Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2001 - Volume IV - numero 10
Stampa
Commenti
Condividi via mail
- Un nuovo trattamento delle ustioni gravi
La tossina botulinica nella cura del piede equino
Su nuovi criteri diagnostici della sindrome di Prader-Willi
Dopo quante ore dall'uso dell'antibiotico si sterilizza il liquido cefalo-rachidiano ?
Trattamento dell'epatite C acuta con interferon a-2b
Rigidità della carotide nei bambini obesi
Salmonella antibiotico-resistenti nelle carni vendute al dettaglio&url=https://www.medicoebambino.com/index.php?id=AV0110_10.html&hashtags=Medico e Bambino,Pagine Elettroniche' target='_blank'>Condividi su Twitter
- Un nuovo trattamento delle ustioni gravi
La tossina botulinica nella cura del piede equino
Su nuovi criteri diagnostici della sindrome di Prader-Willi
Dopo quante ore dall'uso dell'antibiotico si sterilizza il liquido cefalo-rachidiano ?
Trattamento dell'epatite C acuta con interferon a-2b
Rigidità della carotide nei bambini obesi
Salmonella antibiotico-resistenti nelle carni vendute al dettaglio class='share-popup' target='_blank'>Condividi su Facebook
-
Scarica in formato PDF
Dicembre 2001 - Volume IV - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
Molto
abbiamo imparato negli ultimi anni sullo streptococco b-emolitico
gruppo A (SBEGA), ma poco si sa sui veloci cambiamenti dei sierotipi,
prevalenti nel faringe dei bambini in età della scuola e negli
anni successivi. Per rispondere a questa domanda sono state seguite
colture dal faringe di 500 bambini e adulti fra il gennaio 1999 e
l'agosto 2000 (Kaplan E.L. et al., Lancet 2001, 358:1334-7).
Nel secondo semestre 1999, del 29% delle colture positive per lo
SBEGA, il 92% era positivo per il sierotipo M1. Nel primo trimestre
del 2000 del 45% delle colture positive per lo SBEGA, l'84% era
positivo al sierotipo M6 e soltanto il 13% al sierotipo M1. Una buona
parte dei soggetti che si erano ammalati con il sierotipi M1, avevano
acquisito successivamente un'infezione da sierotipo M6. Questo rapido
cambiamento conferma la mancanza di una immunità crociata fra
i vari tipi di SBEGA e attira l'attenzione sull'epidemiologia
dinamica di questo agente infettivo; di questo cambiamentonel tempo
dei sierotipi va tenuto il debito conto nello sviluppo e nell'uso di
un vaccino.
L'aumento
nel numero delle fratture di femore nei soggetti anziani di sesso
femminile ha richiamato l'attenzione del mondo scientifico sul
contenuto minerale dell'osso nelle diverse età della vita. Per
studiare l'influenza dell'attività fisica è stata
condotta una ricerca, in Canada, in soggetti di sesso femminile da
8,7 a 11,7 anni che per 10 minuti, 3 volte per settimana, eseguivano
vari esercizi di salto durante un periodo di 7 mesi; i risultati sono
stati confrontati con un gruppo controllo di uguale consistenza
numerica (MacKelvie K.J. et al., J Pediatr 2001, 139:501-8).
Mentre nelle ragazze in fase prepuberale non vennero notate
differenze fra i due gruppi, nelle ragazze in stadio Tanner 2 o 3
venne notato un aumento del contenuto minerale a livello del collo
femorale e della colonna lombare (dall'1,5% al 3,1%). Viene concluso
che nelle bambine all'inizio della pubertà è opportuna
un'attività sportiva per ottenere un effetto positivo sullo
stato di salute dell'osso.
L'effetto
favorevole dell'esercizio fisico sulla mineralizzazione delle ossa è
stato dimostrato anche in ragazze adolescenti, che avevano già
avuto il menarca (Nichols D.L. et al., J Pediatr 2001,
139:494-500).
Durante
le ustioni gravi, soprattutto nel bambino, si verificata una
notevolissima spesa energetica, per liberare substrato dalle proteine
e dalle scorte di grasso. E' stato visto che la proteolisi del
muscolo continua per almeno 9 mesi dopo un'ustione grave, rendendo
difficile la riabilitazione e facilitando le complicazioni, fino alla
morte. Le catecolamine endogene sono i principali mediatori della
risposta metabolica alle ustioni, tanto è vero che il loro
livello aumenta di oltre 10 volte poco dopo un'ustione o un trauma.
Per dimostrare se un blocco della stimolazione b-adrenergica
diminuisca le spese di energia, è stato condotto uno studio in
25 bambini con ustioni acute e gravi, che interessavano più
del 40% della superficie corporea (Nerndon D.N. et al., N Engl J
Med 2001, 345:1223-9): 13 di questi ricevettero propranolo per
tubino naso-gastrico (alla dose di 0,33mg/kg ogni 4 ore al giorno per
2-4 settimane), e 12 vennero tenuti come controllo. Nei bambini
ustionati il trattamento con propranololo attenua l'ipermetabolismo e
inverte il catabolismo proteico-muscolare. Viene concluso che queste
variazioni metaboliche aumentano la forza del paziente e la sua
capacità di riprendersi. E' molto probabile che questa terapia
risulti molo utile in pazienti con trauma grave o in pazienti
sottoposti a interventi chirurgici imponenti.
Del
moderno impiego della tossina botulinica nel trattamento della
paralisi cerebrale è già stata data notizia sulle
pagine gialle di circa un anno fa (Ubhi T. et al., Arch Dis Child.
2000:83:481-7). Il suo effetto favorevole nel trattamento del
piede equino è stato di nuovo ribadito in un numero elevato di
bambini con paralisi cerebrale (Koman L.A. et al., Pediatrics
2001;108:1062-71). Sono stati coinvolti 207 bambini, appartenenti
a 9 centri diversi. Ognuno di essi ha ricevuto iniezioni di 4 U/kg
ciascuna di tossina botulinica tipo A, con un ritmo ogni 3 mesi (dose
massima 200 U). Ben 155 (75%) dei 207 bambini hanno completato il
trattamento di almeno un anno, con una media di 1,46 anno per
paziente. Il modo dinamico di camminare e l'angolo del piede sulla
gamba migliorò nel 46% dei pazienti al primo controllo: la
risposta fu mantenuta nel 41-58% dei pazienti per 2 anni. Fra gli
eventi avversi vi furono un aumento nell'inciampare, nei crampi alle
gambe, nella stanchezza e nell'atrofia del polpaccio nell'1-11% dei
pazienti. A parte questi effetti spiacevoli non è stata
riportata alcun'altra conseguenza grave. Solo il 6% dei pazienti
(6/117), dei cui fu possibile avere campioni prima e dopo il
trattamento, dimostrò la presenza di anticorpi e di
conseguenza fu caratterizzato da una non risposta a un successivo
trattamento. Viene concluso che la tossina botulinica tipo A è
sicura ed efficace nel trattamento cronico della spasticità
muscolare in bambini con piede equino e difficoltà nel
camminare.
Come si
sa la diagnosi della sindrome di Prader-Willi (SPW) si basa su
criteri clinici e sulla dimostrazione di una delezione (del
15q11-q13) nel cromosoma 15 di origine paterna (70% dei casi) o di
una disomia materna del cromosoma 15 (cioè ambedue i cromosomi
15 sono di origine materna, per assenza del rispettivo cromosoma
paterno, come capita nel 28% dei casi). Dall'esame di 90 pazienti, di
cui 68 per delezione e 21 per disomia materna del cromosoma 15 (1
aveva un probabile difetto d'imprinting) è risultato che il
quadro clinico non si presenta in modo completo contemporaneamente in
tutti i casi: l'ipotonia neonatale e i problemi alimentari sono utili
per la diagnosi nei primi anni di vita, mentre l'eccessivo appetito è
indicativo negli anni successivi, e l'ipogonadismo e le
caratteristiche del volto sono più utili durante l'adolescenza
(Gunay-Aygun M. et al., Pediatrics 2001;108:p.e.92). Per la
possibilità di ottenere una conferma diagnostica precisa
attraverso la prova del DNA, gli autori suggeriscono di abbassare la
soglia della diagnosi, per ottenere il più precocemente
possibile una guida in modo da intervenire in modo favorevole sul
futuro di questi bambini.
A volte
l'ansia d'iniziare il trattamento antibiotico in un bambino con molto
sospetta meningite purulenta, ci fa ritardare l'esecuzione della
puntura lombare e quindi la possibilità di disporre di un
campione di liquor per identificare l'agente patogeno e stabilirne
l'antibiotico-sensibilità. Fino a oggi si riteneva che il
lasso di tempo che intercorre fra impiego dell'antibiotico e la
sterilizzazione del liquor fosse di almeno 2-3 ore. Ma in una ricerca
retrospettiva su 128 pazienti è stato visto che questo tempo
si situa al di sotto delle due ore (Kenegaye J:T. et al.,
Pediatrics 2001;108:1169-74). Da questo rilievo scaturisce la
necessità che la puntura lombare venga eseguita molto
precocemente dopo l'impiego degli antibiotici o meglio prima di
somministrarli; se tutto è pronto, il lasso di tempo richiesto
per l'esecuzione di una rachicentesi è brevissimo.
La
progressione da epatite C acuta a epatite C cronica avviene nel
50-84% dei casi. D'altra parte si sa che l'infezione cronica da virus
dell'epatite C (HCV) si accompagna spesso a epatite cronica da HCV
con un'evoluzione in cirrosi nel 10-30% dei casi, tanto da
rappresentare la più comune indicazione a un trapianto di
fegato. Ridotta fortemente la quota derivante dalla trasfusione di
sangue o derivati contaminati, le nuove infezioni originano
essenzialmente dall'abuso di sostanze per via venosa e dai contatti
sessuali. Fino a oggi non esistono terapie efficaci in tutti i casi
di epatite cronica; una via alternativa alla soluzione del problema,
risiede nella cura della malattia nella sua fase acuta. E' stata
questa nuova strada che è stata seguita per curare 44 pazienti
(di cui 25 donne) con un'età media di 36 anni: il tempo medio
fra il contagio e l'inizio dei sintomi fu di 54 giorni, mentre il
tempo trascorso fra il contagio e l'inizio del trattamento con
interferon a-2b (5 milioni di U sottocute al giorno per 4 settimane,
seguite da 5 milioni di U 3 volte alla settimana per altre 20
settimane) fu di 89 giorni (Jaeckel E. et al., N Engl J Med 2001,
345:1452-7). 43 pazienti su 44 (98%) alla fine della cura non
hanno più livelli dimostrabili di HCV RNA nel siero e mostrano
una normalità dei livelli di aminotransferasi. Il trattamento
fu ben tollerato in tutti i pazienti, fuorché in uno, che lo
sospese alla 12° settimana. Viene concluso che l'interferon a-2b,
somministrato in fase acuta, previene lo sviluppo di un'epatite
cronica da HCV. I limiti di questo trattamento sono la difficoltà
di diagnosticare un'infezione acuta da HBV e l'alto costo del
trattamento (Hoofnagle J.H., N Engl J Med 2001, 345:1495-7).
E' stato
ipotizzato che l'obesità possa indurre arteriosclerosi anche
quando sia presente nel bambino, ma questa ipotesi non era stata
dimostrata fino a oggi. Impiegando una tecnica che valuta la rigidità
della carotide sono stati studiati 48 bambini fortemente obesi (con
un'età media di 12,6 anni), insieme a 27 controlli (Tounian
P.T. et al., Lancet 2001, 358:1400-4). Le carotidi dei bambini
obesi hanno mostrato una compliance e una distensibilità più
basse di quelle dei controlli, con un'elevatissima significatività
(p=0,0001). Le funzioni endotelio dipendenti e indipendenti sono
inoltre risultate più basse negli obesi. Questi elementi sono
i segnali di possibili precoci eventi nella genesi dell'ateroma.
Le
salmonelle rappresentano una delle più frequenti cause
d'infezione alimentare. Fra queste la percentuale di ceppi resistenti
agli antibiotici aumenta di anno in anno ed è strettamente
associata all'uso indiscriminato di antibiotici negli animali
allevati a scopo alimentare. I batteri resistenti, che albergano
nell'intestino degli animali (polli, tacchini, maiali, bovini)
vengono trasmessi all'uomo per mezzo dei cibi che comunemente
ritroviamo sulle nostre tavole. Su un totale di 200 campioni di carne
tritata, di uno o di un altro animale, acquistati in tre supermercati
in USA, 41 (20%) contenevano salmonelle, appartenenti a 13 sierotipi
diversi (White G.D. et al., N Engl J Med 2001, 345:1147-54).
L'84% dei ceppi isolati è risultato resistente a un
antibiotico, il 53% ad almeno tre antibiotici e il 16% era resistente
al ceftriazone, il farmaco di prima scelta nelle malattie invasive da
salmonella del bambino. Questi risultati suggeriscono la necessità
di preparare linee guida per un uso prudente degli antibiotici negli
animali destinati all'alimentazione dell'uomo e consigliano inoltre
l'applicazione di norme igieniche accurate per la preparazione degli
alimenti e per la loro cottura all'interno della famiglia.
L'ingestione di una salmonella antibiotico-resistente di origine
animale determina la presenza, nelle feci del soggetto, di
concentrazioni elevate di ceppi resistenti per un periodo di tempo
che può prolungarsi fino al 14° giorno dall'ingestione
(Sørensen T.L. et al., N Engl J Med 2001, 345:1161-6):
è evidente che i microrganismi sopravvivono in gran numero al
passaggio nello stomaco.
Vuoi citare questo contributo?