Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 1999 - Volume II - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Pitiriasi
lichenoide
Clinica
pediatrica, IRCCS 'Burlo-Garofolo', Trieste
Il
caso
Una
bambina di cinque anni viene inviata dal medico curante in
ambulatorio per una storia di lesioni cutanee presenti da circa due
mesi, che è iniziata con la comparsa di piccole papule
rossobrunastre purpuriche al torace addome e parte prossimale degli
arti. Queste, secondo il racconto dei genitori e del medico curante,
hanno subito successive modificazioni e si sono espresse a gettate
subentranti: in particolare molti elementi si sono allargati ed
appiattiti ed hanno assunto un aspetto purpurico. Non era presente
prurito né vi è mai stata compromissione delle
condizioni generali; non vi é nulla da segnalare nella
anamnesi remota e prossima, se non una recente infestazione da
pidocchi al cuoio capelluto trattata con successo con antiparassitari
locali. Le terapie, fatte prima dell'arrivo in ambulatorio, sono
state la applicazione di crema cortisonica, un breve ciclo di terapia
antibiotica per os con azitromicina ed anche un tentativo ex
juvantibus con benzoato di benzile locale, nella ipotesi,
peraltro poco sostenibile, di scabbia. Tutti questi tentativi non
hanno dato alcun risultato.
All'ingresso
le lesioni apparivano molto numerose e diffuse a torace addome e
parte prossimale degli arti: si trattava, per la gran parte, di
papule rossobrunastre di tre-quattro millimetri di diametro piuttosto
piatte, gran parte purpuriche o emorragiche, di altre papule più
pallide e di altre ancora che apparivano sormontate centralmente da
una squamo-crosta; evidenti inoltre poche papule depresse al centro,
esito di probabili vescicolo-pustole che suggerivano una
evoluzione in piccola escara. (Vedi Fig 1 e Fig 2). La bambina
non lamentava alcun disturbo soggettivo e nulla altro è emerso
dall'esame obiettivo generale.
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Figure
1 e 2
Il
problema e la soluzione
L'aspetto
e l'andamento delle lesioni che, seppure polimorfo, aveva come
elemento caratterizzante la papula brunastra purpurica sormontata da
una squama-crosta centrale, ha suggerito la diagnosi diPitiriasi lichenoide. Abbiamo pertanto spiegato ai
genitori le caratteristiche della malattia, la origine non definita
ma probabilmente legata ad una reattività ad agenti
infettivi verosimilmente virali, la evoluzione spontanea benigna
anche se in tempi lunghi e con possibilità di nuove
recidive.
La
bambina è stata rivista dopo sei settimane. Gran parte delle
lesioni apparivano risolte in molti punti con esiti depigmentati
(chiazzette leucodermiche di alcuni millimetri di
diametro);
persistevano isolate lesioni papulopurpuriche alla radice degli arti
ed attorno alle ascelle.
Che
cos'è la Pitiriasi lichenoide
La
Pitiriasi lichenoide non è una malattia frequente ( un caso su
1000-1500 nuovi pazienti); oltre il 20% dei casi riguarda però
l'età pediatrica. E' una dermatite non facilmente
codificabile per gli aspetti clinici variegati, per la durata
molto variabile (da qualche settimana a qualche anno), per
l'andamento a gettate non prevedibili. Il polimorfismo è la
peculiarità di questa eruzione cutanea: ciascuna delle lesioni
infatti evolve attraverso vari stadi. La lesione elementare ed il
comune denominatore della malattia è una piccola papula
purpurica dura e resistente alla digitopressione che evolve
allargandosi e appiattendosi diventando più bruna;
successivamente, al di sopra della stessa, compare una squamo-crosta
centrale “ad ostia”, facilmente staccabile con una “curette ”o
con un colpo d'unghia; alla caduta della squama avviene la
guarigione con residua iperpigmentazione che a volte può dare
esito a chiazzette leucodermiche (come è avvenuto nel
nostro caso). La comparsa di nuovi elementi a gettate conferisce al
quadro un aspetto polimorfo; le lesioni sono pressoché
asintomatiche in genere non pruriginose e non vi è quasi mai
compromissione dello stato generale. Se la risposta flogistica è
più acuta possono comparire vescicole e pustole che in alcuni
giorni evolvono in escare necrotiche emorragiche a limiti molto
netti, che lasciano poi esiti cicatriziali di tipo varioliforme.
Anche
l'aspetto istologico varia a seconda dello stadio delle lesioni e
può essere indistinguibile da quello di un eritema
multiforme o di un eritema fisso da farmaci, molto spesso è
incompleto e di per sé non è sufficientemente
diagnostico.
Gli
elementi più tipici sono: la disorganizzazione e la scomparsa
parziale o totale della interfacie dermo-epidermica, l'edema
dell'epidermide con infiltrazione di eritrociti e di linfociti, la
presenza di cheratinociti necrotici, l'infiltrato linfocitario
perivascolare dermico e la presenza di paracheratosi confluente o
focale.
La causa
della malattia rimane oscura. L'etiologia è probabilmente
multipla; si pensa ad una ipersensibilità ad agenti infettivi
(soprattutto virali in particolare in età pediatrica) anche
per l'evidenza di piccoli “cluster” epidemici. In alcuni casi,
nella popolazione generale, è stata documentata una sierologia
positiva per toxoplasma e per rickettsia. I meccanismi patogenetici
ipotizzati, anche in base alla istologia, sono una vasculite da
immunocomplessi (vedi infiltrati linfocitari perivascolari) o un
danno da immunità cellulomediata (vedi necrosi
epidermica).
La
denominazione "Pitiriasi lichenoide” non è incisiva
nell'evidenziare le caratteristiche della malattia e
pone l'accento solo sulla evoluzione in squame, come del resto
avviene per un'altra definizione della malattia:
“Parapsoriasi Guttata”.
Discussione
La
definizione di Pitiriasi Lichenoide e Varioliforme Acuta
(PLEVA) o malattia di Mucha Haberman viene riservata alle forme
con andamento improvviso ed acuto, della durata globale di pochi
mesi, che possono anche essere accompagnate da sintomi generali
come febbre, astenia, artralgie, e che sono caratterizzate
dalla prevalenza di papulo-pustole con evoluzione in escare
necrotiche ed esiti cicatriziali varioliformi.
Molti
autori distinguono nettamente la forma acuta sopra
descritta dalla forma cronica con numerose gettate che si
susseguono anche per molti mesi fino a qualche anno, e che sono
costituite prevalentemente da papule purpuriche che si ricoprono di
squamo-croste.
Da altri
autori viene invece data più importanza alla
disposizione delle lesioni per cui vengono descritte forme centrali
(con localizzazione prevalente al tronco), forme periferiche
(acroposte) e forme diffuse. In realtà si tratta sempre della
stessa malattia che può avere un ampio spettro di espressione
tra il polo della acuzie e quello della cronicità con
localizzazione quasi ubiquitaria ad esclusione della sede
palmoplantare, del volto e del capillizio. Inoltre non è mai
stato documentato un rapporto tra le caratteristiche e gravità
iniziali delle lesioni e la loro successiva durata, mentre il
dato più omogeneo è la evoluzione benigna finale sia
per le forme definite acute che per quelle definite croniche.
In
conclusione, pur di fronte al polimorfismo del quadro, la diagnosi diPitiriasi lichenoide può essere fatta con
relativa facilità e più agevolmente in base alla
clinica che in base all'istologia.
E'
importante dare ai genitori informazioni esaurienti sulla
malattia, in quanto l'aspetto, la lunga durata e la non
evidenza di una causa precisa sono fonte di preoccupazione; va
posto perciò l'accento sulla benignità e sulla
risoluzione spontanea, avvertendo però che la durata può
essere anche molto lunga e che sono possibili recidive anche dopo una
apparente risoluzione parziale o totale.
Per
quanto riguarda il trattamento, in assenza di una terapia etiologica
non è in genere necessaria una cura con sintomatici.
L'esposizione al sole in estate fa regredire più
rapidamente le lesioni, che possono però ricomparire in
autunno; negli adulti si sono avuti buoni risultati con la P.U.V.A.
terapia. Altri tentativi fatti (tetracicline, eritromicina per os)
hanno dato risultati inconsistenti e difficilmente valutabili a
confronto con la evoluzione spontanea.
La
applicazione di cortisone locale è in genere poco
efficace.
Bibliografia
Gelmetti
C, Rigoni C et al: Pityryasis lichenoides in children: a long term
follow-up of eighty-nine cases, J Am Acad Dermatol 23
(3pt) ,473-8, 1990
Romani J,
Puig L et al: Pityriasis Lichenoides in Children: Cliniconpathologic
Review of 22 cases, Pediatric Dermatology 15 ( 1 ), 1- 6,
1998.
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