Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2008 - Volume XI - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Medicine
per la tosse e il raffreddore: si può anche morire
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
I farmaci
contro la tosse e il raffreddore, senza prescrizione del pediatra
(farmaci da banco), includono antistaminici, decongestionanti
(nasali), antitosse (sedativi della tosse) ed espettoranti. Anche il
nostro ATC Europeo riconosce questa classificazione. Essi sono
acquistati direttamente da uno dei genitori in farmacia quando il
bambino abbia un'infezione delle vie aeree superiori; anche se,
come avviene negli Stati Uniti, esistono delle regole, per cui i
farmaci senza prescrizione medica non debbono essere usati in bambini
al di sotto dei 2 anni o, come dice l'FDA, al di sotto dei 6 anni.
A dir la verità nel nostro Paese essi non hanno, a quanto mi
risulta, alcuna limitazione di uso.
Questi
farmaci sono purtroppo largamente usati, anche se ormai vi sono prove
sicure che essi mancano di qualsiasi reale efficacia. D'altra parte
le conseguenze, fortunatamente molto rare, come la morte, non sono
che eccezionalmente rese di pubblica conoscenza.
Per avere
delle prove sicure riguardo a questo problema sono stati esaminati i
dati raccolti dall'Arizona Child Fatality Review Program, che
comunica i dati raccolti ogni anno (Risza ME, Newberry S. Unexpected
infant deaths associate with use of cough and cold medications.
Pediatrics 2008;122:e318-22).
In
Arizona ogni morte di un bambino viene esaminata da una commissione
multidisciplinare per determinare se essa era prevenibile.
L'obiettivo di questo studio è quello di determinare se le
condizioni che hanno portato a morte inaspettata erano collegate
all'uso di farmaci da banco contro la tosse e il raffreddore e per
identificare i fattori di rischio socio-demografico legati al loro
uso.
Su 90
morti inaspettate in lattanti nel 2006:
- 28 (31%) erano dovute al quadro della morte improvvisa in culla (SIDS)
- 23 (25%) al soffocamento
- 19 (21%) ad altri traumi
- 11 (12%) a infezioni respiratorie
- 3 (3%) ad altre infezioni
- 3 (3%) ad altre situazioni mediche
- 3 (3%) a cause sconosciute.
Complessivamente
10 di queste morti erano associate a farmaci contro il raffreddore; i
bambini avevano da 17 giorni a 10 mesi. Le ricerche tossicologiche
post-mortem hanno permesso d'identificare la recente
somministrazione di pseudoepinefrina, di antistaminici, di
destrometorfano e di altre sostanze contro la rinite. Le famiglie
alle quali appartenevano questi bambini erano povere e il 50% aveva
una limitata conoscenza dell'inglese. Solo 4 di questi bambini
avevano avuto cure mediche per la loro attuale malattia, prima della
morte. I farmaci da banco solo una volta erano stati prescritti da un
medico.
L'esame
di questi bambini solleva il ruolo che i farmaci da banco contro la
tosse e il raffreddore hanno in queste morti. Comunque si vogliano
valutare queste morti, quanto rilevato porta alla raccomandazione che
tali farmaci non debbano essere somministrati ai bambini nel primo
anno di vita. Questi rilievi suggeriscono che sempre debba essere
consultato un pediatra prima di usare un farmaco da banco contro la
tosse o il raffreddore in un bambino del primo anno di vita.
Gli
autori riconoscono che il ruolo reale dei farmaci da banco nelle
morti inaspettate del lattante richiede ulteriori studi, inclusi
studi tossicologici post-mortem, soprattutto da un punto di
vista quantitativo.
Considerazioni
personali
È
evidente che la realtà sociale e assistenziale alla quale si
riferisce la pubblicazione è lontana mille miglia dal nostro
contesto. Accanto a ogni bambino in Italia c'è sempre un
pediatra e c'è un libero accesso, quasi sempre gratuito, al
Pronto Soccorso di qualunque ospedale pediatrico: da noi il bambino,
anche senza assistenza ufficiale, viene comunque preso in carico da
una persona competente che si prende cura di lui; ma forse qualcosa
che assomiglia al quadro descritto nella pubblicazione esiste anche
da noi: penso ai piccoli e grandi centri di accoglienza, penso agli
immigrati, clandestini o meno, penso ai campi abusivi dei rom e dei
sint e penso alle difficoltà della lingua.
Per
riassumere ricordo che in Italia ormai la mortalità infantile
(cioè il numero dei morti nel primo anno di vita su 1.000 nati
vivi) risulta essere proprio la metà di quanto si riscontra
negli Stati Uniti e probabilmente in Arizona: 3,5 in Italia contro 7
negli Stati Uniti.
Ma i
fenomeni che avvengono in “casa d'altri” ci possono aiutare
affrontare in modo più umano e più proficuo problemi
simili, riguardanti lattanti, presenti nel nostro Paese. Una più
stretta regolazione dei farmaci da banco e una loro limitazione per
età, oltre alla diffusione delle conoscenze ufficiali
sull'assoluta inutilità del ricorso a questi trattamenti
farmacologici, che, ormai lo abbiamo letto tante volte, “lasciano
il tempo che trovano”.
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