Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2011 - Volume XIV - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Tre
pneumologi per una diagnosi
Pediatra
di famiglia, Sondrio
Vedo
M. il giorno dopo Capodanno. Ha 15 mesi ed è da poco diventata
mia paziente. Nata da gravidanza gemellare a 36 settimane, la
crescita in peso e altezza si è sempre mantenuta regolare poco
sotto il 3° centile di crescita, senza sintomi ascrivibili a
malassorbimento.
Da
qualche giorno presenta tosse e rari fischi: il papà è
asmatico. Anamnesi remota negativa per problemi di tipo
polmonare.
All'esame
obiettivo (EO) tutto negativo tranne lieve differenza
nell'apprezzamento del murmure vescicolare (MV) (sinistra <
destra) e rari sibili basali. Prescrivo l'aerosol con
broncodilatatore e la rivedo dopo 2 giorni.
Al
controllo riscontro sempre una lieve differenza nel MV e
approfondisco l'anamnesi: secondo la mamma la tosse è iniziata
il pomeriggio del giorno di Natale e la bambina ha sempre assunto
alimenti semi-solidi (pappe/latte) perché non ha mai molto
appetito.
Faccio
fare un Rx torace urgente, refertato come negativo. Nel frattempo
compare febbre e una lieve tachidispnea (FR:45) con quadro
auscultatorio invariato, sono scomparsi i sibili.
Comincio
a pensare a un'inalazione di corpo estraneo (alimentazione
semisolida, comparsa dopo il pranzo di Natale, differenza nel
MV), faccio fare gli esami del sangue, inizio la terapia
antibiotica e cerco un centro, non troppo lontano, in cui si
pratichi la fibrobroncoscopia, perché in provincia c'è solo
un ospedale di secondo livello, senza specialistica pediatrica.
La
dottoressa del centro pneumologico dove si esegue la
fibrobroncoscopia condivide la mia ipotesi, e mi fissa un
appuntamento.
I
genitori spaventati per l'invasività dell'esame fanno
visitare la bambina alla pneumologa del papà, che non riscontra
nulla all'esame obiettivo, mentre a me pare sempre di sentire
quella lieve differenza nel MV tra i due emitoraci e la bambina
alterna momenti in cui è eupnoica a momenti in cui presenta
tachidispnea. Un po' sconfortata faccio vistare la bambina a un
altra pneumologa dell'ospedale di zona. Anche lei non sente la
differenza ascoltatoria tra i due emitoraci, ma sono comparsi
alcuni rantoli, gli esami che avevo fatto eseguire dimostrano un
lieve aumento degli indici di flogosi e il dosaggio degli
anticorpi anti-Mycoplasma un titolo 1:40 (v.n. <1:40);
si fa diagnosi di infezione da Mycoplasma e si intraprende
terapia con claritromicina.
Non
sono molto convinta, ma le 2 pneumologhe concordano per una forma
infiammatoria e/o tappo di muco, e un pediatra privato consultato
dalla famiglia non trova nulla di patologico all'EO e conclude
che la bambina non ha niente.
Sono
un po' sfiduciata e sempre più preoccupata: la situazione non
mi è chiara.
Rivedo
la bambina dopo qualche giorno, persiste (a questo punto solo a
mio parere) un modesto impegno respiratorio.
Sono
passati dieci giorni dalla prima visita, e sia l'areosol con
broncodilatatore che la terapia antibiotica sembrano non aver
modificato più di tanto la situazione.
Propongo
una TAC torace, prima di affrontare una fibrobroncoscopia, ma i
genitori non sono convinti.
Non
ho riferimenti per la specialistica pediatrica in regione,
essendomi specializzata in altra regione, ma dopo una serie di
telefonate invio la bambina in un centro pediatrico.
La
diagnosi che viene fatta è di una ipoplasia polmonare
monolaterale; si consiglia di continuare l'aerosol in
associazione a montelukast e di effettuare la TAC senza urgenza.
La
diagnosi non mi convince (ma chi l'ha emessa è molto più
esperto di me): quando avevo visitato in precedenza la bambina
non avevo mai riscontrato nulla all'auscultazione polmonare,
non ha avuto problemi polmonari né alla nascita né in seguito,
ma almeno qualcun'altro ha sentito la differenza nel MV tra i
due emitoraci e i genitori sembrano più disposti ad effettuare
la TC.
Il
giorno prima di effettuare la TC i genitori mi comunicano di aver
prenotato una visita presso un altro centro pneumologico
pediatrico, in un'altra regione; tiro un sospiro di sollievo,
ho molta fiducia in questo centro, non l'avevo proposto perché
lontano.
La
bambina viene subito ricoverata e il giorno dopo sottoposta a TC
torace: è passato poco più di un mese dalla prima visita.
Il
referto TC dice: formazione occupante spazio localizzata in sede
mediastinica, anteriormente al terzo inferiore della trachea,
all'angolo tracheo-bronchiale e in sede sottocarenale. La
lesione è in contatto con una porzione dell'aorta ascendente,
con il margine concavo dell'arco aortico... Tessuto ipodenso si
apprezza anche in sede ilare sinistra, da sospetto prolungamento
della lesione o linfoadenomegalie. La trachea ne risulta
lievemente ridotta di calibro con diametro AP max di circa 4,5
cm, il bronco principale di sinistra è stenosato per un tratto
di circa 6 mm. Lieve disomogeno air trapping a dx e omogeneo air
trapping a sx. In corrispondenza del lobo inferiore sinistro si
apprezzano due addensamenti nodulari a margini sfumati con d max
6 mm, un addensamento a banda, aree di round glass, ed un
millimetrico nodulo mantellare, altra banda parenchimale si
apprezza in corrispondenza del segmento inferiore della lingula.
Nel
sospetto di una TBC veniva effettuata intradermoreazione PPD la
cui lettura risulta positiva con un infiltrato di 7-8 mm di
diametro a 48 ore, 10 mm a 72 ore. La ricerca microscopica e la
PCR per BK su 3 sondaggi gastrici risulta negativa.
Nessuno
dei familiari, né la sorella gemella né chi si occupa delle
bambine è risultato positivo alla PPD.
Inizia
terapia antitubercolare con isionazide, rifampicina, etambutolo,
pirazinamide.
La
terapia viene ben tollerata e la bambina sembra lentamente
migliorare.
La TC
di controllo a distanza di un mese circa dimostra adenomegalia
ilare sinistra e conglomerazione di linfoadenomegalie confluenti
in regione per subcarenale e retrocardiaca mediana
poster-inferiore, non segni di colliquazione; differente diafania
degli emiambiti polmonari, con aspetto a vetro smerigliato a
destra (più evidente rispetto al precdente controllo). A
sinistra l'addensamento, a banda già segnalato è sempre meno
evidente, ma meno strutturato. Attualmente a destra, in sede
postero-basale, si apprezza un maggior impegno
margino-mantellare.
La
broncoscopia eseguita dopo qualche giorno dalla seconda TC
evidenzia: la carena tracheale appare slargata e presenta 3
neoformazioni mammellonate granulomatose, una verso l'imbocco
del bronco principale di sinistra, che ne resta completamente
ostruito, e una più piccola all'imbocco del bronco principale
di destra. Si praticano prese bioptiche multiple sulle
neoformazioni carenali e si praticano ripetuti broncoaspirati.
La
PCR e l'esame microscopico per BK sul broncolavaggio sono
risultati negativi. La coltura negativa. L'esame istologico
evidenzia la colorazione di Zielh-Neelsen su sezioni paraffinate
e mette in evidenza rarissimi bacilli del tipo acido-alcool
resistenti.
Viene
confermata la diagnosi di TBC e proseguita la terapia e il
follow-up.
Cosa
mi ha insegnato questo caso? A non dimenticare la TBC come causa
di problema respiratorio (non ci avevo proprio pensato sia per la
storia clinica che per l'ambiente familiare che per l'esame
obiettivo) e a fidarsi un po' di più di se stessi.
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