Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2001 - Volume IV - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Vasculite
da immunocomplessi in sindrome mononucleosica trattata con
amoxicillina
Divisione
di Pediatria e Neonatologia - Ospedale Martini, DMI - ASL 2 - Torino.
Introduzione
Una
vasculite può essere espressione di numerose patologie
pediatriche. In alcune rappresenta il fenomeno principale, in altre è
soltanto la manifestazione di una malattia diffusa del connettivo.
La più
frequente forma di vasculite sistemica del bambino è
rappresentata dalla porpora di Schonlein-Henoch che fa parte delle
vasculiti leucocitoclastiche e interessa i piccoli vasi della cute.
Sovente questo gruppo di vasculiti riconosce come agente scatenante
un farmaco o un processo infettivo.
Il
caso
Marco
giunge alla nostra osservazione all'età di 1 anno per febbre
persistente, astenia e comparsa di lesioni cutanee agli arti
inferiori. All'anamnesi fisiologica e patologica remota non emergono
dati di rilievo. L'anamnesi patologica prossima evidenzia febbre da 6
giorni e iperemia faringea trattate con Amoxicillina + Acido
Clavulanico e Paracetamolo.
All'esame
obiettivo si rilevano presenza di essudato tonsillare, importante
linfoadenomegalia sottoangolomandibolare e modesta
epatosplenomegalia; agli arti superiori, inferiori ed al padiglione
auricolare sinistro si evidenziano lesioni purpuriche di varie
dimensioni (figura 1).
![]() Fig
1 |
Durante
la degenza la febbre persiste per 5 giorni, nonostante la terapia
antipiretica e antiinfiammatoria. Alcune lesioni agli arti inferiori
appaiono bollose, con aree di epidermolisi e tendenza a confluire;
nei giorni seguenti assumono aspetto crostoso ed essudante ( figura 2
).
![]() FIG
2 |
La
terapia effettuata è topica (Rifamicina e Iodopovidone).
Alla
dimissione il quadro clinico appare migliorato: il bimbo è
sfebbrato da una settimana, il reperto faringo-tonsillare si è
normalizzato con riduzione della linfoadenopatia satellite e le
lesioni cutanee sono in via di regressione (figura 3 ).
![]() Fig
3 |
Al
controllo clinico effettuato dopo una settimana permane ipercromia
cutanea nelle sedi maggiormente interessate dal processo
bolloso-emorragico.
A
distanza di circa un anno dall'episodio acuto il bambino è in
ottime condizioni generali , non ha più presentato fenomeni
vasculitici e/o altri segni clinici imputabili a malattie autoimmuni.
Al
momento del ricovero l'ipotesi diagnostica è di una vasculite,
tipo porpora di Schonlein-Henoch, con importante interessamento
cutaneo, ma senza compromissione renale (esame urine nella norma) e/o
intestinale (ricerca sangue occulto fecale negativa).
I primi
esami ematologici eseguiti escludono un problema emocoagulativo ed
evidenziano un aumento degli indici di flogosi (VES, PCR, D-dimero )
e degli enzimi epatici. Si riscontra inoltre una monocitosi relativa
(15%) e una positività delle IgM anti-EBV (VCA) che, unite al
quadro di faringotonsillite con adenopatia satellite ed
epatosplenomegalia orientano per un rash cutaneo causato da
assunzione di amoxicillina in corso di mononucleosi infettiva (MNI).
La
successiva evoluzione delle lesioni cutanee in forma
necrotico-emorragica, associata alla persistenza dello stato febbrile
e alla positività degli immunocomplessi circolanti (ICC),
induce il sospetto di una panarterite nodosa. Gli esami di
laboratorio ( FAN, ANCA, esame urine, ricerca sangue occulto fecale )
e radiologici ( ecografia renale, radiografia del torace) eseguiti
per escludere tale patologia risultano negativi. Migliorato il quadro
clinico generale e ottenuta una buona risposta al trattamento topico,
pur in assenza di biopsia cutanea delle lesioni, ci pare possibile
escludere tale ipotesi diagnostica.
Il
sospetto di MNI viene eliminato sulla base della successiva
negatività degli anticorpi anti - EBV ( IgG e IgM ).
L'evoluzione
favorevole nel tempo del quadro clinico e l'esclusione delle due
suddette ipotesi diagnostiche ci permettono di concludere che il
nostro paziente ha presentato una vasculite da immunocomplessi
farmacoindotta.
Il
contributo
Il nostro
caso è indicativo di quanto eterogeneo e complesso possa
essere il quadro clinico di una vasculite. Una corretta diagnosi,
benchè appaia talora difficile e non immediata, è
tuttavia fondamentale per la prognosi e la scelta del trattamento
farmacologico: dall'assenza di terapia nella porpora di
Schonlein-Henoch non complicata agli immunosoppressori nella
panarterite nodosa.
Nel
nostro paziente l'ipotesi di una vasculite da ipersensibilità
farmaco-indotta appare suffragata dall'evoluzione clinica e
dall'assenza di ricaduta a distanza.
Il quadro
di laboratorio (VES, PCR, Di-Dimero) e clinico (lesioni
vescico-bollose-necrotiche, con iperpigmentazione successiva) è
diverso o alquanto più importante rispetto a quella della
porpora di Schoennlein-Henoch (che colpisce di regola la venula
post-capillare e che non da luogo a modificazioni della fibrinigenesi
e fibrinolisi come quelle denunciate dall'aumento del Di-Dimero). La
storia (somministraziuone di amoxicillina) e la presenza di ICC
suggeriscono che si sia trattato di una reazione immuno-mediata al
farmaco, simile una più grave rispetto a quella che si osserva
nelle infezioni da EBV quando venga trattata con beta-lattamici.
L'evoluzione clinica "in un sol colpo" ("one shot
disease") ne conferma l'interpretazione e si pone contro il
sospetto, inizialmente annunziato, di una panarterite nodosa.
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