Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Novembre 2021 - Volume XXIV - numero 9

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Granuloma anulare profondo

Anisa Potka

Pediatra, Trieste

Indirizzo per corrispondenza: anisapotka@live.com

Una bambina di due anni giunge alla nostra osservazione per la presenza da circa 3 mesi di una tumefazione asintomatica, non dolente, in sede retroauricolare (Figura 1). La bambina si presenta in buone condizioni generali, la lesione è di consistenza aumentata, dura, sottocutanea, ferma che sembra adesa ai piani profondi con cute sovrastante integra. Viene eseguito l’ecografia, che mostra una piccola area ipoecogena di circa 10,5 mm x 5,5 mm, ben delimitata, osso integro, non vascolarizzata all’ecoDoppler (Figura 2).

Figura 1. Tumefazione in sede retroauricolare.


Figura 2. Ecografia: area ipoecogena di circa 10,5 mm x 5,5 mm, ben delimitata, osso integro, non vascolarizzata all’ecoDoppler.


Si esegue la biopsia che mostra focolai di degenerazione del collagene circondati da infiltrato istiocitario a palizzata.
Si tratta quindi di un granuloma anulare profondo, formazione tipica della prima infanzia, non dolente, che compare improvvisamente e cresce rapidamente raggiungendo dimensioni che variano tra 1 cm e 5 cm di diametro. Possono essere singoli o multiple, spesso apparentemente adesi ai piani profondi. Le tre sedi più tipiche sono: sede pretibiale, collo del piede e estremo cefalico (regione occipito-nucale). Le principali diagnosi differenziali sono l’eritema nodoso, le cisti dermoidi, le istiocitosi (granuloma eosinofilo) e i tumori (sarcomi).
L’esame istologico è molto caratteristico e mostra focolai di necrosi del collagene del derma profondo circondati da un infiltrato istiocitario disposto a “palizzata”.
Non è necessario nessun trattamento perché il granuloma anulare profondo si riassorbe spontaneamente nell’arco di mesi o qualche anno. Se l’età è tipica, con sede e aspetto ecografico congruenti, si può evitare la biopsia e seguire l’evoluzione nel tempo.

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