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Medico e Bambino

Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri

Recensioni

Rimembri ancora
Perché amare da grandi le poesie studiate a scuola
Autore: Paolo Di Paolo
Editore: Il Mulino Intersezioni, 2024, €16, 240 pagine
La nebbia agl’irti colli… E poi? Come faceva? È raro tornare da adulti alle poesie incontrate da studenti. Eppure, sarebbe bello scoprire come risuonano in noi. E accorgersi che la vita le ha rese più leggibili, più emozionanti, più preziose. Nel bagaglio delle conoscenze scolastiche, insieme alle tabelline, al teorema di Pitagora, alla fotosintesi clorofilliana, rientrano anche molte poesie. C’è perfino chi, nel tempo, le ha imparate a memoria. Da «Silvia, rimembri ancora» di Leopardi a «La pioggia nel pineto» di D’Annunzio, dalle «stelle cadenti» di Pascoli al «male di vivere» di Montale, può capitare di ritrovarsi qualche verso sulle labbra, all’improvviso. Sembra che voglia dirci ancora qualcosa. Ma cosa?

Paolo Di Paolo ci offre un’occasione per leggere in modo nuovo e sorprendente le poesie studiate a scuola. Toglie un po’ di polvere e le libera dai luoghi comuni, rimette in rapporto scrittura e vita. Seguendo piste imprevedibili, riscopre «Dei Sepolcri» come un canto carico di tenerezza e rilegge «Il cinque maggio» come un editoriale in versi. Accosta autori contemporanei come Ray Bradbury a Carducci o Yasmina Reza a Manzoni, ripensa i versi secchi di Ungaretti all’ombra delle guerre odierne. E mette in gioco anche sé stesso, la sua storia di studente, di aspirante scrittore: un romanzo mai scritto su Gozzano; le telefonate e gli incontri con i grandi del secondo ’900, Luzi, Zanzotto, Sanguineti, Spaziani… Dimostra così che l’esperienza può riempire di senso quei versi lontani e completarli nel tempo, fra amori, ferite, desideri, sogni.

Paolo Di Paolo, finalista al Premio Strega 2024 con «Romanzo senza umani, scrive su la Repubblica e conduce su Rai Radio 3 la trasmissione sulla lingua italiana “La lingua batte”.

Un libro per chi ama anche la poesia e non solo la narrativa, per chi ricorda con affetto e nostalgia i lontani tempi della scuola, per vecchi e giovani pediatri curiosi e attenti, ma non solo.

Infine una domanda: le poesie imparate a memoria a fatica, nei bei tempi andati, erano solo puro e semplice nozionismo? Dopo aver letto questo libro, non ne sono così convinto…