Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2004 - Volume VII - numero 6
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Giugno 2004 - Volume VII - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Il
bambino e l'inquinamento atmosferico: la percezione del problema da
parte dei genitori nella provincia di Piacenza.
Risultati
del questionario “Aria Pulita”.
Pediatri
di Famiglia, A.USL Piacenza (PC).
Centro
Educazione Ambientale (PC)
Centro di
Fisiopatologia Respiratoria Infantile Università di Parma
(elaborazione dati statistici)
Indirizzo
per corrispondenza: R.Sacchetti : rosacc@tin.it
The
child and the air pollution: parents' perception of the problem
in the province of Piacenza.
Results
of the “Aria Pulita” survey.
Abstract:
Little is known about parent' perception of children respiratory
diseases and their risk factors compared to daily practise and risk
behaviours. A questionnaire was designed and distributed to evaluate:
a) epidemiological data on respiratory diseases in children up to the
age of fourteen; b) how much respiratory diseases affect the daily
workload of the NHS paediatricians; c) analyse daily habits and
routines of families as regard the issue of “pollution”. The data
obtained confirm what has already been written on a national scale
about the incidence of the most frequent respiratory diseases in
childhood. The survey also underlines the rather unhealthy lifestyle
of most Italian families. Basing on the results of the present survey
and with the help of other groups working in the field of Health
Education, the authors developed a Multisectorial Educational Project
aimed to improve the quality of the environment. To translate
theoretical knowledge to practical behaviours strong commitment is
needed from both families and local authorities.
Nonostante
ci siano sempre più evidenze scientifiche a sostegno della
correlazione tra inquinamento atmosferico e malattie respiratorie
(1-5), il comportamento dei cittadini (e dei genitori) risulta spesso
contraddittorio in quanto alla loro elevata preoccupazione spesso non
corrisponde uno stile di vita finalizzato a ridurre questi problemi.
Per questo motivo la Federazione Italiana Medici Pediatri (F.I.M.P.)
di Piacenza e il Centro di Educazione Ambientale del Comune di
Piacenza hanno dato vita ad un progetto di educazione sanitaria
sull'argomento denominato “Aria Pulita”.
Il
principali obiettivi del progetto sono stati quelli di:
1)
valutare la percezione che le famiglie hanno dei problemi di salute
dei propri figli riguardo le malattie respiratorie
2)
ricavare dati epidemiologici significativi circa la prevalenza di
queste patologie nella nostra popolazione pediatrica e il “peso”
di queste sulla attività del pediatra di famiglia (PdF)
3)
analizzare il livello di comprensione e consapevolezza che i genitori
hanno del problema “inquinamento atmosferico” attraverso
un'analisi delle abitudini e dei comportamenti.
Altre
finalità, meno immediate ma ugualmente importanti, che il
progetto si è posto, sono state quelle di sensibilizzare gli
stessi medici a queste problematiche, proporre alle scuole percorsi
formativi sull'argomento e stimolare gli amministratori pubblici a
considerare il problema in termini più scientifici.
Lo
strumento utilizzato è stato un questionario a risposta chiusa
rivolto ai genitori dei bambini di età compresa tra 1-14 anni.
Il questionario si componeva di due parti. Nella prima venivano
richiesti alcuni dati anagrafici (data di nascita, sesso, luogo di
residenza, scuola frequentata), l'eventuale patologia\e
repiratoria\e di cui il bimbo è affetto e il numero di visite
effettuate ogni anno dal medico curante per tale motivo. La
terminologia medica utilizzata non è stata volutamente
definita con particolari precisazioni perché lo scopo del
questionario era quello di sondare la percezione delle famiglie su
questo tema così come è avvenuto per altri studi più
importanti quali l'International Study on Asthma and Allergies in
Childhood (ISAAC) e gli Studi italiani sui disturbi respiratori
nell'infanzia e l'ambiente (SIDRIA1-2) che hanno utilizzato
simili questionari rivolti a genitori e pazienti. Nella seconda parte
venivano chieste informazioni quali: distanza e tempo del tragitto
casa-scuola, mezzo di trasporto per raggiungere la scuola, luoghi
abituali di divertimento dei bambini, vicinanza o meno di questi
luoghi a fonti di inquinamento, giudizio sulla temperatura degli
ambienti scolastici, tipo di riscaldamento e temperatura media delle
abitazioni nei mesi invernali, mezzi di comunicazione impiegati per
acquisire informazioni relative all'inquinamento. La distribuzione
dei questionari è stata affidata ai pediatri di famiglia
(PdF). Hanno partecipato al lavoro 25 PdF sui 29 iscritti negli
elenchi di Piacenza e Provincia. Ad ogni pediatra sono stati
consegnati 100 questionari. I questionari sono stati distribuiti
negli studi medici tra il 10/10/2002 e il 20/12/2002 seguendo un
ordine puramente casuale; la compilazione è avvenuta in gran
parte nelle sale d'attesa. I questionari considerati ritornati e
ritenuti utilizzabili per lo studio sono stati 1823\2500 (pari al
73%).
L'analisi
statistica è stata condotta con il metodo del
chi-quadro.
La
popolazione studiata, 1823 bambini (bb), rappresenta il 6,8% di
quella totale della nostra provincia in età compresa tra 1 e
14 anni (circa 26.800 bb). Di questi 1823 bb, 116 (6,3%) frequentano
il nido (N), 707 (38,8%) la scuola materna (MA), 630 (35%) la scuola
elementare (E) e 199 (10,9%) le medie (ME) mentre per 171 bb (pari al
6,3%) non si conosce questo dato. I maschi (M) sono 952 ( 52,2%).
Per
quanto concerne la distribuzione sul territorio il 60% appartiene al
Distretto Urbano (Piacenza e i comuni limitrofi), un 26% al Distretto
della Val d'Arda (Fiorenzuola) e un 16% al Distretto della Val
Tidone (Castel San Giovanni) con una ripartizione che rispecchia
abbastanza fedelmente quella della popolazione complessiva della
nostra provincia (rispettivamente 48%, 28% e 19%). Il distretto della
montagna (5% della popolazione) non è rappresentato in quanto
il pediatra incaricato per la zona non ha partecipato al lavoro.
Relativamente
alle principali patologie respiratorie presentate dai pazienti, i
genitori potevano indicare cinque diverse risposte: asma bronchiale,
allergia respiratoria, bronchite, tosse ricorrente che necessita cure
mediche più di 6 volte/anno o nessuna di queste. Per bronchite
e tosse ricorrente si è convenuto di presentare separatamente
i dati relativi alla loro prevalenza per poi accumunarli sotto
l'unica definizione di bronchite/tosse ricorrente in sede di
confronto con le altre patologie nella definizione di alcuni fattori
di rischio (luogo di residenza) e di alcune abitudini dei genitori
(luoghi di gioco, mezzi informazione, ecc.).
Secondo
quanto risposto dai genitori, 117 bb presentano asma (pari al 6,4%),
165 bb allergia respiratoria (9%), 429 bb (23,5%) bronchite, 415 bb
(22,7%) tosse ricorrente che necessita cure mediche >6 volte/anno
mentre 858 bb (47%) non sembra avere alcuna di queste malattie
(fig.1). Come si vede la somma delle percentuali per ogni singola
risposta è superiore a 100 in quanto molti genitori ne hanno
correttamente siglato più di una.
La
prevalenza di asma passa dall'1,7% (2/116bb) al nido, al 5,9%
(42/707 bb) nella materna, al 7,3% (46/ 630 bb) nelle elementari fino
al 9,5% (19/199 bb) nelle medie con un trend di crescita
significativo (fig.2). Per 8/117 bb (6,8%) non era segnalata l'età.
I maschi (M) con asma erano 72 su totale di 952 (7,5%), le femmine
(F) 45 su un totale di 852 (5,3%) con rapporto M/F di 1,4. Per quanto
concerne la prevalenza delle allergie respiratorie si passa da
un 6% (7/116 bb) del N, ad un 7,8% (55/707 bb) delle MA, al 12%
(75/630 bb) delle E fino ad un 11,5% (23/199 bb) delle ME (fig.3).
Per 5/165 bb (3%) non era segnalata l'età. Complessivamente
i M con allergia respiratoria erano 99 (10,3%), le F 64 (7,5%) con
rapporto M/F:1,4.
Relativamente
alla prevalenza di bronchiti si segnala un 27% (191/707 bb)
alle MA, un 22% (142/630 bb) alle E e un 16,5% (33/199 bb) alle ME,
mentre per il 7,9% (34 bb) non era indicata l'età. Per la
prevalenza di tosse ricorrente abbiamo un 29,5% (209/707
bb) alle MA, un 19,3% (122/630 bb) alle E e un 10% (20/199 bb) alle
ME senza particolari differenze tra i due sessi Accumunando i dati
relativi a bronchite e tosse ricorrente si ha una prevalenza
complessiva del 56,5% alle materne, del 41,3% alle elementari e del
26,5 % alle medie (fig 4).
Non
esiste differenza statisticamente significativa riguardo la
prevalenza di asma tra chi risiede nei centri abitati maggiori e chi
vive in campagna o nei paesi con < 5000 abitanti (fig.5) mentre
sembra esserci una differenza tra chi abita nelle zone centrali delle
città rispetto a chi abita in zone periferiche o residenziali
(10% vs 6%) (fig.6). Per quanto concerne le allergie respiratorie
queste mostrano una prevalenza superiore in città (10,7%)
rispetto alle zone extraurbane (7%) con p=0,0063; viceversa le
bronchiti/tossi ricorrenti appaiono più frequenti nella
popolazione pediatrica extraurbana (49%) rispetto a quella urbana
(42,7%) con p=0,0075 (fig.5).
Il 41%
dei pazienti con storia di asma o bronchite/tosse ricorrente effettua
>6 visite/anno dal medico curante contro il solo 4,5% dei pazienti
che non soffre di queste patologie (p<0.0001) mentre per un numero
compreso tra 1-6 visite/anno la differenza tra i due gruppi è
notevolmente inferiore (57% vs 45%) (fig.7).
Parallelamente
al questionario, abbiamo condotto una analisi dell'attività
di tre PdF della nostra provincia, di cui 1 del Distretto Urbano
(D.U.) e 2 dei Distretti Extraurbani (D.E.), tramite i dati
registrati su PC nel periodo ottobre 2002-marzo 2003. Ogni medico
all'epoca aveva in carico circa 880 pazienti. Il numero di visite
ambulatoriali dovute alla sola patologia sono state in media 994 per
medico (range: 851-1104) di cui 131 (pari al 13,5%) si sono concluse
con una diagnosi di asma, bronchite, bronchiolite e broncopolmonite.
In altre parole nell'ambulatorio del PdF, durante il periodo
autunno-invernale, 1 visita su 7 è dovuta a patologia delle
basse vie aeree. A conferma di ciò, dall'analisi delle
prescrizioni farmaceutiche dei PdF di Piacenza e provincia relative
al medesimo periodo, risulta che ben il 30% del volume prescrittivo,
e parallelamente della spesa farmaceutica, è dovuto ai farmaci
del solo sistema respiratorio contro un volume prescrittivo degli
antibiotici del 58% e di tutte le altri classi di farmaci del 12%.
La
distanza casa – scuola risulta essere inferiore ad 1 km per 811
bb (44%) e tra 1-5 km per 667 bb (36,5%). Per 1200 bb (66%) il tempo
impiegato per raggiungere la scuola è inferiore a 10 minuti
mentre per altri 378 (20,7%) è compreso tra 10 e 20 minuti.
Il mezzo utilizzato per il trasporto dei bb nel tragitto
casa-scuola è l'auto per 933 bb (51%), il bus per 169 (9%),
la bicicletta per 147 (8%) mentre 404 bb (22%) vengono accompagnati a
piedi. La fig.8 evidenzia le diverse percentuali di utilizzo dei vari
mezzi rispettivamente nei D.U e nei D.E. e nella popolazione
generale. Per tragitto casa-scuola inferiore ad un 1 km i genitori
(G) che utilizzano l'auto sono 343 (42,2%), salgono a 471 su
667 (70,6%) per distanze tra 1-5 km e a 107 su 148 (72,3%) tra 5-15
km, per scendere a 8 G su 20 (40%) per distanze > 15 km.
L'utilizzo dei bus passa da 15/811 G (2%) sotto il km, a
102/667 G (15%) tra 1-5 km, a 40/148 G (27%) tra 5-15 km, fino a
11/20 (60%) per distanze > 15 km (fig.9). L'auto viene
utilizzata da 69/116 bb (60%) dei N e da 433/707 bb (61,2%) delle
MA, da 350/630 bb (55%) delle E e da 80/199 bb (40%) delle ME (Fig
10). L'utilizzo dei bus è nullo per i bb dei N e si
attesta su in 10-11% nelle altri classi di età (73/707 alle
MA, 71/630 alle E, 23/199 alle ME). Il trasporto a piedi riguarda
37/116 bb (32%) dei N, 155/707 bb (22%) delle E., 165/630 bb (23,6%)
delle ME; risulta inoltre penalizzato nei D.E. (17%) rispetto il D.U.
(25%).
Riguardo
i luoghi di divertimento 646/1823 bb (35%) giocano
preferibilmente nei locali al chiuso mentre 1150/1823 bb (63%) in
luoghi all'aperto. Tra questi ultimi abbiamo una preferenza per i
giardini (523/1150 bb pari al 45%) e i cortili privati (507 bb pari
al 44%) mentre pochi (120 bb pari all'11%) fanno riferimento ai
centri polisportivi.
Alla
domanda ”dove si trovano i luoghi all'aperto?” la maggioranza
segnala una dislocazione in grosse aree verdi (514/1823 pari al 28%)
o aree lontano da fonti di inquinamento (682/1823 pari al 37%).
Tuttavia altri 410 genitori (23%) ammettono che questi luoghi si
trovano in vicinanza di fonti di inquinamento (fig.11). I bambini con
asma e allergia respiratoria che giocano vicino a fonti di
inquinamento (rispettivamente 35/117 pari a 29,1% e 50/165 pari al
30,3%) sono in percentuale significativamente superiore a quella di
chi non ha nessuna patologia respiratoria (20,8%) (p=0,0265).
Il
riscaldamento delle nostre abitazioni è autonomo nel 82,3%
dei casi, centralizzato nel 11,7% e con caminetto nel 4%. Ben 1472
genitori (89%) ritengono che la temperatura ideale per gli
ambienti domestici sia 19-21°C, 207 (11%) minore di 19 °C,
129 (7%) maggiore di 21°C. La temperatura a scuola è
considerata idonea da 1026 genitori (56%), eccessiva da 590 (32%),
insufficiente solo da 36 (2%).
Le
informazioni relative all'inquinamento atmosferico sono
ricavate dai giornali locali per 1248/1823 genitori (pari al 68%),
dalle tv locali da 726 genitori (40%), da fonti ARPA (Agenzia
Regionale per l'Ambiente) da 84 (4,6%) e da altri mezzi da 77
genitori (4,2%)(fig.12). Solo 83 (4,5%) non hanno risposto alla
domanda. I genitori di pazienti affetti da asma (8/117 pari al 6,8%)
e allergia (11/165 pari 6,6%) sembrano più interessati a
questo tipo di informazioni di quanto non lo siano i genitori di bb
affetti da bronchite/tosse ricorrente (26/844 pari al 3%) con una
differenza statisticamente significativa (fig.13).
Per
interpretare meglio i risultati del questionario e per delineare
l'ambiente in cui vivono i nostri pazienti, ci pare utile dare
alcune indicazioni relative alla situazione dell'inquinamento
atmosferico nella città di Piacenza.
Per
quanto concerne il PM10 (particolato sospeso di diametro inferiore a
10 _m) abbiamo una situazione appena accettabile per i valori di
media annuale che sono stati pari a 41 _g/m3 nel 2001, 34 _g/m3 nel
2002 e 39 _g/m3 nel 2003 quando il limite di qualità per la
media annuale è fissata per 40 _g/m3 per l'anno 2005 (DM
60/2002). La criticità è soprattutto nel numero di
superamenti del valore limite per la media giornaliera (fissato in 50
_g/m3 per il 2005) che è stato superato 77 volte nel 2001, 68
volte nel 2002 e 98 volte nel 2003 contro un massimo previsto di 35
giorni all'anno. Nella maggior parte di casi questi superamenti
sono concentrati nella stagione invernale; ad esempio nei primi 50
giorni del 2004 sono già stati 26. Per quanto riguarda
l'ozono, inquinante tipico dei mesi estivi, nel 2002 sono stati
registrati 12 superamenti del livello di attenzione fissato in 180
_g/m3 e comunque non è mai stato raggiunto il valore di
allarme di 360 _g/m3 con una percentuale di giudizio
buono-accettabile in più del 90% delle rilevazioni dell'Arpa
locale (7).
Tornando
al nostro lavoro, relativamente alla prevalenza delle principali
patologie respiratorie, i nostri dati sono in linea con quelli
presenti in letteratura come ad esempio in SIDRIA 1 (1994-95) dove la
prevalenza di asma in IIa-IIIa E e in IIIa ME era del 9% o in SIDRIA
2 (2002) dove la prevalenza era rispettivamente del 9,5% e del 10,4%
(nel nostro studio: 7,3% per le E e 9,5% per le ME) (8-10). Risultati
analoghi si trovano anche in altri grossi studi nazionali (11-15) e
internazionali (15-24). Simile a SIDRIA è infine la diversa
prevalenza dell'asma nei maschi e nelle femmine (M:F=1,4 alle
scuole medie). Per le allergie respiratorie il dato riferito alle
elementari (12%) combacia con la prevalenza di rinite allergica in
Italia mentre quello delle medie (11%) appare sottostimato (12,25).
E' infine da sottolineare l'alta prevalenza di bronchite/tosse
ricorrente alle elementari (40%) e alle medie (25%) dato che collima
con quello di SIDRIA 1 dove come diagnosi di bronchite si aveva
rispettivamente un 31% e un 25% (8). Si tratta di un dato abbastanza
difficile da interpretare se si considera che a questa età il
numero delle infezioni virali, causa principale delle flogosi
bronchiali, dovrebbe essere ridotto. Si può ipotizzare una
sovrastima del problema da parte dei genitori che probabilmente sono
portati a identificare come bronchite molti degli episodi di tosse
dei propri figli mentre appare difficile pensare ad una sovrastima da
parte dei medici quando per una diagnosi più “complicata”
come l'asma abbiamo dati in linea con la letteratura nazionale ed
internazionale. Non è da scartare inoltre l'ipotesi che
altri fattori, quale ad esempio un danno delle mucose bronchiali
secondario all'inquinamento atmosferico, siano la causa della
peggiore evoluzione di queste infezioni. Alcuni recenti studi hanno
evidenziato che ad un aumento nel valore medio annuale di 10 _g/m3
può corrispondere un aumento del 15% di problemi respiratori
(26,27); se pertanto teniamo conto che il valore medio annuale di
PM10 di Piacenza nel 2003 a Piacenza è stato di 39 _g/m3, si
può ipotizzare che almeno un 40% di questi episodi di flogosi
bronchiali /tossi ricorrenti possono essere in parte sostenute
dall'inquinamento. Relativamente al rapporto fra patologia e luoghi
di residenza, la maggiore prevalenza di allergia respiratoria nei
centri urbani con > 5000 abitanti rispetto alle zone
extraurbane-rurali sembra confermare la teoria “igienica” che
considera le infezioni come fattore protettivo nei confronti dello
sviluppo di atopia. Sappiamo infatti dalla letteratura che i bambini
che abitano in campagna fanno più frequentemente infezioni
virali e parassitarie e che queste infezioni sembrano favorire il
viraggio verso un fenotipo Th1, a scapito di quello Th2 che appare
fondamentale per lo sviluppo della allergia (28-30).
Per
quanto concerne la maggiore prevalenza di asma nel centro città
rispetto alle zone periferiche non siamo in grado di spiegare questo
dato. La letteratura evidenzia un rapporto chiaro solo tra disturbi
respiratori e traffico pesante (1) mentre i rapporti tra queste
patologie e la generica densità di traffico nella zona di
residenza risultano contrastanti (1, 31-34). Prendendo in esame i
dati della II parte del questionario possiamo subito sottolineare il
numero estremamente elevato di genitori che accompagna i figli in
auto (51%) mentre il bambino pedone risulta essere il 22% che, pur
essendo sicuramente migliorabile, appare un dato superiore al 10%
della media nazionale riguardante le E. (35). L'utilizzo dell'auto
avviene con le stesse modalità su tutto il territorio e l'età
del bambino trasportato non sembra incidere molto su questa
abitudine: il dato che appare più significativo in relazione
all'età è il trasporto in auto del 40% dei ragazzi
delle scuole medie, epoca della vita in cui dovrebbe essere raggiunta
una certa autonomia negli spostamenti.
L'utilizzo
del bus è, come facilmente intuibile, maggiore tra chi risiede
nei distretti extraurbani. Va sottolineato però che per i bb
dei nidi questo tipo di trasporto non viene praticamente preso in
considerazione in quanto i mezzi pubblici non sono predisposti per
questo tipo di utenza. A partire dalle materne gli utenti del bus si
attestano sul 10-11% della popolazione, anche se per l'età
delle medie ci si aspetterebbe un incremento dell'utilizzo che
invece non avviene. Il bus diventa competitivo solo per le distanze
superiori a 15 km laddove il genitore ha probabilmente più
difficoltà ad accompagnare il figlio a scuola in auto. L'uso
delle bicicletta appare molto basso nelle fascie di età dei
nidi, materne (trasporto da parte dei genitori) e elementari e
discreto nella fascia di età delle medie (24%). Sicuramente un
freno all'utilizzo in maniera autonoma di questo mezzo è
dovuto alla paura dei genitori, ma anche dei ragazzi (36), per i
rischi derivanti dal traffico stradale. Questa paura, per altro in
parte giustificabile, impedisce una importante (perchè
costante) attività motoria dei bambini quale è l'andare
a scuola a piedi o in bicicletta, togliendo inoltre un significativo
momento di socializzazione fra i bambini e genitori.
Circa la
percezione delle caratteristiche dei luoghi dove portano a giocare i
bambini, i genitori appaiono molto ottimisti segnalando un
complessivo 65% di situazioni non a rischio (gioco in grandi aree
verdi o in zone lontane da fonti di inquinamento industriale o
veicolare). Il fatto che i bb con asma o allergia si trovano in
misura percentualmente più frequente a giocare vicino a fonti
di inquinamento rispetto ai bambini con nessuna di queste patologie,
più che individuare un vero e proprio fattore di rischio per
asma, probabilmente sottointende una migliore percezione delle reali
caratteristiche dell'ambiente da parte dei genitori dei bambini con
patologia respiratoria. Relativamente al problema del riscaldamento
domestico emerge che più dell'80% delle famiglie
intervistate ritiene che 19°-21°C sia la temperatura ideale
per gli ambienti di casa. Una conferma della buona percezione che i
genitori hanno di questo problema è che un 30% giudica la
temperatura degli ambienti scolastici troppo elevata e anche su
questo, come medici, siamo d'accordo. Tuttavia, a commento di
questi dati dobbiamo rilevare che, visitando le abitazioni dei
piccoli pazienti malati, ci capita di riscontrare una temperatura in
genere superiore ai quei 19°-21°C prima indicati come ideali;
probabilmente dobbiamo lavorare di più come PdF su questo
aspetto di educazione sanitaria. L'analisi del questionario ci
rivela inoltre che un buon numero di genitori cerca informazioni
sull'inquinamento atmosferico non solo sui giornali e le TV locali
ma anche da Arpa, che viene citata in un 5% dei casi (non sappiamo
però dove questa informazione viene reperita: direttamente da
Internet?, da bollettini ufficiali pubblicati sui giornali?). Appare
comunque evidente che i genitori di bambini con patologia asmatica
utilizzano queste fonti Arpa più frequentemente di chi ha solo
bronchite, dato spiegabile con l'attività di informazione
svolta dai pediatri di famiglia che, da qualche tempo, hanno preso
l'abitudine di segnalare l'indirizzo web dell'Agenzia Regionale
specie ai genitori di bambini con forme allergiche pollinosiche.
L'analisi
del questionario conferma che la patologia respiratoria nella nostra
popolazione costituisce una vera emergenza sanitaria determinando un
grosso carico di lavoro per i PdF e un notevole impegno di risorse da
parte della A.USL. Si conferma inoltre una discrepanza tra le
conoscenze (buone) e l'effettivo comportamento dei genitori
(inadeguato) nel rapporto tra malattie respiratorie e inquinamento
atmosferico. I dati raccolti costituiscono la base sulla quale
proseguire il progetto di educazione sanitaria da noi elaborato che
prevede la restituzione all'utente delle informazioni raccolte,
attraverso le seguenti modalita':
- un
convegno sul tema, aperto a tutti i cittadini, che si è tenuto
a Piacenza nell'Ottobre 2003
- la
preparazione di materiale cartaceo con i principali risultati dello
studio ed un decalogo di buoni comportamenti riguardo la lotta
all'inquinamento rivolto ai genitori, in distribuzione negli studi
dei medici dal maggio 2004.
- una
campagna informativa su queste tematiche attraverso i mass media
locali (TV, giornali, radio) con l'aiuto delle amministrazioni del
nostro territorio e della regione (avviata nel febbraio 2004).
Questa
campagna di informazione prevede:
1) tre
incontri gestiti rispettivamente da associazioni di volontariato e
ambientaliste, dal mondo della scuola e dal mondo della Sanita';
2) una
rubrica radiofonica gestita dai pediatri di base e un dibattito su TV
locali con la presenza anche della pediatria di famiglia;
3) uno
spot (realizzato nel marzo 2004) del tipo “Pubblicità
Progresso” interpretato dai bambini di alcune classi elementari con
la supervisione del Centro di educazione alla Salute del Comune da
trasmettere sul circuito delle TV locali;
4) la
collaborazione con iniziative parallele da svolgersi nelle scuole;
5)
l'inserimento di questo percorso educativo nei Piani Provinciali
per la Salute (PPS) diventando il fulcro del tema “Vivibilità
degli ambienti urbani” e trovando anche l'appoggio delle
amministrazioni locali .
Il nostro
intento ultimo, attraverso questa iniziativa, è quello di
sensibilizzare la stessa Azienda Sanitaria ad una più proficua
campagna di prevenzione di queste patologie e, in accordo con le
raccomandazioni della Accademia Americana di Pediatria (37), di
stimolare chi amministra il territorio e le città a garantire
un controllo capillare delle fonti di inquinamento e a offrire al
cittadino servizi adeguati, quali bus efficienti, parcheggi, piste
ciclabili e percorsi pedonali protetti che facilitino scelte più
responsabili.
Un
particolare ringraziamento alla Prof.ssa Augusta Battistini (Parma)
per i suoi preziosi consigli in fase di elaborazione e attuazione del
progetto.
Gli
Autori
1) Gruppo
collaborativo SIDRIA. Inquinamento da traffico e danni respiratori in
bambini residenti in aree metropolitane. Epid Prev, 22:242
Notiziario, 1998c.
2)
Battistini A., Marvasi R. Inquinamento extradomiciliare e patologia
respiratoria infantile.Pneumorama 2003;32:8-25.
3) Atti
del Convegno Gold DR, Rotmitzky A., Danokosh AI, Ware JH et al: Race
and gender difference in respiratory ilness prevalence and their
relationship to enviromental exposures in children 7 to 14 years of
age. Am Rev Resp Dis;148:10-18.1993
4)
Lebowitz MD. Epidemiological studies of the respiratory effects of
air pollution. Eur Respir J;9:1029-1054.1996.
5) Bates
DV. The effects of air pllution on children. Environ Health Pers
1995;103:49-53.
6) Pearce
N, Weiland S, Keil U et al. Self reported prevalence of asthma in
children in Australia, England, Germany and New Zealand: an
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