Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Appunti di Terapia
Nuove
indicazioni per l'uso della talidomide
Indirizzo
per corrispondenza:bartolozzi@unifi.it
La
talidomide (T) è conosciuta come uno dei farmaci più
infamanti del 20° secolo. Tutti ricordano che quando essa venne
introdotta in Europa nel 1957 si manifestarono gravi difetti fisici
(braccia corte (focomelia), braccia assenti (amelia), ipoplasticità
o assenza delle ossa, Anomalie dell'orecchio esterno, paralisi del
faciale, anomalie degli occhi e difetti congeniti del cuore) in circa
10.000 lattanti, che erano stati esposti in utero alla T. Per questo
la T è stata ritirata dal mencato mondiale.
Ricerche
successive hanno portato all'introduzione della T, da parte della
Food and Drug Administration americana, limitatamente al trattamento
della lebbra, nel 1998. La prescrizione del farmaco è stata
d'altra parte soggetta e rigide regole, fra le quali il consenso
informato, le prove di gravidanza e altre speciali richieste. Recenti
ricerche cliniche suggeriscono un ulteriore uso potenziale della T
come trattamento aggiuntivo in numerose condizioni mediche, incluse
le complicazioni delle malattie infettive, la malattie autoimmuni e
della pelle, molti tipi di cancro e sindromui associate, come la
cachessia cancerosa. La T ha inoltre molti effetti benefici
sintomatici sull'appetito, sulla nausea, sull'insonnia e sul dolore.
Alcuni di questi effetti hanno un valore significativo per pazienti
in cure palliative, per i quali ovviamente non sono da prendere in
considerazione gli effetti teratogeni.
Meccanismo
di azione
La T è
un agente immunomodulante in una varietà di forme patologiche:
l'eritema nodoso della lebbra, la malattia trapianto versus ospite,
gliomi, mieloma multiplo, artrite reumatoide, tubercolosi, malattia
infiammatoria cronica dell'intestino, malattia di Behcet, sarcoidosi,
ulcere aftose, cachessia legata all'AIDS e al cancro.
L'azione
della T sarebbe in relazione alla soppressione della sintesi di tumor
necrosis factor-a (TNFa), sulle interleuchine e sull'interferon-g,
down regulation delle molecole di adesione, interessate nella
migrazione dei leucociti e cambiamento del rapporto dei linfociti
CD4+ (cellule T helper) a linfociti CD8+ (cellule T citotossiche).
La
somministrazione di T inibisce la chemiotassi dei neutrofili.
La T
somministrata per os inibisce anche l'angiogenesi, indotta dal
fattore di crescita fibroblastica basale.
Effetti
e applicazioni cliniche
Effetti
sul sistema nervoso centrale
La T ha
un lieve effetto ipnotico, ansiolitico e anti-emetico.
Effetti
sul sistema nervoso periferico
La T da
un lato può indurre una neuropatia periferica e dall'altro può
alleviare i segni e i sintomi della neurite nella lebbra. La
neuropatia d'altra parte rappresenta, come vedremo, il più
comune effetto contrario della T.
Uso
come anti-neoplastico
La T ha
proprietà anti-angiogenetiche, per cui essa risulta
biologicamente attiva in alcuni tumori: melanoma metastatico, cancro
del rene, delle ovaie e del seno.
Lebbra
ed eritema nodoso in corso di lebbra
Una serie
di osservazioni controllate ha dimostrato che la T è efficace
nel controllare l'eritema nodoso in corso di lebbra. E' stato
osservato che la T fornisce un miglior controllo sintomatico e ha
meno effetti collaterali dei corticosteroidi. E' stato notato anche
un ottimo effetto sulla febbre.
TNFa,
IL-1 e IL-6 sono 3 citochine infiammatorie che attivano
indipendentemente l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e agiscono
sinergicamente quando usate in combinazione. L'efficacia della T
sull'eritema nodoso in corso di lebbra è probabilmente da
attribuire alla sua inibizione del TNFa, con successivo miglioramento
dell'infiammazione. Oltre ai suoi effetti sui meccanismi cellulari
immuni, la T ha anche un effetto sull'immunità umorale. Essa
inibisce in modo significativo la formazione di anticorpi della
classe IgM; è inoltre probabile che essa riduca la
concentrazione dei complessi antigene-anticorpo, che contribuiscono
alla genesi dei fenomeni vasculitici e dei noduli sottocutanei
dolorosi.
Ulcere
aftose nell'infezione da HIV e nella malattia di Behcet
La T è
risultata molto efficace nelle malattie muco-cutanee, come le ulcere
aftose che avvengono di frequente nei pazienti con infezione da HIV e
con malattie di Behcet.
In
particolare nella malattia di Behcet la T, al dosaggio di 100 mg al
giorno, si è dimostrata capace di guarire la maggior parte
delle nuove lesioni, entro una settimana. In un precedente lavoro era
stata dimostrata l'efficacia della T in associazione con la
colchicina sulle stese manifestazioni.
Tubercolosi,
sarcoidosi, infezione da HIV
Le
citochine proinfiammatorie TNFa, IL-1 e IL-6 giocano un ruolo
importante nella patogenesi della sindrome cachessia-anoressia.
Pazienti con infezione da HIV e pazienti con infezione da HIV e TBC,
con gravi perdite di peso, mostrano un evidente guadagno in peso dopo
la somministrazione di T.
Malattia
trapianto versus ospite (GVHD)
La T
riduce la GVHD in modo significativo, ma non la sopprime
completamente. La T è stata usata con un certo successo nel
trattamento della GVHD cronica; non esiste tuttavia in letteratura un
completo accordo su questo punto, perché alcuni hanno notato
un miglior esito della GVHD nei soggetti che ricevevano il placebo in
confronto a quelli che ricevevano T.
Artrite
reumatoide
Il TNFa,
gioca un ruolo chiave nella patogenesi dell'artrite reumatoide. L'uso
della T non è apparso migliorare il decorso della malattia.
Cure
palliative
La T è
stata usata, spesso con successo, nel trattamento dell'insonnia,
della cachessia e nella nausea cronica da cancro, nella febbre
neoplastica e nella sudorazione profusa e infine nel dolore.
Effetti
avversi
Il
largo uso, fatto negli anni 50-60, ha permesso di conoscere bene floi
effetti avversi, legati alla somministrazione di talidomide.
Gli
effetti teratogeni della T sono specie-dipendente, per questo essi
non vennero inizialmente riscontrati negli animali. Mentre nei ratti,
nei topi e negli embrioni di pollo essa difficilmente induce
manifestazioni teratogenetiche, nel coniglio la teratogensi è
facilmente dimostrabile.
Tabella -
Effetti avversi della talidomide
- Teratogenesi
- Neuropatia
- Effetti sul sistema nervoso centrale (sonnolenza)
- Reazioni allergiche
- Effetti ematologici
- Aumentato carico virale dei soggetti HIV +
- Interazioni con farmaci
Nell'uomo
la teratogenesi della T venne messa per la prima volta in evidenza
negli anni 1961-2 (McBride WG, Lancet II, 1358, 1961; Lenz W,
Lancet I,45, 1962). La maggiore suscettibilità per il feto
risultò evidente quando la T venne somministrata fra il 13°
e il 15° giorno dall'ultimo giorno dell'ultima mestruazione: è
stato visto che basta anche una singola dose di 50 mg.
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