Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2001 - Volume IV - numero 5
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- Vaccinazione contro l'epatite B nell'adolescente: bastano due dosi
Probabilità di trasmissione dell'HIV-1 con il coito, in eterosessuali
Otite media con versamento: tubino timpanostomico e/o adenoidectomia + tonsillectomia ?
Esistono davvero due sottotipi di falso croup ?
Elettroencefalogramma e risonanza magnetica per la diagnosi di encefalopatia acuta del neonato
Una riduzione delle prescrizioni non basta sempre per ridurre la resistenza batterica
Trattamento chirurgico versus medico nel reflusso vescico-ureterale bilaterale grave&url=https://www.medicoebambino.com/index.php?id=AV0105_10.html&hashtags=Medico e Bambino,Pagine Elettroniche' target='_blank'>Condividi su Twitter
- Vaccinazione contro l'epatite B nell'adolescente: bastano due dosi
Probabilità di trasmissione dell'HIV-1 con il coito, in eterosessuali
Otite media con versamento: tubino timpanostomico e/o adenoidectomia + tonsillectomia ?
Esistono davvero due sottotipi di falso croup ?
Elettroencefalogramma e risonanza magnetica per la diagnosi di encefalopatia acuta del neonato
Una riduzione delle prescrizioni non basta sempre per ridurre la resistenza batterica
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Maggio 2001 - Volume IV - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
I
probiotici sono rappresentati da colture di batteri della microflora
intestinale di soggetti sani: un ceppo, il Lactobacillus rhamnosus
(Lactobacillus GG) ha dimostrato di essere un agente sicuro ed
efficace nel trattamento delle infiammazioni allergiche e
dell'allergia ai cibi. In uno studio finlandese, in doppio cieco,
randomizzato, contro placebo, è stato somministrato il
Lactobacilluis GG, prenatalmente (per due settimane prima del parto)
alle madri, che avevano almeno un parente di primo grado con eczema
atopico, rinite allergica o asma, e postnatalmente per 6 mesi ai loro
figli (Kalliomaki M et al, Lancet 2001, 357:1076-9).
Un
eczema atopico venne diagnosticato in 46 di 132 bambini al di sotto
dei due anni di età; l'asma venne diagnosticata in 6 di questi
bambini e la rinite allergica in uno. La frequenza dell'eczema
atopico nel gruppo trattato con probiotici è risultata la metà
(23%) in confronto al gruppo trattato con placebo (46%). Viene
concluso che il Lactobacillus GG è efficace nella prevenzione
della malattia atopica precoce in bambini ad alto rischio. Ne segue
che la microflora intestinale può essere una sorgente finora
inesplorata di immunomodulatori naturali, utili per la prevenzione
della malattia atopica. Fra le ipotesi sollevate merita di essere
ricordata quella che ritiene che la microflora gastro-intestinale
promuova l'immunità di tipo Th1 e di conseguenza sopprima
l'infiammazione allergica indotta dai linfociti Th2.
L'influenza
e la polmonite, spesso causata dallo Streptococcus pneumoniae,
sono le cause principali di morbilità, e quindi di ricovero in
ospedale, e di morte in soggetti di oltre i 65 anni, specialmente se
affetti da condizioni mediche croniche. L'effetto dell'uso
contemporaneo della vaccinazione contro l'influenza e contro lo
pneumococco (con il classico vaccino 23-valente), nella prevenzione
della morbilità e della mortalità generale, non è
stato ancora ben definitivo. In una ricerca svedese, eseguita fra al
1° dicembre 1998 e il 31 maggio 1999 sono stati studiati tutti i
soggetti (259.627 persone), abitanti nella Contea di Stoccolma, in
età superiore ai 65 anni (Christenson B et al., Lancet
2001, 357:1008-11). L'incidenza del ricovero in ospedale fu più
bassa fra i vaccinati che fra i non vaccinati, mentre il totale della
mortalità fu inferiore del 57% fra i vaccinati. Questa
esperienza è in favore delle numerose iniziative, intraprese
in molte parti d'Italia, di associazione delle due vaccinazioni
nell'anziano.
Come si
sa, la vaccinazione dell'adolescente prevede 3 dosi (0, 1 e 6 mesi),
analogamente a quanto è previsto per il primo anno di vita.
Per sapere se in questa età della vita sia sufficiente una
schedula che preveda due dosi, è stato condotto uno studio su
1.026 adolescenti confrontando i livelli anticorpali (GMT = titoli
medi geometrici) dopo 2 e dopo 3 dosi (Cassidy WM et al.,
Pediatrics 2001, 107:626-31). I risultati dello studio hanno
messo in evidenza che con solo due dosi di vaccino contro l'epatite B
si ottiene ugualmente una buona risposta immunogenica e si induce
un'efficiente memoria immunologica, come dopo un regime con 3 dosi.
Le
probabilità di trasmissione dell'HIV (infettività) con
il coito per via vaginale è stata valutata attraverso studi
prospettici: le stime per atto sessuale variano da 0,0001 a 0,0014,
sia in Europa che in USA , mentre sale a 0,002 nei Thai. Le più
alte probabilità di trasmissione sono state riscontrate fra
uomini che hanno avuto contatti con prostitute in Tailandia o in
Kenia, fra i quali l'incidenza è salita a 0,056-0,1 per atto,
il che significa una possibilità di trasmissione ogni 10-20
atti. Mancavano i dati riguardanti l'Africa sub-sahariana, per aree
in cui la malattia ha un'elevata incidenza. Per rispondere a queste
domande è stato condotto uno studio su 174 coppie monogame,
abitanti a Rakai (Uganda) nelle quale un partner era HIV-1 positivo
(Gray RH et al., Lancet 2001, 357:1149-53). Dallo studio è
risultato che la frequenza del coito fu di 8,9 per ogni mese, con una
diminuzione in rapporto all'età e al carico virale di HIV. La
probabilità di trasmissione aumentò da 0,0001 per atto,
con carica virale inferiore a 1.700 copie/mL a 0,0023 per atto con
38.500 copie di virus/mL o più (p=0,002): la probabilità
salì a 0,0041 per la presenza di ulcerazioni genitali. La
trasmissione non variò con il sottotipo di HIV (sottotipi A e
D), con il sesso o per la presenza di disuria o di "perdite"
nel partner HIV-positivo. Viene concluso che il carico virale, le
ulcerazioni genitali e la giovane età sono i principali
determinanti della trasmissione dell'HIV-1 con il coito nella
popolazione ugandese
Nello
stesso numero del NEJM compaiono due pubblicazioni di grande
interesse sul trattamento dell'otite media con versamento (OME)
(Paradise JL et al, N Engl J Med 2001, 344:1179-87; Coyte PC et
al, N Engl J Med 2001, 344:1188-95). Nello studio di Paradise, in
bambini con OME persistente di età inferiore ai 3 anni venne
inserito un tubino timpanostomico o il prima possibile dopo la
diagnosi (169 bambini) o 9 mesi più tardi (66 bambini), se il
versamento permaneva. Dagli esami per la parola, il linguaggio,
l'apprendimento e lo sviluppo psicosociale, ai quali questi bambini
furono sottoposti all'età di 3 anni, non vennero dimostrate
differenze significative nei due gruppi. Viene concluso che nei
bambini al di sotto dei 3 anni con OME persistente, la pronta
inserzione dei tubini timpanostomici non migliora in modo misurabile
lo sviluppo cognitivo, valutato all'età di 3 anni, nonostante
le differenze esistenti fra la durata del versamento e la riduzione
dell'acutezza auditiva nei due gruppi; nessuna conclusione viene
tratta per versamenti che avessero una durata superiore ai 9 mesi o
che riguardassero soggetti con una moderata-grave perdita dell'udito.
Ugualmente, ripetono gli autori, i risultati ottenuti non vanno
necessariamente estesi a soggetti in età superiore ai 3 anni.
Coyte PC,
uno studioso canadese, affronta invece il problema dell'utilità
dell'associazione, all'inserzione dei tubino timpanostomico,
dell'adenoidectonia o dell'adeno-tonsillectomia. Sulla base dei
risultati ottenuti in 37.316 bambini, sottoposti a timpanostomia, è
stato osservato che l'associazione dell'adenoidectomia portava a una
notevole riduzione nella necessità di reinserzione del tubino
timpanostomico (p<0,001); anche la facilità di riammissione
per condizioni legate all'otite era ugualmente ridotta (p<0,001);
se all'adenoidectomia veniva associata la tonsillectomia i rischi
erano ulteriormente ridotti. Viene concluso che praticare
l'adenoidectonia o l'adeno-tonsillectonia, al momento dell'inserzione
del tubino timpanostomico, riduce in modo sostanziale la facilità
di ulteriori ospedalizzazioni o interventi, in relazione all'otite
media, in bambini in età di 2 anni o più. Gli autori
convengono tuttavia che sono necessarie 8 adenoidectomie per evitare
un singolo caso di re-ospedalizzazione, in un periodo di due anni.
A parte
alcuni punti discutibili in questa ultima pubblicazione, va
sottolineato, come ricorda il commentatore (Perrin JM, N Engl J
Med 2001, 344:1241-2), che gli otorino possono essere meno
portati a sottoporre un bambino a un ulteriore intervento chirurgico,
quando si tratti di un bambino al quale siano state già tolte
le adenoidi o di più le adenoidi e le tonsille. Ma si può
anche pensare che i genitori di bambini che hanno già subito
due interventi (inserzione del tubino timpanostomico e
adenoidectomia) sono riluttanti a considerare ulteriori cure in
ospedale, soprattutto se di tipo chirurgico. Infine le variabili
(reinserimento di un tubino timpanostomico e re-ospedalizzazione)
sono pochissimo usate per valutare l'effetto dell'adenoidectonmia,
perché sono pochissimo adatte a valutarne l'efficacia. Ne
deriva che i pediatri pratici, dati i limiti dei dati raccolti,
dovrebbero interpretare con cautela le conclusioni della
pubblicazione di Coyte.
Esistono
prove retrospettive che bambini con una storia di croup possono
essere ad aumentato rischio di sviluppare in seguito asma, atopia e
ridotta funzione polmonare. Per studiare questi rapporti il gruppo di
ricercatori di FD Martinez (Castro-Rodriguez JA et al., Pediatrics
2001, 107:512-8) ha studiato 884 bambini che avevano sofferto di
malattie delle vie aeree inferiori nei primi 3 anni di vita. Dallo
studio di questi bambini è risultato che il 10% aveva avuto
croup con respiro fischiante, il 5% aveva avuto croup senza respiro
fischiante, il 36% aveva avuto un'altra malattia delle vie aeree
inferiori e il 46% non aveva avuto altre malattie respiratorie. Il
virus respiratorio sinciziale venne isolato più spesso nei
bambini che avevano presentato croup e respiro fischiante. Solo i
bambini con croup+wheeze o con altre malattie delle vie aeree
inferiori avevano un aumentato rischio di successivo wheeze
persistente durante la loro vita. Viene concluso che il croup è
una malattia eterogenea e che esistono due tipi di croup, quello con
wheezing e quello senza wheezing: l'aumentato rischio di successive
ostruzioni ricorrenti delle vie aeree inferiori, dipende
dall'iniziale interessamento delle vie aeree inferiori e dalle
alterazioni, prima e dopo la malattia, della funzione polmonare. Un
rilievo del genere è troppo importante per il pediatra di
famiglia per non richiedere conferme e approfondimenti.
Le crisi
ipossico-ischemiche sono la causa più comune delle lesioni
cerebrali del nato a termine. L'elettroencefalogramma (EEG) e la
risonanza magnetica (RM) sono i due esami che si sono dimostrati più
utili per la diagnosi e per la prognosi dell'encefalopatia acuta del
nato a termine: questi due esami fino a oggi erano stati valutati
separatamente. In uno studio collaborativo, al quale hanno
partecipato molti ricercatori italiani (Biagioni E et al.
Pediatrics 2001, 107:461-8) sono stati esaminati 25 neonati a
termine, nei quali è stato eseguito un EEG entro 72 ore dalla
nascita e una RM alla fine della prima settimana di vita. Sia l'EEG
che la RM sono risultati predittivi dell'evoluzione: una normale RM è
sempre stata associata a un normale EEG e di conseguenza a
un'evoluzione favorevole, mentre gravi anomalie della RM con
alterazioni EEG sono indicative di un'evoluzione sfavorevole. Quando
la RM mostra alterazioni moderate, in tutti i soggetti studiati,
fuorché in uno, l'EEG permette d'identificare i pazienti con
una buona o con una cattiva prognosi.
E' ormai
certo che vi è una stretta associazione fra consumo di farmaci
antibatterici nella popolazione e frequenza nel riscontro di
resistenza batterica. D'altra parte è stato dimostrato più
volte che una riduzione nell'uso di questi farmaci si accompagna, in
un periodo di tempo più o meno lungo, a una minor frequenza di
ceppi resistenti. Ma non è sempre così: nel Regno Unito
qualche anno fa è stato decisa una riduzione nelle
prescrizioni di sulfamidici per ridurre la prevalenza di ceppi
resistenti ai sulfamidici dell'Escherichia col: si è così
passati da 320.000 prescrizioni per anno nel 1991 a 7.000 nel 1999.
Questa restrizione nelle prescrizioni non ha però portato
all'attesa riduzione della resistenza (Enne VI et al. Lancet 2001,
357:1325-8). Le ragioni di questo comportamento sono risultate
molteplici.
E'
pratica comune correggere il reflusso vescico-ureterale (RVU) grave
con l'intervento chirurgico, sulla base dell'ipotesi che questa
alterazione predisponga alle infezione delle vie urinarie e faciliti
la diffusione dell'infezione al parenchima renale e quindi alle
cicatrici. Nonostante questo convincimento non sono a disposizione
prove sicure che il trattamento chirurgico offra maggiori possibilità
del trattamento medico, sia nel migliorare l'accrescimento del rene
che nel ridurre il numero di nuove cicatrici, nell'arco di 10 anni.
Per chiarire questo punto, è stata intrapresa una ricerca
nella quale sono stati assegnati a caso, al gruppo trattato
chirurgicamente e al gruppo trattato con cure mediche, 52 bambini(25
maschi e 27 femmine) in età fra 1 e 12 anni (Smellie JM et
al., Lancet 2001, 357:1329-33). Dopo un periodo di osservazione
di 4 anni la velocità di filtrazione glomerulare (VFG) fu di
72,4 mL/min per il gruppo trattato con farmaci, contro 71,7 mL/min
per il gruppo trattato chirurgicamente. Il cambiamento medio della
VFG dopo 4 anni fu di -2,4% nel gruppo medico contro il 4,7% nel
gruppo chirurgico. Queste differenze nei due gruppi non furono
statisticamente significative. Gli autori concludono che i loro dati
non confermano l'attuale punto di vista che il futuro della funzione
renale migliora con la correzione chirurgica del RVU nel bambini con
malattia bilaterale. Questo studio assume una grande importanza per
chi si interessa di nefro-urologia pediatrica, perché sovverte
alcune delle regole che hanno guidato le decisioni del chirurgo e
dell'urologo pediatra.
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