Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2008 - Volume XI - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Prevenzione
dell'influenza. Raccomandazioni negli Stati Uniti
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
L'Accademia
Americana di Pediatria (AAP) raccomanda ogni anno la vaccinazione
contro l'influenza per tutti i bambini ad alto rischio che abbiano
più di 6 mesi, per tutti i bambini sani dai 6 mesi ai 59 mesi
(5 anni), per tutti i familiari di bambini con situazioni ad alto
rischio e per tutti gli addetti all'assistenza (Committee on
Infectious Diseases. Pediatrics 2008;121:e1016-31).
Tutti i
bambini dai 6 mesi ai 9 anni che non sono stati mai vaccinati in
precedenza debbono ricevere due dosi, a distanza di un mese l'una
dall'altra, precocemente durante la stagione influenzale. Se per
una qualsiasi ragione i bambini appartenenti a queste coorti ricevono
una sola dose, viene raccomandato che ricevano due dosi nella
stagione influenzale successiva. Un bambino che riceva una sola dose
anche nell'anno successivo, da allora in poi riceverà una
sola dose. Il vaccino dell'influenza deve continuare a essere
offerto durante la stagione influenzale, anche quando l'attività
influenzale sia già stata documentata in una comunità.
Sulla
base della sorveglianza mondiale sui ceppi circolanti di virus, il
vaccino contro l'influenza viene cambiato anno dopo anno.
Scopo
delle raccomandazioni
I bambini
nei primi anni di vita corrono un grave rischio di ammalarsi
d'influenza, di essere ospedalizzati e di presentare complicazioni.
Il rischio di ospedalizzazione per influenza nel gruppo dei bambini
sani di età inferiore ai 2 anni è uguale o superiore a
quello precedentemente riconosciuto per i gruppi a rischio. Tuttavia
è difficile ottenere una valutazione precisa delle infezioni
influenzali, perché alcuni ricoveri sono dovuti al virus
respiratorio sinciziale o ad altri virus respiratori, le cui epidemie
coincidono con quella influenzale.
Anche i
bambini dai 24 ai 59 mesi di età aumentano la morbilità
per influenza con aumento delle visite e uso di antibiotici.
Studi
epidemiologici indicano che i bambini in età scolare hanno
un'incidenza elevata d'influenza, con una percentuale che
raggiunge il 42% in studi di sorveglianza prospettica. L'influenza
è d'altra parte importante nella patogenesi dell'otite
media acuta durante la stagione influenzale. Ogni anno dal 3 al 5%
dei bambini presenta un'otite media acuta associata all'influenza.
L'influenza e le sue complicazioni si accompagnano a un aumento del
10-30% del numero dei trattamenti antibiotici in bambini durante la
stagione influenzale. Infezioni influenzali precedenti si associano
talvolta allo sviluppo di polmonite pneumocococcica e stafilococcica
nei bambini. Polmoniti dovute a stafilococco meticillino-resistente
sono state descritte in bambini peraltro sani, in coincidenza con
infezioni influenzali.
In due
recenti ampi studi prospettici, eseguiti in bambini che avevano
ricevuto una sola dose di vaccino inattivato trivalente (TIV), è
stato tuttavia osservato che non si è avuta una sostanziale
diminuzione delle malattie simil-influenzali (ILI) in confronto ai
bambini non immunizzati. Risultati simili sono stati ottenuti anche
in uno studio caso-controllo in bambini dai 6 mesi ai 59 mesi.
L'efficacia
del TIV e del vaccino attenuato intranasale (LAIV) dipende dall'età
del ricevente, dal dosaggio e dalla somiglianza antigenica fra il
ceppo circolante e i ceppi contenuti nel vaccino: ambedue i vaccini
hanno dimostrato infatti di prevenire l'influenza quando i ceppi
circolanti siano risultati identici a quelli contenuti nel vaccino.
Sia TIV
che LAIV hanno dimostrato di essere efficaci nei bambini e negli
adulti, ma sono disponibili pochi studi che confrontino l'efficacia
dell'uno e dell'altro vaccino. Studi limitati, riguardanti il
vaccino LAIV, di recente approvato dai 2 anni in poi, mostrano una
maggiore protezione in confronto al TIV nei bambini dei primi anni:
il LAIV fornisce un'aumentata protezione (52%) in bambini dai 6 ai
71 mesi con infezioni respiratorie ricorrenti. Un altro studio
condotto in bambini dai 6 ai 59 mesi durante la stagione influenzale
2004-2005 ha dimostrato una riduzione del 55% dei casi d'influenza
confermata dalla coltura, in bambini che avevano ricevuto LAIV, in
confronto a quelli che avevano ricevuto TIV.
Manifestazioni
cliniche dell'influenza
Il virus
dell'influenza richiede un periodo d'incubazione di 1-4 giorni,
con una media di due giorni. Quando si manifestano i sintomi
d'influenza, i pazienti presentano un inizio improvviso della
febbre, brividi, senso di freddo, cefalea, stato di malessere,
mialgia diffusa e tosse non produttiva. Altri segni comuni della
malattia a carico delle vie aeree sono il mal di gola e la
congestione nasale, la rinite e un'accentuazione della tosse. Più
di rado sono riportati l'infezione congiuntivale, i dolori
addominali, la nausea, il vomito e la diarrea. I bambini più
piccoli è difficile che presentino i segni classici
dell'influenza. Gli adulti che sono infettati dal virus influenzale
possono essere contagiosi dal giorno prima della comparsa dei sintomi
a sei giorni dopo il loro inizio. L'influenza non complicata in
generale si risolve dopo 3-7 giorni nella maggioranza dei casi,
sebbene la tosse e lo stato di malessere persistano per più di
due settimane.
I piccoli
bambini possono essere infettanti prima che inizino i sintomi e per
10 giorni dopo la loro comparsa. L'influenza è comunemente
caratterizzata nei bambini da otite media acuta, nausea e vomito
oltre ai sintomi generali sopra descritti. In alcuni bambini può
comparire come un'infezione delle vie aeree superiori o come uno
stato febbrile con pochi sintomi respiratori. Nei lattanti la
malattia può assumere l'aspetto di una sepsi batterica con
febbre alta e convulsioni; circa il 20% dei bambini ospedalizzati per
influenza presentano convulsioni febbrili. Occasionalmente
l'influenza si presenta come una bronchiolite, un croup o una
polmonite. I sintomi respiratori dovuti all'influenza sono
difficili da distinguere dalle malattie dovute ad altri patogeni
respiratori, solo sulla base dei sintomi e dei segni.
I
vaccini
Nella
Tabella 1 sono riportati i due tipi di
vaccino (LAIV e TIV) in commercio negli Stati Uniti per vaccinare
bambini e adulti. Ambedue contengono ceppi d'influenza A sottotipi
H1N1 e H3N2, e un ceppo di virus influenzale B, scelti sulla base dei
virus circolanti durante la stagione influenzale più vicina.
Il TIV
(vaccino inattivato trivalente) è un vaccino inattivato, che
non può quindi causare un'infezione virale. Tuttavia questo
virus ucciso può determinare sintomi simil-influenzali indotti
da alcune delle stesse citochine e associati ai conosciuti sintomi
dell'influenza vera. Il TIV viene somministrato per via
intramuscolare a individui che hanno 6 mesi o più, inclusi i
soggetti sani e quelli con malattie croniche.
Il LAIV
(vaccino attenuato per via nasale) è un vaccino vivo attenuato
che si somministra per via nasale ed è stato approvato dalla
Food and Drug Administration per essere somministrato a
soggetti sani dai 2 ai 49 anni di età. Il LAIV ha la
potenzialità di produrre sintomi e segni lievi, da mettere in
connessone con l'infezione da virus influenzale.
Negli
Stati Uniti viene ricordata la necessità di evitare la
somministrazione di questi vaccini a soggetti con reazioni allergiche
alle uova, ma in Europa questa precauzione può essere
disattesa perché esiste una disposizione dell'EMEA che
riduce la presenza di proteine dell'uovo a meno di 1 μg per fiala,
cioè a una quantità inferiore a quella necessaria per
dare anafilassi. La ricerca delle proteine dell'uovo nei vaccini
antinfluenzali in commercio in Europa ha messo in evidenza la loro
presenza in quantità di poche decine di nanogrammi. In Italia
nei mesi di giugno-luglio il Ministero della Salute emana una
circolare sull'influenza nella quale sono riportate tutte le
notizie importanti sulle caratteristiche del vaccino per la stagione
influenzale successiva e per la sua esecuzione, comprese le categorie
a rischio.

Immunogenicità
E'
stato dimostrato che la sieroconversione verso il TIV aumenta con
l'età del bambino che lo ha ricevuto, per raggiungere il
70-100% nell'adolescente. Fra i 6 e i 24 mesi di età dall'89
al 97% dei bambini presenta comunque livelli considerati protettivi
(inibizione dell'emoagglutinazione) con titoli uguali o superiori a
40 per anticorpi contro l'influenza AH1N1, AH3N2 e B. Risultati
simili sono stati ottenuti con il LAIV.
Nei
pazienti immunocompromessi la risposta al TIV dipende dal grado di
immunocompromissione: essa è comunque più bassa di
quella riscontrata in soggetti immunocompetenti. Bambini con cancro,
fuori dalla chemioterapia, e bambini che soffrono di drepanocitosi,
hanno adeguate risposte alla vaccinazione con TIV.
Efficacia
ed efficienza
L'efficacia
(cioè la prevenzione della malattia fra i soggetti vaccinati
in prove cliniche controllate) e l'efficienza (cioè la
prevenzione della malattia nella popolazione che riceve il vaccino)
dipende principalmente dall'età e dall'immunocompetenza
del vaccinato, dal grado di somiglianza fra i virus contenuti nel
vaccino e quelli in circolazione e dalle possibilità di
diagnosi.
Sia
l'efficacia che l'efficienza del vaccino possono essere giudicate
da numerosi punti di vista:
- prevenzione delle malattie respiratorie acute, diagnosticate dal medico
- prevenzione della malattia influenzale, diagnosticata dal laboratorio
- prevenzione dell'ospedalizzazione per influenza o per polmonite
- incidenza di morte
- sieroconversione dei ceppi contenuti nel vaccino
- prevenzione della sieroconversione verso i ceppi virali influenzali circolanti.
Nei
lattanti di più di 6 mesi e nei bambini si sviluppano
usualmente normali livelli di anticorpi specifici dopo aver ricevuto
il TIV. La risposta anticorpale può essere più bassa
nei bambini a rischio di sviluppare complicazioni per l'influenza.
In uno studio su bambini dai 6 ai 24 mesi è stato visto che
l'89% di essi aveva sieroconvertito verso tutti e tre erano i ceppi
vaccinali. L'efficacia del vaccino fu del 67% nei casi nei quali
venne fatta diagnosi culturale d'influenza. In un altro studio su
bambini da 1 a 15 anni è stata dimostrata l'efficienza del
TIV del 77% e del 91% rispettivamente in due anni successivi. Il TIV
diminuisce considerevolmente l'incidenza dell'otite media acuta
attribuibile all'influenza nei giovani bambini, anche se un altro
studio non è in accordo con queste conclusioni.
Risultati
altrettanto buoni sono stati ottenuti con il LAIV. In uno studio su
bambini sani dai 15 ai 71 mesi l'efficacia fu del 93% dopo due dosi
di LAIV. È stata inoltre osservata fra i vaccinati con LAIV
una riduzione del 27% dell'otite media febbrile. In uno studio di
confronto con il TIV su bambini dai 12 ai 59 mesi è stata
constatata la maggior efficacia del LAIV.
Sicurezza
I sintomi
più comuni, associati alla somministrazione di TIV sono il
dolore nella sede d'iniezione e la febbre. La febbre usualmente
viene dopo 6-24 ore dalla vaccinazione nel 10-35% dei bambini di età
inferiore ai 2 anni. Lievi sintomi generali, come nausea, sonnolenza,
cefalea, dolori muscolari e brividi possono avvenire dopo la
somministrazione del vaccino. Può essere importante l'uso
del paracetamolo (acetaminofen per gli anglosassoni).
Fra i
bambini immunizzati per la prima volta con LAIV si può avere
febbre e naso chiuso; questi sintomi non vengono dopo la seconda
dose. È stato osservato un aumento, statisticamente
significativo, di asma o di reazioni delle vie aeree in bambini dai
12 ai 59 mesi dopo la prima dose di LAIV. In un altro studio il
respiro con il fischio è stato più comune entro 42
giorni dalla prima dose di LAIV in confronto a quando accadeva nei
vaccinati con TIV. Infine in uno studio su bambini di un anno fu
riscontrato un significativo aumento di asma fra i soggetti che
avevano ricevuto LAIV.
Diffusione
del LAIV nell'ambiente può avvenire dopo la vaccinazione,
anche se la quantità di virus è più bassa di
quella che è stata riscontrata nell'influenza naturale. In
rari casi il virus è stato trasmesso a soggetti non
immunizzati, senza che sia insorta alcuna sintomatologia. Tuttavia il
TIV viene preferito per vaccinare soggetti a stretto contatto con
persone intensamente immunocompromesse.
Sono
stati dimostrati casi di sindrome di Guillain Barré, con
un'incidenza simile a quella della popolazione generale. Tuttavia
viene consigliato di non vaccinare soggetti che avevano avuto la
sindrome entro 6 settimane dopo una precedente vaccinazione contro
l'influenza. Esperti pensano che i benefici della vaccinazione con
TIV in bambini HIV positivi superino i rischi.
Costo-efficienza
Gli studi
a questo riguardo sono inconclusivi soprattutto per il loro disegno o
la loro esecuzione.
Conservazione
e somministrazione del vaccino
Il TIV è
un vaccino inattivato virus-split, da somministrare per via
intramuscolare nella coscia dei lattanti e dei piccoli bambini e nel
deltoide dei bambini più grandi e negli adulti. In commercio
negli Stati Uniti vi sono ancora vaccini contenenti timerosal. I
vaccini in commercio in Italia sono senza timerosal, se non in minime
tracce.
Il LAIV
deve essere mantenuto a 2-8 °C; la dose va somministrata per via
nasale con una siringa spray, contenente 0,2 ml di vaccino, da usare
alla dose di 0,1 ml per ciascuna narice. Per quanto non vi siano
ancora studi specifici, si ritiene che il LAIV possa essere
somministrato insieme a tutti gli altri vaccini inattivati o vivi
attenuati. Dopo la somministrazione del LAIV per un mese non è
possibile somministrare un altro vaccino vivo attenuato per evitarne
l'interferenza.
Nel LAIV
non è contenuto timerosal.
Quando
somministrare questi vaccini?
Per
assicurare una sufficiente protezione, il vaccino contro l'influenza
deve essere somministrato nell'autunno di ogni anno prima
dell'inizio della stagione influenzale, fra l'inizio di ottobre e
la fine di gennaio (o successivamente se si osserva che la stagione
influenzale si prolunghi), vedi Figura 1.

L'immunizzazione
ogni anno contro l'influenza rappresenta la migliore strategia per
la prevenzione dell'infezione, ma esistono alcune situazioni nelle
quali l'uso degli agenti antivirali è molto utile.
Vi sono
due classi di farmaci antivirali in uso nella prevenzione e nel
trattamento dell'influenza:
- gli adamantani: amantadina e rimantadina
- gli inibitori della neuraminidasi (oseltamivir e zanamivir).
Poiché
ormai un gran numero di virus risulta resistente agli adamantani,
l'uso di questi farmaci non è raccomandato (in Italia sono
stati pochissimo prescritti). L'oseltamivir e lo zanamivir sono
invece da prendere in considerazione (Pediatrics
2007;119:852-60).
Controindicazioni
e precauzioni
Bambini
che non vanno vaccinati con TIV
- Lattanti che abbiano meno di 6 mesi
- Bambini con malattia febbrile da moderata a grave. Malattie minori, con o senza febbre, non controindicano l'uso del vaccino particolarmente se i sintomi sono lievi e sono a carico delle vie aeree superiori o se il bambino soffra di rinite allergica
- Bambini che hanno una storia d'ipersensibilità, inclusa l'anafilassi alle uova o ad altri componenti del vaccino. Abbiamo già visto che questa controindicazione, riguardante l'allergia alle uova, non riguarda i vaccini preparati in Europa.
- Bambini che abbiano sofferto di sindrome di Guillain Barré.
Bambini
che non possono essere immunizzati con LAIV
- Bambini che abbiano meno di 2 anni
- Bambini che abbiano una malattia da moderata a grave
- Bambini che abbiano ricevuto altri vaccini vivi attenuati nelle ultime quattro settimane
- Bambini che abbiano asma, broncospasmo o altre affezioni croniche del sistema polmonare o cardio-vascolare
- Bambini che soffrano di malattie, incluse le malattie metaboliche, il diabete, le insufficienze renali e le emoglobinopatie
- Bambini che abbiano sicure o sospette immunodeficienze o che ricevano terapia immunosoppressiva
- Bambini che stiano assumendo aspirina o altri salicilati
- Bambini che abbiano sofferto di sindrome di Guillain Barré
- Adolescenti in stato di gravidanza
- Bambini che hanno una storia d'ipersensibilità, inclusa l'anafilassi, alle uova o ad altri componenti del vaccino. Abbiamo già visto che questa controindicazione, riguardante l'allergia alle uova, non riguarda i vaccini, preparati in Europa.
Precauzioni
Vanno
prese per prime in considerazione le piccole malattie acute, come le
infezioni delle vie aeree superiori con o senza febbre. Sebbene il
LAIV possa essere usato in questo caso, esso non deve essere
somministrato se la congestione nasale impedisce l'arrivo del
vaccino nel naso-faringe. Il LAIV non va usato se il bambino convive
con un soggetto gravemente immunocompromesso, almeno per sette giorni
dopo la somministrazione di LAIV.
Raccomandazioni
La
vaccinazione contro l'influenza viene raccomandata nei seguenti
gruppi a rischio:
- Bambini sani dai 6 ai 59 mesi
- Bambini ad alto rischio o adolescenti con condizioni mediche:
- Asma o altre malattie croniche del polmone, come la fibrosi cistica
- Malattie cardiache emodinamicamente significative
- Malattie o terapia immunosoppressiva
- Infezione da HIV
- Drepanocitosi o altre emoglobinopatie
- Malattie che richiedono a lungo trattamenti con aspirina, come l'artrite cronica giovanile e la malattia di Kawasaki
- Insufficienza renale cronica
- Malattie croniche del metabolismo e il diabete mellito
- Ogni condizione che possa compromettere la funzione respiratoria o il volume delle secrezioni o possa aumentare il rischio di aspirazione, come la compromissione della sfera cognitiva, le lesioni del midollo, le malattie convulsivanti e le malattie neuromuscolari
- Contatti intrafamiliari o con persone che si prendono cura di bambini in età inferiore ai 5 anni e di bambini che siano a rischio, di qualsiasi età. La vaccinazione dei contatti stretti con bambini in età inferiore ai 6 mesi è molto importante perché questi bambini non possono essere vaccinati
- Bambini che richiedano controlli medici regolari od ospedalizzazione durante l'anno precedente, per malattie croniche metaboliche, diabete mellito, o insufficienza renale, emoglobinopatie o immunodeficienza, causata da farmaci o dall'infezione con HIV
- Ogni soggetto di sesso femminile che sia in stato di gravidanza durante la stagione influenzale.
Inoltre
la vaccinazione con TIV o LAIV è raccomandata per i seguenti
soggetti per prevenire la trasmissione dell'influenza ai bambini e
alle persone a rischio, a meno che non vi sia una controindicazione:
- Soggetti che abbiano 5 anni o più
- Personale addetto all'assistenza o alla sorveglianza di bambini o adulti a rischio di sviluppare complicazioni in seguito all'infezione influenzale
- Contatti stretti con immunodepressi (se gravemente immunodepressi è meglio somministrare TIV)
- Addetti all'assistenza o volontari.
Necessità
e ricerche per il futuro
L'efficacia
e l'efficienza della vaccinazione dipendono dall'identità
esistente fra i ceppi, introdotti nel vaccino e i ceppi di virus
circolanti. Quindi sono importanti le ricerche che permettano di
predire le modificazioni antigeniche potenziali.
La
valutazione del successo dei programmi d'immunizzazione deve essere
attuata ogni anno sulla base dell'incidenza della malattia, sulla
sua gravità, sulla frequenza e sui costi dell'ospedalizzazione
e sull'efficienza del vaccino.
L'Accademia
Americana di Pediatria continua a studiare nuove strategie per
proteggere dall'influenza, inclusa la possibilità di
estendere la vaccinazione a tutta la popolazione (vaccinazione
universale) o di adottare altre misure volte a ridurre la
trasmissione dell'influenza.
Attenzione
particolare deve essere dedicata a migliorare la sicurezza,
l'immunogenicità e l'efficienza del LAIV per i bambini più
piccoli. Va anche studiato un vaccino per i bambini in età
inferiore ai 6 mesi. E' necessario inoltre accorciare i tempi fra
l'identificazione dei ceppi di virus da introdurre nel vaccino e la
produzione e la disponibilità del vaccino. Per esempio lo
sviluppo di un vaccino, basato su colture cellulari, invece che su
embrione di pollo, aumenterebbe la capacità di produzione ed
eliminerebbe i timori di effetti collaterali.
Considerazioni
personali, riguardanti la vaccinazione dei bambini sani in Italia
Per
quanto riguarda l'epidemiologia dell'influenza nel nostro Paese
risulta evidente dai dati forniti da INFLUNET che anche in Italia i
soggetti in età inferiore ai 15 anni sono più spesso
colpiti dalla malattia delle altre classi di età; risulta
inoltre che, anche nel nostro Paese, i bambini vanno considerati come
degli “untori” per l'influenza, come per l'epatite A e per
altre malattie (vedi Figura 2 e Figura
3).
Caratteristiche
analoghe sono state dimostrate in tutti i Paesi europei.
Tuttavia
al momento attuale nessuno Stato degli oltre 20 che costituiscono
l'Europa ha adottato misure preventive contro l'influenza
analoghe a quelle in atto negli Stati Uniti. Non esiste cioè
nessun Paese europeo che preveda la vaccinazione routinaria per tutti
i bambini sani al di sotto dei 5 anni di età.


Per
quanto riguarda il nostro Paese non penso d'altra parte che possa
essere presa un'iniziativa isolata da parte dei pediatri nei
confronti della vaccinazione universale contro l'influenza: è
necessario, come per altre vaccinazioni, che ci sia una decisione
centrale concordata, a livello del Ministero della Salute, che
coordini l'iniziativa e che induca le Aziende produttrici del
vaccino a immettere sul mercato una quantità superiore di
dosi, valutabile in diversi milioni per ogni anno.
Per ora
lascerei l'iniziativa in mano ai singoli pediatri perché in
primo luogo attuino la vaccinazione nelle categorie ufficialmente
considerate a rischio, e successivamente allarghino l'indicazione a
tutti quei bambini che, secondo il loro giudizio, potrebbero giovarsi
dell'immunizzazione contro l'influenza.
Per ora
nel nostro Paese sono in commercio solo vaccini inattivati (TIV) e
non è presente il vaccino vivo attenuato (LAIV) di cui si
parla largamente nelle raccomandazioni statunitensi. E' importante
tuttavia che cominciamo a conoscerlo per valutarne i vantaggi e i
limiti. Ne abbiamo parlato largamente qualche mese fa. Anche in
Italia nei mesi di giugno-luglio il Ministero emana una circolare
sull'influenza.
Nota
bene: Le frasi in corsivo neretto, all'interno del testo,
riportano i dati italiani e alcune considerazioni personali: non sono
quindi contenute nella pubblicazione originale.
Vuoi citare questo contributo?