Novembre 2006 - Volume XXV - numero 9

Medico e Bambino


Lettere

Autismo
Affari loro
Alimentazione complementare

Vuoi citare questo contributo?


Autismo
Affari loro
Alimentazione complementare
Medico e Bambino 2006;25(9):558-559 https://www.medicoebambino.com/?id=0609_558.pdf


leggi l'articolo in formato PDF

Per l'omeopatia mancanza di valide evidenze
Caro Direttore,
la lettera dal titolo “affari tuoi” inviata da Rosario Cavallo nel numero di novembre di questa rivista torna sul tema sempre attuale dell’omeopatia, a cui molti medici si rivolgono, spinti dalla richiesta di “naturalismo” che sembra così importante nella nostra società attuale. Desidero spronare Medico e Bambino a non abbandonare il suo tradizionale atteggiamento critico nei confronti di questa metodica, dal momento che essa manca completamente di evidenze scientifiche favorevoli; ricordo qui alcuni punti fermi a riguardo: 1) non esistono spiegazioni considerate attendibili dal mondo scientifico su come dovrebbero agire l'omeopatia. Un tentativo in tal senso teorizzato alcuni anni fa su Nature (1) costò poi al suo autore l'accusa di truffa; 2) due fra le Revisioni Sistematiche più importanti sull'argomento hanno dimostrato che i medicinali omeopatici non sono più efficaci del placebo (2,3).
E' oramai opinione consolidata e largamente condivisa che qualsiasi intervento terapeutico in medicina deve dimostrare la sua efficacia attraverso studi clinici randomizzati, che rappresentano l'unico disegno metodologico, che se ben condotto può essere esente da distorsioni ed errori sistematici. Attraverso l'assegnazione "casuale" del trattamento in due gruppi, uno che assume il medicinale attivo, l'altro il placebo, si permette ai pazienti di iniziare e di continuare lo studio con una prognosi simile: tutti gli eventuali effetti ottenuti saranno così dovuti unicamente al diverso trattamento offerto. Purtroppo l'omeopatia non è riuscita in tanti anni a realizzare trial randomizzati di buona qualità metodologica, ma basa i suoi supposti successi soprattutto su studi osservazionali, che sono gravati da "bias" (errori) che tendono a sovrastimare in modo insopportabile i "benefici" del trattamento.
Gli omeopati "difendono" la loro pratica sostenendo come l'arruolamento random dei pazienti e il doppio cieco, ambedue cardini dello studio randomizzato, non possano essere da loro adottati, perchè tale schema non rispetterebbe l'atteggiamento olistico della prescrizione omeopatica. In realtà sono stati invece realizzati anche in questo settore studi randomizzati, che non hanno però dato risultati convincenti.
Per questi motivi ritengo nostro "dovere" accettare nella pratica clinica solo interventi che si sono dimostrati efficaci, in accordo con le regole scientifiche che abbiamo adottato e che ci hanno permesso di migliorarci in questi anni.

1. Benveniste J. Human Basophil Degranulation Triggered by Very Diluted Antiserum Against IgE. Nature 1988; 333:816.
2. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, Juni P, Dorig S, Sterne JA, Pewsner D, Egger M. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homeopathy and allopathy. Lancet 2005;366(9487):726-32.
3. Linde K, Clausius N, Ramirez G, Melchart D, Eitel F, Hedges LV, Jonas WB.Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet 1997;350(9081):834-43.

Daniele Radzik
U.O di Pediatria Ospedale di Castelfranco Veneto
sabato, 13 Gennaio 2007, ore 07:42