Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2010 - Volume XIII - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Vomito
da malrotazione intestinale a esordio tardivo
Dipartimento
di Pediatria e di Chirurgia Pediatrica, Università di Firenze,
Ospedale Meyer, Firenze
Indirizzo
per corrispondenza: paolo.lionetti@unifi.it
Vomiting due to intestinal malrotation
Keywords
Intestinal
malrotation, vomiting, chromosomal disorder, older children
Summary
Intestinal
malrotation is a rare congenital alteration of the embryonal
development of the bowel that tipically presents in the first
year of life. The authors introduce the case of a 5 years old
child affected by a chromosomal disorder (partial trisomy 4q and
partial monosomy 7p in balanced maternal traslocation) with a two
months history of recurrent gastric vomiting and abdominal
distension without pain or alterations in blood tests. The
patient underwent abdominal radiography, ecography and upper
gastrointestinal barium examination that showed multiple
air-fluid levels, marked distension of stomach, duodenum and
first tract of jejunum and a Treitz in abnormal position.
Intestinal malrotation was confirmed by surgery and intestinal
derotation and duodenoplastic were performed. Intestinal
malrotation should be considered as a differential possibility in
the diagnosis of abdominal disorders in older children and
adults. |
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Riportiamo
il caso di un bambino di 5 anni che è giunto alla nostra
osservazione per la comparsa nei due mesi precedenti di vomito
ricorrente a contenuto gastrico che si presentava a crisi (da 1 a 10
episodi/die), mai biliare, non associato ai pasti, anche notturno e
non accompagnato da dolore addominale, da nausea o da alterazioni
dell’alvo (riferita tuttavia stipsi cronica, insorta dallo
svezzamento). Il paziente è affetto da una cromosomopatia
complessa (trisomia parziale 4q e monosomia parziale 7p da
traslocazione materna bilanciata) associata a ritardo neuromotorio e
dismorfismi facciali. Dall’anamnesi patologica remota è
emerso intervento chirurgico su testicolo criptorchide all’età
di 2 anni e pregresse crisi epilettiche parziali dall’età
di 4 mesi fino ai 2 anni per cui il piccolo paziente ha eseguito
terapia, sospesa da circa tre anni. Non riferiti pregressi episodi di
vomito.
Per il
persistere della sintomatologia, soltanto lievemente attenuata dalla
terapia effettuata a domicilio con Domperidone, il bambino è
stato inizialmente condotto al Pronto soccorso. Ad una prima
osservazione il paziente si presentava apiretico, in discrete
condizioni generali e buon accrescimento staturo-ponderale,
nonostante i genitori avessero riferito un calo ponderale di circa
tre chili dalla comparsa del vomito. All’esame obiettivo si
evidenziava la presenza di un’ernia ombelicale riducibile e
distensione addominale, addome non dolente né dolorabile alla
palpazione, intenso meteorismo e peristalsi vivace. Gli esami
ematochimici effettuati risultavano nella norma. L’esame
ecografico dell’addome non mostrava alterazioni. E’ stata
prescritta per la stipsi una soluzione a base di Macrogol, che il
bambino ha assunto a domicilio con miglioramento dell’alvo.
Per
riacutizzazione degli episodi di vomito il paziente è stato
nuovamente condotto al Pronto soccorso, dove sono stati eseguiti
esami ematici che sono risultati sempre nella norma. L’obiettività
clinica risultava assimilabile a quella precedentemente riscontrata,
con marcata distensione addominale e rilievo di anse palpabili. Il
radiogramma diretto dell’addome eseguita in regime di ricovero
ha mostrato dilatazione dello stomaco e di alcune anse intestinali,
presenza di livelli idroaerei e di residui fecali, prevalentemente a
livello colico. All’Ecografia dell’addome si
evidenziavano anse intestinali distese da contenuto ipoecogeno e
gastrectasia con stomaco ripieno di ingesti, senza evidenza di falde
fluide. Dati questi reperti, è stata effettuato uno studio
radiologico dell’intestino tenue con mezzo di contrasto che ha
mostrato disposizione trasversale dello stomaco, regolare
disposizione del duodeno, che si presentava tuttavia notevolmente e
persistentemente dilatato, Treitz collocato a sinistra dei corpi
vertebrali ma più in basso rispetto al bulbo duodenale, anse
del tenue prossimale persistentemente dilatate e disposte
centralmente. Le anse del restante tenue prossimale presentavano
invece calibro regolare, ma risultavano disposte a destra, dunque in
sede insolita (Figura 1). Quanto evidenziato poneva sospetto per
anomalia di rotazione intestinale atipica. L’RX clisma opaco ha
messo in evidenza colon di dimensioni e posizione regolari. E’
stata decisa l’esecuzione di intervento chirurgico. Al tavolo
operatorio è stato confermato il sospetto di malrotazione
intestinale. Sono state infatti reperite numerose briglie di Ladd,
considerevole brevità della radice del mesentere e
collocazione di duodeno e anse del tenue prossimale (compreso il
passaggio duodeno-digiunale) nei quadranti di destra dell’addome.
La non concordanza dei reperti intraoperatori con le immagini
dell’esame radiologico è verosimilmente dovuta alla
dislocazione a sinistra del passaggio duodeno-digiunale durante
l’indagine diagnostica, secondaria all’estrema
dilatazione delle anse, allo sfiancamento di parete delle stesse e
alla necessità di utilizzare considerevoli quantità di
mezzo di contrasto.Il paziente è stato quindi sottoposto a
intervento di derotazione intestinale laparotomica. Date le
dimensioni del duodeno si è proceduto a rimodellamento del
megaduodeno tramite tapering antimesenterico. E’ stata
effettuata inoltre la riparazione dell’ernia ombelicale,
attraverso l’accesso laparotomico.
Il
decorso post-operatorio è risultato regolare. Le condizioni
del bambino sono progressivamente migliorate, con scomparsa degli
episodi di vomito. Alla visita di controllo il paziente si è
presentato in pieno benessere clinico.
Per
malrotazione intestinale si intende un’alterazione congenita
della rotazione dell’intestino all’interno della cavità
peritoneale durante l’embriogenesi, che può comprendere
la non-rotazione, la rotazione incompleta (riscontrata in più
del 90% dei casi) fino alla rotazione inversa. Questa spesso si
accompagna a difetti di fissazione mesenteriale, che incrementano il
rischio di episodi di volvolo e intussuscezione.
L’incidenza
della malrotazione ad ogni età è stimata attorno allo
0,2%, con una lieve prevalenza nel sesso maschile, sebbene la
malattia presenti un’evidenza clinica soltanto nello 0,02%. La
malattia sintomatica si riscontra generalmente nei neonati e nei
bambini piccoli, al punto che più del 90% dei casi vengono
diagnosticati entro il primo anno di vita.1 Nei bambini di età
più avanzata e negli adulti la malrotazione intestinale può
rimanere del tutto asintomatica o presentarsi con sintomatologia
aspecifica a carattere intermittente, tanto che l’incidenza
globale di questa alterazione è di difficile determinazione2.
Il quadro
clinico tipico della malrotazione intestinale è costituito da
comparsa di vomito, di colore giallo-verdastro e di distensione
addominale, sintomatologia temporaneamente controllabile tramite
aspirazione con sondino naso-gastrico. Il dolore e l’irritabilità
non sono sintomi frequenti nel neonato, mentre predominano nel
bambino di età maggiore3. Si possono osservare
inoltre alterazioni dell’alvo (stipsi o diarrea), e riduzione o
scarso aumento del peso corporeo. Nei casi a decorso cronico il
rischio è che possa essere attribuita al paziente una diagnosi
di patologia su base funzionale (Sindrome del vomito ciclico, dolori
addominali ricorrenti) o psicogena.
La
particolarità del caso da noi descritto è costituita
proprio dall’esordio tardivo di una sintomatologia di tipo
acuto in un paziente senza alcun tipo di precedente. In letteratura
infatti, i pochi casi riportati di estrinsecazione clinica della
patologia in età tardiva sono comunque caratterizzati da una
sintomatologia a carattere cronico-recidivante che precede l’episodio
acuto di almeno qualche anno4,5.
Inoltre,
la presenza nel nostro paziente di una sindrome genetica potrebbe
risultare in associazione con difetti di maturazione embrionale del
tratto digerente, attualmente non riportata in letteratura.
La
diagnosi di malrotazione intestinale, già difficile su base
clinica, non è coadiuvata da alterazioni ematochimiche
specifiche, tutt’al più compatibili con un quadro di
occlusione intestinale.
Il primo
passo per porre diagnosi consiste nell’esecuzione di RX diretta
addome, in proiezione anteroposteriore, sia in posizione supina che
in ortostatismo. Occorre ricordare tuttavia che questo esame
raramente permette di porre diagnosi di malrotazione, ma consente di
escludere altre eziologie ed indirizza all’approfondimento
diagnostico. La metodica di scelta nel sospetto di malrotazione
intestinale è rappresentata dallo studio radiologico del
tratto digerente con pasto baritato. I reperti più
caratteristici in caso di malrotazione delle anse intestinali
prossimali sono rappresentati da: anomala posizione della giunzione
duodeno-digiunale (GDD) (normalmente localizzata a sinistra dei corpi
vertebrali e all’altezza del margine inferiore del bulbo
duodenale), decorso a spirale, a ''cavatappi'' o a Z del duodeno
distale e del digiuno prossimale, e posizionamento a destra del
digiuno prossimale6,7. Tuttavia esistono varianti
anatomiche (come il duodeno inverso o quello mobile) o altre
situazioni patologiche in cui la giunzione duodeno-digiunale è
localizzata più medialmente e inferiormente, come ad esempio
nella splenomegalia, nella sovradistensione gastrica, nell’ostruzione
del piccolo intestino7,8. Da considerare che nel bambino
di età inferiore ai 4 anni la fisiologica lassità dei
legamenti peritoneali spesso comporta una certa variabilità
nella posizione della GDD9. Le condizioni sopra menzionate
rendono conto della quota di falsi positivi riscontrati all’RX
con contrasto che si attesta attorno al 15%, contro il 3-6% di falsi
negativi7.
Il
ricorso all’ecografia permette di implementare il sospetto di
malrotazione quando sia presente un reperto caratteristico quale
l’inversione della posizione reciproca tra vena e arteria
mesenterica superiori. La sensibilità e la specificità
dell’esame ecografico riportate da una serie di studi sono
rispettivamente del 67-100% e del 75-83%.
L’unica
opzione terapeutica è rappresentata dalla chirurgia, da
effettuarsi sia nel paziente pediatrico sintomatico sia in quello
asintomatico a scopo profilattico laddove il basso rischio operatorio
lo permetta. Al contrario, la bassa incidenza di volvolo del medio
intestino nell’adulto non sembra giustificare l’intervento
chirurgico nel paziente asintomatico10. Per quanto
concerne la tecnica operatoria infine, è al giorno d’oggi
dimostrata l’efficacia dell’approccio laparoscopico nei
casi di malrotazione intestinale non complicata, in grado oltretutto
di determinare un minor discomfort del paziente rispetto
all’intervento laparotomico. Rimane invece ancora aperto il
dibattito su quale sia la migliore strategia terapeutica da adottare
in presenza di malrotazione intestinale complicata11,12.


Figura
1. Immagine di studio radiologico del
tratto digerente con pasto baritato in cui è possibile
apprezzare la notevole distensione del duodeno e delle anse
prossimali dell’intestino tenue. L’angolo
duodeno-digiunale di Treitz (freccia) è collocato a sinistra
dei corpi vertebrali ma più in basso rispetto al bulbo
duodenale.
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