Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Settembre 2023 - Volume XXVI - numero 7

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

La linea dei sintomi in un disturbo da sintomi somatici

Agnese Menghi1, Alessia Bellotto1,2, Agnese Maria Addeo1,3, Federico Marchetti1

1UOC di Pediatria e Neonatologia, Ospedale di Ravenna, AUSL della Romagna
2Scuola di Specializzazione in Pediatria, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
3Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Ferrara

Indirizzo per corrispondenza: agnese.menghi@auslromagna.it

La vulnerabilità non è un disturbo ma costituisce un terreno fertile su cui, in seguito all’esperienza di eventi definibili “scatenanti”, si insidiano i disturbi da sintomi somatici; ne è un esempio la storia seguente.
Un bambino di dieci anni giunge alla nostra attenzione dopo tre accessi ravvicinati (circa uno la settimana) in Pronto Soccorso per dolore addominale diffuso. La mamma riferisce episodi di vomito, crampi addominali, dolore agli arti superiori e saltuariamente episodi di cefalea. Non ha frequentato la scuola nelle ultime settimane.
Il bambino è ricoverato e la compresenza di tanti sintomi di natura differente nel corso del tempo, le buone condizioni generali (apiretico, obiettività cardiorespiratoria regolare, addome trattabile, con riferito dolore diffuso non lateralizzato, non dolente alla palpitazione, peristalsi conservata), l’assenza scolastica, inducono a ipotizzare la presenza di un disturbo di natura somatoforme.
Conseguentemente a questa ipotesi e contemporaneamente alle poche indagini eseguite (esami ematici, ecografia addominale) viene effettuata dalla psicologa del reparto, durante un colloquio con la mamma, una raccolta anamnestica, definita nell’ambito della nostra équipe: analisi dettagliata del sintomo. Tale analisi viene redatta grazie alla collaborazione del genitore, in un setting tranquillo con l’aiuto della psicologa e si avvale dell’utilizzo di una grafica che vede il passare del tempo, rappresentato lungo una linea immaginaria e scandita in anni, dove nella parte superiore di questa vengono descritti nel tempo i sintomi manifestati e come si sono evoluti/risolti e nella parte inferiore, in modo corrispettivo, vengono descritti gli eventi familiari concomitanti o che erano appena accaduti specularmente alla comparsa dei sintomi. Questo formato visivo permette anche al genitore una facile ristrutturazione di quanto accaduto e rende evidente la relazione che intercorre spesso tra tempo, eventi familiari salienti e sintomatologia.
Nel caso specifico, la “linea dei sintomi” ha evidenziato come ogni manifestazione clinica espressa negli anni dal bambino sia sempre stata temporalmente connessa a un evento critico nel percorso di vita della famiglia (Figura 1). Il grafico ottenuto ha permesso alla mamma una comprensione e una lettura del sintomo divenendo così un ausilio importante nel contenimento delle paure e dell’ansia del figlio.
La consapevolezza della mamma circa i sintomi manifestati dal figlio, il lavoro psicologico di natura metacognitiva, iniziato con il bambino durante la breve degenza, hanno permesso di interrompere i circoli viziosi del pensiero e ha dato la possibilità al piccolo di iniziare a identificare le paure e le ansie e di poter dare loro un nome.

Figura 1. Linea del tempo dei sintomi in relazione con gli eventi che si sono verificati in famiglia.


Bibliografia di riferimento

  • Leveni D, Lusetti M, Piacentini D. Ipocondria, ansia per le malattie e disturbi da sintomi somatici. Erickson, 2017.
  • Marchetti F, Lazzerini M, Aliverti R, Ventura A. Il disturbo somatoforme e fittizio. Medico e Bambino 2004;23(6):377-81.

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