Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2008 - Volume XI - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per l'ospedale
Lo
screening dei lipidi e delle lipoproteine in pediatria (Parte prima)
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Le
malattie cardio-vascolari rappresentano la causa di morte più
frequente nei Paesi occidentali: esse si manifestano soprattutto in
età adulta, ma è ormai dimostrato che il processo
arteriosclerotico inizia precocemente nella vita e progredisce anno
dopo anno. Non vi è dubbio che in questo processo è
presente una forte componente genetica, che è alla base della
suscettibilità individuale, ma i fattori ambientali, come la
dieta e l'attività fisica, sono ugualmente importanti nel
determinare il decorso della malattia.
Numerosi
dati epidemiologici sottolineano gli effetti negativi sulle malattie
cardiovascolari dell'adulto di:
- eccesso di assunzione di grassi saturi e trans, di colesterolo e di carboidrati
- epidemia di obesità
- sindrome metabolica/insulino resistenza
- diminuzione dell'attività fisica
Oggi
d'altra parte conosciamo molti dati sulla sicurezza e
sull'efficacia di alcuni farmaci, usati nel trattamento della
dislipidemia, e conosciamo bene i fattori metabolici che possono
rappresentare un rischio per le malattie cardiovascolari dell'adulto.
I più potenti fattori di rischio sono:
- l'alta concentrazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
- la bassa concentrazione delle lipoproteine ad alta densità (HDL)
- l'elevazione della pressione arteriosa
- il diabete mellito tipo 1 e 2
- il fumo di sigaretta
- l'obesità
È
stato visto che alcuni di questi rischi sono già presenti nel
bambino, per cui i pediatri debbono iniziare un'attiva opera di
prevenzione delle malattie cardiovascolari nei loro pazienti.
Lo scopo
della pubblicazione di cui parlerò (Daniels
SR, Greer FR, Committee on Nutrition. Lipid screening and
cardiovascular health in childhood.
Pediatrics 122:198-208) è proprio quello di
migliorare le conoscenze sui lipidi e le lipoproteine durante
l'infanzia e l'adolescenza, per abbassare il rischio delle
malattie cardiovascolari. L'attuale epidemia di obesità fra
i bambini aumenta la necessità per i pediatri di valutare i
fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e di aumentare le
raccomandazioni per ridurne l'importanza nella pratica.
Sviluppo
dell'arteriosclerosi nei bambini
Ampi
studi autoptici e altrettanto ampi studi epidemiologici (Bogalusa
Heart Study) hanno dimostrato che il processo arteriosclerotico
inizia nel bambino.
Il primo
reperto arteriosclerotico inizia con la comparsa delle strisce
grasse all'interno delle arterie. Esse sono caratterizzate
dall'accumulo di macrofagi, pieni di lipidi, nell'intima
delle arterie. La progressione dell'arteriosclerosi è
caratterizzata dal continuo accumulo di macrofagi pieni di lipidi e
dalla proliferazione di cellule muscolari lisce della parete dei
vasi. Queste cellule muscolari lisce migrano nell'intima delle
arterie e formano una lesione, chiamata placca fibrosa. Questa
lesione è responsabile di esiti clinici gravi, come l'infarto
del miocardio e lo stroke ischemico, sia per
l'ostruzione del lume delle arterie, sia per la rottura della
placca con liberazione di sostanze trombogene.
Gli studi
autoptici hanno riguardato soggetti da 15 a 34 anni, morti per cause
accidentali. In questi soggetti è stata anche ricercata la
concentrazione di colesterolo, insieme agli aspetti patologici
vascolari, indicativi d'ipertensione arteriosa. È
stata valutata inoltre l'estensione delle strisce grasse e delle
placche fibrose dell'aorta e delle arterie coronarie. Da questi
studi è risultato che l'estensione delle strisce
grasse e delle placche fibrose era associata a un aumento dei fattori
di rischio, come l'innalzamento dei livelli di colesterolo e della
pressione arteriosa.
I
ricercatori del Bogalusa Heart Study hanno seguito una coorte di
bambini nei quali sono stati valutati i fattori di rischio durante le
visite scolastiche. Con il passare degli anni alcune di queste
persone sono morte per cause accidentali: all'autopsia di queste
persone è stata valutata la presenza e l'estensione delle
lesioni arteriosclerotiche. In particolare è stato notato che
l'estensione sulla superficie dell'intima delle arterie di
strisce grasse e di placche fibrose aumenta con l'età.
La prevalenza è risultata di quasi il 70% nei giovani adulti.
L'estensione delle lesioni risultava associata, in modo
significativo, con l'innalzamento della concentrazione di
colesterolo totale, di LDL (lipoproteine a bassa densità) e di
trigliceridi, insieme a un abbassamento della concentrazione delle
HDL (lipoproteine ad alta densità). Inoltre l'aumento delle
lesioni arteriosclerotiche era positivamente correlato con il numero
dei fattori di rischio per malattie cardio-vascolari, come la
dislipidemia, l'innalzamento della pressione arteriosa e l'obesità.
Più
di recente lo sviluppo dell'arteriosclerosi è stato seguito
con metodi d'immagine non invasivi: lo studio Muscatine ha usato
gli ultrasuoni delle carotidi per valutare l'ispessimento
dell'intima-media (IMT). E' stato dimostrato che in soggetti di
33-42 anni l'ispessimento dell'intima-media delle carotidi si
associa ad aumento della concentrazione di colesterolo totale e a
innalzamento della pressione arteriosa nel bambino.
Un
secondo studio (Cardiovascular Risk in Young Finns Study) ha mostrato
una relazione positiva fra fattori di rischio nell'adolescente e
presenza subclinica di arteriosclerosi nell'età adulta. In
questo studio su oltre 2000 giovani adulti, il rischio di malattie
cardiovascolari nell'adolescente fu predittivo di aumento
dell'ispessimento dell'intima-media delle carotidi nell'adulto,
indipendentemente dai fattori di rischio per IMT, presenti
nell'adulto.
Da
questi studi, è apparso chiaro che le concentrazioni di
colesterolo possono essere elevate nel bambino e nell'adolescente e
che le aumentate concentrazioni nel bambino sono associate a un
aumento del rischio di arteriosclerosi e di malattie cardio-vascolari
nell'adulto.
Concentrazioni
di colesterolo nel bambino e nell'adolescente
Da studi
di prevalenza (Lipid Research Clinics) è risultato che le
concentrazioni di lipidi e di lipoproteine nel siero aumentano
durante la prima infanzia e raggiungono concentrazioni simili a
quelle viste nel giovane adulto all'incirca a 2 anni di età.
Dati del
National Health and Nutrition Examination Surveys (NHANES) hanno
fornito utili elementi sulla distribuzione dei lipidi e delle
lipoproteine nel bambino e nell'adolescente. Dai dati del
1988-1994, nei soggetti da 4 a 19 anni la concentrazione media di
colesterolo totale era di 165 mg/dl, con la punta maggiore a 9-11
anni di 171 mg/dl. Questi valori successivamente diminuiscono alla
pubertà e aumentano di nuovo successivamente. Questi dati sono
essenziali per stabilire l'età migliore per lo screening del
colesterolo e sui livelli da considerare, perché le
concentrazioni variano con l'età e con il grado di
maturazione.
Vi sono
inoltre delle differenza a seconda del sesso; nel NHANES 1988-94 i
soggetti di sesso femminile hanno livelli di colesterolo totale e
concentrazioni di LDL più alti dei maschi. Differenze simili
anche dopo lo sviluppo sessuale.
Sono
state trovate differenze anche secondo il gruppo etnico: nello stesso
studio i bambini neri hanno HDL più alte e più basse
concentrazioni di trigliceridi in confronto ai bianchi non-ispanici e
ispanici. In un altro studio i bambini neri di 8-10 anni hanno un
colesterolo totale di > 200 mg/dl nel 18,7% contro l'11% dei
bambini bianchi.
Come è
stato visto negli adulti ci sono delle differenze nella
concentrazione dei lipidi e delle lipoproteine a seconda degli anni
in cui sono stati studiati. Confrontando i valori degli anni
1988-1994 con quelli 1999-2000, è stato visto che in 12 anni
la concentrazione di trigliceridi è diminuita di 8,8 mg/dl,
mentre LDL e HDL sono rimaste relativamente stabili. Confrontando i
dati del 1966-70 con quello degli anni 1988-1994, nei bambini e
adolescenti da 4 a 19 anni è stata riportata una diminuzione
della concentrazione media di colesterolo totale di circa 7 mg/dl.
Probabilmente queste variazioni sono collegate agli sforzi rivolti a
modificare la dieta per prevenire le malattie cardio-vascolari,
eseguiti negli anni '50.
In altri
studi è risultato che i bambini al 4° grado di scuola
hanno nel 13,3% concentrazioni di colesterolo totale > 200 mg/dl,
con valori superiori nei soggetti di sesso femminile (15,6%) in
confronto ai maschi (11,1%).
Di grande
interesse gli studi che hanno seguito a diverse età e nello
stesso soggetto i livelli di colesterolo totale: il 75% dei bambini
che avevano concentrazioni più alte del 90% centile di
colesterolo totale, a distanza di oltre 10 anni avevano ancora
concentrazioni di colesterolo alte, superiori ai 200 mg/dl. In un
altro studio il 70% dei bambini che avevano elevate concentrazioni di
colesterolo, continuavano ad averle quando erano divenuti giovani
adulti. È stato visto che l'inizio dell'obesità
all'adolescenza o nel giovane adulto, il fumo di sigaretta e l'uso
di contraccettivi nelle donne, possono avere un effetto deleterio
sulla concentrazione di lipidi e di lipoproteine nell'adulto.
Valutazione
clinica
Nel 1992
vennero adottate dall'Accademia Americana di Pediatria delle
raccomandazioni per l'esecuzione di screening nei bambini di
famiglie con una storia di malattie cardiovascolari precoci o con
alti livelli di colesterolo; lo screening veniva anche raccomandato
per bambini appartenenti a famiglie con obesità, ipertensione
arteriosa e diabete mellito. Queste raccomandazioni non vennero
accolte favorevolmente da tutti i pediatri e nessuna organizzazione
pediatrica raccomandò lo screening universale.
Effettivamente
non esistono dati per i bambini (mentre esistono per l'adulto) che
confermino che elevati livelli di colesterolo nel bambino predicano
rischi nell'adulto di malattie cardio-vascolari.
D'altra
parte ci sono problemi nell'utilizzare una storia familiare di
malattie cardio-vascolari o di elevati livelli di colesterolo per
eseguire uno screening nel bambino e nell'adolescente, perché
può accadere che la storia familiare non sia conosciuta o che
sia incompleta o inaccurata; può anche darsi che gli adulti di
una famiglia non si siano mai sottoposti a misurare i livelli di
colesterolo nel loro sangue o che non siano stati correttamente
valutati i rilievi ottenuti. Solo il 35-46% dei bambini e adolescenti
hanno esami per il dosaggio del colesterolo totale e delle
lipoproteine sulla base di una storia familiare di malattie
cardio-vascolari e di elevate concentrazioni di colesterolo.
Con la
crescente prevalenza dell'obesità e la possibilità di
un aumento costante della pressione arteriosa, si dovrebbe assistere
a un aumento nella percentuale di bambini e adolescenti nei quali sia
stata determinata la concentrazione di colesterolo e di lipoproteine.
Tuttavia nonostante queste raccomandazioni, dal 30 al 60% dei bambini
e adolescenti con alti livelli di colesterolo sfuggirebbero
all'esecuzione dello screening. Un'altra questione senza risposta
è se la mancanza d'identificazione e di trattamento di
questi bambini porti o meno a un aumento del rischio di malattie
cardio-vascolari.
Anormali
livelli di colesterolo
Il
National Cholesterol Education Program (NCEP) raccomanda di usare i
dati riportati nella tabella 1 per
identificare i bambini e gli adolescenti con anormali concentrazioni
di lipidi e di lipoproteine. Dall'esame dei dati risulta subito che
gli stessi valori sono indicati per i soggetti da 2 a 18 anni. Dopo i
18 anni sono indicati gli stessi valori, caratteristici dell'adulto.
Come è
stato detto sopra, le concentrazioni di colesterolo cambiano con
l'età nei bambini e negli adolescenti e sono particolarmente
variabili alla pubertà. La sensibilità e la specificità
delle concentrazioni limite per predire lo stato dei lipidi
nell'adulto può variare ampiamente a seconda dell'età
della maturazione sessuale del paziente pediatrico.
È
stato osservato che la più bassa sensibilità si
manifesta fra i 14 e i 16 anni di età, quando i valori di
colesterolo sono generalmente più bassi, mentre le sensibilità
più alta avviene fra 5 e 10 anni e fra 17 e 19 anni di età.
È interessante notare che i risultati sono simili,
indipendentemente dal fatto che lo studio sia limitato o meno ai
bambini con storia positiva per malattia cardio-vascolare. Va inoltre
rilevato che la tabella non fornisce dati sulla concentrazione di
trigliceridi o di HDL.
La
misurazione di queste variabili è divenuta più
importante, perché una parte dei fattori di rischio è
associata all'obesità ed è spesso riferita alla
sindrome metabolica. A questo proposito l'American Heart
Association raccomanda di considerare anormali concentrazioni di
trigliceridi superiori a 150 mg/l e concentrazioni di HDL inferiore a
35 mg/dl, nei bambini e negli adolescenti.
Deriva da
tutto questo che un singolo punto di riferimento può essere
considerato insufficiente.
Per tutto
questo nella Tabella 2 sono
riportati diversi punti di riferimento (colesterolo totale,
trigliceridi, LDL e HDL) alle varie età e secondo il sesso.
Tuttavia questi valori vennero ricavati da studi del 1981, prima
dell'aumento dell'obesità. Questi centili vanno usati
nello stesso modo di come si usano i centili della pressione
arteriosa e del BMI. Per esempio concentrazioni di LDL maggiore del
95% centile (o minori del 5° centile per la concentrazione di
HDL) debbono essere considerate anormali, soprattutto quando
l'anormalità è persistente nel tempo. La
concentrazione di LDL fra il 90 e il 95° centile (5-10°
centile per l'HDL) deve essere considerata al limite. Non vi è
dubbio che l'uso della tabella 2 ridurrà gli effetti clinici
del cambiamenti naturali delle concentrazioni di lipidi e
lipoproteine con l'età.
Tabella
2. Distribuzione delle concentrazioni dei lipidi e delle
lipoproteine in soggetti dai 5 ai 19 anni.
Sindrome
metabolica
La
sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio per le
malattie cardio-vascolari e il diabete mellito, che sembrano essere
in relazione con l'obesità e l'insulino-resistenza. La
definizione ufficiale per la sindrome metabolica per l'adulto è
presentata nella tabella 3. Al momento attuale non esiste una
definizione ufficiale per la sindrome metabolica del bambino e
dell'adolescente.
La
prevalenza della sindrome metabolica nei diversi gruppi dipende dalle
variabili e dal livello (cut point) scelto. Comunque sembra che la
sindrome metabolica, indipendentemente dal livello scelto per i vari
fattori di rischio, prevalga nei bambini soprappeso e negli
adolescenti. Sembra inoltre che la sindrome metabolica aumenti nei
bambini e negli adolescenti, insieme a un aumento dell'obesità,
del prediabete e del diabete mellito tipo 2.
Studi di
patologia, come il Bogalusa Heart Study, hanno mostrato chiaramente
che la presenza di un numero crescente di fattori di rischio (come si
osserva nella sindrome metabolica) si associ con un aumentato rischio
di strisce grasse e di placche fibrose nell'aorta e nelle arterie
coronarie.
Generalmente,
il trattamento della sindrome metabolica si basa sulla riduzione del
centile del BMI di bambini obesi, che usualmente si accompagna a un
cambiamento nello stile di vita, nella dieta e nell'attività
fisica. È stato dimostrato che i componenti della sindrome
metabolica possono migliorare per un'effettiva riduzione del peso,
anche se di scarsa entità. Nell'adulto una perdita di peso
anche solo del 5-7% può avere successo nella prevenzione del
diabete mellito. Questi risultati indicano che per alcuni bambini
sovrappeso, il mantenimento del peso durante il periodo di crescita
in lunghezza possa avere delle conseguenze favorevoli.
Vuoi citare questo contributo?