Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Gennaio 2012 - Volume XV - numero 1

M&B Pagine Elettroniche

Ricerca

I benefici percepibili della pet therapy in un reparto pediatrico
Amelia Stinchi1, Veronica Cardinale2, Giada Pompa3, Manuela Fania3, Immacolata Di Maio2, Manuela Palmegiano4, Grazia Brignola5
Biologa1, Psicologa2, Laureata Scienze della Natura3, Addestratore cinofilo4, Medico Veterinario5
Azienda Universitaria “Federico II”, Napoli

Indirizzo per corrispondenza: info@aitaca.it

Perceptible benefits of pet therapy in a paediatric unit

Key words Animals, Hospitalized children, Pet therapy

Abstract
Objective - The objective of this study is to evaluate the effectiveness of pet therapy on hospitalized children.
Material and Methods - The project “Can I give you a leg?” was born in October 2007 from a collaboration between the Corporate University "Federico II" of Naples, II Policlinico University Federiciana “Department of General Paediatrics”, and the association ONLUS AITACA (Italian Association of Activity and Therapy Animals). The project was undertaken by a multidisciplinary team consisting of an expert of AAA (Animal-assisted activities) and AAT (Animal-assisted treatment), biologists, psychologists, ethologists, dog trainers and a veterinary surgeon that, on a weekly basis, relate to young patients.
Results - An analysis of the collected data indicates very significant overall results, which especially concern the positive effects on children, showing a marked improvement in their social skills and interaction, the overcoming of their phobias to the animal and the increase in their self efficacy.
Conclusion - Given the high degree of satisfaction expressed by the people involved, the activity was in line with the objectives set forth by the association and with the demands of the hospital.

Riassunto

Obiettivi: L'obiettivo dello studio è quello di valutare l'efficacia della partecipazione di animali durante le diverse fasi di assistenza ai bambini ricoverati presso strutture ospedaliere.
Materiali e Metodi: Il progetto “Posso darti una zampa?” è nato nel mese di ottobre del 2007 da una collaborazione tra l'Azienda Universitaria “Federico II” di Napoli, il II Policlinico dell'Università Federiciana “Dipartimento di Pediatria Generale” e l'associazione ONLUS AITACA (Associazione Italiana Terapie e Attività con Animali). Il progetto è stato svolto da un'equipe multidisciplinare, formata da un'esperta di AAA (Attività Assistite con Animali) e AAT (Terapie Assistite con Animali), biologhe, psicologhe, etologhe, addestratori cinofili e un medico veterinario che, con cadenza settimanale, si relazionava ai piccoli degenti.
Risultati: Dall'analisi dei dati raccolti emergono risultati molto significativi dal punto di vista complessivo, che riguardano soprattutto gli effetti positivi sui bambini, evidenziando un notevole miglioramento delle capacità relazionali e di interazione, il superamento delle fobie verso l'animale e l'incremento dell'autoefficacia.
Conclusioni: Considerato l'alto grado di soddisfazione espresso dalle figure coinvolte, l'attività è risultata in linea con gli obiettivi preposti dall'associazione e con le richieste della struttura ospedaliera.


Introduzione

La “Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale”, promossa da ABIO (Associazione Bambini in Ospedale) in collaborazione con la SIP (Società Italiana di Pediatria) che si ispira alla carta di EACH (European Association for Children in Hospital)1 del 1988, afferma: “i bambini, gli adolescenti ricoverati e le loro famiglie hanno diritto in tutta Italia ad avere quotidianamente possibilità di gioco, ricreazione e studio in ambienti adeguati. Tale obiettivo si può raggiungere con diverse modalità di intervento - attività ludiche2- clown terapia3,4 - “Attività Assistita da Animali” (AAA)5.
Nello specifico la nostra attività di AAA6, effettuata presso il reparto di Pediatria Generale del II Policlinico dell'Università “Federico II” di Napoli, si inserisce in un progetto più ampio di “umanizzazione della struttura ospedaliera” che tende a evitare una rottura con quella che è la quotidianità del bambino, in modo da garantire al piccolo degente, nonostante il periodo di permanenza in ospedale, uno sviluppo globale e armonioso. Il ricovero non deve infatti porre in secondo piano il valore del bambino in quanto persona, e quindi i bisogni e le esigenze connesse alla sua età, con interventi di tipo educativo, didattico e ricreativo rivolti al miglioramento della qualità delle ore di degenze dei bambini ricoverati.


Obiettivi

L'obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l'influenza e l'efficacia della presenza degli animali in ospedale, in rapporto allo stato di salute fisico e psicologico del bambino e verificare, nel contesto, le reazioni da parte dei genitori e del personale sanitario.


Materiali e Metodi

Per la raccolta e la catalogazione dei dati in seguito riportati, sono stati presi come indicatori i seguenti parametri7: la partecipazione dei bambini agli incontri con gli animali, il gradimento da parte dei genitori e il gradimento da parte degli operatori sanitari8. In generale i genitori non hanno partecipato agli incontri, fatta eccezione per i casi particolari, poiché l'assenza del genitore consente al bambino di esprimersi più liberamente e crea un ulteriore momento di dialogo e di condivisione al momento del rientro in stanza, allontanando in tal modo il pensiero della malattia. Gli strumenti utilizzati sono stati: l'analisi delle produzioni grafiche dei bambini, i questionari di gradimento somministrati ai genitori e al personale sanitario successivamente alla seduta, un test (emoticon) appositamente ideato e questionari somministrati ai bambini prima e dopo l'incontro.

Le sedute si sono svolte con cadenza settimanale, con durata media di circa due ore. Generalmente, a ogni incontro sono stati presenti da tre a quattro operatori, mentre quattro sono stati i cani coinvolti, di cui tre femmine (due barboncini e una border collie) e un meticcio maschio di taglia media, opportunamente addestrati e preparati dal punto di vista comportamentale, nonché controllati sotto il profilo sanitario. Ogni incontro è stato strutturato nel modo seguente: iniziali riunioni di équipe, volte all'organizzazione generale e alla definizione degli obiettivi della specifica seduta in funzione delle caratteristiche dei bambini presenti in reparto; organizzazione del setting, cioè disposizione delle sedie a semicerchio al fine di favorire l'interazione dei bambini tra loro, con l'animale e con le operatrici; accompagnamento dei bambini nella sala preposta dalle operatrici. Si è riservata maggiore attenzione a quei bambini particolarmente “sensibili” all'incontro con il cane, che manifestavano paura o particolare euforia. Nel dettaglio, durante la seduta, sono state svolte diverse attività identificabili in:
  • referenziali9, cioè introduzione e simulazione per una corretta modalità di approccio all'animale prima dell'incontro;
  • relazionali di tipo osservativo: i bambini osservano il cane che svolge l'attività con l'operatore;
  • integrative guidate: i bambini svolgono attività con il cane supportati dall'operatore;
  • gestionali: i bambini imparano a prendersi cura del cane;
  • performative10: nella fase conclusiva della seduta, i bambini ripetono in successione le attività precedentemente apprese.
Non sono state considerati come parametri l'età e la patologia; agli incontri hanno partecipato bambini dai 3 anni ai 14 .
Nessun dato riferito alla patologia di cui erano affetti è stato raccolto, non avendo il nostro studio alcuna finalità terapeutica in merito alla patologia specifica ma solo quello di migliorare la qualità delle ore di degenza in sinergia con altre attività ludico ricreative.

Gli strumenti di valutazione utilizzati sono stati:
  1. analisi delle produzioni grafiche dei bambini (disegni);
  2. questionario di gradimento somministrato ai genitori composto da 8 domande chiuse e una aperta;
  3. questionario di gradimento per il personale sanitario composto da 4 domande chiuse;
  4. scala appositamente ideata per valutare lo stato emotivo del bambino prima e dopo l'incontro con l'animale. Questa consiste in una serie di immagini raffiguranti diverse espressioni facciali e al bambino viene chiesto di indicare la faccia che meglio rappresenta il suo stato emotivo (Figura 1);
  5. questionari somministrati ai bambini composti da 4 domande chiuse e una aperta.

Figura 1. Scala analoghi visivi mediante faccine.



Risultati

Sulla base dei questionari somministrati a ogni incontro ai genitori, ai bambini e al personale sanitario (Tabella I, Tabella II, Tabella III) emergono dati molto significativi dal punto di vista complessivo. In totale, nel reparto di Pediatria Generale e Malattie Metaboliche, Genetiche ed Endocrinologia sono stati effettuati 105 incontri che hanno visto la partecipazione di 1236 bambini e di 836 genitori (Tabella IV). Due sono state le aree in cui si sono riscontrati i maggiori effetti positivi sui bambini: l'area psicosociale, nello specifico il miglioramento delle capacità relazionali e di interazione, e l'area del superamento della fobia animale, accompagnata a un incremento dell'autostima e dell'autoefficacia.

Genitori
Per quanto riguarda le risposte dei genitori (Tabella I), il 74% possiede un animale in casa; il 48% di essi dichiara di aver un rapporto con gli animali definibile “buono”, il 22% lo definisce “ottimo”, il 19% “sufficiente” e solo 11% “insufficiente”. Il 54% dei genitori dichiara anche di giocare con un animale estraneo, mentre il 23% lo ignora e il 24% ne ha paura.
Alla domanda circa la conoscenza della AAA, il 29% dei genitori ha risposto di averne sentito parlare, il 35% di non conoscerla e il 46% di averne sentito parlare vagamente. Inoltre è stato chiesto ai genitori cosa ne pensassero di questa attività e le risposte sono state tutte molto significative: il 34% dichiara che la AAA permette ai bambini di trascorrere un pomeriggio diverso, il 27% fa vedere al bambino l'ospedale meno triste e spaventoso, il 21% sostiene che l'incontro alleggerisce la permanenza in ospedale, il 12% ritiene che l'incontro con l'animale può incuriosirlo a tal punto da non fargli pensare al motivo del ricovero ed il 6% dichiara che non c'è differenza da un normale pomeriggio con altri bambini. Alla domanda riguardante la positività della relazione che si instaura tra bambino e animale ben 89% dei genitori si è mostrato favorevole e solo l'11% non ritiene tale relazione positiva e importante. Infine, alla richiesta di dare un proprio suggerimento per migliorare la qualità dell'iniziativa, il 35% dei genitori si augura che l'esperienza venga ripetuta e il 27% ritiene importante incrementare il numero di incontri.

Bambini
Per quanto riguarda i bambini (Tabella II) , all'85% di essi piacciono in generale gli animali. Al 53% piacciono di più i cani, al 30% i gatti, al 10% i conigli e i criceti e al 7% i volatili e altri animali. Alla domanda “ti è piaciuto giocare con il cane oggi?” il 64% ha risposto tantissimo, il 29% tanto, il 6% poco e solo l'1% ha dichiarato di sentirsi annoiato. Infine è stato chiesto loro di esprimere un pensiero sul cane con cui avevano giocato e per l'84% il cane è stato simpatico, per il 73% dolce, per il 77% divertente, per il 65% bravissimo, per il 45% morbido e per il 39% ben addestrato.
Valutando i risultati del tipo “test delle faccine” riportati nelle Figura 2 e Figura 3 si può notare la differenza nell'interpretazione da parte dei bambini prima e dopo l'interazione con il cane. Nella Figura 3 prevale nettamente la facies numero 1, con valori in percentuale che sfiorano il 50% ed è significativa la diminuzione della facies numero 5 che si assesta a una percentuale nettamente inferiore al 10%.

Personale Sanitario
Il personale sanitario (Tabella III) si è mostrato favorevole all'idea di far incontrare bambini e animali in ospedale nell'87% dei casi. Per il 93% degli intervistati l'attività è utile al bambino e per il 62% di essi tale attività ha migliorato il lavoro del reparto. Alla domanda circa la paura che gli animali possano trasmettere malattie, il 35% ha risposto affermativamente mentre il 54% ha dichiarato di non avere questo timore e l'11% non ha saputo dare risposta.


Questionario per i genitori

Possiede animali in casa?
Si
74%
No
26%
Com'è il suo rapporto con gli animali domestici?
Ottimo
22%
Buono
48%
Sufficiente
19%
Insufficiente
11%
Con animali estranei come si comporta?
Lo ignorate
32%
Avete paura
24%
Ci giocate
54%
Ha mai sentito parlare di attività con animali?
No
35%
Si
29%
Vagamente
46%
Cosa pensa di questa attività?
Permette ai bambini di trascorrere un pomeriggio diverso
34%

Fa vedere al bambino l'ospedale meno triste e spaventoso
27%

L'incontro con l'animale può incuriosirlo a tal punto da non fargli pensare al motivo del ricovero
12%

L'incontro alleggerisce la sua permanenza in ospedale
21%

Non c'è differenza da un normale pomeriggio con altri bambini
6%
Ritiene positiva la relazione che si è instaurata con l'animale?
Si
89%
No
11%
Quali suggerimenti può dare per il proseguimento dell'attività? (Domanda aperta)
Ripetere iniziativa
(35)
Fare più incontri
(27)
Tabella I. Questionario per i genitori


Questionario per i bambini

Come si chiama il cane con il quale hai giocato?
Abra

Chea

Orso

Nuvola

Ti piacciono gli animali?
85%
No
15%
Quali animali ti piacciono di più?
Cani
53%
Gatti
30%
Conigli-Criceti
10%
Volatili /altro
7%
Ti è piaciuto giocare con il cane oggi?
Tantissimo
64%
Tanto
29%
Poco
6%
Mi sono annoiato
1%
Cosa ne pensi del cane con il quale hai giocato?
(Domanda aperta)
È bravissimo
(65)
È divertente
(77)
È morbido
(45)
È ben addestrato
(39)
È simpatico
(84)
È dolce
(73)
Tabella II. Questionario per i bambini



Questionario per personale sanitario

Cosa pensa dell'idea di far incontrare animali e bambini in ospedale?
Favorevoli
87%
Contrari
5%
Indifferenti
8%
Secondo lei questa attività è utile al bambino?
Si
93%
No
3%
Non so
4%
Questa attività ha migliorato il lavoro in reparto?
Si
62%
No
32%
Non so
7%
Ha paura che i cani possano trasmettere malattie?
Si
35%

No
54%

Non so
11%
Tabella III. Questionario per il personale sanitario



Partecipazione di bambini e genitori agli incontri con animali nei reparti

Reparto
Incontri
Bambini presenti
Genitori presenti
Pediatria generale
105
1236
867
Questionari somministrati

1103
615
Tabella IV. Partecipazione di bambini e genitori agli incontri con animali nei reparti


Discussione

Considerato l'alto grado di soddisfazione espresso dalle figure coinvolte, l'attività svolta è risultata in linea con gli obiettivi preposti dall'associazione e con le richieste della struttura ospedaliera. I risultati si riferiscono soprattutto ai cosiddetti “benefici percepibili” che, pur non fornendo alcun dato quantitativo, permettono di effettuare un'analisi attendibile sui cambiamenti registrati nei comportamenti dei bambini che hanno partecipato al programma (analisi qualitativa) (Figura 2 e Figura 3). Ciò è riferibile alla capacità istintiva del cane di entrare facilmente in relazione con l'essere umano11, di esprimere le proprie esigenze e i propri sentimenti attraverso un linguaggio decodificabile e di essere “educato” a eseguire giochi e richieste. Tutto ciò rende il cane un catalizzatore dell'attenzione del bambino, un “mediatore” con il mondo del soggetto a volte impenetrabile e incomprensibile da parte dell'adulto, un propulsore delle capacità cognitive, relazionali ed emotive del bambino. Tali benefici attengono alle sfere relazionali ed emotive dei bambini che quando è presente una condizione di malattia l'emotività a essa associata ha connotati quali preoccupazione, ansia, tristezza e paura, con una conseguente rappresentazione di sé caratterizzata da una percezione di vulnerabilità. Inoltre, nel corso dell'infanzia, gli strumenti cognitivi disponibili consentono al bambino soltanto una parziale presa di coscienza della condizione di malattia. Questa dimensione spesso provoca un'inibizione della curiosità e quindi delle capacità esplorative, inibendo la costruzione della self-efficacy e delle strategie di coping, rappresentazioni della propria capacità di fronteggiare lo stress, associate alla sicurezza personale e alle risorse sociali e familiari.

Figura 2. Risultati prima della seduta valutati con la scala (emoticon) appositamente ideata.


Figura 3. Risultati dopo la seduta valutati con la scala (emoticon) appositamente ideata.


Il coinvolgimento del cane nelle attività di “relazione-gioco” con il bambino, permette quei processi cognitivi di rappresentazione di “sé-efficace e di sé con l'altro” compromessi dalle contingenze della malattia. In primo luogo, il ruolo di “assistito, protetto, gestito” che il bambino abitualmente assume, nella relazione con il cane viene a essere invertito o comunque concordato in maniera nuova durante l'interazione. Inoltre, va considerato che questo tipo di attività provoca una rivalutazione cognitiva dello “schema di sé” finora assunto dal bambino e che il cane, più che un terapeuta, funge da catalizzazione di questi processi, poiché salta il gap dell'elaborazione del linguaggio umano, e permette un'immediata sperimentazione della relazione. L'autoefficacia, in questo contesto, non rappresenta una misura delle competenze possedute dal bambino, ma la potenzialità che il soggetto esprime in diverse situazioni. Nel complesso si può affermare che, sia genitori che il personale sanitario, hanno considerato l'attività positiva e soddisfacente.
L'osservazione di effetti positivi sui piccoli pazienti, quali il miglioramento delle capacità relazionali e di interazione12, il superamento della fobia verso l'animale e l'incremento dell'autoefficacia risulta essere in linea con quanto emerge da studi ed esperienze internazionali che dimostrano come il contatto con gli animali, opportunamente guidato, costituisca un intenso stimolo psicologico in grado di generare effetti positivi a livello cognitivo, affettivo e sociale13. In particolare i bambini con diagnosi di disturbi del comportamento appaiono beneficiare di tale relazione in termini di incremento delle competenze linguistiche e relazionali allo stesso modo nei soggetti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività si è osservata una riduzione di questa e un aumento dell'attenzione. In ogni caso la meraviglia e la gioia sui volti dei bambini all'arrivo del cane in ospedale sono difficilmente dimostrabili da grafici e tabelle ed è per questo motivo che alla fine di ogni incontro facciamo una foto a ogni singolo paziente insieme al cane che stampiamo immediatamente e regaliamo a ogni bambino che ha partecipato all'attività. Il rivedere se stessi in un momento di serenità serve anche a fugare nei ricordi l'esperienza spiacevole del ricovero.


Bibliografia

  1. Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Comitato Italiano per l'Unicef, 2008.
  2. Phipps S. Reduction of distress associated with paediatric bone marrow transplant: complementary health promotion interventions. Pediatr Rehabil 2002;5:223-34.
  3. Armfield NR, Bradford N, White MM, Spitzer P, Smith AC. Humour sans frontieres: the feasibility of providing clown care at a distance. Telemed J E Health 2011;17:316-8.
  4. McMahan SC. Infinite possibility: clowning with elderly people. Care Manag J 2008;9:19-24.
  5. Marchesini R, Corona L. Attività e terapie assistite dagli animali: l'approccio zooantropologico alla pet-therapy. Apeiron, Bologna 2007.
  6. Pediconi O, Alessandrini B, Del Papa S, Valerii L, Iannino F, Scaioli S. I benefici della terapia assistita dagli animali: risultati della ricerca sperimentale dell'IZSAM. Convegno “Il cane in aiuto dell'uomo. Alla scoperta della pet therapy”. San Patrignano, 17-18 Aprile, 1999.
  7. Pugliese A. Pet therapy: strategie di intervento e linee guida. A Siciliano Editore, Messina, 2005.
  8. Marchesini R, Corona L. Attività e terapie assistite dagli animali: l'approccio zooantropologico alla pet-therapy, Bologna, Apeiron, 2000.
  9. Soproni K, Miklósi A, Topal J, Csányi V. Dogs' (Canis familiaris) responsiveness to human pointing gestures. Journal of Comparative Psycho Responsiveness to human pointing gestures. J Comp Psychol 2002;116:27-34.
  10. Soproni K, Miklósi A, Topál J, Csányi V. Comprehension of human communicative signs in pet dogs (Canis familiaris). J Comp Psychol 2001;115:122-6.
  11. Haralambos M. Psicologia e sociologia. Zanichelli, 2001.
  12. Silveira IR, Santos NC, Linhares DR. Protocol of the animal assisted activity program at a university hospital. Rev Esc Enferm USP 2011;45:283-8.

Vuoi citare questo contributo?

A. Stinchi, V. Cardinale, G. Pompa, M. Fania, I. Di Maio, M. Palmegiano, G. Brignola. I benefici percepibili della pet therapy in un reparto pediatrico. Medico e Bambino pagine elettroniche 2012;15(1) https://www.medicoebambino.com/?id=RIC1201_10.html