Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2010 - Volume XIII - numero 1
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Focolai
di morbillo nell'area pisana
UUOO
Pediatria I & II, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
Indirizzo
per corrispondenza: g.baroncelli@med.unipi.it
Measles
epidemic in Pisa territory
Key
words
Measles,
Rom community, Vaccination
Summary
The
incidence of measles strongly decreased following the
introduction of vaccination. However, new cases are steadily
reported in Italy as well as in other European countries. By
contrast, World Health Organization has targeted, by an extension
of the program of vaccination, the eradication of the disease
within 2010. Between April and November 2008, 44 cases of measles
were diagnosed in Pisa and neighborhood. Out of them, 34 cases
were observed in children of Rom immigrant communities. The
majority of them were less than 8 year-old, and no patient was
previously vaccinated against measles. Out of ten Italian
patients, half of them were adolescents; eight of them did not
receive vaccination and two did not complete the vaccination
against measles. Therefore, surveillance against measles,
particularly in subjects at risk, should be extended.
Furthermore, the early diagnosis of the disease as well as
promoting the complete vaccination of all children are crucial. |
Riassunto
L’incidenza
del morbillo è nettamente diminuita dopo l'introduzione della
vaccinazione antimorbillosa. Nuovi casi e nuove epidemie
vengono comunque costantemente segnalati in Italia così come
in altri Paesi europei, nonostante l'OMS avesse previsto, previa
estensione della campagna di vaccinazione, l'eliminazione della
malattia entro il 2010.
Tra
l'aprile ed il novembre 2008 sono stati notificati, nell'area pisana,
44 casi di morbillo. Tra questi, 34 casi sono stati diagnosticati in
bambini di etnia rom, la maggioranza dei quali aveva un'età
inferiore agli 8 anni. Nessuno era stato sottoposto a vaccinazione
antimorbillosa. I rimanenti 10 bambini erano italiani, la metà
dei quali erano in età adolescenziale (10 – 18 anni); 8
non erano stati vaccinati mentre 2 non avevano ricevuto la seconda
dose. I pazienti italiani hanno presentato una percentuale di
complicanze maggiore rispetto a quella dei pazienti di etnia rom.
Questi
dati indicano che è necessario estendere la sorveglianza
contro il morbillo, in particolare nei gruppi a rischio,
promuovendo la vaccinazione completa dei bambini e la pronta
segnalazione dei casi di malattia.
Introduzione
Il
morbillo è una malattia infettiva causata da un virus
(genere morbillivirus)
appartenente alla famiglia dei paramixovirus. È molto contagioso, si
trasmette esclusivamente da uomo a uomo, e conferisce
un'immunizzazione teoricamente definitiva.
Il
morbillo si sviluppa generalmente attraverso vari stadi. Dopo un
periodo di incubazione di circa 14 giorni, con sintomi lievi o
assenti, segue lo stato prodromico della durata di 2-4 giorni,
caratterizzato da febbre, rinite, tosse, congiuntivite ed enantema
(le tipiche macchie di Koplick, rilevabili usualmente in
corrispondenza della corona dei molari inferiori come chiazze di
essudato sieroso di colore bianco-grigiastro e disseminate a "spruzzo
di calce"). Inizia quindi la fase di stato caratterizzata dal
tipico esantema maculo-papulare ad andamento cranio-caudale che si
associa a febbre elevata. Infine, dopo 2-3 giorni, inizia la fase di
defervescenza che si manifesta con una riduzione della componente
eritematosa dell'esantema che avviene a partire dalle sedi
inizialmente coinvolte; la scomparsa dell’esantema può
essere seguita da una desquamazione fine1.
La
contagiosità della malattia è compresa tra 4
giorni prima e 4 giorni dopo la comparsa dell'esantema. Il contagio
avviene per via aerea tramite l'inalazione delle secrezioni nasali e
faringee che si diffondono nell'aria con la tosse e la
starnutazione2.
La
diagnosi è essenzialmente clinica. La ricerca nel siero degli
anticorpi specifici dopo 3 o 4 giorni dalla comparsa dell'esantema è
utile solo a scopo epidemiologico.
La
terapia è generalmente sintomatica. La malattia è
autolimitante ma, in alcuni casi, ed in particolare nei neonati, nei
bambini malnutriti o in presenza di deficit immunitario, possono
insorgere complicazioni come otite media, laringite, diarrea,
polmonite o encefalite1.
Il
vaccino contro il morbillo è del tipo vivo attenuato. In
Italia viene raccomandata una prima dose del vaccino prima del 24°
mese di vita, preferibilmente intorno al 12-15° mese, con una
seconda dose a 5-6 anni o a 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese,
il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli sono
stati trasmessi dalla madre, se questa è immune verso la
malattia.
Casistica
Durante
il periodo di tempo compreso fra aprile e novembre 2008 sono stati
diagnosticati, presso le U.U.O.O. di Pediatria I e II del nostro
ospedale, 44 casi di morbillo (28 maschi e 16 femmine). Tutti i
pazienti sono stati osservati in regime di Pronto Soccorso. L'età
dei pazienti era compresa tra 1 mese e 16,9 anni (media ± DS:
6,0 ± 5,3 aa; 34 pazienti con età inferiore a 8 anni).
Tutti i pazienti presentavano, o avevano presentato, febbre ed
esantema maculo-papulare (in un caso con componente emorragica agli
arti inferiori). I segni ed i sintomi più frequenti erano
tosse secca (61%), rinite (59%) e congiuntivite (57%). Il 36% dei
pazienti presentava le tipiche macchie di Koplick. Altri sintomi
erano disappetenza, diarrea, vomito, cefalea, dolore addominale,
epistassi e dispnea. Per la presenza di un decadimento delle
condizioni generali, 18 pazienti (41%) hanno richiesto il ricovero in
regime di osservazione breve (11%) o in regime ordinario (30%). In
questi 18 pazienti la diagnosi è stata confermata mediante
esami di laboratorio. Nei rimanenti 26 pazienti la diagnosi era
basata su criteri clinici ed epidemiologici.
Nella
Figura 1 sono riportati i casi di morbillo
osservati durante il periodo esaminato. Dieci pazienti (23%) erano
italiani (8 maschi e 2 femmine) di età compresa tra 1 mese e
16,9 anni (9,4 ± 6,6 aa). Il 50% dei pazienti erano in età
adolescenziale (10 – 18 anni) e frequentavano lo stesso
Istituto di Scuola Media Superiore. Otto pazienti non avevano
eseguito la vaccinazione antimorbillosa mentre due adolescenti
avevano ricevuto soltanto la prima dose del vaccino.
I
pazienti di etnia rom (n = 34; 20 maschi e 14 femmine; macedoni n =
27, rumeni n = 7) avevano un'età compresa tra 5 mesi e 16,3
anni (5,0 ± 4,3 aa) e trenta presentavano un'età
inferiore agli 8 anni. Nessuno di questi pazienti era stato vaccinato
contro il morbillo. Mentre i primi casi di morbillo (n = 3; macedoni)
notificati nel periodo aprile-luglio fra i pazienti rom erano a
carico di bambini non residenti nell'area pisana (residenza riferita
Bolzano n = 2; Foggia n = 1), nei mesi successivi l'infezione si è
diffusa prevalentemente nei campi rom autorizzati della zona pisana,
colpendo la grande maggioranza della popolazione infantile residente
con un picco massimo nel mese di novembre.
Nel
complesso, cinque pazienti hanno presentato gastro-enterite con
severa disidratazione, quattro bronco-polmonite con crisi dispnoiche,
due bronco-ostruzione con crisi di cianosi, uno impetiginizzazione
delle lesioni cutanee e, infine, un paziente congiuntivite purulenta.
I pazienti italiani hanno presentato una maggiore percentuale di
complicanze rispetto ai pazienti rom (Figura 2).
Tra i pazienti italiani, due hanno presentato gastro-enterite mentre
tre hanno sviluppato una broncopolmonite, confermata dalla
radiografia del torace (Figura
3). Il bambino
di un mese è stato trattato con immunoglobuline e.v. Nessun
paziente ha presentato complicanze neurologiche.
Figura
1. Casi notificati di morbillo da aprile a novembre 2008
nell’area pisana suddivisi per etnia
Figura
2. Complicanze osservate nei pazienti suddivisi per etnia ed
espresse in percentuale
Figura
3b. |
Figura
3. Radiogramma del torace in proiezione antero-posteriore (a) e
latero-laterale (b) in un paziente italiano di 15.3 anni. È evidente
una polmonite interstiziale bilaterale, più accentuata a dx,
con obliterazione dello spazio retrocardiaco, diagnosticata dopo 2
giorni dalla comparsa dell'esantema.
Il
morbillo non può essere considerato una malattia scomparsa nel
nostro Paese così come in altre nazioni europee3.
Un recente studio ha riportato che in Inghilterra e in Galles i casi
di morbillo sono significativamente aumentati dal 2006 al 20082.
Nel 2003
l'Italia aveva approvato il Piano Nazionale di Eliminazione del
Morbillo e della Rosolia Congenita con l'obiettivo di interrompere la
trasmissione del morbillo nel quinquennio 2003-07. Il piano si basava
sull'incremento della copertura vaccinale gratuita mediante
somministrazione di due dosi del vaccino trivalente contro morbillo,
parotite e rosolia (MPR). Gli obiettivi prevedevano di assicurare una
copertura vaccinale con una dose di MPR al 95% della popolazione
sotto i due anni di vita e di garantire la seconda dose di
vaccinazione al 90% dei bambini all’età di 5-6 anni4.
Tuttavia, i dati rilasciati nel 2007 dal Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali hanno dimostrato che la copertura
con una dose di MPR ha raggiunto l'89,6% dei bambini di età
inferiore a due anni di vita, con un'ampia variabilità
regionale (range 67,7–97,3%). In 19 regioni la copertura è
risultata superiore all'85% e in 13 superiore al 90% (Toscana 92,2%);
solo il Molise ha ottenuto una copertura vaccinale superiore al 95%5.
Nel 2005
l'OMS aveva previsto di eliminare il morbillo in Europa entro il
2010. Questo risultato può essere raggiunto assicurando
una copertura vaccinale minima del 95% con due dosi di vaccino e
riducendo l'incidenza del morbillo a valori inferiori a 1:100.000
nati vivi.6 I dati epidemiologici attuali documentano che tale
previsione è stata disattesa, dal momento che la continua
insorgenza di epidemie e l'elevata incidenza della malattia in alcuni
paesi testimoniano un'insufficiente copertura vaccinale7.
Nell'aprile
2007 il nostro Paese, per far fronte all'aumento dei casi di
morbillo, ha istituito un sistema di sorveglianza speciale8 sulla
base del quale i medici sono tenuti a segnalare i casi sospetti di
morbillo (malattia soggetta a notifica obbligatoria, classe II) alla
ASL di appartenenza entro 12 ore, in modo da attivare tempestivamente
l'indagine epidemiologica, la ricerca attiva dei contatti, la
vaccinazione dei contatti suscettibili e la raccolta di campioni
biologici per la conferma di laboratorio e la genotipizzazione.
Recentemente sono stati resi noti i risultati di tale sistema.5, 9
Dal 1° settembre 2007 al 31 dicembre 2008 sono stati segnalati
4.895 casi sospetti di morbillo in 18 regioni e province autonome, in
un periodo di 16 mesi, con un'incidenza di 8,3 casi per 100.000
abitanti5.
La prima
epidemia è stata segnalata in Piemonte nel settembre 2007 in
un gruppo di adolescenti non vaccinati di ritorno dal Regno Unito;
altre regioni particolarmente colpite sono state la Lombardia, la
Toscana, il Lazio e l'Emilia Romagna. Il 61% dei pazienti aveva
un'età compresa tra 15 e 44 anni; l'incidenza più
elevata è stata osservata, nel periodo di 16 mesi, tra gli
adolescenti di 15-19 anni (36,3:100.000) e nei bambini di età
inferiore ad un anno (30,6:100.000).5
Tutti i
pazienti da noi osservati presentavano febbre, spesso elevata, ed
esantema maculo papulare, mentre la presenza degli altri segni della
malattia (tosse, rinite, congiuntivite) dipendeva dal periodo in cui
il paziente giungeva all'osservazione. I pazienti italiani erano in
buona parte adolescenti ed il loro contagio era avvenuto in ambiente
scolastico. Nei pazienti di etnia rom l'età di insorgenza del
morbillo era generalmente inferiore agli 8 anni di vita ed aveva
carattere epidemico, poiché nelle comunità nelle quali
vivevano nessuno era stato sottoposto a vaccinazione antimorbillosa.
Si stima che attualmente vivano in Italia circa 110.000 rom, spesso
in campi permanenti o semi-permanenti;10 in questi gruppi vi è
un particolare rischio di focolai di morbillo per la mancata
attuazione delle attività routinarie di vaccinazione.
Oltre la
metà dei pazienti non ha richiesto ospedalizzazione per
l'assenza di fattori di rischio importanti. Le complicanze sono state
soprattutto a carico dell’apparato gastro-intestinale e
respiratorio. In particolare, in alcuni bambini rom è stata
necessaria la reidratazione e.v. per la presenza di disidratazione
con compromissione delle condizioni generali.
Per
eliminare la malattia deve essere assicurata la copertura vaccinale
con le due dosi raccomandate4,11.Particolare attenzione
deve essere rivolta ai gruppi a rischio, come le comunità rom,
che possono non essere sufficientemente coperti dai servizi
territoriali e non essere sottoposti alle attività routinarie
di vaccinazione rappresentando una possibile fonte di focolai
epidemici della malattia. Inoltre, è necessario prevenire la
trasmissione nosocomiale delle infezioni accertate o sospette; a tale
scopo sarebbe consigliabile che tutto il personale sanitario
risultasse immunizzato contro il morbillo per evitare di contribuire
alla sua disseminazione. Infine, un ruolo importante spetta ai
pediatri di famiglia affinché segnalino prontamente i casi
sospetti in modo che possano essere messe in atto tutte le opportune
misure di prevenzione.
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