Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2009 - Volume XII - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Fin da Piccoli
Controllo della depressione post-partum con operatori non professionali
Per
approfondire: Centro per la Salute del Bambino – ONLUS
http://www.csbonlus.org/?CONTENT=NEWS&newID=87

Una
ricerca condotta in Pakistan e pubblicata da A. Rahman, A. Malik, S.
Sikander et al. (Cognitive behaviour therapy-based intervention by
community health workers for mothers with depression and their
infants in rural Pakistan. A cluster randomized controlled trial. The
Lancet 2008;372:902-9) cerca di capire se un intervento molto
semplice e praticato da operatori non professionali formati con un
breve training, e quindi particolarmente economico, può avere
effetti benefici, nella depressione postpartum. La ricerca fa un
confronto fra un gruppo di madri depresse alle quali è stato
fatto l’intervento e un gruppo di madri di controllo alle quali
l’intervento non è stato fatto. Nei 2 gruppi studiati i
segni di depressione maggiore erano ovviamente presenti nel 100%
all’inizio della ricerca; a 6 e 12 mesi erano rimasti nei due
gruppi nelle percentuali indicate nella tabella.
Erano
rimaste cioè in misura molto maggiore nel gruppo di controllo
rispetto a quello dell’intervento. Il risultato è simile
se non superiore a quello ottenuto con i farmaci (Am J Psichiatry
2006;163:28). Per quanto riguarda i figli, quelli delle donne del
gruppo intervento erano meglio nutriti, avevano avuto meno episodi di
diarrea, completavano di più il ciclo vaccinale, le loro madri
usavano significativamente di più i contraccettivi, e
giocavano di più con i loro bambini.
Conclusioni
Con l’uso
di strumenti molto semplici si può intervenire efficacemente
nella depressione postpartum. C’è però una
lezione più generale che si può trarre: la possibilità
di utilizzare personale non professionale e formato sul campo per
interventi di promozione della salute. Di questa possibilità
ci sono in letteratura oramai numerosi contributi (Si veda una
rassegna in Ciotti F. Quaderni ACP 2001;8:56) relativi a programmi di
sostegno domiciliare delle famiglie a rischio sociale che hanno una
dimostrata efficacia sull’interazione madre-bambino e sulle
competenze genitoriali. Quello che è importante sottolineare è
che l’effetto protettivo non presenta differenze tra i
programmi che utilizzano personale professionale ( assistenti
domiciliari di tipo sanitario o sociale) o personale volontario
formato da un breve corso come quello utilizzato nell’articolo
pakistano. Uno degli ultimi contributi viene dall’Italia
(Medico e bambino 2005;24:589) e dimostra come interventi semplici di
supporto psicosociale, fatti con visite domiciliari di madri
“esperte” e cioè brevemente formate, aumentano
rispetto a un gruppo di controllo le pratiche salutari: madre e padre
effettuano un numero maggiore di controlli dal pediatra, non fumano
in presenza del figlio che viene messo a dormire a pancia in su,
aumenta la durata dell’ allattamento al seno e la lettura di
libri ad altavoce, i genitori partecipano ad attività di
sostegno alla genitorialità e hanno maggiori occasioni di
socializzazione La depressione postpartum si riduce al 6° e 12°
mese in misura maggiore nel campione seguito dalle madri esperte
rispetto al controllo.
Per
chi è il messaggio
Il
messaggio è quindi molto chiaro per gli assessori alla sanità
o ai servizi sociali delle nostre regioni e per le direzioni
strategiche delle Aziende sanitarie: i quali,invece, tendono invece a
ridurre o eliminare gli interventi di sostegno alle famiglia
attraverso le visite domiciliari.
GCB
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qui sotto per un ampio sunto dell’articolo di A. Rahman e coll.
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