Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2011 - Volume XIV - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Fin da Piccoli
Come
lavorare con i genitori per ridurre “fin da piccoli”
l'esposizione alla TV
Per
approfondire: Centro per la Salute del Bambino – ONLUS
>http://www.csbonlus.org/?CONTENT=NEWS&newID=87
Randomized
Controlled Trial of Primary Care Pediatric Parenting Programs,
Mendelsohn
D
a
almeno una decade ci si preoccupa dell'esposizione a tv ed altri
media, in particolare da parte dei bimbi più piccoli. La
preoccupazione riguarda soprattutto i bambini che, a causa di un
livello socioculturale basso dei loro genitori, o per altri motivi,
sono lasciati a sé stessi davanti alla tv.

Uno degli
effetti negativi della presenza pervasiva della tv è quello
della riduzione delle interazioni tra genitori e bambini piccoli.
Buona parte delle associazioni che rappresentano gli operatori che si
occupano dell'infanzia (educatori, psicologi, pediatri ecc.) ha
raccomandato e raccomanda sia di ridurre l'esposizione alla tv sia
di aumentare le interazioni precoci. Questo studio effettuato tra
famiglie di basso livello socioculturale nell'area di New York e
condotto in collaborazione tra psicologi e pediatri, fa parte di una
serie di evidenze prodotte da uno dei tanti progetti che negli Stati
Uniti si propongono di migliorare le competenze genitoriali e
attraverso queste lo sviluppo infantile precoce (Bellevue Project for
Early Language, Literacy and Education Success). Gli autori sono
andati a vedere in che misura due diversi interventi rivolti ai
genitori dei bambini piccoli, il primo basato su una serie di
incontri tra educatori e genitori comprendenti anche la visione di
materiale e di video, il secondo basato solo sull'invio a casa di
materiali educativi, potessero migliorare le interazioni tra i
genitori e i bambini e che impatto avessero sull'esposizione alla
TV.
La
ricerca, dal disegno molto accurato, dimostra che almeno il primo dei
due interventi è in grado di ridurre significativamente
l'esposizione alla TV e che questo effetto è almeno in parte
mediato da migliori e più durature interazioni tra bambini e
genitori.
Conclusioni
Lo studio
porta ulteriori dati sperimentali a sostegno della importanza delle
interazioni precoci e della possibilità che interventi anche
relativamente semplici effettuabili nel contesto dei servizi per le
cure primarie siano in grado di migliorare queste interazioni. Anche
se resta abbastanza curioso per noi che si sia andati a vedere se il
miglioramento della relazione potesse ridurre l'esposizione alla TV
piuttosto che “accontentarsi” dell'effetto sulla relazione in
sé, resta il fatto che una riduzione dell'esposizione alla
TV è di per sé un obiettivo anche perché
probabilmente è vantaggioso intervenire su più punti
del circolo vizioso scarsa interazioneesposizione alla TV.
Per
chi è il messaggio
Nel suo
significato più ampio il messaggio è per tutti coloro
che si preoccupano di quello che accade nei primi anni di vita,
quindi a partire dai genitori fino a toccare le varie categorie
professionali di operatori, fino agli amministratori ed ai politici.
Il
messaggio più diretto dello studio è tuttavia rivolto a
quegli operatori delle cure e dei servizi primari – e qui
includiamo anche i progetti rivolti al supporto alla genitorialità,
non necessariamente a partire dal servizio sanitario – che possono
considerare di arricchire il loro intervento con approcci simili a
quelli utilizzati nello studio in questione. Tenendo conto ovviamente
del fatto che lo studio ha dimostrato che il materiale educativo
accompagnato da un'interazione diretta funziona, mentre il
materiale educativo semplicemente fatto pervenire alle famiglie non
funziona.
GT
Clicca qui sotto per un ampio sunto dell'articolo di Mendelsohn e coll.
http://www.csbonlus.org/inc/ALLEGATI/Clicca_qui_Mendelsohn_et_al.pdf
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