Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2009 - Volume XII - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Bambini
troppo vivaci o genitori distratti?
1
Pediatra di famiglia, Certaldo (Firenze). Professore a contratto
della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università
di Firenze
2
Pronto Soccorso, Università di Siena
3
Clinica Pediatrica, Università di Siena
Indirizzo
per corrispondenza: eva.fossi@tin.it
TOO
LIVELY CHILDREN OR CARELESS PARENTS?
Key
words: Family paediatrician, Accident, Communication system
Summary
The
present study takes into consideration the work of a family
paediatrician who works in a rural area in central Tuscany. The study
concerns the accidents occurred to the assisted patients in twelve
months. Overall number of the accidents, child’s sex, age,
place where the accident happened, the kind of accident, whether the
hospitalization or particular tests were necessary, and the
repeatability in the same child were considered. In one year 93
children (10% of the assisted) have had an accident. In half cases
the accident occurred in their houses. In 51 cases the child has been
brought to the emergency unit. Eight children have undergone surgical
operations and/or diagnostic tests. The epidemiological relevance of
accidents questions the communication systems used to prevent such
accidents.
Riassunto
Questo
studio prende in considerazione il lavoro di un pediatra di famiglia
massimalista che opera in un’area rurale nel centro della
Toscana. Lo studio riguarda gli incidenti occorsi in 12 mesi ai
pazienti assistiti. È stato considerato il numero totale degli
incidenti, il sesso del bambino, l’età, il luogo dove è
accaduto, il tipo di incidente, la necessità o meno del
ricovero in ospedale o di accertamenti particolari, infine la
ripetitività nello stesso bambino. In un anno 93 bambini (10%
degli assistiti) hanno avuto un incidente. Nella metà dei casi
l’incidente si è verificato nel proprio domicilio. In 51
casi il bambino è stato portato in Pronto Soccorso. Otto
bambini sono stati sottoposti ad un intervento chirurgico e/o ad
accertamenti diagnostici di II livello. La rilevanza
epidemiologica degli incidenti pone in discussione i sistemi di
comunicazione messi in atto per la prevenzione degli incidenti.
Da quando
faccio la pediatra di famiglia a Certaldo, paese di 16.000 abitanti
circa, ai confini tra la provincia di Firenze e quella di Siena,
molto spesso è stato richiesto il mio intervento poiché
qualcuno dei miei vivaci pazienti è andato incontro a un
incidente di vario tipo, dai più banali ai più
bizzarri, spesso di lieve entità, talvolta gravi, comunque nel
complesso, tanti.
Questa
osservazione mi ha indotto a farne un elenco, tipo diario, per capire
l’entità del problema e come poterlo affrontare al
meglio.
Ho
iniziato a segnarli a fine febbraio 2006 quando, in un giorno solo,
un bambino ha ingerito 3 compresse di Sinemet del nonno
parkinsoniano e una bambina, saltando sul letto, è caduta sul
comodino riportando un trauma alla fronte e all’orecchio.
Poi,
siccome tutto ciò che inizia finisce, ho deciso di chiudere la
mia personale statistica a fine febbraio 2007, cioè dopo un
anno preciso dall’inizio.
Premetto
che gli incidenti che ho inserito nella mia indagine sono quelli in
cui è stato richiesto il mio intervento come primo soccorso e
quelli che ho visto in seconda battuta, in quanto il primo soccorso
era stato prestato in ospedale, spesso per motivi logistici o di
orario, raramente per gravità di situazione.
Da ciò
si capisce che i dati sugli incidenti nei miei pazienti sono
sicuramente sottostimati perché, se fossero successi in un
giorno festivo e poi non mi fosse stato detto niente, non avrei avuto
la possibilità di inserirli nel mio diario.
È
peraltro difficile per me rilevare dati più generali riguardo
alla frequenza degli incidenti in zona poiché i Pronto
Soccorso (PS) a cui i miei bambini afferiscono sono 4 (Empoli,
Castelfiorentino, Poggibonsi e Siena).
Sappiamo
che i dati generali poi sono variegati, si va dal 28% in Grecia, al
21% in Italia, al 7% in Israele.
Risultati
I numeri
di solito sono aridi, ma in questo caso devono essere uno stimolo a
farci riflettere. (Tabella 1). Il primo dato è
indicativo dell’entità del problema. Sono pediatra
massimalista e in 12 mesi ho visto 93 bambini per un incidente, cioè
almeno 1 bambino ogni 10 dei miei pazienti è andato incontro
ad un incidente che ha richiesto le cure di un sanitario.
In 41
casi (44%) sono io il primo medico a prestare soccorso, in 51 casi
invece il bambino viene portato prima al PS di un ospedale ed è
stato poi seguito per proseguire le cure del caso.
L’incidente,
nella mia realtà, è ancora “maschilista” in
quanto tra i pazienti da me visti 62 sono maschi (66,7%) e 31 sono
femmine (33,3%); ciò concorda in pieno con i dati raccolti
dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma e con i dati ISTAT.
Tabella
1. Caratteristiche e tipologia degli incidenti occorsi ai 93
bambini in un periodo di un anno
ETÀ |
N°
bambini (%) |
0-12
mesi |
2 (2%) |
1-3
anni |
36
(39%) |
3-10
anni |
37
(40%) |
10-14
anni |
11
(12%) |
LUOGO
|
N°
bambini (%) |
a casa |
47
(50,5%) |
all’aperto |
16
(17,2%) |
in
strada |
9
(9,7%) |
a
scuola |
17
(18,3%) |
nello
Sport |
4
(4,3%) |
TIPO
DI DANNO |
N°
bambini (%) |
soluzione
di continuo (sutura) |
24
(28%) |
ematoma
per caduta o trauma |
37
(39,8%) |
ingestione
di corpo estraneo |
9
(9,7%) |
frattura |
10
(10,8%) |
ustione |
7
(7,5%) |
avulsione
o frattura dentaria |
3
(3,2%) |
morso
di animale |
2
(2,3%) |
corpo
estraneo in orifizio |
1
(1,1%) |
I dati
ISTAT a questo proposito citano il 48% di ferite, contusioni e traumi
e affermano che un bambino ingerisce sostanze estranee ogni 7 minuti,
in 9 casi su 10 trovate in casa.
Numerosi
Centri Antiveleni in Italia sono concordi nel riferire che sono i
bambini da 1 a 4 anni quelli che sono più soggetti a questo
tipo di incidente. In questa fascia di età si concentra il 40%
di tutte le intossicazioni che ogni anno vediamo in Italia. In oltre
la metà dei casi vi è ingestione di farmaci, mentre nel
30% vi è ingestione di prodotti a uso domestico.
In cinque
dei miei pazienti ho visto il ripetersi di incidenti nello stesso
bambino, cosa che potrebbe far pensare anche ad eventuale
maltrattamento se parliamo in linea teorica, non credo nei casi
specifici. In soli 8 casi, cioè nell’8,6% degli
incidenti, è stato necessario un ricovero o un intervento
chirurgico o accertamenti più importanti (TAC o RM), non
considerando le suture o rx vari (anche questi valori sono simili a
quelli ISTAT).
Considerazioni
e implicazioni
Per prima
cosa, questi dati sono a mio avviso inquietanti. Per seconda cosa, ci
devono far riflettere soprattutto sulle strategie da mettere in atto
per far sì che i nostri messaggi di educazione sanitaria a
questo proposito arrivino in maniera più incisiva.
È
indubbio che le nostre indicazioni (opuscoli, manifesti, spiegazioni,
video ecc.) da soli non riescono ad arginare questo fenomeno.
Troppo
spesso, quello che sentiamo alla televisione giornalmente riguardo
agli incidenti in età pediatrica è solo la punta di un
grosso iceberg che tutti noi ben conosciamo.
La
videocassetta poi che è stata inviata ai genitori dalla
Regione Toscana - I nostri bambini. Come proteggerli, come
soccorrerli - con il patrocinio della SARN e PI (Società
di Anestesia e Rianimazione Neonatale e Pediatrica Italiana),
peraltro ben fatta, evidentemente è stata messa tra le
cassette di Gatto Silvestro e Topolino.
Nel corso
del tempo ho cercato di fare alcune modifiche al mio lavoro, la più
importante delle quali è stata quella di parlare a lungo con i
genitori quando faccio i bilanci di salute riguardo agli incidenti.
Spiego bene che alcuni sono collegati all’esperienza
inevitabile che un bambino fa dell’ambiente che lo circonda e
che quindi sono “accettabili”; altri, quelli gravi tipo
cadute da grandi altezze, incidenti stradali, annegamenti, ingestione
di sostanze pericolose ecc., vanno prevenuti ed è su questi
che si deve concentrare l’attenzione del genitore, mettendo in
atto tutti i meccanismi possibili che tendono ad eliminare i fattori
di rischio. Inoltre, lascio un pro memoria scritto su quello che
abbiamo discusso insieme precedentemente, del quale chiedo un parere
ai controlli successivi.
È
mia intenzione valutare in futuro se il tempo che ho impiegato nel
parlare di questo invito all’“ATTENZIONE” risulterà
tempo perso o guadagnato ai fini del risultato (la maggior salute dei
bambini), valutando, come indicatore di efficacia a distanza, la
riduzione del numero e della gravità degli incidenti
importanti, oltre che il tipo di incidente più comune alle
varie età.
Invito
infine i colleghi a partecipare all’indagine epidemiologica di
rilevamento degli incidenti che è partita a gennaio 2007 on
line (http://onip.sip.it) e che ci
consentirà, in base a numeri sempre più completi, di
aggiustare il tiro sulle tipologie degli incidenti e ci aiuterà
migliorandoci a migliorare il nostro lavoro.
È
da questo sito interessante e in continua evoluzione (poiché
siamo noi stessi pediatri che lo aggiorniamo), al link epidemiologia,
che ho ricavato la quasi totalità dei dati di cui mi sono
servita come paragone.
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