Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2003 - Volume VI - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Laboratorio
"fai da te" in un ospedale africano
Hospital
da Divina Providencia, Luanda, Angola
Summary
Report of
a field experience in an african hospital, where feasibility and
usefulness of very simple laboratory tests (ESR, CRP, Mantoux,
Urinalysis by dipstix) were evaluated. All laboratory examinations
proved to be feasible and useful for case-management.
Premesse
In
situazioni critiche o semicritiche, con disponibilità limitata
del laboratorio, può risultare utile o utilissimo il ricorso a
un laboratorio "fai da te", del tipo utilizzato dal
pediatra di libera scelta. La sede in cui ci siamo trovati a
lavorare, lo Hospital da Divina Providencia, che serve un rione
poverissimo e periferico della città di Luanda, capitale
dell'Angola, è un presidio di secondo livello, che possiede un
laboratorio diagnostico non privo di attrezzature. Tuttavia abbiamo
voluto valutare sul campo la fattibilità e l'utilità di
questo tipo di applicazione, collocato direttamente in reparto, in
modo da poter rispondere anche alle necessità dell'urgenza.
Materiali
e metodi
Abbiamo
affrontato 4 item: la diagnosi di natura della febbre, la diagnosi di
tubercolosi, la diagnosi di malassorbimento, l'esame di urine,
utilizzando rispettivamente il test quantitativo della PCR (Quickread
CRP della ditta Quidel Italia), paragonato al dato della VES, la
intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux, l'esame
microscopico del grasso fecale, dopo trattamento del materiale con
acido acetico a caldo (positività: >5 gocce di grasso di
diametro >5 micron per campo), lo stix urinario. Per il primo e
per l'ultimo di questi esami abbiamo utilizzato il materiale
(generosamente donato dalla casa Quidel Italia). La ricerca è
durata un mese. Sono stati effettuati 57 dosaggi estemporanei della
PCR, 16 intradermoreazioni alla Mantoux, 90 esami delle feci, 25
esami delle urine.
Risultati
La
concentrazione della PCR è risultata 7 volte <10 mg/l
(infezione virale), 6 volte >40 <60 mg/l (infezione batterica
banale o sovrapposizione batterico-virale), 27 volte >60 <100
mg/l (sepsi, infezione suppurativa, TB, malaria) e 15 volte >100
mg/l (infezione suppurativa molto grave, probabilmente
stafilococcica, empiema, malaria). Questi risultati hanno fornito
indicazioni consistentemente divergenti da quelle della VES in 30
casi, e precisamente in 12 casi di malaria, in 5 casi di tubercolosi,
in 6 casi di diarrea acuta, in 7 casi di malattia respiratoria acuta.
In 12 di questi casi (VES alta, PCR bassa) la causa della divergenza
consisteva nella concomitante presenza di anemia (che di per se
stessa aumenta la VES). In altri 11 (VES bassa, PCR alta) si trattava
di malaria (la malaria attiva il TNF, che a sua volta ha un effetto
specifico sulla PCR). In altri 7 casi non erano chiari i motivi della
divergenza, ma abbiamo seguito sempre l'indicazione della PCR.
Mantoux:
è stata positiva in 11 casi su 17. Non c'è stato nessun
caso di reazione dubbia. Il risultato è stato sempre
compatibile con la diagnosi clinico-radiologica e con l'evoluzione in
terapia, eccetto che in un caso con concomitante HIV.
Valutazione
semiquantitativa del grasso nelle feci: è stata fortemente
positiva 76 volte, sempre in bambini severamente malnutriti. I casi
studiati (ripetendo l'esame più volte in ciascun caso) sono
stati 23. Praticamente tutti i bambini malnutriti avevano una grave o
gravissima steatorrea che, nel corso della riabilitazione
nutrizionale, è andata riducendosi nella maggior parte dei
casi.
Esame di
urine su "stix": su 25 esami 6 sono stati positivi: 1
diabete mellito, 2 infezioni urinarie, 1 idronefrosi, 1 ematuria in
soggetto falcemico, 1 ematuria di natura non riconosciuta; altri 4
sono stati contributivi escludendo una proteinuria in situazioni di
ascite con ansarca.
Discussione
L'applicazione
di alcuni presidi del laboratorio "fai da te" alla pratica
ospedaliera in un Paese africano è risultata fattibile,
utilissima, più ancora che nella pratica ambulatoriale, poco
"time expensive", nel caso nostro fornendo dati aggiuntivi
rispetto a quelli del laboratorio "tradizionale" e criteri
di valutazione immediatamente utilizzabili. Inoltre ha fornito o
confermato elementi concettuali non banali, come quello della
dissociazione tra PCR e VES nella malaria e quello della componente
malassorbitiva (primitiva o secondaria: questo potrebbe essere
occasione di un'altra ricerca sul campo) nella malnutrizione severa.
Per quanto concerne l'esame di urine, la diretta disponibilità
in reparto dello stix, oltre che ridurre i tempi d'attesa per
l'inevitabile intervallo tra raccolta, trasporto al laboratorio e
lettura, migliora di molto la qualità dell'esame, evitando il
deterioramento del campione. Il risultato della Mantoux, malgrado il
colore della pelle, è risultato di facile lettura e
discriminante sul piano della decisione clinica. Questo può
apparire quasi ovvio; va detto però che in precedenza, nello
stesso ospedale, si era deciso di non effettuare questo esame, in
parte per difficoltà di rifornimento, in parte per il timore
di confondimento. L'utilità più immediatamente
palpabile è stata quella della PCR.
Oltre
agli esami "testati" consideriamo indispensabili in un
Paese africano il dosaggio colorimetrico dell'emoglobina (o meglio
l'ematocrito capillare) e la goccia spessa per il parassita malarico:
entrambi questi esami rientrano nella pratica del "fai da te",
che nel suo insieme ci sembra ragionevolmente necessaria e
perfettamente sufficiente in un Ospedale di primo livello, e non
disprezzabili in un Ospedale di secondo livello, in Africa.
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