Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2004 - Volume VII - numero 8
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Settembre 2004 - Volume VII - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per immagini
Paralisi
cerebrale e disturbi dell'alimentazione:
gli
esami strumentali per la diagnosi
Clinica
Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: marzia_lazzerini@libero.it
| |
Il
problema clinico
La
prevalenza dei bambini affetti da paralisi cerebrale (PC) sembra
essere in lieve aumento, al pari della loro sopravvivenza. Questo
è determinato da una migliore assistenza perinatale, con
riduzione dei tassi di mortalità ed aumento delle sequele a
distanza. Il gruppo a maggior rischio di PCI è quello dei
bambini di basso peso alla nascita e/o pretermine, in cui il danno
neurologico dipende soprattutto da cause perinatali, come la
sindrome ipossica ischemica, con esiti a volte anche molto gravi
(Figura
1).
Uno
dei principali problemi che i bambini con PC possono presentare
riguarda le difficoltà nell'alimentazione. Per
semplificare possiamo dire che queste difficoltà possono
essere di natura “alta”, ovvero da disfagia oro-faringea, o di
natura “bassa”, ovvero da reflusso gastro-esofageo (RGE), o
più raramente, da dis-motilità del tratto a valle lo
stomaco. E' importante tenere a mente che queste condizioni
possono spesso coesistere.
I
problemi di alimentazione rendono più problematica la
quotidianità del bambino (l'irritabilità, il
dolore, fino alla paura dell'ab-ingestis), e possono diventare
una causa di malattia secondaria (le polmoniti ab ingestis, la
pneumopatia cronica, l'esogagite con anemizzazione, la vera e
propria malnutrizione, fino a quadri in cui il problema,
misconosciuto, può essere anche molto grave).
Il
sospetto diagnostico
Uno
dei passi fondamentali è quello di distinguere tra un
problema di alimentazione da disfagia oro-faringea o da RGE,
poiché le due situazioni impongono interventi di tipo
diverso.
I
segni della difficoltà alimentare di origine “alta”,
sono in un certo senso più riconoscibili ed immediati
(difficoltà nella deglutizione, dis-organizzzaione dei
movimenti orali, ristagno del cibo in bocca, tosse, aspirazione
per incoordinazione nella deglutizione-chiusura della glottide e
mancanza del riflesso della tosse, episodi di desaturazione
durante il pasto). Si tratta però di valutarli sempre nei
termini di un'alimentazione eseguita correttamente (postura:
contenimento delle spalle, capo leggermente flesso; consistenza
del cibo: semisolida, omogenea; posate adatte).
I
sintomi del RGE vanno invece ricercati e valorizzati, poiché
spesso questi (la ruminazione, il dolore, il rifiuto del cibo,
l'iperestensione del capo con atteggiamento in opistotono, ma
anche la tosse ed il vomito), possono confondersi nella
complessità del quadro neurologico.
La
diagnosi
I
passi che riteniamo utili per la diagnosi sono, oltre all'anamnesi
accurata ed all'osservazione clinica:
1. Un
tentativo di nutrizione con SNG (se risolve completamente il
problema verosimilmente si tratta di una difficoltà di
origine “ alta”)
2. Nel
sospetto di disfagia oro-faringea: deglutogramma
3. Nel
sospetto di RGE: terapia ex-adiuvantibus con antiacidi, in
particolare inibitori della pompa protonica, Rx con pasto
baritato, Esofago-gastro-duodenoscopia (EGDS), pH-metria
-
Deglutogramma e transito esofageo con pasto di bario: evidenzia il
passaggio del bolo di mezzo di contrasto dall'orofaringe allo
stomaco, e l'eventuale reflusso (Figura
2), mettendo in luce anche alterazioni anatomiche (ernia
iatale). Offre inoltre la possibilità di studiare il
transito oltre il piloro. Il difetto dell'esame è quello
di “fotografare” ciò che accade in “quel momento”,
ed in questo senso la sensibilità per RGE è di fatto
stimata intorno 50%. Nei bambini portatori di gastrostomia
percutanea per via endoscopica (PEG) il contrasto è
iniettabile attraverso il “bottone” di gastrostomia (Figura
2 bis) .
-
EGDS: è l'esame più indicativo se positivo, poiché
“vede” direttamente lo stato della mucosa esofagea e fornisce
quindi anche una stima della gravità del problema (Figure
3, 4, 5). Può tuttavia risultare falsamente negativo
nei soggetti che hanno assunto terapia antiacida per lungo tempo,
fino a poco prima di eseguire l'esame (si veda al proposito
l'articolo “Perché si sbaglia” sul M&B cartaceo
di questo mese). Evidenzia anche alterazioni anatomiche (ernia
iatale).
-
PH-metria (Figura
6). Nel bambino che non presenta cerebropatia la pHmetria
viene ritenuta il golden-standard diagnostico, assieme all'esame
istologico dell'esofago. Il problema centrale della pH-metria
riguarda le scale di riferimento in base alle quali interpretare i
risultati.
Anche
nei casi con PC l'esame può essere utile, soprattutto nei
casi “sospetti” (cioè di solito nei i bambini non
gravi, che non presentano clinicamente segni chiari di patologia
dareflusso). Tuttavia nella maggioranza dei casi di fronte ad un
sospetto clinico fondato di patologia di reflusso l'EGDS
rappresenta il primo passo diagnostico che ha l'obiettivo di
capire la gravità della patologia da reflusso. Come detto
in precedenza L'EGDS può tuttavia risultare falsamente
negativa nei casi lievi o nei casi in recente terapia antiacida.
La PH-metria può essere utile in corso di terapia per
dimostrane l'efficacia.
E'
tuttavia utile ricordare che i pazienti con PC hanno un problema
di reflusso in percentuali stimate del 25-75% e che in molti casi
di fronte ad un sospetto clinico è più utile
trattare empiricamente con inibitori della pompa protonica senza
ricorrere in prima istanza ad esami strumentali.
Bibliografia
Rosenbaum
P, Cerebral palsy: what parents and doctors want to know,
BMJ VOLUME 326 3 MAY 2003, 970-875
leggi [PDF] - 143 Kb
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TAC
cerebrale in bambino pretermine con grave encefalopatia
ipossico-ischemica. Quadro di leucomalacia diffusa a carico di
tutto il parenchima cerebrale con presenza di multiple grossolane
aree simmetriche ipodense
(si
veda al proposito l'articolo “Perché si sbaglia” sul
M&B cartaceo di questo mese).
Rx
transito con bario: reflusso a pieno canale fino al terzo
superiore dell'esofago in un ragazzo cerebropatico con grave
scoliosi
Rx
con bario tramite PEG: reflusso a pieno canale fino in faringe
dopo iniezione di pochi cc di mezzo di contrasto (si veda al
proposito l'articolo “Perché si sbaglia” sul M&B
cartaceo di questo mese).
Immagini
endoscopiche. Infiammazione della mucosa causata da reflusso
gastrico in esofago. Con gravità crescente si evidenziano
erosioni, ulcerazioni, e formazioni di striature.
pH-metria
patologica con tempo di reflusso totale dell' 11.5%. ( Il valore
normale è solitamente definito al di sotto del 5% per i
bambini di età >1 anno, come nel nostro caso). |
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