Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Ottobre 2010 - Volume XIII - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Il punto su
Polifenoli,
le piccole molecole che allungherebbero la vita
Pediatra
di famiglia, Mogliano Veneto (Treviso)
Indirizzo per corrispondenza: vitalia.murgia@tin.it
Polyphenols, the small molecules that may increase life span Key words
Polyphenols, phytochemical, life span, fruit, vegetables, alimentary integrators Summary
In the last decades epidemiological clinical researches confirmed that diets rich in fruit and vegetables improve the quality of life, reduce the risk of some types of tumours, the incidence of cardiovascular diseases and positively correlate with increased life spans. This is to be attributed to their richness in phytochemicals, which are substances showing high anti-oxidant power. The bioavailability and the biological activity of each phytochemical are connected to the interactions and potentiating effect among the various phytocemiclas present in fruit and vegetables. Therefore, it is not possible to say that purified phytochemicals contained in alimentary integrators are as beneficial for health as those contained in fruit and vegetables. |
|
È
noto da tempo che le diete ricche di frutta e verdura migliorano le
condizioni di salute, riducono il rischio di alcuni tipi di tumore,
l’incidenza delle malattie cardiovascolari e correlano
positivamente con un’aumentata sopravvivenza. Questo viene
attribuito alla loro ricchezza in sostanze antiossidanti e al tipo e
alla qualità dei componenti dei cibi che vengono assorbiti.
Le
sostanze antiossidanti sono preziose per aiutare il nostro organismo
a mantenere condizioni di equilibrio tra il livello di sostanze
ossidanti, che si producono in seguito a processi metabolici di varia
natura, e i sistemi di difesa antiossidanti. Lo “stress
ossidativo” che si determina quando siamo in una condizione di
alterato equilibrio è dovuto a un eccesso di radicali liberi
(vedi Box 1).
V
egetali
e frutta contengono oltre ad acqua, fibre, vitamine, acidi organici
anche delle quantità significative di composti bioattivi che
vengono definiti phytochemical (sostanze chimiche di origine
vegetale). Esistono molte migliaia di phytochemical, che pare
agiscano sinergicamente per esercitare il loro effetto benefico sulla
salute umana1,2.

I
phytochemical hanno una forte attività antiossidante e
antiproliferativa e la maggior parte dell’attività
antiossidante totale è legata non all’azione di una
singola sostanza ma al sinergismo di tutte le varie sostanze che un
alimento contiene.
Sembra
comunque che queste sostanze non agiscano solo grazie al loro potere
antiossidante3, ma esercitino il loro effetto anche a
livello molecolare interagendo direttamente con specifici enzimi e
recettori e modulandone la funzione4.
Esistono
numerose classi di phytochemical tra i quali i terpenoidi estesamente
distribuiti nel regno vegetale con lo scopo di proteggere le piante
dalle stesse specie reattive dell’ossigeno che danneggiano le
cellule umane, di questi i più studiati sono i carotenoidi; i
fitosteroli che pare competano con il colesterolo introdotto con i
cibi impedendone l’assorbimento da parte dell’intestino;
i glucosinolati miscela di più di 130 composti oggetto di
speciale interesse perché alcuni dei loro metaboliti hanno
mostrato una azione chemoprotettiva in modelli animali, attraverso
l’induzione di enzimi detossificanti; i solfuri di allile che
sembrano possedere azione antimutagenica e anticarcerogena; l’acido
lipoico e l’ubiquinone (coenzima Q) importanti antiossidanti;
gli indoli, e molti altri ancora. Tra i phytochemical di maggiore
interesse per le influenze benefiche che esercitano sulla salute
dell’uomo ci sono i polifenoli, i più abbondanti
composti antiossidanti assunti con la dieta. L’assunzione
totale giornaliera può essere più elevata di 1 g/die,
10 volte più elevata di quella della vitamina C e 100 volte
più alta di quella della vitamina E e dei carotenoidi5.
Nella Tabella I sono riportati alcuni dei
phytochemical più studiati.
La fonte
maggiore di polifenoli risultano essere la frutta e le bevande (succo
di frutta, vino, caffè, tè, cioccolata e birra). I
vegetali, legumi e i cereali contribuiscono in quantità minore
(vedi Tabella II).
La
quercetina, il più importante flavonolo, è contenuto in
molti cibi e bevande ed è particolarmente abbondante nelle
cipolle e nel tè. I flavoni sono meno frequenti e si ritrovano
soprattutto nel peperone rosso dolce (luteolina) e nel sedano
(apigenina). I principali flavanoli sono catechine e sono molto
abbondanti nel tè, altre fonti di flavanoli sono la cioccolata
e il vino rosso.
L’apporto
di isoflavoni è garantito solo dalla soia e dai prodotti
derivati. I semi di soia essiccati contengono circa 1 mg di
genisteina e daidzeina per grammo. A queste sostanze è stata
dedicata molta attenzione per la loro dimostrata efficacia nel
determinare un significativo rallentamento dell’osteoporosi e
un aumento della mineralizzazione ossea.
L’effetto
benefico dei polifenoli dipende dalla quantità assunta e dalla
loro biodisponibilità che varia in maniera importante.
In genere
i polifenoli e i loro metaboliti sono eliminati rapidamente dal
plasma per cui è necessario assumerli giornalmente con la
dieta per mantenere concentrazioni plasmatiche adeguate alle
necessità dell’organismo.
Il
metabolismo delle antocianine sembra differire da quello di altri
polifenoli. Infatti, mentre i flavonoidi sono generalmente
rintracciabili nel plasma e nelle urine in forma di metaboliti
solfati o glucoronidati con solo tracce delle forme originali, i soli
metaboliti identificati delle antocianine sono dei glucosidi
immodificati. Le basse dosi di polifenoli che si riscontrano nel
plasma non darebbero ragione della potente azione antiossidante di
questi composti, si ipotizza pertanto che non siano stati ancora
identificati alcuni loro metaboliti responsabili degli effetti e/o
che l’intestino abbia un ruolo importante nel determinarne
l’azione.
N
on
è del tutto noto quale sia il ruolo della flora batterica
intestinale nell’influenzare la biodisponibilità dei
polifenoli, anche se sa che influenza la considerevole variabilità,
da un soggetto all’altro, nella risposta metabolica agli
isoflavoni di soia. Tale variabilità è collegata alla
capacità individuale di conversione della daidzeina in equolo,
cosa che si verifica solo nel 35% della popolazione. L’entità
della trasformazione è legata al tipo di microflora, al tempo
di transito intestinale e al pH, fattori che possono essere
influenzati dalla dieta, dai farmaci assunti, da malattie intestinali
e da interventi chirurgici. Esistono pertanto due distinti gruppi di
persone, “produttori” e “non produttori” di
equolo6, ed è da questa conoscenza che deriva la
possibilità di interpretare correttamente i risultati
controversi di alcuni studi sull’efficacia della soia nel
trattamento o nella prevenzione delle patologie ormono-dipendenti7.
Gli effetti degli isoflavoni di soia a livello fisiologico sembrano
dipendere da altri metaboliti non ancora identificati.

Rimane
controverso l’utilizzo degli isoflavoni nella prevenzione dei
tumori ormoni-dipendenti o come alternativa “naturale”
alla terapia ormonale classica durante la menopausa. Si conosce poco
sui possibili effetti endocrini della daidzeina e genisteina della
soia nell’infanzia. La sicurezza degli isoflavoni, contenuti
nelle formule per lattanti a base di soia, è stata studiata
recentemente in relazione ai possibili effetti ormonali, a una
eventuale riduzione della fertilità e all’incremento
delle disfunzioni sessuali e ne è stato tracciato un profilo
di sicurezza accettabile8.
Come si è
detto i polifenoli hanno una potente azione antiossidante in vitro
essendo in grado di agire da scavenger per molte specie reattive
dell’ossigeno. Viste le forti evidenze sulla associazione tra
danno ossidativo e patogenesi delle più importanti malattie
degenerative, è stato logico attribuire l’azione
benefica dei polifenoli sulla salute al loro potere antiossidante.
Le reali
attività biologiche e le azioni svolte dai polifenoli e dai
loro metaboliti devono essere, però, ancora completamente
chiarite. Si è visto di recente che il resveratrolo, un
piccolo polifenolo rintracciabile nel vino e nella buccia degli acini
d’uva, è in grado di attivare la sirtuina (SIRT1),
enzima appartenente a una famiglia di deacetilasi che sembrano siano
coinvolte nel favorire una migliore sopravvivenza in vari organismi
viventi.
Halliwell9
e altri propongono, addirittura, che gli effetti protettivi di queste
sostanze si verifichino prima dell’assorbimento delle stesse da
parte del tratto gastrointestinale. Questo renderebbe ragione
dell’effetto protettivo dei cibi ricchi in flavonoidi nei
confronti dei tumori gastrici e del colon.
Nel
sangue si ritrovano valori di polifenoli che non superano
1micromol/l, dopo l’ingestione di cibi che ne contengono
abbondanti quantitativi, concentrazioni molto più elevate sono
rilevabili nello stomaco e nel colon. Nell’intestino sono
presenti composti fenolici non assorbiti derivati dalla dieta e
prodotti del metabolismo dei batteri intestinali.
Il
metabolismo microbico ha probabilmente una importanza cruciale dato
che molti polifenoli grazie a questo vengono scissi in composti più
semplici comuni a molti di loro. Per esempio l’isoflavone
daidzeina è convertito in equolo dalla microflora intestinale
nel 30-40% della popolazione e l’equolo in questi soggetti
viene assorbito e si ritrova in circolo. Ci sono forti evidenze che i
soggetti “equolo produttori” beneficiano di più
dell’azione degli isaflavoni di soia, chiaro esempio di come la
microflora possa giocare un ruolo nel trasformare un polifenolo in un
suo metabolita molto più attivo e assorbibile. Anche per le
antocianidine, assorbite in maniera molto limitata nella forma
completa, si ipotizza l’esistenza di un metabolita attivo che
non si è stati ancora in grado di identificare. Alcuni
metaboliti a basso peso molecolare sono stati identificati dopo il
consumo di procianidine del cacao anche se non se ne conosce
l’effetto biologico. Si suppone pertanto che sia i polifenoli
sia i prodotti del loro metabolismo, a opera della flora batterica
intestinale, possano esercitare importanti effetti benefici nel
tratto gastrointestinale.
Ci sono
evidenze che questo metabolismo microbico è rilevante e che le
diete ricche in polifenoli possono influenzare la flora batterica. La
concentrazione di polifenoli nelle feci, è ampiamente
variabile ed è sicuramente influenzata in maniera importante
dalla dieta.
Si
ipotizza anche che i flavonoidi e altri composti fenolici possano
esercitare il loro effetto protettivo nel tratto gastro-intestinale
con una azione in loco di scavenging dei radicali liberi, o di
stimolazione di enzimi che metabolizzano tossine o di enzimi
antiossidanti. Il tratto gastrointestinale è, infatti,
costantemente esposto alle specie reattive dell’ossigeno e
dell’azoto, molte delle quali introdotte con la dieta, altre
prodotte per attivazione dei fagociti nell’intestino. Lo stesso
ferro introdotto con la dieta non viene di solito completamente
assorbito e può rappresentare un fattore pro-ossidante a
livello del colon e del retto.
Si
ipotizza anche che i polifenoli possano interferire con la
biodisponibilità di molte sostanze cancerogene, sostanze
tossiche, alcuni farmaci modificando l’attività di
enzimi coinvolti nel loro metabolismo. Una migliore conoscenza della
biodisponibilità dei vari polifenoli, quali la cinetica,
l’assorbimento, l’accumulo o l’eliminazione, il
metabolismo da parte della flora batterica dovrebbero facilitare la
comprensione dei loro effetti biologici10. Per esempio
sapere se un individuo è equolo o non-equolo produttore
potrebbe permetterci di prevedere una sua diversa risposta agli
isoflavoni di soia.
Sono
necessarie ulteriori ricerche sulla biodisponibilità di queste
sostanze perché si possano meglio comprendere sia il livello
effettivo di correlazioni tra assunzione di polifenoli e risultati
favorevoli sulla salute emersi negli studi epidemiologici sia la loro
effettiva biodisponibilità e attività biologica.
È
ormai confermato che i benefici sull’organismo non sono da
ascrivere al singolo phytochemical, il valore antiossidante dei
phytochemicals contenuti in 100 g di mela è equivalente a
quello di 1500 mg di vitamina C, in altre parole la vitamina C
contenuta nella mela contribuisce solo per lo 0,4% alla sua attività
antiossidante totale. L’assunzione contemporanea di più
frutti determina un sinergismo d’azione importante e fa
aumentare di molte volte la potenza antiossidante rispetto a quella
ottenibile con la stessa quantità del singolo frutto. 200 g di
una macedonia di arancio, mela, uva e mirtilli hanno un potere
antiossidante simile a quella di 1000 mg di mirtilli.
La
biodisponibilità e l’attività biologica del
singolo phytochemical sono legate alle interazioni e all’effetto
potenziante tra i vari phytochemical presenti nel frutto o nel
vegetale.
Non è
così scontato che un phytochemical purificato comporti gli
stessi benefici sulla salute dei phytochemical assunti con i cibi o
con combinazioni di cibi.
I trial
clinici sino a ora realizzati porterebbero a credere che il singolo
composto attivo estratto dal frutto o dal vegetale perda parte della
sua biodisponibilità e/o della sua attività biologica.
Sembra
che i phytochemical assunti singolarmente sotto forma di supplementi
dietetici non abbiano gli stessi effetti preventivi di quando vengono
assunti nella combinazione naturale creata da madre natura e che
supplementazioni con singoli principi attivi isolati e utilizzati a
dosaggi elevati abbiano anche determinato la comparsa di effetti
negativi11.
Per
esempio è stato interrotto di recente, per eventi avversi
inattesi12 un trial che valutava i potenziali effetti del
resveratrolo nel trattamento del mieloma multiplo.
Pertanto
prima di farsi trascinare da esagerati entusiasmi sull’utilizzo,
come integratori della dieta, di singoli phytochemical o combinazioni
di phytochemical è indispensabile quindi tracciarne in maniera
molto prudenziale un preciso profilo di sicurezza.
Compito
del pediatra a questo proposito è di vigilare sugli stili
alimentari dei bambini stimolando il consumo abituale di frutta e
verdura.
Alimenti |
Phytochemical |
Aglio,
cipolla, erba cipollina, porro ecc. |
Solfuri
di allile |
Crocifere
(broccoli, cavolfiore, cavolini di Brussel ecc.) |
Indoli/Glucosinolati |
Solanacee
(patate, pomodori) |
Licopene |
Umbellifere
(carote, sedano, prezzemolo ecc.) |
Carotenoidi,
poliacetileni, Phthalidi |
Asteracee
(cardo mariano) |
Silimarina |
Agrumi
(arancio, limone, pompelmo) |
Monoterpeni
(limonene), Carotenoidi |
Uva,
mirtilli, ciliegie, mele, anguria, melagrana |
Acido
ellagico, Fenoli, Flavonoidi |
Fagioli,
cereali, soia ecc. |
Isoflavoni,
acido fitico, saponine |
Erbe,
spezie (zenzero, menta, timo, origano, finocchio, curcuma, ecc.) |
Gingeroli,
flavonoidi, monoterpeni (limonene) |
Liquirizia,
Tè verde |
Catechine,
polifenoli |
Vino
rosso |
Resveratrolo |
Contenuto
in Polifenoli | |||
Origine
(quantità) |
Per
peso o volume |
Per
porzione | |
mg/kg
peso fresco (o mg/l) |
mg/porzione | ||
Acidi
idroxibenzoici2,6 |
Mora
(100 g) |
80-270 |
8-27 |
Acido
protocatecuico |
Lampone
(100 g) |
60-100 |
6-10 |
Acido
gallico |
Ribes
nero (100 g) |
40-130 |
4-13 |
Acido
idroxibenzoico-p |
Fragola
(200 g) |
20-90 |
4-18 |
Acidi
idroxicinnamici2,5-7 |
Mirtillo
(100 g) |
2000-2200 |
200-220 |
Acido
caffeico |
Kiwi
(100 g) |
600-1000 |
60-100 |
Acido
clorogenico |
Ciliegia
(200 g) |
180-1150 |
36-230 |
Acido
ferulico |
Melanzana
(200 g) |
600-660 |
120-132 |
Acido
sinapico |
Mela
(200 g) |
50-600 |
10-120 |
Pera
(200 g) |
15-600 |
3-120 | |
Carciofo
(100 g) |
450 |
45 | |
Patata
(200 g) |
100-190 |
20-38 | |
Farina
di grano (75 g) |
310 |
23 | |
Farina:
frumento, riso, avena (75 g) |
70-90 |
5-7 | |
Antocianine8-10 |
Melanzana
(200 g) |
7500 |
1500 |
Cianidina
|
Mora
(100 g) |
1000-4000 |
100-400 |
Pelargonidina |
Ribes
nero (100 g) |
1300-4000 |
130-400 |
Peonidina |
Mirtillo
(100 g) |
250-5000 |
25-500 |
Delfinidina |
Uva
nera (200 g) |
300-7500 |
60-1500 |
Malvidina |
Ciliegia
(200 g) |
350-4500 |
70-900 |
Fragola
(200 g) |
150-750 |
30-150 | |
Vino
rosso (100 ml) |
200-350 |
20-35 | |
Cavolo
rosso (200 mg) |
250 |
50 | |
Flavonoli
11-18 |
Cipolla
gialla (100 mg) |
350-1200 |
35-120 |
Miricetina
|
Pomodori
ciliegia (200 g) |
15-200 |
3-40 |
Broccoli
(200 g) |
40-100 |
8-20 | |
Mirtillo
(100 g) |
30-160 |
3-16 | |
Ribes
nero (100 g) |
30-70 |
3-7 | |
Albicocca
(200 g) |
25-50 |
5-10 | |
Mela
(200 g) |
20-40 |
4-8 | |
Fagiolini,
verdi o bianchi (200 g) |
10-50 |
2-10 | |
Uva
nera (200 g) |
15-40 |
3-8 | |
Pomodoro
(200 g) |
2-15 |
0,4-3,0 | |
Vino
rosso (100 ml) |
2-30 |
0,2-3 | |
Flavoni11-12,
14,18 |
Prezzemolo
(5 g) |
240-1850 |
1,2-9,2 |
Flavanoni19-21 |
Succo
d’arancia (200 ml) |
215-685 |
40-140 |
Esperetina |
Succo
di pompelmo (200 ml) |
100-650 |
20-130 |
Naringenina |
Succo
di limone (200 ml) |
50-300 |
10-60 |
Flavanolo
monomerico |
Cioccolato
(50 g) |
460-610 |
23-30 |
Catechina |
Fagioli
(200 g) |
350-550 |
70-110 |
Epicatechina |
Albicocca
(200 g) |
100-250 |
20-50 |
Ciliegia
(200 g) |
50-220 |
10-44 | |
Uva
(200 g) |
30-175 |
6-35 | |
Pesca
(200 g) |
50-140 |
10-28 | |
Mora
(100 g) |
130 |
13 | |
Mela
(200 g) |
20-120 |
4-24 | |
Tè
nero (200 ml) |
60-500 |
12-100 | |
Tè
verde (200 ml) |
100-800 |
20-160 |
Tratta
da: Manach C, Scalbert A, Morand C,
Rémésy C, Jimenez L. Polyphenols: food sources and
bioavailability. Am J Clin Nutr 2004;79:727-47 (modificata).
Durante
i processi metabolici dell’organismo, anche per
l’esposizione a numerose sostanze nocive esogene, processi
infiammatori ecc., si verificano numerosi processi ossidativi non
solo a carico dei principi nutritivi ma anche di vari coenzimi e
di strutture coinvolte nel metabolismo stesso: membrana cellulare,
citoplasma, mitocondrio ecc.
L’organismo
è dotato di meccanismi di difesa “riducenti”
che riparano gli effetti legati alla ossidazione. Con il passare
degli anni i processi riducenti diventano però sempre meno
efficienti e molti processi di ossidazione a carico di varie
strutture non riescono ad andare incontro a processi di
riparazione. Si formano in questo modo i radicali liberi, specie
chimiche ad alta energia che contengono un elettrone spaiato.
Questi
originano da processi di scissione omolitica in cui due atomi
uniti da un legame covalente si separano mantenendo ciascuno
l’elettrone che originariamente contribuiva a formare il
legame. Si generano in questo modo le specie reattive
dell’ossigeno ROS: il radicale ossidrilico (•OH), il
radicale perossidrilico (•OOH), l’anione superossido
(-O2), il perossido di ossigeno (H2O2); e dell’azoto RNS:
l’ossido nitrico NO e il radicale perossinitrico che si
forma per la reazione tra ossido nitrico e radicale superossido.
L
![]() Nell’organismo
esistono potenti sistemi “riducenti” che rimuovono gli
effetti negativi dovuti all’ossidazione e impediscono il
danneggiamento delle strutture dell’organismo. Si tratta di
sistemi complessi di natura enzimatica e non enzimatica che le
cellule utilizzano per difendersi dagli effetti negativi dei
radicali liberi. Alla protezione delle strutture citoplasmatiche
contribuiscono sistemi enzimatici antiossidanti, quali ad esempio
la superossido-desmutasi e la catalasi che intervengono
rispettivamente su ione superossido e acqua ossigenata.
A
livello extracellulare agiscono molte sostanze non enzimatiche di
origine endogena o esogena dette scavenger. Tra le sostanze
esogene ritroviamo alcuni minerali che sono cofattori degli enzimi
appartenenti ai sistemi antiossidanti: Zn, Cu, Mn, Se, di cui è
indispensabile pertanto assicurare un adeguato apporto con la
dieta, alcune vitamine, la vitamina C che è una delle
sostanze con la maggiore azione riducente, la vitamina E che
interviene nella protezione delle lipoproteine LDL dai processi di
lipoperossidazione, i carotenoidi e i polifenoli. Tra questi
ultimi, è in particolare ai flavonoidi che viene attribuita
una forte attività antiossidante ed essi agirebbero con due
meccanismi diversi, neutralizzando direttamente il radicale libero
o formando con esso un composto inattivo (scavenger del radicale)
o potenziando i sistemi di difesa dell’organismo. |
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