Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Allattamento
al seno: quale calo ponderale attendersi?
Servizio
Salute Donna e Infanzia e Assistenza Neonatale, Distretto di
Montecchio Emilia, AUSL di Reggio Emilia.
Indirizzo
per corrispondenza: alessandro.volta@ausl.re.it
Breastfeeding: what weight loss should be expected?
Key
words
Newborn, Breastfeeding, Neonatal weight loss, Dehydration, Supplementation, Baby Friendly Hospital Initiative
Summary
Aim:
Among the “Ten steps to successful breastfeeding” the sixth one suggests “Give newborn infants no food or drink other than breast milk, unless medically indicated”. This paper aims at answering the following questions: how long and in which way is it possible to adopt exclusive breastfeeding?
Materials and methods: A group of 300 full-term, healthy and normal weight newborn infants were monitored with renard to weight loss by assessing their weight during the hospital stay and two days after dismissal.
Results:
The average weight loss was 6.3% from birth weight; a weight loss higher than 10% was found in 4.3% of the observed newborn infants; the greatest weight loss was 12.8%. Two days after dismissal 92.3% of the observed infants had increased their weight of an average of 3.2%; 13.3% had regained their birth weight. None of the observed newborn infants was in need of hospitalization because of dehydration, neonatal jaundice or hypoglycaemia.
Conclusions:
In order to prevent excessive weight loss in newborn infants an early start of breastfeeding, frequent nursing (8-12 per day) along with controlled hospital dismessa and early check up (48 hours after dismissal) are needed. In this way it is possible to rapidly assess and identify newborns with problems of low milk supply and take action when the hydration level is still uncritical. Supporting the starting of breastfeeding does not require relevant technical and financial resources but rather organisational efforts, and a great deal of patience and commitment. |
Tra i
dieci passi proposti per favorire l'alimentazione al seno, il 6°
chiede di “non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi
dal latte materno, tranne che per precisa prescrizione medica”.
Negli ultimi anni l'uso di integrazioni, sotto forma di latte
formulato o di altri liquidi (soluzioni glucosate, camomilla, acqua),
è stata prassi comune e in alcuni ospedali continua a essere
praticata. Molti pediatri e neonatologi, ma anche molte infermiere e
puericultrici delle nursery, sentono forte la responsabilità
della salute dei neonati a loro affidati e temono i rischi di
disidratazione, ipoglicemia, e ittero come conseguenza di
un'alimentazione troppo carente nei primi giorni dopo il parto. È
quindi giusto porsi la seguente domanda: fino a quando, e con quali
concrete modalità, è possibile alimentare i neonati esclusivamente al seno?
La
casistica presa in considerazione in questo lavoro riguarda il punto nascita di Montecchio Emilia (Reggio Emilia), dove nascono circa 900
neonati ogni anno. Nella nostra realtà il 6° passo è
routine assistenziale da alcuni anni, a seguito di un percorso
formativo che ha coinvolto tutto il personale di assistenza e la
successiva formazione di un gruppo di lavoro sulla promozione e il
sostegno dell'allattamento materno. Non utilizziamo né
camomilla né glucosata e soltanto in casi selezionati (basso
peso, prematurità, ipoglicemia, specifiche terapie materne)
facciamo uso di integrazione con latte artificiale. L'attacco
precoce al seno è diventata routine sia nei parti spontanei
che nei parti da cesareo (30% nella nostra realtà) e la
frequenza delle poppate nel corso della degenza è così
elevata da non essere facilmente quantificabile; la degenza prevede
un regime di rooming-in completo.
In un
gruppo di 300 neonati a termine, sani e di peso appropriato,
consecutivamente nati nel nostro punto nascita, abbiamo monitorato il
calo ponderale, valutando il peso nel corso della degenza e poi
durante un controllo eseguito a due giorni dalla dimissione (a 48 ore
per i parti spontanei e a 72 ore per i tagli cesarei). I dati
rilevati sono stati analizzati valutando la parità, la
partecipazione a un corso nascita prima del parto, la modalità
del parto, il regime alimentare seguito, eventuali problemi del seno.
Nel
periodo di degenza considerato 248 neonati (82,6%) sono stati
allattati esclusivamente al seno (AES), mentre 52 (17,4%) hanno
seguito un allattamento complementare, nessuno è stato
allattato esclusivamente né in modo predominante con formula.
Alla
maggior parte dei neonati al momento della dimissione sono state
sospese le integrazioni utilizzate durante la degenza, pertanto il
tasso di AES è salito al 97,4 %. Al controllo, due giorni dopo
la dimissione, il 92,3% dei neonati risultava in crescita, con un
incremento ponderale medio del 3,2%, e il 13.3% di loro aveva già
raggiunto o superato il peso della nascita. Alla fine della prima
settimana di vita dei 300 neonati, 286 (95,3%) erano AES, 12 (4%)
erano a regime complementare, 2 (0,7%) si alimentavano soltanto con
formula. Mediamente il calo ponderale è stato del 6,3% del
peso alla nascita; un calo superiore al 10% è stato rilevato
nel 4,3%. Il calo ponderale massimo è stato del 12,8%. Nessun
neonato dopo la dimissione ha necessitato di ricovero per
disidratazione, ittero o ipoglicemia. Sono stati valutati
distintamente i neonati che hanno assunto soltanto latte materno
(N=248) e quelli che hanno necessitato di integrazione (N=52).
Nel primo
gruppo il calo medio è risultato 6,2% e soltanto il 3,2 % ha
mostrato un calo superiore al 10%; al controllo post-dimissione a 7
di loro (2,9%) si prescriveva integrazione. Nel secondo gruppo il calo
medio è risultato 6,9% (i neonati calati più del 10%
sono stati il 9,6%). Valutando le caratteristiche tra i due gruppi, è
emerso che nel primo gruppo la percentuale di ragadi è stata
del 16%, mentre nel secondo gruppo del 30%, il tasso di parto cesareo
nel primo gruppo 22% e nel secondo gruppo 50% (Chi-square <
0,001). La nascita con taglio cesareo produce un avvio più
difficoltoso dell'allattamento, ma, attraverso l'impegno delle
mamme e con il sostegno del personale, anche la maggior parte di questi
neonati può essere allattato con successo.
Evitare
il digiuno post-natale attraverso un precoce attaccamento al seno,
mantenere un elevato numero di poppate sia di giorno che di notte
attraverso un allattamento a richiesta, eliminare l'interferenza di
altri alimenti liquidi con una rigida selezione di chi ne ha
veramente bisogno, ha permesso di avere cali ponderali contenuti.
Complessivamente il 95,7% dei nostri neonati è calato meno del
10%. L'AES e a domanda permette di concentrare tutto il calo nei
primi due giorni di vita, producendo una veloce ripresa del peso della
nascita già nel corso della prima settimana di vita. Nessun
neonato ha presentato segni e/o sintomi di disidratazione e pertanto
non è stato necessario eseguire il dosaggio degli elettroliti;
riteniamo che questa assenza di disidratazioni ipernatremiche sia da
imputare alla precocità e frequenza delle poppate (sia diurne
che notturne) e soprattutto alla pratica di dimissione protetta che
prevede un controllo post-dimissione molto ravvicinato (48 ore); in
questo modo è possibile valutare precocemente i rari casi di
carente assunzione di latte e intervenire quando ancora lo stato di
idratazione del neonato non risulta compromesso. In letteratura sono
presenti studi, per lo più retrospettivi, che analizzano la
relazione esistente tra disidratazione ipernatriemica e AES.
Sono noti
e ben documentati i benefici dell'allattamento al seno fin dal
momento della nascita, è altrettanto dimostrata l'inutilità
(e quindi il danno) dell'utilizzo di supplementazioni ai neonati
cosiddetti fisiologici; relativamente al calo ponderale dei primi
giorni e alla fase di recupero del peso possiamo ritenere infondati i
timori che l'allattamento esclusivo possa aumentare il rischio di
patologie quali la disidratazione ipernatremica, l'ittero,
l'ipoglicemia. Occorre però garantire routine assistenziali
adeguate, seguendo quanto indicato dalle raccomandazioni del Baby
Friendly Hospital Initiative e dell'American Academy of
Pediatrics. In particolare occorre favorire poppate frequenti
(8-12 al giorno) fin dalla prima ora dal parto e garantire controlli
clinici (con valutazione del peso e dello stato di idratazione) entro
48-72 ore dalla dimissione, e comunque non oltre la prima settimana
di vita. Queste indicazioni sono state esplicitate dall'AAP già
dal 1998, ma sono ancora applicate con difficoltà e spesso in
maniera parziale. Sostenere la fase di avvio dell'allattamento non
richiede investimenti tecnologici ed economici rilevanti, ma soltanto
un po' di organizzazione, abbastanza pazienza e molta passione.
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