Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2010 - Volume XIII - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di viaggio
Finalmente
il weekend... in Angola!
Specializzando
in Pediatria, Clinica Pediatrica IRCCS “Burlo Garofolo”,
Università di Trieste/div>
Indirizzo
per corrispondenza: contgabriele@gmail.com
Mamma mia
che settimana, il mio mentore Alessandro è tornato a casa e
nonostante mi abbia pazientemente infarcito di suggerimenti mi sono
ritrovato con il sedere per terra e con il morale sotto i tacchi,
toccato con mano la mia incapacità nelle situazioni in cui
contano sangue freddo e saper fare. Certo non pretendo di saper fare
senza aver esperienza, ma cavolo cosa ho studiato in questi anni???
Respiro
profondo...
Non ho
chiuso occhio quella notte, me lo sono andato a rivedere 10 volte
quel cucciolo (dimenticandomi poi degli altri...) e il giorno dopo
lui era lì, con i suoi occhioni grandi, il suo respiro dalle
orecchie, la mamma lì che dorme sul lettino. La sveglio, la
rimprovero ma la stimolo, la incoraggio, la responsabilizzo...mi
sembra convinta, la lascio che se lo coccola. Ritorno dopo 2 ore e
lei dorme, lui doveva ricevere il latte ogni 10 minuti… non ne
ha ricevuto uno! Che fare, la giudico dentro di me... e la giustifico
al tempo stesso (che possibilità ha una cucciolo cerebropatico
in una terra come questa?), mi incazzo dentro...ma come fai a
fargliene una colpa? L’ha curato come poteva, con la medicina
tradizionale, impiastricciandoli i capelli con il bitume…per
cacciare via lo spirito maligno...
Si
giudica troppo in fretta.
Finalmente
i bimbi mi sorridono, si fidano delle mie mani bianche “da
morto”, della mia testa pelata (careca), del mio “non”
odore... mi cercano e mi vengono a trovare nonostante siano stati
dimessi, mi allungano le mani per un abbraccio... appoggiano la testa
sulla mia spalla come se ci conoscessimo da molto, capita che mi
facciano la pipì sugli zoccoli (porta bene no?)... hanno
finito di studiarmi e quando vado a casa mi seguono con lo sguardo.
Il
primo passo fuori...
Finalmente
esco a piedi per la città, soffice manto argilloso, sabbia non
terra, sabbia così fina che mi si impiastrano i capelli (i
miei???!!), superiamo la discarica di immondizia e cumuli di macchine
da rottamare davanti all’ospedale. Siamo alla fermata dei taxi
“candongeiro”, furgoncino wolkswagen (Sancin...), si apre
il sipario, il Caronte angolano mi apre lo sportello, lasciate ogni
speranza voi che entrate..prima curva, “e la precedenza”
grido soffocato dentro di me, “Madonna la corriera ora ci
sperona "... no non guardo... salvo per miracolo. Il motorista
si guarda attorno e il cobrador, come un’esperta sirena,
ammalia e richiama l’attenzione della gente in attesa alle
fermate (inesistenti)... “il camiooooooon” grido in
portoghese inventato, inchioda, i freni fischiano, le ruote
scivolano, il sedile, dico, tutto il mio sedile scivola di 20 cm in
avanti (ma non dovrebbe essere fissato?)... sono tutto sudato, chiedo
quanto manca alla nostra fermata... mi dicono “25-30 minuti”.
Eravamo partiti da 4…Qualche occhio su di me.
Prima
volta che metto piede in un mercato angolano, africano perché
in Asia ho già avuto modo di vedere (mille colori ma tutti
abbastanza indifferenti), qui no..dedalo di baracche dove si vede
dalla capocchia di spillo riciclata al tv al plasma, avete capito
bene, tv nuovo di pacca al plasma o LCD, c’è il settore
vestiario con veri e propri sarti all’opera su macchine da
cucire trasportabili (per loro sono trasportabili, perché sono
abituati ed essere caricati come asini), il settore vestiti da sera,
casual e sportivo, centinaia di panni conglomerati nel terreno in un
tutt’uno con residui alimentari, lattine e lixio (immondizia)
varia. C’e il settore spezie, frutta e verdura, il settore
alimenti “decomponentesi” succosi zamponi, polli, fegato,
reni, pesci di vari dimensioni..animali seccati dalle forme
variopinte ai quali mi rifiuto di affibbiare un nome in base
all’anatomia (ho la nausea)... il tutto su banconi di legno con
sottile corridoio dove si ammassano incrociandosi due sensi di
marcia, sono pance e sederi che si strofinano sulla “merce”
... “cammina in centro e bocca chiusa” ... “se
riesci chiudi anche il naso” ... nuvole di mosche ronzano
sopra-attorno-dentro le fette di carne... E qui sono l’unico
bianco pelato tra centinaia di persone, siamo in 4:2 ragazze
italiane, un ragazzo togolese (che è la nostra copertura,
tutti pensano che sia angolano... lui tace, fa il sordo muto, perché
non sa una parola di portoghese... non sia mai che si rischi la
copertura!)... Poi io, mi guardano, mi studiano, mi fissano, mi
chiamano “ohi careca”... Capisci l’essere diverso.
L’origine
dell’Africa...
... il
mio primo Baobab dal vero. Vederlo da vicino, appoggiarci il palmo
della mano, è proprio maestoso, imponente, dominante, sembra
il guardiano del tempo. Ma non è più la sua Africa, si
ritrova inglomerato tra edifici in cemento e mattoni (costruiti da
cinesi???? Pure qua!), soffocato dal traffico (parco macchine
angolano? Pazzesco gipponi enormi, Audi 7, BMW X5, Range Rover dai
sedili in pelle e satellitare grande come un televisore, Cayenne,
motorizzazioni cittadine v8..). Dicevo, la sentinella del tempo che
fu si ritrova engaraffata da una fitta coltre di smog, fumo nero che
ti aggredisce i polmoni (diossina?) emanato dagli “inceneritori”
occasionali lungo la strada (si brucia un po’ di tutto per far
ordine e spazio: copertoni, macchine, cartoni, vestiti...) e polvere,
polvere, polvere, polvere, polvere, polvere argillosa che ricopre
tutto e tutti, e poi cinesi, cinesi, cinesi, cinesi discreti
protagonisti della grande scalata edilizia dell’Angola!
Maestri
d’arte, loro si che fanno le cose per me! Programma urbanistico
di ampliamento e modernizzazione della rete viaria della città
(in vista dei campionati nazionali Africani, gennaio 2009); basta
portare dei buldozzer, imbiancare con una X di vernice le case da
abbattere, ricompensa di quattro soldi per i proprietari, si inizia
ad abbattere tutto, con le ruspe si preleva di tutto, il materiale
addossato al lato della strada, si scava una fossa così
profonda che la stessa ruspa non la si vede dal piano della strada e
una volta che si è stesa la rete fognaria (già intasata
dai detriti prima ancora di funzionare) il buco viene riempito di
tutti i detriti che erano stati separati lateralmente... TUTTO, dico
TUTTO! Rimorchi interi di camion con dentro immondizia, macchine,
gomme, cerchioni dismessi, case, tettoie, corriere (????)... poi
passa il rullo, e stendono 20 cm di catrame... Costa troppo spostare
il tutto.
Speriamo
che l’asfalto regga bene come TAPPO.
Ah
cavolo, in tutto questo si sono dimenticati lo scalo dell’acqua
laterale, vabbè questo è quello che offre il budget e
lo stile cinese!?!
La
messa africana...
Tutti
vestiti di gran festa, ci sono mille gruppi cattolici diversi (uomini
in rigoroso completo bianco, scarpe bianche e per camicia quel che si
trova... con il risultato “di un pugno nell’occhio”).
Vengo invitato a messa, in una chiesa dove abbiamo un posto de saude
(un ambulatorio), mi invita Freddy un ragazzo togolese della mia età,
compagno di una tecnica di laboratorio qui della Divina, che mi
regala un vestito togolese fatto per me dal fratello sarto in Togo.
In chiesa arriviamo quel pelo in ritardo, sufficiente per avere tutti
gli occhi addosso... branco... careca... vestito a festa, da
africano... ma non Angolano. Chissà cosa avranno pensato.
Messa molto spirituale, sarà per i canti (ognuno dura 10
minuti), per le voci celestiali, per il ritmo tenuto dai battiti di
mano, per l’organista che a volte sbaglia palesemente e altre
volte si lascia andare a ritmi rockettari, per le spalle che
ondeggiano ma sempre con riguardo, per quel matto lì a fianco
a me che ripete tutto le parole professate dal sacerdote (pazzesco),
per la melodia intonata a bocca chiusa durante l’omelia che mi
fa vibrare l’epidermide... beh sembra di essere più
vicini alla spiritualità e fraternità qui che a casa.
Messa dura 2 ore e mezza... sì perché vengono chiamati
i cresimandi uno per uno davanti all’altare e si invita i
presenti a un bel battito di mani per incoraggiarli nel loro
percorso, poi tocca agli sposi della settimana scorsa..battito di
mani più forte, poi ai giovani volontari animatori... mamma
mia che caldo, non ne posso più! Poi c’è quel
pipistrello proprio appeso sopra alla mia testa, solo lui come sono
solo io... Ah e poi la maternità? Sì, la tetta per
allattare per calmare viene offerta ovunque, o se la prendono
ovunque... se la spremono anche con le manine..in ospedale, durante
la fila per l’acqua, in chiesa, in taxi, sull’autobus...
fanno le madri ovunque!
Questa
avventura si fa di giorno in giorno più avvincente e
nonostante tutte le sue contraddizioni, fa sì che ci si
innamori.
Vi
abbraccio forte.
Articoli
correlati Medico e Bambino
G.
Cont. IL PRIMO IMPATTO CON L\'ANGOLA. Medico e Bambino pagine
elettroniche 2009; 12(10) [full
text]
Vuoi citare questo contributo?