Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2011 - Volume XIV - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Aspetti
clinici inusuali e ingannevoli dell’acidosi tubulare renale
distale all’esordio. Utilità della diagnosi molecolare
1Sezione
di Nefrologia pediatrica; 2UO di Genetica
Azienda
Ospedaliera Universitaria Meyer, Firenze
Indirizzo
per corrispondenza: ivana.pela@unifi.it
Unusual
and misleading clinical features of distal renal tubular acidosis
at the onset. The utility of molecular diagnosis
Key
words distal
renal tubular acidosis, Urine, biochemical alterations, genetic
defect Summary
Primary
distal renal tubular acidosis (dRTA) is a genetic disease in
which the α-intercalated cells of the collecting duct are
unable to secrete H+ and to acidify
urine, resulting in hypercloremic metabolic acidosis. Other
biochemical alterations are hypokalemia, hypercalciuria and
hypocitraturia. Clinical features include growth retardation,
hypotonia, vomiting, polyuria and dehydration. Classification of
dRTA is based on genetic defect and three different forms, one
autosomal dominant and two autosomal recessive, can be
recognized. Our Department of Sciences
for Woman and Child’s Health at
Meyer Children’s Hospital in Florence (Italy) started a
programme of clinical and molecular study of dRTA, with genetic
screening of mutations responsible for the disease. Some
particular cases in which clinical presentation and biochemical
parameters at the onset were unusual and made differential
diagnosis difficult, while molecular study was very useful to
define dRTA, are reported. |
Riassunto
L’acidosi
tubulare renale distale (ATRd) è una malattia genetica nella
quale le cellule α-intercalate del tubulo distale sono incapaci
di secernere ioni H+ e di acidificare le urine, causando un quadro di
acidosi metabolica ipercloremica e altre alterazioni metaboliche
quali ipokaliemia, ipercalciuria, ipocitraturia. Clinicamente le
caratteristiche tipiche sono il ritardo di crescita, l’ipotonia
muscolare, il vomito, la poliuria e la disidratazione. La
classificazione dell’ATRd è basata sul difetto genetico
e si distinguono tre forme, una autosomica dominante e due recessive.
Da due
anni presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di
Firenze è stato avviato un programma di studio dell’ATRd
sotto il profilo clinico e molecolare, con la ricerca delle mutazioni
implicate nella patologia. Riportiamo in questo lavoro alcuni casi
particolari da noi osservati, in cui la presentazione clinica
dell’ATRd all’esordio e i parametri laboratoristici
avevano caratteristiche inusuali che hanno reso più
difficoltoso l’iter diagnostico e per i quali l’analisi
delle mutazioni sul DNA si è rivelata veramente utile per la
definizione diagnostica.
Introduzione
L’Acidosi
Tubulare Renale Distale (o ATRd), detta anche “classica”
o Tipo 1, è una malattia appartenente al gruppo delle acidosi
tubulari renali, disordini clinici causati da vari difetti di
trasporto ionico a livello del tubulo renale da cui risulta un
eccessivo accumulo ematico di acidi, responsabile dell’acidosi
metabolica cronica tipica di queste patologie.
Le
acidosi tubulari renali si classificano in:
- Acidosi tubulare renale prossimale (ATRp) o tipo 2
- Acidosi tubulare renale distale (ATRd) o classica o tipo 1
- Acidosi tubulare “combinata” prossimale e distale o tipo 3
- Acidosi tubulare iperkaliemica o tipo 4
La ATR
distale è caratterizzata dall’incapacità delle
cellule α-intercalate del tubulo distale e del dotto collettore
a secernere H+ e ad acidificare le urine al di sotto di un pH di 5,5
in seguito a uno stimolo di acidemia sistemica. Si tratta di una
malattia genetica rara, la cui distribuzione geografica riguarda
soprattutto il bacino del Mediterraneo e il Medio Oriente, in
particolare le zone di endogamia in cui unioni tra consanguinei hanno
favorito il manifestarsi delle forme a ereditarietà autosomica
recessiva. Alla base del malfunzionamento dei trasportatori di
membrana implicati nella genesi dell’ATRd ci sono difetti a
carico di tre geni, la cui identificazione è avvenuta nel
corso dell’ultima decade, permettendo di iniziare, solo in
alcuni centri specializzati, una diagnostica genetico-molecolare
della malattia.
L’ATRd
viene classificata in tre forme, a seconda del gene interessato dalla
mutazione:
- ATRd a ereditarietà autosomica dominante, causata da mutazioni che colpiscono il gene SLC4A1, che codifica per lo scambiatore cloro/bicarbonato Cl-/HCO-3 basolaterale AE1
- ATRd a ereditarietà autosomica recessiva con compromissione dell’udito, causata da mutazioni che colpiscono il gene ATP6V1B1, che codifica per la isoforma della subunità B1 della pompa H+-ATPasi vacuolare
- ATRd a ereditarietà autosomica recessiva senza compromissione dell’udito, causata da mutazioni che colpiscono il gene ATP6V0A4 che codifica per la isoforma della subunità a4 della ATPasi vacuolare
Caratteristiche
comuni di tutte le ATRd sono l’acidosi metabolica la cui
gravità è variabile, ma per lo più importante
per le forme recessive (fino a valori di pH ematico <7),
accompagnata da alterazioni elettrolitiche quali l’ipercloremia
e l’ipokaliemia. Reperti tipici sono anche l’ipercalciuria,
dovuta a un’eccessiva mobilizzazione di fosfato di calcio
dall’osso quale tentativo di compensare l’acidosi
sistemica, e l’ipocitraturia. Questi fattori, insieme
all’elevato pH urinario, favoriscono un’eccessiva
deposizione di Ca2+ a livello del parenchima renale, che causa
nefrocalcinosi, talvolta accompagnata da urolitiasi, condizioni che a
lungo termine possono condurre a insufficienza renale cronica.
Lo
spettro clinico comprende una sintomatologia non specifica con
ritardo di crescita staturo-ponderale, poliuria, anoressia, vomito,
disidratazione, causa di stipsi cronica e talvolta febbre, e ipotonia
muscolare. In assenza di terapia, col tempo si sviluppano nei bambini
alterazioni ossee che possono condurre a rachitismo e osteomalacia.
Infine, in un’elevata percentuale di casi si osserva una
sordità neurosensoriale progressiva e profonda, che nonostante
nelle prime descrizioni fosse ascritta soltanto all’ATRd dovuta
a mutazioni del gene ATP6V1B1, può essere riscontrata
anche nell’ATRd per mutazioni del gene ATP6V0A4. La
sordità neurosensoriale deriva dal fatto che la pompa
H+-ATPasi è espressa anche nell’orecchio interno dove
svolge l’importante funzione di mantenere il pH acido
nell’endolinfa, essenziale per la trasmissione del segnale
acustico, e pertanto le mutazioni che la coinvolgono hanno
conseguenze non solo sulla funzione renale ma anche sulla funzione
uditiva1,2.
Da due
anni a cura della Sezione di Nefrologia Pediatrica e l’UO di
Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di
Firenze è stato avviato un programma di studio dell’ATRd
sotto il profilo clinico e molecolare, volto a definire
l’eterogeneità genetica e la variabilità
fenotipica della malattia. Nel periodo considerato sono stati
studiati 22 soggetti: la maggior parte di essi aveva già un
forte sospetto diagnostico di ATRd basato sulla sintomatologia
clinica e sui reperti di laboratorio per cui in questi bambini
l’analisi molecolare è servita a confermare la diagnosi
di ATRd su base genetica. In tre bambini, invece, la malattia si è
manifestata con aspetti inusuali, per cui la ricerca delle mutazioni
sui geni coinvolti è stata fondamentale per definire la
diagnosi in tali confondenti quadri clinici. Riportiamo in questo
lavoro gli elementi clinici salienti dei tre pazienti con le
problematiche della diagnosi differenziale posta da ciascuno di essi.
Casi
clinici
Caso
1: ATRd o iperossaluria tipo 1?
Una
bambina di 1 anno e mezzo è stata ricoverata presso la nostra
struttura per approfondimenti diagnostici, dopo un iter di vari
ricoveri in altri ospedali che aveva portato alla diagnosi di
iperossaluria tipo 1. La sua sintomatologia era esordita nel primo
mese di vita con vomito, scarso accrescimento, riscontro di acidosi
metabolica ipercloremica, urine costantemente alcaline (pH > 7),
ipercalciuria e nefrocalcinosi. A causa della nefrocalcinosi, era
stata determinata l’ossaluria, che era risultata aumentata, per
cui era stata effettuata la diagnosi di iperossaluria tipo 1 e
iniziata la terapia con bicarbonato di sodio e piridossina, con la
prospettiva tuttavia di una progressione verso l’insufficienza
renale terminale.
Alla
nostra osservazione la bambina si presentava in buone condizioni
generali, con normale sviluppo staturo-ponderale e psicomotorio.
L’acido ossalico nelle urine risultava ripetutamente nei limiti
della norma per l’età, sia in corso di trattamento con
vitamina B6 che dopo la sospensione della terapia per 7 giorni. Gli
elementi anamnestici a disposizione e il buon sviluppo
staturo-ponderale durante la terapia con bicarbonato di sodio, hanno
indirizzato la diagnosi verso una forma di acidosi tubulare;
l’indagine genetica ha mostrato una mutazione sul gene
recessivo ATP6V0A4, confermando definitivamente l’ipotesi
diagnostica.
Mentre è
di comune riscontro, in pazienti affetti da iperossaluria, lo
sviluppo di un’acidosi tubulare distale secondaria al danno
renale dovuto alla deposizione di ossalato nel parenchima renale3,4,
l’associazione tra ATRd e aumentata escrezione urinaria di
ossalato è stata più raramente riportata in
letteratura5-7. I pochi studi fino a oggi effettuati
sull’associazione tra ATRd e iperossaluria non hanno potuto
evidenziare l’esatto meccanismo patogenetico; tra le ipotesi
avanzate la più convincente sembra essere l’assenza di
Oxalobacter formigenes, un batterio che degrada l’ossalato,
nell’intestino della bambina nel periodo in cui è stata
evidenziata l’iperossaluria. Oxalobacter formigenes è un
batterio anaerobio, in relazione simbiotica con l’uomo, che
colonizza l’intestino dei lattanti fra i 9 e i 12 mesi di età
e che regola la degradazione e l’assorbimento intestinale
dell’acido ossalico e quindi la sua escrezione renale8.
In
conclusione, in questa bambina l’analisi molecolare ha permesso
di raggiungere la diagnosi di ATRd, escludendo con certezza
un’alternativa caratterizzata da una superiore morbosità
e mortalità.
Caso
2: ATRd o ipercalcemia idiopatica con nefrocalcinosi?
Due
bambine, entrambe di 5 mesi di vita, sono giunte all’osservazione
con una sintomatologia caratterizzata da poliuria, polidipsia,
acidosi metabolica ipercloremica, lieve insufficienza renale,
ipercalcemia, ipercalciuria e nefrocalcinosi. In particolare in un
caso la calcemia era 14,7 mg/dl e il rapporto calciuria/creatinuria
mg/mg di 0,91; nell’altro caso i valori erano rispettivamente
di 13,2 mg/dl e di 1,2 mg/dl. Tra le ipotesi diagnostiche erano
contemplate l’ipercalcemia idiopatica e l’intossicazione
da vitamina D.
In
realtà, come riportato in letteratura9-12, una
delle cause di ipercalcemia può essere l’ATRd,
probabilmente a causa sia di una liberazione di calcio dall’osso
secondaria all’acidosi, sia di un’incompleta escrezione
del calcio endogeno per la ridotta filtrazione glomerulare legata
alla disidratazione propria dello scompenso metabolico della
malattia. In epoca neonatale questo fenomeno è ancora più
accentuato, a causa della bassa filtrazione glomerulare
caratteristica di tale periodo della vita. In entrambe le bambine le
indagini genetiche hanno evidenziato una mutazione patogenetica
dell’ATRd, in una sul gene ATP6V1B1 e nell’altra
sul gene ATP6V0A4.
Come
ulteriore conferma che non esistevano altre anomalie metaboliche
oltre la diagnosi di ATRd primitiva, la terapia con alcali ha
condotto alla normalizzazione del pH ematico e dell’escrezione
urinaria di calcio.
Caso
3: ATRd o malattia metabolica con iperammoniemia?
Tra i
pazienti giunti alla nostra osservazione, quattro bambini
presentavano elevati livelli di ammoniemia al momento della diagnosi,
con valori di 100, 94, 150 e 128 μg/dl. Nel contesto di un quadro
clinico caratterizzato da deficit di crescita, ipotonia e ritardo
psicomotorio, il riscontro di iperammoniemia può indurre ad
avanzare il sospetto diagnostico di un errore congenito del
metabolismo.
D’altro
canto, oltre a condurre indagini nell’ambito delle malattie del
metabolismo, è opportuno in taluni casi ricercare elementi che
possano orientare verso altre diagnosi possibili. L’acidosi
metabolica ipercloremica in presenza di urine alcaline,
l’ipercalciuria e la nefrocalcinosi che sovente è
possibile mettere in evidenza fin dalle prime settimane di vita,
dovrebbero indirizzare verso l’ATRd. In letteratura sono
infatti stati riportati alcuni casi di pazienti affetti da ATRd con
valori plasmatici elevati di ammonio, che si sono normalizzati dopo
l’inizio della terapia con alcali. In tali pazienti
l’iperammoniemia è probabilmente il risultato di uno
squilibrio tra l’aumentata sintesi di ammonio, in risposta
all’acidosi metabolica, e l’alterazione dell’escrezione
urinaria di ammonio tipica della ATRd13,14. In tutti i
casi osservati la conferma della diagnosi di ATRd è risultata
dalle indagini molecolari, che hanno evidenziato in 2 bambini
mutazioni nel gene ATP6V1B1 e negli altri 2 mutazioni nel gene
ATP6V0A4.
Probabilmente,
l’iperammoniemia di lieve entità all’esordio di
una ATRd è un reperto più frequente di quanto atteso,
per cui occorre includere la diagnosi differenziale di ATRd
ogniqualvolta sia presente tale condizione.
Commento
Di fronte
a un bambino che giunga all’osservazione con una sintomatologia
caratterizzata da ridotto accrescimento staturo-ponderale, dispepsia,
anoressia, vomito frequente, disidratazione, ipotonia muscolare è
opportuno valutare l’equilibrio idroelettrolitico e acido-base.
Nel caso in cui si riscontri acidosi metabolica, sono possibili
diagnosi molto diverse. Fondamentale è il calcolo del gap
anionico plasmatico [Na+ - (Cl- + HCO3- )] (valori normali 12 ±
4 mEq/l), che permette di distinguere le forme con gap invariato o
acidosi ipercloremiche, di origine renale, da quelle con gap
aumentato o acidosi normocloremiche, da cause extrarenali, come ad
esempio le acidurie organiche.
Le
principali cause di acidosi metabolica sono riassunte nella Tabella
I.
Tabella
I. Principali cause di acidosi metabolica. Da voce bibliografica
15, modificata.
ACIDOSI
METABOLICHE IPERCLOREMICHE |
ACIDOSI
METABOLICHE NORMOCLOREMICHE |
Malattie
renali primitive: acidosi tubulari renali (ATR distale, prossimale
e iperkaliemica)
Patologie
renali secondarie: disordini del metabolismo del calcio, sindromi
disprotidemiche, malattie autoimmuni, sindrome nefrosica
Anomalie
del tratto urinario
Post-ipocapnia
Ingestione
di cloruro di ammonio
Perdite
gastrointestinali di bicarbonato: diarrea, fistole pancreatiche
ecc. |
Acidosi
lattica: ipossia, shock, insufficienza epatica acuta
Chetoacidosi:
diabete, digiuno protratto, alcol
Acidurie
organiche: propionica, glutarica, metilmalonica ecc.
Intossicazioni:
salicilati, metanolo, glicole etilenico |
Qualora
venga accertata l’origine renale dell’acidosi metabolica,
occorre individuare il tipo di ATR, sulla base del quadro clinico e
dei dati di laboratorio del paziente. Le caratteristiche all’esordio
di ognuna delle varie forme di ATR sono riportate in Tabella
II.
Tabella
II. Principali sintomi all’esordio dei diversi tipi di
acidosi tubulare renale. Da voce bibliografica 16,
modificata.
TIPO
DI ATR |
EREDITARIETA’ |
CARATTERISTICHE |
Distale
o tipo 1 |
Dominante
o recessiva |
Acidosi
metabolica
Ritardo
di crescita
Vomito/disidratazione
Ipokaliemia
Ipercloremia
Ipercalciuria
Ipocitraturia
Nefrolitiasi/nefrocalcinosi
Rachitismo/osteomalacia
Sordità
neurosensoriale frequente |
Prossimale
o tipo 2 |
Dominante
o recessiva,
sporadica
Talvolta
associata ad altre anomalie e/o disfunzioni del tubulo prossimale |
Acidosi
metabolica
Anomalie
oculari (cheratopatia, cataratta, glaucoma)
Anomalie
dello smalto dentario
Ritardo
di crescita/dello SpM
Ipokaliemia
Iperamminoaciduria
Glicosuria
Ipofosforemia/iperfosfaturia
↑ α1
microglobulina urinaria |
“Combinata”
prossimale e distale o tipo 3 |
Recessiva |
Acidosi
metabolica
Osteopetrosi
Ipokaliemia
Cecità
Sordità
Nefrocalcinosi
precoce |
Iperkaliemica
o tipo 4 |
Dominante
o recessiva |
Acidosi
metabolica
Iperkaliemia
Perdita
di sali
Ipertensione
arteriosa
Iperaldosteronemia
e iperreninemia |
Nell’ATRd
la nefrocalcinosi è quasi sempre presente fin dalle prime
epoche della vita, perciò l’ecografia renale deve essere
eseguita in tutti i soggetti in cui esista il sospetto clinico di
ATRd. Inoltre è importante monitorare il dosaggio della
calciuria, con la modalità più adeguata in base all’età
del soggetto. Nei bambini che non hanno raggiunto il controllo
sfinterico, si calcola il rapporto calciuria/creatininuria,
mmol/mmol, in un singolo campione di urine (il cui valore normale
deve rimanere < 0,80-0,20 a seconda dell’età); negli
altri soggetti si determina la calciuria nelle urine delle 24 ore (il
valore normale è inferiore a 4 mg/kg/die).
In coloro
nei quali la malattia si manifesta in modo incompleto, è utile
effettuare il test di Wrong e Davies: la somministrazione di un
carico di cloruro d’ammonio (100 mg/kg per os) non comporta la
riduzione del pH urinario al di sotto di 5,5 (Tabella
III).
pH |
HCO3- |
pCO2 |
K+ |
Cl- |
Ca2+ |
Citrato |
Gap
Anionico | |
SANGUE |
<
7,35 |
↓ |
↓ |
↓ |
↑ |
invariato | ||
URINA |
>
5,5 |
↑ |
↑ |
↓ |
aumentato |
La
terapia consiste nel somministrare supplementi di alcali sotto forma
di bicarbonato di sodio e citrato di potassio. Il bicarbonato di
sodio normalizza il pH e riduce in tal modo la calciuria; il citrato
di potassio reintegra il K+ ed è anche utile per aumentare la
citraturia e ridurre la tendenza alla precipitazione dei sali di
calcio nelle urine. Nei bambini fino a 4-5 anni si somministrano da 5
a 8 mmol/kg/24 h di citrato o bicarbonato, successivamente sono
sufficienti 3-4 mmol/kg. È importante che la terapia sia
distribuita in non meno di 4 - 5 somministrazioni al giorno.
In
conclusione, i pazienti giunti alla nostra osservazione hanno
mostrato uno spettro clinico all’esordio dell’ATRd
piuttosto omogeneo nella sintomatologia ma variabile in alcuni
parametri biochimici. Tutti i bambini, infatti, hanno manifestato
ritardo di crescita, anoressia, vomito e disidratazione, talvolta
rachitismo, associati a acidosi metabolica ipercloremica,
ipercalciuria e ipocitraturia.
Nei casi
illustrati in dettaglio, all’esordio dell’ATRd sono
emersi particolari dati biochimici, che indirizzavano verso una
diagnosi alternativa. È dunque importante tenere
considerazione, nell’iter diagnostico differenziale, la
possibilità che l’ipercalcemia, l’iperammoniemia e
l’iperossaluria possano far parte del quadro della ATRd
all’esordio. Tuttavia oggi disponiamo di una preziosa risorsa
in più, la possibilità di eseguire la ricerca genetica
delle mutazioni specifiche di questa patologia nei casi di più
difficile interpretazione.
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