Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2002 - Volume V - numero 3
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- A quale età viene acquisito nel bambino il controllo degli sfinteri ?
Lupus eritematoso sistemico dopo trattamento con etanercept
L'ozono come fattore precipitante l'asma
Il morbillo negli USA dopo la vaccinazione universale
L'uso di droghe da parte della madre rappresenta un forte fattore di rischio nella trasmissione del virus dell'epatite C al figlio
Le donne con fenilchetonuria in stato di gravidanza debbono mantenere la dieta
I risultati a distanza della vaccinazione contro la varicella negli USA
Il decorso del croup a seconda dell'eziologia&url=https://www.medicoebambino.com/index.php?id=AV0203_10.html&hashtags=Medico e Bambino,Pagine Elettroniche' target='_blank'>Condividi su Twitter
- A quale età viene acquisito nel bambino il controllo degli sfinteri ?
Lupus eritematoso sistemico dopo trattamento con etanercept
L'ozono come fattore precipitante l'asma
Il morbillo negli USA dopo la vaccinazione universale
L'uso di droghe da parte della madre rappresenta un forte fattore di rischio nella trasmissione del virus dell'epatite C al figlio
Le donne con fenilchetonuria in stato di gravidanza debbono mantenere la dieta
I risultati a distanza della vaccinazione contro la varicella negli USA
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Marzo 2002 - Volume V - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
Il
sospetto che il vaccino del morbillo possa avere una qualche
influenza sulla comparsa di patologia infiammatoria cronica
intestinale e di una nuova variante di autismo ha ridotto
sensibilmente nel Regno Unito la copertura vaccinale per questa
malattia. Anche la dottoressa Elisabeth Miller del Public Health
Laboratory Service di Londra, conosciuta in tutto il mondo per le sue
ricerche nel campo dell'epidemiologia, ha condotto uno studio
sull'incidenza di queste malattie prima e dopo la vaccinazione
(1979-1998) (Taylor B., Miller E. et al., BMJ 2002,
324-393-6). Le sue ricerche non forniscono alcuna prova che il
vaccino MPR si associ a una forma nuova di autismo, con regressione
dello sviluppo, o a problemi intestinali.
Il virus
dell'epatite C (HCV) è una causa comune di malattia del
fegato: la fase acuta dell'infezione è di rado
diagnosticata, mentre il decorso clinico della malattia si è
basato fino a oggi su studi retrospettivi di pazienti, che
presentavano già una malattia del fegato. Tali studi hanno
escluso fino a oggi i soggetti che, pur infettati, non presentavano i
segni clinici della malattia. Per determinare con precisione il
decorso clinico dell'epatite C nella prima decade dopo l'avvenuta
infezione è stato studiato un gruppo di pazienti, che avevano
acquisito la malattia a una data conosciuta (Harris H.E. et al.,
BMJ 2002, 324:450-4): si tratta di un gruppo di 924 soggetti
adulti trasfusi con sangue infettato con HCV. E' risultato che il
37,2% dei pazienti aveva un'alterazione della funzione del fegato e
che il 13,9% aveva i segni o i sintomi di una malattia epatica. Dei
362 pazienti sottoposti a biopsia epatica, il 91% aveva un reperto
istologico anormale e il 10% aveva una cirrosi. Tuttavia l'infezione
da HCV non ha dimostrato un aumento della mortalità per tutte
le cause nella prima decade dall'inizio dell'infezione; un
aumento del numero di morti per malattia epatica è stato
riscontrato solo in quei soggetti che avevano consumato un eccesso di
alcol, ma questa differenza non è risultata significativa.
Non ci
sono molti studi prospettici sull'età alla quale i bambini
cominciano a usare il vasino e alla quale completino il controllo
degli sfinteri. Basandosi sui dati raccolti in 126 soggetti di sesso
femminile e in 141 maschi, abitanti nell'area urbana ed extraurbana
di Milwaukee, è stato rilevato che la mediana per l'età
alla quale i bambini rimangono asciutti durante il giorno è di
32,5 mesi (95% intervallo di confidenza da 30,9 a 33,7) per i
soggetti di sesso femminile e di 35 mesi (95% intervallo di
confidenza da 33,3 a 36,7) per i maschi (Schum T.R. et al.,
Pediatrics 2002, 109, e48). Un certo “interesse a usare il
vasino” compare rispettivamente a 24 e 26 mesi, a “stare asciutti
per 2 ore” a 26 e 29 mesi, a “indicare il bisogno di andare in
bagno” a 26 e 29 mesi. L'ampiezza della normalità per
tutti questi appuntamenti può variare nei diversi bambini
anche di un anno. L'acquisizione di queste funzioni non avviene in
modo critico, ma lentamente e gradualmente.
Il tumor
necrosis factor-a (TNF-a) contribuisce alla comparsa dei fenomeni
infiammatori dell'artrite reumatoide, per cui un trattamento
specifico anti- TNF-a ha rappresentato un decisivo passo avanti nel
trattamento di questa malattia. Gli antagonisti del TNF-a sono
rappresentati sia da un anticorpo monoclonale (infliximab) diretto
verso il TNF-a, sia da una farmaco ottenuto dalla fusione del
recettore solubile della citochina con un frammento anticorple
(etanercept). Sindromi lupus eritematoso sistemico (LES)-simili sono
state descritte dopo infliximab e in questa pubblicazione per la
prima volta (4 casi) dopo etanercept (Shakoor N et al., Lancet
2002, 359:579-80). Non appena sospesa la cura, tutti i sintomi,
collegati con il LES, scomparvero velocemente. Viene concluso che
l'etanercept va inserito nella lista dei farmaci induttori di LES.
L'asma
è la più frequente malattia cronica del bambino; la sua
prevalenza e la sua incidenza aumentano di anno in anno nei paesi
sviluppati. Le cause di questa epidemia sono ancora sconosciute,
anche se sono stati individuati alcuni fattori, come la frequenza e
la gravità delle infezioni nelle prime età della vita,
l'esposizione ad allergeni nell'abitazione, insieme
all'esposizione agli allergeni all'esterno della casa, compresi
agli inquinanti dell'aria che respiriamo. L'esposizione acuta
all'ozono e agli inquinanti aerei esacerba l'asma, mentre la loro
azione ripetuta nel tempo non è stata sufficientemente
studiata. I soggetti che si esercitano fisicamente all'aria aperta
sono per questo probabilmente più soggetti alle crisi di asma:
per chiarire questo punto è stata accuratamente studiata la
relazione fra asma, di nuova diagnosi, e sport in 3.535 bambini del
sud della California, seguiti per 5 anni (McConnell R et al.,
Lancet 2002, 359:386-91). E' risultato che nelle comunità
con alte concentrazioni di ozono, il rischio di sviluppare asma nei
bambini che praticano uno sport è di 3,3 volte più
elevato che nei bambini che non fanno sport. Nelle aree a bassa
concentrazione di ozono invece lo sport non ha alcuna influenza sulla
comparsa di asma. La presenza di altri inquinanti aerei non ha
mostrato alcun tipo d'influenza sulle nuove diagnosi di asma. Viene
concluso che l'incidenza delle nuove diagnosi di asma si associa
agli intensi esercizi in aree ad alta concentrazione di ozono, per
cui l'ozono e gli sport all'aria aperta possono contribuire allo
sviluppo di asma nei bambini.
Nell'anno
2000 in tutti gli Stati Uniti si sono avuti 86 casi di morbillo
contro i circa 4 milioni in epoca prevaccinale: un successo
inimmaginabile (MMWR 2002, 51:120-3). Negli ultimi 4 anni
l'incidenza del morbillo negli USA è stata di meno di 1 caso
su 1.000.000 di abitanti. Se si pensa che gli USA hanno una
popolazione pediatrica che è 8 volte la nostra il successo
appare ancora più ampio. Degli 86 casi, ben 26 sono risultati
importati da altre nazioni: 14 sono insorti in persone USA che erano
andate a fare un viaggio all'estero e 12 in persone di altri paesi
(Giappone, Korea ed Etiopia) Per fortuna l'Italia, come paese
esportatore di morbillo, è scomparsa nell'ultimo anno (nel
1999 negli USA ne avevamo esportati 9). Degli 86 casi, 10 erano
lattanti in età inferiore all'anno, 27 erano bambini da 1 a
4 anni, 17 avevano da 5 a 19 anni, 20 da 20 a 34 anni e 12 avevano
più di 35 anni. Degli 86 pazienti, 23 (27%) avevano una
precisa documentazione di una precedente vaccinazione contro il
morbillo; a 48 persone la vaccinazione era stata raccomandata , ma 24
di queste non risultarono essere vaccinate. Quando potremo dire
qualcosa del genere anche nel nostro Paese ?: l'impegno negli
ultimi anni in Italia è stato notevole, ma la strada che ci
rimane da fare è ancora lunga. Non ci dobbiamo lasciar
distrarre dalle nuove vaccinazioni, finchè non abbiamo chiuso
la partita contro il morbillo.
L'uso
di droghe da parte della madre rappresenta un forte fattore di
rischio nella trasmissione del virus dell'epatite C al figlio
Il dottor
Massimo Resti della scuola del Prof. Alberto Vierucci di Firenze ha
colpito ancora: dopo un articolo apparso sul BMJ di qualche anno fa,
sempre sulla trasmissione del virus dell'epatite C dalla madre al
figlio (riportato integralmente su Medico e Bambino come il più
bel lavoro italiano del 1998) un'altra pubblicazione del dottor
Resti è apparsa, come lavoro di apertura, sull'ultimo
fascicolo del prestigioso Journal of Infectious Diseases (Resti M.
et al. J Infect Dis 2002, 185:567-72). Dallo studio di 1372
coppie madre-bambino è stato possibile gettare nuova luce sui
fattori di rischio favorenti il passaggio del virus dell'epatite C
(HCV): in primo luogo, in base a queste ricerche, è stato
possibile eliminare dai fattori di rischio la co-infezione con l'HIV,
mentre in base all'analisi multivariata è stato confermato
uno stretto legame fra uso di droghe per iniezione e trasmissione
dell'HCV (p=0,0006). Sulla base di queste conoscenze tutte le donne
HCV-positive con una storia, presente o passata di uso di droghe per
via venosa, debbono essere avvisate che, indipendentemente dalla
co-infezione con HIV, esse sono a maggior rischio d'infettare i
rispettivi figli.
E'
probabile che in Italia ci siano circa 500 donne in età
feconda, affette da fenilchetonuria, senza un grave ritardo mentale,
perché dall'età neonatale sono state tenute a una
dieta molto povera dell'aminoacido fenilalanina. Cosa accade quando
queste donne rimangono incinta? Secondo l'esperienza USA (MMWR
2002, 51:117-2000) se una donna in stato di gravidanza viene
tenuta a dieta libera il neonato ha il 93% di probabilità di
avere un ritardo mentale e un 72% di avere microcefalia. I due terzi
delle donne interrogate hanno dichiarato di non aver seguito la
dieta. L'aumento del rischio di ritardo mentale è
strettamente correlato all'effetto tossico degli elevati livelli di
fenilalanina, che non danneggiano in modo molto evidente il sistema
nervoso centrale della donna, ma alterano la struttura e la
funzionalità del cervello del nascituro, nonostante che egli
non sia affetto da fenilchetonuria. Le donne invece che hanno
mantenuto o riacquisito la dieta durante la gravidanza non hanno
corso questo rischio. Le cause principali della mancata prevenzione
del ritardo mentale nel figlio sono dovute essenzialmente alla
mancanza di una completa informazione della madre, ma anche
dell'ostetrico, allo stato di povertà e quindi alla mancata
disponibilità finanziaria per l'acquisto di alimenti
poverissimi di fenilalanina, ma in parte anche ridotta palatabilità
dei cibi, indicati per questi soggetti.
La
vaccinazione contro la varicella venne introdotta negli USA nel 1995:
cosa sia successo da allora riveste per noi una grande importanza,
alla vigilia dell'introduzione della vaccinazione contro la
varicella negli adolescenti. Per ora ci vengono riportati i dati di
sorveglianza della malattia in 3 aree degli USA geograficamente,
etnicamente e socialmente diverse (Antilope Valley in California,
Traves County nel Texas e West Philadelphia in Pensilvania) con una
valutazione di confronto negli anni fra il 1995 e il 2000 (Seward
J et al., JAMA 2002, 287:806-11). Dopo un inizio al rallentatore
la copertura vaccinale ha raggiunto livelli rispettivamente del 71%,
84% e 79%. L'incidenza per 1.000 nelle tre aree è caduta dal
10,3 al 2,5 (- 71%), dal 4,7 allo 0,6 (- 84%) e dal 4,1 allo 0,9 (-
79%). La diminuzione maggiore la si è avuta fra i bambini da 1
a 4 anni, con una riduzione che ha raggiunto il 90%: essa tuttavia si
è manifestata in tutti i gruppi di età, grazie
all'immunità di gruppo. Anche i ricoveri in ospedale, per
complicanze della varicella, sono stati ridotti, sia pure in modo
significativo. Viene comunicato inoltre che nel complesso degli USA
la copertura è stata del 68%.
Il croup
(o falso-croup, o laringite ipoglottica o laringo-tracheo-bronchite
acuta) è una comunissima infezione delle vie aeree del bambino
dei primi anni di vita; con un'incidenza di 3-5 casi su 100
bambini. Fortunatamente il decorso della malattia è benigno
nella maggioranza dei casi: esso tuttavia, per l'imponenza della
sintomatologia, richiede il ricovero nell'1,3-2,6% dei casi. Gli
agenti più spesso in causa sono i virus parainfluenzali 1, 2 e
3, che coprono circa i due terzi di tutti i casi. Altri agenti
eziologici sono rappresentati dal virus respiratorio sinciziale,
dagli adenovirus e dai rinovirus. I virus dell'influenza A e B sono
stati riscontrati in una buona percentuale dei casi ospedalizzati
(dall'8 fino al 67%): nel sospeso che il croup originato dai virus
influenzali abbia un aspetto clinico più grave è stato
condotto uno studio in Finlandia, della durata di 19 anni (Peltola
V. et al., Pediatr Infect Dis J 2002, 21:76-8). Dallo studio di
numerosi indicatori è risultato che il croup, dovuto ai virus
influenzali, è più grave in modo significativo in
confronto a quello causato dai virus parainfluenzali. Di questo
bisognerà tener conto quando discuteremo sull'utilità
della vaccinazione antinfluenzale nei bambini dei primi anni.
Viene
valutata l'influenza dell'introduzione routinaria del vaccino
coniugato eptavalente sull'epidemiologia della malattia
pneumococcica invasiva nel nord della California (Black SB et al.,
Pediatr Infect Dis J 2001, 20:1105-7).
La
sorveglianza è iniziata nel 1995. Le malattie invasive da
pneumococco, prima dell'inizio della vaccinazione, variavano da un
anno all'altro fra 51,52 e 98,15 casi su 100.000 persone anno, in
bambini in età inferiore a 1 anno; dopo l'inizio della
vaccinazione l'incidenza è caduta a 9,25 casi/100.000.
L'incidenza nei bambini in età inferiore ai 2 anni cadde
dall'81,67-113,80 prima dell'introduzione a 38,22 casi dopo
l'introduzione.
Viene
concluso sottolineando l'efficacia del vaccino nel ridurre
l'incidenza delle malattie invasive nei bambini in età
inferiore ai 5 anni.
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