Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Contributi Originali - Ricerca
Effetto
della singola dose di corticosteroidi sulla febbre della tonsillite
da adenovirus
Dipartimento
di Scienze dello Sviluppo, Università di Trieste
Effect
of a single administration of corticosteroids on fever caused by
adenovirus induced tonsillitis
Keywords:
Corticosteroids, Adenovirus, Pharyngotonsillitis
Summary
In 8
consecutive patients with the clinical appearance of Adenovirus
infection, a single administration of prednisone or betametasone
stops the fever, in no more than 12 hours, regardless of the previous
duration of the disease.
Premessa
La
tonsillite da adenovirus è caratterizzata da un quadro clinico
e di laboratorio unico e praticamente non confondibile:1)
iperemia-ipertrofia tonsillare, spesso con essudato grigio,
trasparente, 2) visibile interessamento dei linfonodi del collo, 3) a
volte congiuntivite, 4) alti valori di neutrofili (>10.000/mmc),
di piastrine (>350.000/mmc) di VES (>50/mmc) di PCR (>5mg/dl).
La negatività del tampone faringeo per streptococco
beta-emolitico può essere considerata necessaria per
confermare la diagnosi.
La
sindrome di Marshall o PFAFA è caratterizzata dalla ricorrenza
di episodi clinicamente non dissimili da quello appena descritto, se
si eccettua la frequente (ma non obbligatoria) coesistenza di
stomatite aftosa. Una caratteristica della sindrome di Marshall è
data dalla efficacia dei corticosteroidi in monodose, che appare in
grado di interrompere l'episodio febbrile. Ma osservazioni già
pubblicate ci avevano mostrato che un analogo effetto si ottiene
nella tonsillite ricorrente da adenovirus. Inoltre, osservazioni
empiriche non pubblicate ci avevano indotto da tempo a riconoscere un
identico effetto anche nella tonsillite da adenovirus non ricorrente.
In questa malattia, negli ultimi anni abbiamo seguito routinariamente
questa pratica, di cui ci siamo proposti, con questa ricerca
retrospettiva di dimostrare la validità.
Materiale
e Metodi
Abbiamo
riveduto epicriticamente tutti i casi di tonsillite ricoverati nella
Clinica Pediatrica di Trieste in 10 anni, tra il 1995 e il 1999. I
casi non sono numerosi (23 in tutto) , poiché la Clinica
svolge una funzione di terzo livello. Tuttavia, di queste tonsilliti,
8 rispondevano ai seguenti requisiti:
1)
Iperemia-ipertrofia tonsillare, con o senza essudato, con tumefazione
dolorabile dei linfonodi del collo;
2) febbre
elevata, >39, a puntate ripetute nella giornata;
3)
negatività del tampone faringeo per SBA e/o mancata risposta a
un trattamento con beta-lattamine;
4)
alterazione degli esami di laboratorio con neutrofili>10.000/mmc;
piastrine>350.000/mmc, VES >50, PCR> 5 mg/dl;
5)
somministrazione di betametasone 0,1-0,15 mg/Kg o di prednisone 1-1,5
mg/Kg
Risultati
La durata
della febbre, dall'inizio al momento della somministrazione del
farmaco, è variata da 2 a 4 giorni ( 2 giorni in 1 caso, 3
giorni in 6 casi, 4 giorni in 1 caso. In tutti , la somministrazione
del farmaco è stata seguita da uno sfebbramento quasi
immediato, entro un intervallo che in nessun caso ha superato le 12
ore (<6 ore in 6 casi, <12 h in 2 casi)
Discussione
Si tratta
di uno studio retrospettivo, non controllato, impostato secondo una
metodologia non convenzionale, su una casistica limitata, con tutti i
limiti che questo può comportare sul piano dell'accettabilità
scientifica. Tuttavia l'osservazione non sembra sprovvista di
consistenza né di interesse. Da una parte, la tipicità
del quadro clinico rende diffcile l'errore diagnostico sulla
eziologia; dall'altra, la assoluta costanza e prontezza del
risultato, indifferentemente dalla durata della febbre sembra
difficilmente spiegabile con la mera coincidenza.
L'effetto
dei corticosteroidi nella tonsillite da adenovirus è in parte
simile a quello ben noto sulla mononucleosi (anche se più
spettacolare di quello, e ottenibile con dosaggi inferiori e dati per
minor tempo), trattamento che però viene, di regola,
giustamente evitato per non interferire nel delicato meccanismo
immunologico del controllo della malattia e della guarigione
clinico-sierologica.
L'osservazione
ha una rilevanza concettuale molto più che una rilevanza
pratica. Essa ci dice che la sindrome febbrile della infezione da
adenovirus trova la sua ragione d'essere piuttosto in un tipo
particolare di risposta che non nelle caratteristiche aggressive del
virus. Ci dice inoltre che lo stesso tipo di reazione si osserva
nella tonsillite isolata da adenovirus, come nella tonsillite
ricorrente da (o con) Adenovirus, come nella PFAPA. Opinione
dell'Autore è che queste due ultime condizioni possano venire
omologate, anche se questo non basta ad affermare che l'Adenovirus ne
sia l'unico agente causale (o concausale).
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