Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2000 - Volume III - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Broncopolmonite
con complicanze suppurative come esordio di CGD
UO di
pediatria Ospedale Fatebenefratelli, Benevento
Summary
Descrizione
di un caso di polmonite, esordito a seguito di una gengivostomatite
febbrile, curata con antibiotici e corticoteroidi ed evoluto in
ascesso polmonare con ilo-adenite suppurativa da Candida.
L'identificazione del patogeno e il riscontro di un NBT test positivo
hanno consentito di risolvere l'acuzie con una terapia mirata
(Amfotericina B e Flucitosina), e di intraprendere una profilassi con
trimetoprim-sulfamide e gamma-interferone.
Il
caso
E.
Maurizio, 16 mesi secondogenito da genitori non consanguinei.
Esordio
della malattia con febbre elevata e stomatite. Trattamento dapprima
con antibiotici (Ceftriaxone), antifungini (Miconaziolo) e
corticosteroidi (betametasone), poi con Acyclovir x 3gg. Ricovero
dopo 12 giorni per la persistenza della febbre.
Il
piccolo sta male, è pallido, sofferente, distrofico polipnoico
(FR 65/m') con un reperto di riduzione del murmure alla base dx.
RX:
addensamento antro-basale dx. Ha una anemia consistente (Hb 7,2), una
iperleucosictosi neutrofila (WBC 62.OOO GB, N 75% ); una piastrinosi
(Pl 770.00O); VES 78, PCR 32 mg/dl; Fe 8 mcg/dl.
Terapia
con Teicoplanina+netilmicina. Resta sempre febbrile; l'anemia si
aggrava e richiede emotrasfusione; dopo 8 gg. si decide di cambiare
trattamento (Ceftriaxone+Eritromicina+ Prednisone). Sfebbramento.
La TAC
mostra un consolidamento interessante il lobo medio e inferiore dx,
con aree di colliquazione, impegno dei linfonodi ilari, voluminoso,
confluente e disomogeneo per la presenza di aree necrotiche.
Il
piccolo viene trasferito presso un Centro di Chirurgia pediatrica,
dove la febbre riprende, elevata; trattamento dapprima con
Teicoplanina, Ceftriaxone, Amikacina, poi con Penicillina G,
Vancomicina, CAF. Ripetuti tentativi di isolamento batterico e
ricerca di antigeni e anticorpi contro Stafilococco, Candida,Aspergillus fumigatus, BK, restano negativi.
Vengono
infine effettuate una broncoscopia e una biopsia polmonare con
cultura positiva per C. Albicans. Trattamento con Amfotericina
B, Flucitosina, Rifampicina. Sfebbramento per lisi.
Il test
del Nitroblutetrazolio, il test di chemioluminescenza e l'esame del
citocromo b 254 evidenziano un "notevole deficit funzionale dei
granulociti neutrofili con assenza di risposta a tutti gli stimoli
utilizzati e permettono di formulare la diagnosi di Malattia
Granulomatosa Cronica (CGD).

Il
problema
Il
difetto funzionale dei neutrofili spiega l'evoluzione devastante
della broncopolmonite. La sua eziologia rappresenta di per sé
un problema interessante: l'esordio può esser stato
espressione di una prima infezione erpetica con caratteristiche
sistemiche e anemizzazione e con sovrainfezione (forse) batterica e,
almeno alla fine, sicuramente fungina, indotta quest'ultima dal
trattamento antibiotico e steroideo. La cavitazione dell'infiltrato e
il rammollimento linfonodale rappresntano eventi tipici della CGD. Il
problema terapeutico è complesso. Curata l 'acuzie con il
trattamento antifungino, si pone la questione del ruolo possibile
della chirurgia e della prevenzione delle ricadute.
La
soluzione
L'ascesso
polmonare è esitato in una carnificazione che potrebbe
richiedere un intervento chirurgico. E' stato intrapreso un
trattamento profilattico con gamma interferone e trimetoprim
sulfamide. Il bambino sta bene.
Il
contributo
La CGD ha
una frequenza tra 1/250.000 e 1/1.000.000 di nati Nel 60% dei casi si
eredita come condizione recessiva X-associata, nel 20% come forma
autosomica. I neutrofili dei pazienti non producono l'anione
superossido e non possono uccidere i microrganismi catalasi+. La
storia naturale è fatta di un succedersi di episodi infettivi
con ascessi e granulomi che ricordano quelli tubercolari in sedi
varie (linfonodi, polmoni, pericardio, peritoneo, osso). Il
trattamento ideale è il trapianto di midollo, reso difficle
dalle suppurazioni croniche. La profilassi con trimetoprim sulfamide
ha cambiato la storia naturale della malattia, consentendo lunghe
sopravvivenze. Il trattamento con gamma-interferone, ha un effetto
protettivo aggiuntivo specifico, essendo in grado di elicitare la
produzione di piccole quantità di anione superossido nei
granulociti.
Insegnamenti
del caso
Di fronte
ad una malattia che non risponde al trattamento antibiotico,
considerare che quasi certamente si tratta di un patogeno resistente:
nel nostro caso, all'esordio, (forse) HSV , successivmente (forse) un
piogeno, e (certamente) la candida. L'ostinazione su una terapia
inefficace è quasi sempre un errore. L'effetto della aggiunta
di steroidi su un focolaio di broncopolmonite può essere
tutt'al più cosmetico, ed è certamente pericoloso.
L'identificazione del patogeno, anche con strumenti invasivi può
invece essere risolutiva. Infine, di fronte a una evoluzione anomala
della malattia, si deve pensare da subito a un difetto di difese: la
frequenza della CGD, di facile diagnosi (NBT test, a disposizione di
ogni laboratorio) non è inferiore a quella dei difetti
dell'immunità.
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