Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2008 - Volume XI - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Cercare
la celiachia con il test rapido: l'esperienza serba
1Institute
of Child and Youth Health Care of Vojvodina, Novi Sad, Serbia; 2UDK
Belgrado, Serbia
Indirizzo per corrispondenza: jokic_rs@EUnet.yu
Searching
for coeliac disease using the rapid test: the Serbian experience
Key
words
Rapid
test, coeliac disease, Serbian experience
Summary
Coeliac
disease (CD) is a very common condition involving approximately
1% of the population. The availability of a rapid and inexpensive
test for the diagnosis of CD has several possible implications.
Among these, the potential use of the rapid test in a case
finding setting. The Authors report the results of the first case
finding study for CD that was carried out in Serbia. Overall, 256
paediatric patients were involved. The rapid test was positive in
12% of the cases, negative in 88%. Overall, the test gave 38% of
false negatives, 12.9% of false positives and 49% of real
positive cases.The Authors conclude that the test is a useful
tool in the diagnosis of CD and discuss possible issues. |
La
celiachia è un'enteropatia autoimmune molto frequente, che
coinvolge circa l'1% della popolazione. La recente disponibilità
del test rapido per il dosaggio delle tTG ha semplificato
notevolmente l'iter diagnostico di questa patologia e permette di
selezionare in tempo reale i pazienti in cui approfondire la
possibile presenza di celiachia. Uno dei principali vantaggi di
questa metodica diagnostica è dato dal suo possibile impiego
in un programma di case finding. Il presente studio, nato su
motivazione dell'Istituto per la Cura dell'Infanzia della Vojvodina,
rappresenta il primo studio di case finding per la celiachia in
Serbia.
Lo studio
ha coinvolto 256 pazienti di età compresa tra i 9 mesi e i 18
anni, giunti all'attenzione del medico per un problema di diarrea
cronica ricorrente, scarsa crescita, perdita di peso, anemia non
responsiva alla supplementazione con ferro, aumento persistente degli
enzimi epatici, altra malattia autoimmune associata o familiarità
per celiachia. Tutti i pazienti inclusi nello studio sono stati
sottoposti al test rapido per la celiachia.
Dei 256
pazienti, il 47,2% erano maschi, e 52,8% femmine. Il test è
risultato positivo in 31 casi (12,1%), mentre 225 pazienti (87,9%)
sono risultati negativi. 72 pazienti sono stati sottoposti al
dosaggio ELISA delle IgA tTG e di questi 21 sono risultati positivi
(valore medio 118,45, v.n inferiore a 4), e 51 negativi. In 64
pazienti sono stati invece valutati i livelli delle IgG tTG,
risultati positivi in 12 casi (valore medio 63,22, valore normale
inferiore a 6) e negativi nei restanti 52.
In un
solo paziente sono stati ricercati gli anticorpi anti-endomisio (EMA)
che sono poi risultati positivi. I 31 pazienti risultati positivi al
test rapido sono stati direttamente sottoposti alla biopsia
intestinale. 20 di questi (64,5%) avevano una mucosa intestinale
compatibile con la diagnosi di celiachia. Più prescisamente,
11 pazienti presentavano segni di infiammazione aspecifica e 20
presentavano invece atrofia dei villi e iperplasia delle cripte. La
diagnosi di celiachia è stata quindi formalizzata in 21
(67,7%) dei 31 pazienti risultati positivi al test rapido per le tTG,
ed è invece stata esclusa in 10 (32,3%) casi.
Il 12%
dei pazienti analizzati sono risultati positivi al test rapido per le
tTG. Il test ha dato risultati falsamente negativi in 12 casi (38%),
e falsamente positivi in 4 pazienti (12,9%). I veri positivi erano 15
(49,1%). Nella nostra esperienza il test rapido è stato
senz'altro utile per facilitare l'iter diagnostico e aumentare le
conoscenza e l'attenzione sulla malattia celiaca. Ciononostante
abbiamo di fatto verificato un limite nella sensibilità del
test, probabilmente migliorabile con una maggiore attesa per la
risposta (10 minuti anziché 5).
*
Gruppo di lavoro: Dr A. Bošković, Institute for Mother and Child, New Belgrade, Serbia; Dr D. Ilić, Pediatric clinic, Niš, Serbia; Dr Z. Đurić, Pediatric clinic, Niš, Serbia; Prof. Dr T. Vukavić, Institute for Child and Youth Health Care of Vojvodina, Novi Sad, Serbia; Dr M. Stojšić, Institute for Child and Youth Health Care of Vojvodina, Novi Sad, Serbia; Ass. Prof. D. Pavkov, Institute for Child and Youth Health Care of Vojvodina, Novi Sad, Serbia; Ass. Prof. B. Vuletić, Pedijatrijska klinika, Kragujevac, Serbia; Dr Z. Šijan, Health centar, Pančevo, Serbia
Vuoi citare questo contributo?