Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2002 - Volume V - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Editoriali sui contributi originali
Commenti
sull' ADHD
Ho letto
con interesse l'articolo di Corbo e Coll., che affronta un argomento
particolarmente sentito, soprattutto nel momento in cui la
sensibilizzazione esiste ma ancora non vi è, nel nostro paese,
la disponibilità concreta di farmaci di provata efficacia.
Anche tenendo conto del fatto che per l'ADHD la terapia farmacologica
non è l'unica e spesso, da sola, non è risolutiva,
definirei la situazione attuale "imbarazzante". Il lavoro
dimostra che è possibile una collaborazione tra pediatra di
base, scuola e neuropsichiatra infantile secondo criteri
"standardizzati" ed anticipa pertanto i criteri
recentemente fatti propri dalla "linee-guida per la diagnosi e
la terapia farmacologica del Disturbo da Deficit Attentivo con
Iperattività (ADHD) in età evolutiva" a cura della
Sinpia (consultabili al sito www.erreddi.it/adhd/ultimissime.htm). Lo
studio dimostra pure come affrontare il problema dell'iperattività
ponendosi l'obiettivo di verificare innanzitutto la presenza di un
ADHD non significa affatto trascurare le altre ipotesi diagnostiche o
peggio "etichettare" il bambino. Un approccio di questo
genere contribuisce anzi a mio avviso a sgombrare il campo da
malintesi e, talvolta, da ipotesi "fantasiose" di genitori,
insegnanti o altri operatori.
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