella |
Stafilococco.
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi |
Oftalmica |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi, Streptococchi,
Pseudomonas |
Ortopedica |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi |
Toracica |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi, Gram-negativi |
Vascolare |
Stafilococco
aureo, Stafilococchi coagulasi-negativi, Gram-negativi* |
Esofagea
e gastroduodenale |
Enterobatteri,
Streptococchi, anaerobi orofaringei # |
Biliare |
Gram-negativi,
anaerobi |
Colorettale |
Gram-negativi,
anaerobi |
Appendicectomia |
Gram-negativi,
anaerobi |
Testa
e collo |
Anaerobi
orofaringei, Stafilococco aureo, Streptococchi |
Ostetrica
e ginecologica |
Gram-negativi,
Enterococchi, Streptococchi gruppo B, anaerobi |
Urologica |
Gram-negativi |
*
Chirurgia del terzo inferiore dell'aorta addominale e degli arti
inferiori
#
Solo in caso di acloridria
La scelta
del farmaco quindi deve essere fatta in base allo spettro d'azione,
alla farmacocinetica, ai possibili effetti collaterali e al costo. È
importante scegliere un antibiotico che:
- non rientri tra i farmaci utilizzati in terapia, per ridurre il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenze;
- raggiunga concentrazioni sieriche e tessutali elevate in breve tempo;
- abbia uno spettro d'azione rivolto verso i microrganismi potenziali causa d'infezione, ma non appartenga necessariamente alla categoria dei farmaci “ad ampio spettro”.
Alla luce
di tali considerazioni e in base ai dati della letteratura, per la
maggior parte degli interventi è consigliabile utilizzare un
farmaco come la cefazolina, cefalosporina di prima generazione. Ha
uno spettro d'azione diretto contro molti Gram-positivi
(Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis,
eccetto i meticillino-resistenti; streptococchi beta-emolitici gr. A
e B, pneumococchi) e alcuni Gram-negativi (E. coli,Klebsiella, Proteus mirabilis, Shigella). è
un farmaco con emivita abbastanza lunga (2 ore circa) e basso legame
proteico, quindi la quota di farmaco libero è elevata.
Per
interventi in sedi in cui sia presente una quota importante di
microrganismi anaerobi (ad esempio nella chirurgia colorettale e
ginecologica) sono maggiormente indicati farmaci con uno spettro
d'azione che comprende la maggior parte dei Gram negativi e dei
germi anaerobi, come ad esempio le cefalosporine di seconda
generazione (es. cefoxitina) con spettro d'azione che comprende gli
stessi microrganismi di quelle di prima generazione ma con una
maggiore attività sui Gram-negativi (Acinetobacter,
Citrobacter, Enterobacter, Proteus, Providencia,
Serratia, H. influenzae, non su Pseudomonasaeruginosa) e su alcuni anaerobi (Bacteroides in
particolare). In alternativa, possono essere utilizzati altri
antibiotici quali penicilline ad ampio spettro con attività
sugli anaerobi (piperacillina, ampicillina, ampicillina/sulbactam).
La dose
per profilassi non deve essere inferiore a quella terapeutica, anzi è
preferibile che corrisponda alla più alta dose terapeutica
media, per assicurare tassi ematici e tissutali superiori alle MIC
dei batteri presenti.
A causa
della scarsità degli studi, le raccomandazioni pediatriche
spesso sono state estrapolate dai dati sugli adulti e
dall'equivalenza farmacocinetica. In generale comunque i dosaggi
pediatrici non devono eccedere la dose massima raccomandata per gli
adulti; per bambini di peso superiore ai 50 kg vanno usati dosaggi
per adulti.
In caso
di allergia ai beta-lattamici si possono usare clindamicina (emivita
di 3 ore) negli interventi ginecologici e stomatologici, vancomicina
o teicoplanina (da somministrare in infusione lenta, emivita di 24
ore) negli interventi ortopedici, aminoglicoside (tobramicina: da
somministrare in infusione lenta, emivita di circa 2 ore) più
clindamicina o metronidazolo (emivita di 8 ore) negli interventi sul
colon. In alcuni interventi ginecologici in cui vi è rischio
di endometrite sono consigliati antibiotici con attività su
clamidia e micoplasma, quali tetracicline (es. doxiciclina) o
macrolidi (es. eritromicina, azitromicina).
Somministrazione:
tempi e durata
Dai dati
riportati in letteratura emerge che nella maggior parte degli
interventi è sufficiente una sola somministrazione di
antibiotico (profilassi “extra-short term”). Alcuni autori
utilizzano una profilassi short term (più somministrazioni per
un periodo di 24 ore), anche se diversi studi hanno dimostrato che
non vi sono vantaggi rispetto alla extra-short term.
In ogni
caso la profilassi non va continuata per più di 24 ore perché
ciò non apporta nessun vantaggio, aumentando d'altra parte i
rischi di reazioni avverse e l'insorgere di resistenze.
Limitatamente agli interventi per scoliosi, si ritiene giustificato
proseguire la somministrazione per 48 ore complessive.
è
importante che l'antibiotico utilizzato sia presente in
concentrazioni adeguate a livello della sede di intervento al momento
dell'incisione e per tutta la durata dell'intervento. Per essere
efficace quindi l'antibiotico deve venire somministrato per via
parenterale subito dopo l'inserimento dell'agocannula.
Nel caso
di un intervento che si prolunghi per più di 2 ore se si usano
la cefazolina, cefoxitina o piperacillina (6 ore per clindamicina e
vancomicina), e nel caso di perdite ematiche abbondanti (> 40%
della volemia, corrispondente a circa 1500 ml nell'adulto), va
eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante
l'intervento.
La
somministrazione deve essere fatta per via endovenosa per permettere
al farmaco di raggiungere concentrazioni efficaci in breve tempo.
L'uso
di antibiotici per via locale (lavaggi) non è giustificato dai
dati della letteratura, con l'unica eccezione della profilassi in
chirurgia oculistica.
Tipi
di intervento che necessitano di profilassi
La
profilassi va somministrata solo se strettamente indicata. Il rischio
di infezione della ferita è correlato al tipo di intervento.
Gli
interventi chirurgici sono stati classificati, in base al rischio di
contaminazione endogena, in:
- “puliti” (elettivi, non conseguenti a trauma, su zone non infette e non interessanti gli apparati: respiratorio, gastroenterico o genitourinario)
- “puliti-contaminati” (interessanti gli apparati: respiratorio, gastroenterico o genitourinario)
- “contaminati” (secondari a traumi, ferite aperte, con spandimento gastrointestinale, o su processi infiammatori)
- “sporchi” (presenza di processi infiammatori acuti o purulenti, traumi di vecchia data o visceri perforati)
La
profilassi antibiotica è sicuramente efficace nelle procedure
pulito-contaminate, contaminate e nella chirurgia pulita con impianti
protesici. Negli interventi di tipo “pulito-contaminato” è
sufficiente una singola dose di antibiotico.
La
profilassi non è indicata invece per la gran parte degli
interventi chirurgici puliti, nei quali il rischio di infezione è
basso mentre gli effetti indesiderati legati all'uso
dell'antibiotico (reazioni avverse, superinfezioni micotiche,
insorgenza di antibiotico-resistenze) sono superiori ai vantaggi.
In
sintesi quindi la profilassi è giustificata, sulla base delle
evidenze scientifiche attualmente disponibili, per i seguenti tipi di
intervento: chirurgia cardiotoracica, del tratto gastrointestinale,
testa e collo (eccetto interventi puliti), neurochirurgia, ostetricia
e ginecologia, ortopedia (eccetto interventi puliti senza
posizionamento di protesi), chirurgia urologica e chirurgia
vascolare.
Oltre al
rischio legato all'intervento, la profilassi potrebbe essere
considerata per i pazienti che presentano fattori aggiuntivi di
rischio di infezione (quali ad esempio diabete, immunodepressione,
gravi forme di malnutrizione, ecc.).
Nella
chirurgia cosiddetta “settica” invece (interventi contaminati o
sporchi, ad esempio in caso di fratture complesse o lacerazioni da
morso di animale) l'impiego di antibiotici non ha più uno
scopo profilattico quanto terapeutico; la somministrazione va
proseguita quindi per alcuni giorni (almeno cinque) dall'intervento.
Per gli
interventi eseguiti per via endoscopica, non esistono, al momento
dati della letteratura che avvalorino l'efficacia di una profilassi
antibiotica.
Indicazioni
alla profilassi
Gli
interventi di chirurgia “pulita” non necessitano di profilassi,
salvo in casi particolari, quali pazienti diabetici o
immunocompromessi o interventi con impianto di materiale protesico.
Gli
interventi nei quali va eseguita la profilassi sono definiti nelle
sezioni successive.
In caso
di chirurgia “settica” (ad esempio in caso di ferite traumatiche,
morsicature di animali, perforazioni di visceri), va effettuata una
terapia da proseguire per almeno cinque giorni dopo l'intervento.
Modalità
e tempi di somministrazione dell'antibiotico
L'antibiotico
utilizzato in profilassi è somministrato, per via endovenosa,
dall'anestesista al momento dell'induzione all'anestesia, nei
30 minuti e comunque non oltre i 60 minuti precedenti l'incisione,
fatta eccezione per gli interventi di taglio cesareo, per i quali
l'antibiotico va somministrato dopo il clampaggio del cordone
ombelicale.
Nel caso
di un intervento che si prolunghi per più di 2 ore se si usano
cefazolina, cefoxitina o piperacillina (6 ore per clindamicina e
vancomicina), e nel caso di perdite ematiche abbondanti (> 40%
della volemia, corrispondente a circa 1500 ml nell'adulto), va
eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante
l'intervento.
Dosaggio
I dosaggi
da utilizzare, per pazienti adulti e pediatrici, sono riportati nella
Tabella II.
Tabella
II. Dosaggi degli antibiotici nel neonato, bambino e
nell'adulto
Principio
attivo |
Adulto |
Pediatrico* |
Neonato
# |
Ampicillina/sulbactam |
2
g |
50
mg/kg |
- |
Cefazolina |
2
g |
25-30
mg/kg |
20
mg/kg |
Cefuroxime |
2
g |
30
mg/kg |
- |
Clindamicina |
600
mg |
20
mg/kg |
- |
Piperacillina |
2
g |
100
mg/kg |
75
mg/kg |
Tobramicina |
3
mg/kg
(massimo
150 mg) |
6
- 7 mg/kg |
4
mg/kg |
Metronidazolo
|
0,5
g |
7,5
mg/kg |
- |
Teicoplanina |
400
mg |
10
mg/kg |
8
mg/kg |
Vancomicina |
500
mg |
15
mg/kg |
15
mg/kg |
*I
dosaggi pediatrici vanno rapportati al peso, ma in ogni caso non
devono superare il dosaggio indicato per l'adulto
#Età
<= 1 mese
Chirurgia
pediatrica generale
Gli
interventi chirurgici per i quali non è indicata la profilassi
antibiotica sono:
- interventi di superficie (lesioni cute-sottocute e piani muscolari)
- patologia inguinoscrotale
- ferite traumatiche di lieve entità, non contaminate
- laparoscopia
- endoscopie diagnostiche fatte in sedi diverse da quelle per cui è indicata la profilassi
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la profilassi
antibiotica sono riportati nella Tabella III.
Tabella
III. Interventi chirurgici nei quali è indicata la
profilassi antibiotica5
Interventi |
Antibiotico4 |
Dosaggio
e via di somministrazione2,3 |
|
cefazolina |
25-30
mg/kg ev
20
mg/kg neonato3
(extra-short
term)1 |
|
piperacillina |
100
mg/kg1
75
mg/kg neonato3
(extra-short
term) |
NOTE:
- Se l'intervento si prolunga per più di 2 ore se si usano cefazolina o piperacillina (6 ore per clindamicina) e, nel caso di perdite ematiche abbondanti (>40% della volemia, pari a circa 1500 ml nell'adulto), va eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante l'intervento
- I dosaggi pediatrici vanno rapportati al peso ma, in ogni caso, NON DEVONO SUPERARE IL DOSAGGIO INDICATO PER L'ADULTO
- Nella maggior parte delle patologie che richiedono un intervento d'urgenza nel periodo neonatale è già in atto una terapia antibiotica ad ampio spettro, il che rende superflua una profilassi antibiotica dell'intervento. Nel neonato con più di 1 settimana di vita, nei casi che rientrino tra le indicazioni alla profilassi e qualora non sia già in atto una terapia, vanno seguite le indicazioni sopra riportate ma con i dosaggi per i neonati (cefazolina: 20 mg/kg ev, piperacillina 75 mg/kg ev)
- Nei pazienti allergici ai beta-lattamici, si possono utilizzare: tobramicina (dose: neonato 4 mg/kg, bambino 6-7 mg/kg, adulto 3 mg/kg, dose max 150 mg) in associazione con metronidazolo (dose: bambino 7,5 mg/kg, 5ml/min.) o clindamicina (dose: bambino 20 mg/kg, adulto 600 mg ev, 1 ora prima dell'intervento) per gli interventi di chirurgia colorettale e appendicectomie.
- La somministrazione di antibiotico profilassi al di fuori delle indicazioni riportate può essere indicata per i pazienti con fattori aggiuntivi di rischio di infezione (ad esempio diabete, immunodepressione, gravi forme di malnutrizione, anomalie cardiache, ecc.).
Chirurgia
otorinolaringoiatrica
Gli
interventi chirurgici per i quali non
è indicata la profilassi antibiotica sono:
- interventi sull'oro-faringe: tonsillectomia, adenoidectomia, asportazione di lesioni bocca o naso
- interventi sull'orecchio: ferite
- interventi sui seni paranasali: poliposi
- riduzione fratture
- settoplastica
- patologia del collo non complicata: fistole
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la profilassi
antibiotica sono riportati nella Tabella
IV.
Tabella
IV. Interventi chirurgici in ORL per i quali è
indicata la profilassi antibiotica5
Sede |
Interventi |
Antibiotico4 |
Dosaggio
e via di somministrazione2-3 | ||
capo/collo |
|
cefazolina |
25-30
mg/kg ev
20
mg/kg neonato3
(extra-short
term)1 | ||
collo |
| ||||
orecchio |
|
NOTE:
- Se l'intervento si prolunga per più di 2 ore, se si usa cefazolina (6 ore per clindamicina), e nel caso di perdite ematiche abbondanti (> 40% della volemia, pari a circa 1500 ml nell'adulto), va eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante l'intervento
- I dosaggi pediatrici vanno rapportati al peso, ma in ogni caso NON DEVONO SUPERARE IL DOSAGGIO INDICATO PER L'ADULTO
- Nella maggior parte delle patologie che richiedono un intervento d'urgenza nel periodo neonatale è già in atto una terapia antibiotica ad ampio spettro, il che rende superflua una profilassi antibiotica dell'intervento. Nel neonato con più di 1 settimana di vita, nei casi che rientrino tra le indicazioni alla profilassi, qualora non sia già in atto una terapia, vanno seguite le indicazioni sopra riportate ma con i dosaggi per i neonati (cefazolina: 20 mg/kg ev)
- Nei pazienti allergici ai beta-lattamici, si possono utilizzare: clindamicina (dose: bambino 20 mg/kg, adulto 600 mg ev, 1 ora prima dell'intervento)
- La somministrazione di antibiotico profilassi al di fuori delle indicazioni riportate può essere indicata per i pazienti con fattori aggiuntivi di rischio di infezione (ad esempio diabete, immunodepressione, gravi forme di malnutrizione, anomalie cardiache, ecc.).
Gli
Interventi chirurgici per i quali è indicata la terapia
antibiotica sono quelli in cui è presente una infezione
presunta in atto e in particolare riguardano:
- interventi sull'oro-faringe: ascessi
- interventi sull'orecchio: otite cronica
- interventi sui seni paranasali: sinusiti
Odontostomatologia
e chirurgia maxillo-facciale
Gli
interventi chirurgici per i quali
non è indicata la profilassi antibiotica sono:
- bonifiche del cavo orale
- traumatologia maxillo-facciale in fratture che non palesano soluzioni di continuo con l'esterno o con le cavità paranasali
- interventi di chirurgia minore del cavo orale, quali: neoformazioni cistiche endossee di piccolo diametro, interventi di chirurgia parodontale ecc.
- escissione di neoformazioni della cute
- escissione di cicatrici inestetiche del distretto testa collo (es. plastica in esito di schisi del labbro, difetti dei tessuti molli ecc.)
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la profilassi
antibiotica sono riportati nella Tabella V.
Tabella
V. Interventi chirurgici in odontostomatologia e chirurgia
maxillo-facciale per i quali è indicata la profilassi
antibiotica5
Interventi |
Antibiotico4 |
Dosaggio
e via di somministrazione2-3 |
|
cefazolina |
25-30
mg/kg ev
20
mg/kg neonato3
(extra-short
term)1 |
|
piperacillina |
100
mg/kg ev
per
max 24 ore (short term) |
* Tali
metodiche non sono indicate nei neonati
NOTE:
- Se l'intervento si prolunga per più di 2 ore se si usano cefazolina o piperacillina (6 ore per clindamicina),e nel caso di perdite ematiche abbondanti (>40% della volemia, pari a circa 1500 ml nell'adulto), va eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante l'intervento
- I dosaggi pediatrici vanno rapportati al peso, ma in ogni caso NON DEVONO SUPERARE IL DOSAGGIO INDICATO PER L'ADULTO
- Nella maggior parte delle patologie che richiedono un intervento d'urgenza nel periodo neonatale è già in atto una terapia antibiotica ad ampio spettro, il che rende superflua una profilassi antibiotica dell'intervento. Nel neonato con più di 1 settimana di vita, nei casi che rientrino tra le indicazioni alla profilassi, qualora non sia già in atto una terapia, vanno seguite le indicazioni sopra riportate ma con i dosaggi per i neonati (cefazolina: 20 mg/kg ev)
- Nei pazienti allergici ai beta-lattamici, si possono utilizzare: clindamicina (dose: bambino 20 mg/kg, adulto 600 mg, ev 1 ora prima dell'intervento)
- La somministrazione di antibiotico profilassi al di fuori delle indicazioni riportate può essere indicata per i pazienti con fattori aggiuntivi di rischio di infezione (ad es. diabete, immunodepressione, gravi forme di malnutrizione, anomalie cardiache, ecc.).
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la terapia
antibiotica sono:
- traumatologia maxillo-facciale e/o fratture esposte
- interventi sul cavo orale e distretto maxillo-facciale: in presenza di infezione acuta non drenante
- ferite settiche post trauma
- chirurgia ortognatica delle basi scheletriche
- innesto osseo autologo e/o applicazione di osteo-sintesi metalliche
Chirurgia
ortopedica
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la profilassi
antibiotica e la terapia antibiotica sono riportati nella Tabella
VI e Tabella VII rispettivamente.
Tabella
VI. Interventi chirurgici in ortopedia per i quali è
indicata la profilassi antibiotica5
Interventi |
Antibiotico4 |
Dosaggio
e via di somministrazione2-3 |
|
cefazolina |
25-30
mg/kg ev (max 2 g) dose unica (extra-short term) 1 |
|
cefazolina |
25-30
mg/kg ev 1 in
reparto: 15 mg/kg (max 1 g) ogni 8 ore per 24 ore (short term) |
|
cefuroxime |
30
mg/kg (max 2 g) ev all'induzione; se l'intervento dura più
di 3 ore: 15 mg/kg (max 1 g) ogni 3 ore (intraoperatoria); in
reparto: 15 mg/kg (max 1 g) ogni 6 ore per 48 ore |
|
cefuroxime |
30
mg/kg (max 2 g) ev dose unica (extra-short term) |
Tabella
VII. Interventi chirurgici in ortopedia per i quali è
indicata la terapia antibiotica
Interventi |
Antibiotico4 |
Dosaggio
e via di somministrazione2-3 |
|
ampicillina/
sulbactam
+
tobramicina |
50
mg (ampicillina) /kg ev all'induzione;
dopo
6 ore: 30 mg/kg (intraoperatoria); in
reparto: 100 mg/kg/die in 3 dosi (ogni 8 ore) per 5 giorni
+ 6-7
mg/kg ev all'induzione; in
reparto: 6-7 mg/kg (1 volta al dì) per 5 giorni |
|
cefuroxime
+
metronidazolo |
30
mg/kg (max 2 g) ev all'induzione;
se
l'intervento dura più di 3 ore: 15 mg/kg (1 g) ogni 3 ore
(intraoperatoria); in
reparto: 15 mg/kg (max 1 g) ogni 6 ore per 24 ore (o più
se fratture esposte complesse)
+ 20-40
mg/kg/die (in 3 somministrazioni) per 24 ore (o più se
fratture esposte complesse) |
|
Antibioticoterapia
da
definire caso per caso |
NOTE:
- Se l'intervento si prolunga (più di 2 ore se si usa cefazolina, 3 ore per cefuroxime o 6 ore per clindamicina e vancomicina), e nel caso di perdite ematiche abbondanti (> 40% della volemia, pari a circa 1500 ml nell'adulto), va eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante l'intervento
- I dosaggi pediatrici vanno rapportati al peso, ma in ogni caso NON DEVONO SUPERARE IL DOSAGGIO INDICATO PER L'ADULTO
- Nella maggior parte delle patologie che richiedono un intervento d'urgenza nel periodo neonatale è già in atto una terapia antibiotica ad ampio spettro, il che rende superflua una profilassi antibiotica dell'intervento. Nel neonato con più di 1 settimana di vita, nei casi che rientrino tra le indicazioni alla profilassi, qualora non sia già in atto una terapia, vanno seguite le indicazioni sopra riportate ma con i dosaggi per i neonati (cefazolina: 20 mg/kg ev)
- Nei pazienti allergici ai beta-lattamici, in sostituzione di ampicillina/sulbactam, cefazolina o cefuroxime si possono utilizzare: Clindamicina: dosaggio pediatrico 20 mg/kg (ripetere dopo 6 ore se l'intervento si prolunga; in reparto 30 mg/kg/die in 3 dosi ogni 8 ore); nel paziente adolescente/adulto: 600 mg ev (ripetere dopo 6 ore se l'intervento si prolunga; in reparto 600 mg ev ogni 8 ore).In alternativa vancomicina: dosaggio pediatrico: 15 mg/kg (ripetere dopo 6 ore se l'intervento si prolunga; in reparto 30-40 mg/kg/die in 3 dosi ogni 8 ore); nel paziente adolescente/adulto: 500 mg ev (ripetere dopo 6 ore se l'intervento si prolunga; in reparto 500 mg ogni 8 ore).
- La somministrazione di antibiotico profilassi al di fuori delle indicazioni riportate può essere indicata per i pazienti con fattori aggiuntivi di rischio di infezione (ad esempio diabete, immunodepressione, gravi forme di malnutrizione, anomalie cardiache, ecc.).
Chirurgia
oculistica
Gli
interventi chirurgici per i quali non è indicata la profilassi
antibiotica sono:
- piccoli interventi chirurgici non sporchi: cisti, blefaroptosi, ecc.
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la profilassi
antibiotica sono riportati nella Tabella VIII.
Tabella
VIII. Interventi chirurgici in oculistica per i quali è
indicata la profilassi antibiotica
Interventi |
Antibiotico |
Dosaggio
e via di somministrazione |
|
Ofloxacina
collirio
|
4
somm. ogni 6 ore il giorno precedente
+
2
somm. il giorno dell'intervento |
|
Vancomicina
(20 mg/l)
+
Gentamicina
(8 mg/l) |
nella
soluzione di irrigazione intraoperatoria (locale)* |
*Disinfezione
del sacco congiuntivale con iodio povidone 1% prima dell'intervento;
non utilizzare antibiotici nei giorni successivi (solo cortisonico
localmente)
Gli
interventi chirurgici per i quali è indicata la terapia
antibiotica riguardano le procedure con infezioni in atto.
Chirurgia
ostetrica e ginecologica
Gli
interventi chirurgici per i quali non è indicata la profilassi
antibiotica riguardano le isteroscopie.
Gli
interventi chirurgici per i quali va eseguita una profilassi
antibiotica sono riportati in Tabella IX.
Tabella
IX. Gli interventi chirurgici in ostetricia e ginecologia per
i quali va eseguita la profilassi antibiotica3
Interventi |
Antibiotico2 |
Dosaggio
e via di somministrazione |
|
Piperacillina |
2
g ev
(extra-short
term)1 |
|
Cefazolina |
2
g ev
(al
momento del clampaggio del cordone ombelicale) |
2
g ev | ||
| ||
| ||
|
Azitromicina |
1
g per os
(1
ora prima dell'intervento) dose unica |
FIVET:
Prelievo ovociti |
Piperacillina |
2
g ev |
NOTE:
- Se l'intervento si prolunga per più di 2 ore se si usano cefazolina o piperacillina (6 ore per clindamicina), e nel caso di perdite ematiche abbondanti (>40% della volemia, pari a circa 1500 ml nell'adulto), va eseguita una seconda somministrazione di antibiotico durante l'intervento
- Nei pazienti allergici ai beta-lattamici, si possono utilizzare: clindamicina (600 mg ev)
- La somministrazione di antibiotico profilassi al di fuori delle indicazioni riportate può essere indicata per i pazienti con fattori aggiuntivi di rischio di infezione (ad esempio diabete, immunodepressione, gravi forme di malnutrizione, ecc.)
- Pazienti già in profilassi con ampicillina (per GBS) o ampicillina/sulbactam (per ipertermia > 38 °C o PROM > 18 h) che devono essere sottoposte a taglio cesareo: proseguire la profilassi con lo stesso farmaco in uso (se l'ultima somministrazione è stata effettuata > 2 ore prima del taglio cesareo, effettuare un'ulteriore somministrazione).
Responsabilità
Il medico
chirurgo è responsabile della prescrizione. Il medico
anestesista è responsabile della somministrazione della
profilassi per l'intervento chirurgico (induzione, dopo clampaggio
del cordone ombelicale ecc).
Il
personale infermieristico/ostetrico delle diverse strutture è
responsabile della somministrazione della profilassi ai pazienti
(antibiotici sotto forma di colliri, orali,…) eseguita prima del
loro ingresso in sala operatoria e della somministrazione della
terapia.
Bibliografia
di riferimento
DI
CARATTERE GENERALE
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