LE SFIDE DELLA PEDIATRIA ITALIANA

Le sfide della pediatria italiana
venerd�, 27 Febbraio 2009, ore 21:01
Gent.mo dott. Panza, capisco le Sue perplessità ma non rinuncio alle sfide e vorrei che, proprio perché per Lei sono condivisibili e dette (da molti) da anni, non rimanessero sulla carta e nelle buone intenzioni.
Senza queste sfide (se ci ripensa non impossibili da realizzare), la pediatria italiana rischia di ristagnare e, per usare una metafora di moda in questo periodo, di rimanere in recessione.
Sì, è vero, le sigle cambiano e spesso non si realizza nulla, ma è anche vero, che senza un modello ricercato per necessità e per convinzione di integrazione tra territorio e ospedale, non si va da nessuna parte.
Questo progetto (utopico? ma come mai in altre Nazioni è nei fatti realizzato?, anche se non necessariamente migliore rispetto al modello italiano) risponde a bisogni che sono in primo luogo dell'utenza (sempre più confusa e alla ricerca di rassicurazione ma anche di migliore assistenza), ma anche dei medici e della società assistenziale e sociale: dialogo, confronto, integrazione, formazione su situazioni difficili. I vantaggi per chi immagina una realtà diversa ci sono tutti: basterebbe davvero provare, senza pensare alle convenienze, al "chi me lo fa fare" (mi scusi, ma qui non si tratta di trovare dei vantaggi personali: il vantaggio è rivolto alla migliore assistenza per l'infanzia, in una società che, come dice Lei, è radicalmente cambiata e che non lascia più sconti o privilegi).
Io sarei una piccola goccia professionale senza l'integrazione e il dialogo di ogni giorno con i miei colleghi dell'ospedale. Quello che mi manca profondamente è di avere una maggiore integrazione con il territorio. Non penso che questa soluzione debba essere solo politica (anche se il rischio è che si arrivi a questo). Credo che vada, come sfida, ridiscussa "tra medici" (i veri interlocutori della questione) l'intero progetto assistenziale per l'infanzia, sapendo bene che tante cose buone ci sono ma che ora richiedono un nuovo slancio per una (piccola) rinascita della pediatria che potrebbe avere anche uno slogan: meno situazioni facili e inutili da gestire, più lavoro funzionale e professionale per i bambini che ne hanno davvero bisogno.
Magari divertendosi di più. Speriamo di risentirci tra qualche anno con più risultati e meno sfiducia. Il sogno continua.

Federico Marchetti
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